VILLA DEI VESCOVI

Le pietre fantasma di arenaria locale del Fai
Il FAI, Magnifico e Adotta una Pietra di Arenaria Locale
«La pietra arenaria locale è un’asinata indegna se detta da un laureato in storia dell’Arte!»
Ennesimo «errore» o «ingenuità» del FAI, quindi? O un falso geologico?
E' proprio nel «brolo della discordia», il 20 Settembre, che il FAI sottoporrà il terzo progetto alla Commissione Cultura della Provincia di Padova

 

 

 

Il Brolo originale rinascimentale di Andrea da Valle e il primo progetto bocciato dell'architetto Domenico Luciani

 

Si vede che il «clima torrido del FAI agostano» ha giovato ai nostri eroi. Giovato sì e no. Sentite l'ennesima invenzione: la «pietra arenaria locale».
Infatti, nel lungo corso del cosìdetto «l'Affaire brolo di Villa dei Vescovi», il nuovo appello-annuncio pubblicitario di Agosto-Settembre, ADOTTA UNA PIETRA, leggibile sul sito internet del FAI - appello-annuncio modificato quattro volte nel corso di tre mesi che riportiamo in calce - per la prima volta specifica che «il progetto della corte è ancora in fase di approvazione» anche se il nostro magnifico eroe, Supervisore Editoria e Comunicazione FAI, fa i suoi giochetti di prestigio abituali fidando sull'equivoco che «la superficie della stessa non supererà quella attualmente ricoperta con ciottoli di fiume - circa 400 mq,».
Ma non è finita qui.
Il FAI, rimangiatosi pietre di trachite e parterre del primo appello, lanciato con dovizia di immagini inerenti il progetto dell'architetto Domenico Luciani, progetto grazie a Dio fatto abortire a Luciani e al FAI, su tutti i suoi mezzi d'informazione cartacei e telematici scriveva infatti: «Manca ancora un milione di euro, adotta una pietra di trachite del parterre di Villa dei Vescovi», sul nuovo appello-annuncio cancella il parterre di trachite, cambia la trachite in pietra arenaria locale e scrive: «Con una donazione di 200 euro potrai adottare una pietra in pietra arenaria locale che sarà posata e personalizzata con le tue iniziali nella corte della Villa». » DONA SUBITO! « chiede, senza por tempo in mezzo il FAI.(!). Senza por tempo in mezzo tra l'adozione, a 200 euro ciascuna pietra, e i permessi per il terzo progetto. E se anche il terzo non venisse approvato?
Orbene: due tra i massimi esperti di Geologia regionale di fama internazionale a cui, non avendo mai sentito parlare ne' letto dell'esistenza di cave locali o di pietra arenaria nell'intero territorio veneto, abbiamo chiesto lumi, il primo, Roberto Sedea, si è fatto una risata. Il secondo, il Professor Giampietro Braga, cattedra di Geografia regionale, socio del FAI, e persona di fulgente onestà culturale e di infinita esperienza geologica, resta interdetto. Rannuvolandosi afferma non esistere arenaria “locale” negli Euganei. Il Magnifico, che deve crescere, soprattutto nella virtù della sincerità, sul sito del FAI risponda al quesito: le informazioni sulla "pietra arenaria locale" da dove gli sono arrivate?
Chi è il... che gliel’ha consigliata? Infatti, l’arenaria, che è pietra delicatissima, è da sempre considerata inadatta alla pavimentazione..
E Patrizio Giulini, professore di Botanica sistematica, di Ecologia vegetale a Padova e membro del Comitato Nazionale per i Parchi e Giardini storici del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, aggiunge «Mi risultano cave in Lombardia e in Val Gardena, e sugli Appennini, ma non più vicino al Veneto. «La pietra arenaria locale» è un’asinata indegna se detta da un laureato in storia dell’Arte! Considera i suoi lettori degli imbecilli forse?
Ciò che è inaccettabile e che non convincerà MAI nessuna persona di cultura è la cancellazione del segno storico dei due assi (cardo e decumano della corte d'onore), discendenti dalla geografia del territorio e dalla storia di Roma, cardo e decumano evidentissimi segni carichi di storia, di civiltà, di rispetto delle nostre radici e della nostra tradizione (vedi Orto botanico di Padova) che non possiamo permettere di lasciar cancellare da degli oscurantisti paysan della cultura per una ragione (almeno quella addotta, figurarsi le altre, se esistono) di necessità di spettacolo!».
