VILLA DEI VESCOVI
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Stefano Rodotà:
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FAI. Diffamatorie le espressioni di Giuliana D'Olcese sulle vicende di Villa dei Vescovi?
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NO
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Sono diffamatorie le espressioni
usate da Giuliana D’Olcese nell’esprimere le proprie opinioni
riguardanti le vicende della Villa dei Vescovi? Per rispondere
a questa domanda, sia pure sinteticamente, è indispensabile fare
riferimento al contesto istituzionale all’interno del quale deve essere
collocata questa vicenda. Un contesto che non comprende soltanto l’articolo
21 della Costituzione sulla libertà di manifestazione del pensiero,
ma anche, e per certi versi soprattutto, l’articolo 9, dove si
afferma in modo perentorio che la Repubblica "tutela il
paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Una proclamazione
così forte è destinata non soltanto a sottolineare una
responsabilità pubblica, ma a sollecitare l’attenzione
dei cittadini, di tutti i cittadini, perché davvero la
Repubblica sia pari al compito che, in questa e in altre materie,
la Costituzione le assegna. Di fronte al rischio di manomissione
di un bene straordinario, qual è certamente la magnifica
Villa dei Vescovi, si comprende bene la necessità di un
linguaggio netto, che ha anche la funzione di segnalare il problema
all’opinione pubblica, rendendo così possibile una discussione
che vada al di là degli stretti interessati. Se si ripercorrono
le più che decennali battaglie a difesa del paesaggio e del patrimonio
artistico, si incontrano infinite espressioni che potrebbero essere
considerate aggressive, a cominciare da quella, celeberrima, che usava
Antonio Cederna, definendo "vandali in casa” tutti quelli
che, a suo giudizio, aggredivano quei beni. Così stando le
cose, è proprio l’interesse da tutelare, l’integrità
storica di quella dimora, che esige la più ampia libertà
nell’esprimere le proprie opinioni. Che, peraltro, nel caso specifico
non è stata adoperata in forme tali da arrivare alla diffamazione. Chi
si assume la responsabilità di scelte importanti, deve accettare
la critica, per radicale che essa sia. Stefano Rodotà ************************
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Si ringrazia il Professor Stefano Rodotà, noto e stimato costituzionalista, per il chiarissimo inequivocabile parere Costituzione della Repubblica Italiana
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In prima pagina, il 6 Aprile 2010, titolavano i quotidiani il Padova EPolis e Il Corriere del Veneto:
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«Il grande scempio, da brolo a parterre commerciale» «Una colata di cemento sul brolo di Villa dei Vescovi» Grido
d'allarme di Giuliana D'Olcese: «Mi appello al FAI»
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La vicenda del brolo di Villa dei Vescovi diramata da Giuliana D'Olcese de Cesare con le mutilazioni ai titoli, e le cancellazioni delle frasi "incriminate", pretese dalla diffida dei vertici del FAI Fondo Ambiente Italiano:
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Lettera aperta al FAI Padova Patrimonio dell'Umanità ... offresi a giovani sposi -
Strazio per il brolo dei Vescovi Il brolo veneto - Il parterre di Domenico Luciani «Il FAI voleva farne un ristorante à la page e un parcheggio nel brolo» Intervista a Giuliana D'Olcese - FAI vende
la pelle dell'orso?
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Il brolo di
Villa dei Vescovi nel progetto del FAI Fondo
Ambiente Italiano affidato e commissionato all'architetto Domenico Luciani. Da
notare che sin dal mese di Gennaio 2010 va avanti,
senza interruzioni o ripensamenti,
la campagna per l'adozione di una pietra di trachite de "Il
parterre di Villa dei Vescovi".
Ciascuna pietra 200 euro.
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Pianta del XVII Secolo di Villa dei Vescovi con il brolo occidentale di Andrea da Valle
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Immagini e testi della Campagna pubblicitaria promossa dal FAI "Adotta una pietra del parterre di Villa dei Vescovi"
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http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto_replica_FAI.htm
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Replica, e domande senza risposta, di Giuliana D'Olcese alla Presidenza FAI, Buitoni, e ai vertici del FAI Fondo Ambiente Italiano:
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Venerdì 16 Aprile 2010
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RISPONDIAMO PUNTO PER PUNTO AI VERTICI DEL FAI ED AL COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA
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1, "che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo
nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi," lo ha rettificato
al Corriere del Veneto la stessa Giuliana D'Olcese de Cesare nello stesso
giorno che è stata pubblicata la sua intervista. Rettifica allegata qua in calce.