Ma ritorniamo alla superficie della nuova area di 400 mq: questa, se mai, è da aggiungere all'area attualmente ricoperta con ciottoli di fiume - circa 400 mq, e non da calcolare unica area di 400 mq come ha dichiarato Marco Magnifico portavoce del FAI. Perciò i metri quadri coperti diventerebbero 800 per il semplice fatto che i mq ricoperti da ciottoli, in realtà, sono i due vialetti intersecati tra loro a forma di croce, vialetti originali del Rinascimento progettati da Andrea da Valle.
I vialetti, infatti, sono la percorribilità del brolo, e sempre esistiti, che ora il FAI fa passare per altro fidando, evidentemente, sul fatto che gli adottanti delle «pietre di arenaria locale», a 200 euro ciascuna, non conosceranno mai la pianta originale del brolo anteriore al, forzato, terzo «progetto di restauro» dell'architetto Domenico Luciani. Visto e considerato che i primi due «progetti di restauro», mai approvati ma pubblicizzati e lanciati alla grande, «progetti di restauro» che, con una sequenza serrata di articoli inoppugnabilmente documentati e pubblicati sul sito internet ufficiale di Villa dei Vescovi, Giuliana D'Olcese, già proprietaria di Villa dei Vescovi, istituzioni padovane e cittadini veneti hanno costretto il FAI, il vicepresidente Marco Magnifico e l'architetto Domenico Luciani prima a sconfessarli come «progetti mai esistiti» e, contemporaneamente, come «ingenuità» e «errori» progettual-editorial-mediatico, quindi a rimangiarseli platealmente, durante l'audizione dello scorso Luglio svoltasi alla Commissione Cultura della Provincia di Padova. Audizione indetta dal Presidente Domenico Menorello.
Una serie di eventi da non credere. Serie di eventi si fa per dire... Sarebbe appropriata un'altra espressione ma per carità cristiana non la scriviamo.
Inoltre, come abbiamo già scritto, non risulta che localmente esista una «pietra arenaria locale». Mentre la pietra di trachite di varia consistenza, durabilità e colore, può venire anche da aree vicinissime a Villa dei Vescovi, come i Colli Euganei, Luvigliano o Montemerlo. Il FAI e Magnifico dunque?
Ciurlano nel manico anche sulla «pietra arenaria locale».
Scrive il Professor Patrizio Giulini: «Ho interpellato amici geologi, a nessuno, dico a nessuno, risulta che localmente esista una «pietra arenaria locale».
Patrizio Giulini, già consigliere nel Comitato tecnico scientifico dell'Orto botanico di Padova - il primo Orto Botanico rinascimentale universitario del Mondo e patrimonio dell’UNESCO - attualmente è membro del Comitato Nazionale per i Giardini storici del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, Consulente per conto del Ministero della gestione del Giardino Inglese del Palazzo Reale di Caserta e per la Soprintendenza regionale del Piemonte e per la Regione Piemonte per i restauri del Real Parco del Castello di Racconigi, del Giardino Reale di Torino e dei Giardini di Venaria Reale.
Annunciamo, pertanto, che il FAI il 20 Settembre prossimo sottoporrà alla Commissione Cultura della Provincia di Padova un nuovo progetto come annunciato, infatti, quando a Luglio Marco Magnifico e il FAI si son visti bocciare sonoramente il primo: «Il parterre in pietre di trachite di Villa dei Vescovi».
Ma qual'è la laurea del vicepresidente, co-autore e supervisore responsabile editoria, e della comunicazione e ufficio stampa del FAI, Marco Magnifico? Vediamo:
Marco Magnifico, già Direttore Generale Culturale del FAI, dal 2010 ne è vicepresidente, è laureato in lettere all'Università di Pavia, ha lavorato alla casa d'aste Sotheby’s. E' co-autore delle principali pubblicazioni del FAI, tra cui i Notiziari trimestrali e "Il Libro del FAI" che descrive le proprietà della Fondazione e della loro storia. In qualità di Direttore Generale Culturale è stato il responsabile dell'attività editoriale, dell'Ufficio Stampa, delle relazioni culturali con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dell'Ambiente, di Enti, Associazioni private e pubbliche, dei restauri e della conservazione degli oggetti, mobili, delle collezioni di proprietà del FAI e delle istruttorie per le proposte di acquisizione di beni mobili e immobili monumentali o di interesse pubblico.
Quindi non è Avvocato come ama spacciarsi, con toni insulari, con quanti vorrebbe intimorire "Pronto, sono l'avvocato Marco Magnificio Direttore generale del FAI, le consiglio di non occuparsi delle faccende di Villa dei Vescovi".