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2, Che "L’immagine di riferimento utilizzata
dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare". Letto che la Presidenza del FAI accusa Giuliana D'Olcese de Cesare
di "informazioni errate e parole non veritiere", viceversa,
tutto il mondo nota da sempre, e con sconcerto e ilarità,
che soltanto i vertici del FAI e il loro ufficio stampa, già
dalle prime pubblicazioni cartacee e on line, fingono di ignorare
- o il FAI scrive e dichiara parole non veritiere? - che Villa
dei Vescovi fu acquistata e restaurata da Giuliana e Vittorio
Olcese, anche con i due mutui erogati a ciascuno dall'Ente Ville
Venete, Villa dei Vescovi interamente decorata
ed arredata dalla padrona di casa. Ulteriore
costante "dimenticanza" del FAI che una volta scrive "Villa
dei Vescovi donata dal FAI da Vittorio Olcese", l'altra "Villa
dei Vescovi donata al FAI da Maria Teresa e Pierpaolo Olcese",
è l'inequivocabile dichiarazione del figlio Pierpaolo
resa nel corso delle due conferenze stampa tenute dal FAI nel 2005
per l'annuncio della avvenuta donazione: «Donandola
al FAI abbiamo rispettato il desiderio di papà così che
la villa possa essere aperta al pubblico».
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3, (...). Due domande ai vertici del FAI ed alla sua Presidenza: Se è vero che
"Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate
dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è
prevista per la fine di aprile", come spiega il FAI
la campagna incessante che da Gennaio scorso appare su
tutti i suoi mezzi di comunicazione, cartacei e on line, "Adotta
una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai
avere -o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"
? Forse, il FAI vende la pelle dell'orso prima che l'orso sia
morto? E come spiega il FAI la mail, insultante, inviata l'8
Febbraio 2010 a Giuliana D'Olcese, ed a tutti i vertici e
non vertici del FAI, dal vicepresidente Magnifico Marco,
già "Direttore Generale e Culturale del FAI":
"Chiedo nuovamente a Lucia Borromeo di accellerare
la risposta a Giuliana de Cesare; si può anche dirle,
nella risposta, che i saggi che abbiamo compiuto per documentarci sullo
stato primigenio del parterre (perchè più che di parterre
si tratta di brolo) hanno rivelato che esso era pavimentato in
cotto; dunque non in terra; semmai, Lucia, parlane con Rigone; prego
che tu risponda oggi perchè, come ho già detto, il soggetto
è imprevedibile e può diventare pericoloso; grazie."
? Ah..., Monday, February 08, 2010 9:06 AM, i
saggi compiuti dal FAI sullo stato primigenio del parterre avevano già
rivelato che esso era pavimentato in cotto?...
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Aggiunge la Presidenza del FAI "In assenza per
il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque,
e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno
del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato
a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici
e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare
l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in
via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che
affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo
progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà
ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare
complete le ricerche archivistiche tuttora in corso." Abbiamo
capito bene? L’intervento "è concertato con la
Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici,
organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento
che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà
condiviso con il Comitato Scientifico che affianca
il FAI nella complessa vicenda del restauro." ?
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4, Allora, se le cose stanno ancora allo stato primigenio
delle indagini e delle ricerche scientifiche - il cui esito non
è dato conoscere, quindi, - come spiegare la mail di una dirigente
FAI che alla mia accorata e supplicante mail inviata il 29 Gennaio ai
vertici del FAI rispondeva: "So che le
verrà risposto quanto prima, in modo esauriente ed adeguato,
da chi ha coordinato i restauri anche con la consulenza, del più
quotato storico, oggi, dell'architettura veneta, oltre che le autorizzazioni
delle Sovrintendenze ecc. ecc." mail non seguita da
precisa documentazione, ma da generici quanto anonimi inimmaginabili
stampati, e come giustificare a noi soci sostenitori del
FAI la campagna pubblicitaria, già in corso da Gennaio,
e immaginiamo con esiti, "Adotta
una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai
avere -o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"
? Esimia Presidenza Borletti, cancellare dalla Storia
dell'Arte e dell'Architettura Rinascimentale il brolo di Andrea
da Valle, soffocandolo sotto una colata di cemento e di pietre
di trachite, è come disseminare di mine anti uomo il
percorso di una scolaresca.