L'Appello-pubblicità sul sito internet del FAI
Adotta > Pietra di Villa dei Vescovi

 

ADOTTA UNA PIETRA DI VILLA DEI VESCOVI

 

FAI un gesto speciale

 

 

 

 Oggi hai la possibilità di fare un gesto davvero speciale, legando per sempre il tuo nome alla storia di Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), splendido esempio del Rinascimento italiano. Con una donazione di 200 euro, infatti, potrai adottare una pietra in pietra arenaria locale che sarà posata e personalizzata con le tue iniziali nella corte della Villa (il progetto della corte è ancora in fase di approvazione, la superficie della stessa non supererà quella attualmente ricoperta con ciottoli di fiume - circa 400 mq). Ti sentirai orgoglioso nel sapere di aver contribuito personalmente a far risplendere questa meraviglia del patrimonio culturale italiano. Invia la tua donazione! Esegui il pagamento ONLINE.
Non scordarti di comunicare le tue iniziali! Contatta Alberica Pellerey al numero 02-467615.212/266 oppure invia una email a: a.pellerey@  (privacy).
Oltre al progetto del cortile, sono tanti i lavori da completare in vista dell'inaugurazione della splendida Villa del FAI.

Realizzata tra il 1535 e il 1542 da Giovanni Maria Falconetto, con l'intervento di Giulio Romano, che domina l'incantevole paesaggio dei Colli Euganei. Donata al FAI nel 2005 da Maria Teresa Olcese e il figlio Pier Paolo in memoria del marito e padre Vittorio Olcese, la Villa è impreziosita da un importante ciclo di affreschi del fiammingo Lamberto Sustris.
Mancano ancora all'appello un milione di euro per consentirci di chiudere definitivamente i lavori di restauro iniziati nel giugno 2007. Aiutaci a rispettare il programma di restauri e a riconsegnare così alla collettività questo importante monumento del Cinquecento italiano. Ogni contributo, anche una piccola donazione, per noi è fondamentale.
Ad oggi, i lavori di restauro hanno permesso il consolidamento strutturale delle terrazze e delle scale di accesso alle terrazze, la realizzazione degli impianti al piano terrazza, il recupero del ciclo di affreschi di Lamberto Sustris, il restauro e consolidamento strutturale della cinta muraria interna, il restauro delle facciate, dei corpi di scala e relative balaustre, delle Logge e delle superfici intonacate degli ambienti esterni.

Ecco cosa possiamo fare con il tuo aiuto:
con 30 euro possiamo realizzare 3 metri di sentiero nel vigneto
con 50 euro possiamo posare 100 metri di cavi elettrici
con 100 euro posiamo 1 metro quadro di pavimento in cotto
con 200 euro posiamo e personalizziamo con le tue iniziali una pietra in trachite nel parterre della Villa (Allora, in arenaria locale o in trachite???!ndr)
con 500 euro puoi contribuire al restauro di un lampadario storico
con 1000 euro puoi contribuire al restauro di un arredo ligneo

» DONA SUBITO! « Per informazioni: Alberica Pellerey Responsabile Campagna Adozioni Telefono: 02 467615.266 - 212 E-mail: a.pellerey@ (privacy).