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Immediate Rettifiche inviate al Corriere del Veneto da Giuliana D'Olcese de Cesare
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From: 'Giuliana
D'Olcese' To: Padova Corriereveneto Sent:
Tuesday, April 06, 2010 7:12 PM Subject: Rettifica necessaria
su Info intervista
Spett. Redazione Il Corriere del Veneto Padova, riguardo
l'intervista pubblicata Martedì 6 Aprile preciso e rettifico
quanto segue: non è Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria
di Villa dei Vescovi che, con Vittorio Olcese, ha donato la villa al
FAI. Ne' la signora, che appare nella fotografia del brolo di Andrea
da Valle pubblicata, sono io. Grazie, cordialmente Giuliana D'Olcese
de Cesare |
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Scrive il 7 Aprile 2010 Il Corriere del Veneto, taglio basso,
pag. 8 (...). «A Villa dei Vescovi - l’attacco di Giuliana
de Cesare - è in corso un orrendo, delittuoso sfregio all’opera
realizzata, tra il 1567 e il 1579, da Andrea da Valle. Il suo fantastico
brolo sta per essere coperto da un’informe colata di cemento. Chi può
adoperarsi per evitare questo scempio, faccia qualcosa prima che sia
troppo tardi...». Ecco la puntualizzazione del Fai: «L’immagine
di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale
al 1963 - spiega la presidente Ilaria Borletti Buitoni - e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare. Nulla
però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito
alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento.
Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune
immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come
il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari.
In assenza, per il momento, di documentazioni archivistiche più
complete - fa sapere il Fai - abbiamo dato vita a un nuovo progetto,
affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai beni
architettonici e paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare
l’intervento. Questo progetto è ancora in fase di elaborazione
e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento
in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora
in corso». (...).
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5, Replica Giuliana D'Olcese de Cesare alla Presidenza Buitoni:
(Leggi
pdf
del FAI »)
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Riguardo la foto utilizzata da Giuliana D'Olcese non risale
al 1963, come asserisce la Presidenza FAI: nel 1963 Villa
dei Vescovi era all'inizio dei restauri (la Presidenza studi e
si aggiorni sulle proprietà del FAI) quindi, il brolo, era
incolto e la limonaia, nel tempo, si era ridotta a tre sole piante di
limoni. Tra le numerose prove dell'esistenza della limonaia, infatti, la
stessa foto del FAI, foto assai recente, pubblicata in prima pagina
da il quotidiano il Padova EPolis. "Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate
da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano
come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari"? Immagini storiche reperite nel corso degli studi dove? da chi se nel
1963 Villa dei Vescovi era ai primordi dei restauri voluti e commissionati
da Giuliana e Vittorio Olcese? Villa dei Vescovi, infatti, fu inaugurata
nel 1965, i lavori di restauro furono quindi ultimati nel corso di tre
anni. No, egregio FAI, esiste e si tramanda una pianta di Villa dei Vescovi
del XVII Secolo che prova inequivocabilmente che il brolo di Andrea
da Valle non solo esisteva, ma era identico, e con filari di alberi
forse da frutto, alla pianta del brolo attuale. E con la vera da pozzo
in marmo. Quindi, dispiace sottolineare che non c'è nessuna conferma all'affermazione
"il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari".(!) Ed egregia Presidenza, nessuna "sistemazione di gusto inglese
tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento)" fu operata
da Giuliana e Vittorio Olcese. Esimia Presidenza, se la sentissero e la
leggessero Vittorio ed i nostri amici, grandi critici d'arte
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Art. 9 Costituzione della Repubblica
Italiana Principi fondamentali Art. 9 La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
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Disegno di legge per i reati Ambientali approvato
il 24 aprile 2007 Articolo 452-sexies – (Circostanze
aggravanti). Nei casi previsti dagli articoli 452-bis, 452-ter, 452-quater
e 452-quinquies, la pena è aumentata di un terzo se la compromissione
o il pericolo di compromissione dell’ambiente: a) ha per
oggetto aree naturali protette o beni sottoposti
a vincolo paesaggistico, ambientale, storico, artistico, architettonico
o archeologico
Articolo 452-quinquies – (Alterazione del patrimonio naturale,
della flora e della fauna). Fuori dai casi previsti dagli articoli
452-bis, 452-ter e 452-quater, è punito con la reclusione da
uno a tre anni e con la multa da duemila a ventimila euro chiunque
illegittimamente: a) sottrae o danneggia minerali o vegetali
cagionando o contribuendo a cagionare il pericolo concreto di una compromissione
durevole o rilevante per la flora o il patrimonio naturale
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