 ( Su http://www.fondoambiente.it/adozione-di-una-pietra-di-villa-dei-vescovi.asp )

 

Brolo o 1/4 di Parterre? Ascoltato Magnifico
in Commissione Cultura della Provincia di Padova

 

Brolo o 1/4 di Parterre? Ascoltato Magnifico / Comunicato stampa di Giuliana D'0lcese

Martedì 12 Luglio 2010
Per le Commissioni Cultura della Provincia e del Comune di Padova che durante la riunione del 28.06.2010 hanno ascoltato le ragioni di Giuliana D'Olcese sulla necessità di tenere in vita il brolo riascimentale di Andrea da Valle a Villa dei Vescovi, domani, Mercoledì 13 Luglio, è la volta dell'audizione di Marco Magnifico vice presidente esecutivo del FAI e supervisore delle edizioni dei Notiziari trimestrali cartacei inviati ai soci via Posta.
Perchè siano evitate ulteriori attribuzioni oltremodo gravi e scorrette, confusioni, e quindi vengano date alla stampa informazioni da azzeccagarbugli non corrispondenti alla realtà dei fatti - come purtroppo è già stato dato vedere con una intollerabile dichiarazione falsa e tendenziosa del FAI - sulla nota di Giuliana D'Olcese che segue, e sui titoli-sottostanti ogni link corrisponde ad una informazione corretta. Alcune inedite, verificabili sul sito ufficiale Villa dei Vescovi.
La D'Olcese, che sin dallo scorso Gennaio si è opposta al progetto del FAI e dell'architetto Domenico Luciani, progetto che avrebbe cancellato il brolo rinascimentale di Andrea da Valle sostituito da «il parterre in pietre di trachite», ha prodotto una copiosa documentazione che ha allegato agli atti del Verbale della riunione della Commissione Cultura della Provincia di Padova.
Tra questa la pianta del XVII Secolo che riproduce la villa, le pertinenze e il brolo, le immagini, i testi e le foto del progetto di Domenico Luciani propagandato dal Fai nell'arco di ben sette mesi e relativa offerta ai soci dell'adozione delle pietre a 200 euro ciascuna, pietre incise con le iniziali dell'adottante.
Ma la generale e decisa disapprovazione di un tal progetto antistorico, antitutto quanto costituisce l'opera rinascimentale del da Valle a Villa dei Vescovi, ha stoppato il progetto che sarà ridisegnato dallo stasso architetto, mentre Marco Magnifico riferirà il 20 Settembre prossimo sul nuovo progetto «per tenere concerti in villa, al centro una superficie lastricata di trachite di 400 metri quadrati circondata da alte siepi»(!).
Conclude Giuliana D'Olcese «A qua bon la force si la vaseline suffit? Se di volta in volta è possibile affittare funzionalissime pedane in legno come facevamo Vittorio Olcese ed io ricoprendo l'intero brolo?».

 

Carissimi lettori, e il capolavoro semantico del gioco delle tre carte dell'architetto Luciani ce lo vogliamo dimenticare?
In prossimità dell'audizione di Magnifico in Commissione Cultura Provincia di Padova, l'architetto Domenico Luciani, responsabile del progetto "Parterre Villa dei Vescovi", scriveva al Presidente della Commissione, Domenico Menorello, la "descrizione" del brolo attuale
(!)ndr ma, nel corso dell'audizione, Marco Magnifico dichiarava che la divulgazione del progetto - quindi il progetto stesso o la divulgazione? - era stato "un errore", "un'igenuità", ma non specificava "un errore" , "un'igenuità" di chi.
Magnifico intendeva riferirsi ai vertici del FAI, all'architetto Luciani, o a se stesso?

 "descrizione" del brolo attuale
Domenico Luciani, architetto
Nota al progetto per il
Cortile occidentale di Villa dei Vescovi

La corte quadrata di Villa dei Vescovi si presenta come un’eco spenta(!)ndr di una storica postura a croce. Nessuno dei manufatti che compongono la superficie del quadrato ha carattere storico-artistico.(!)ndr La sistemazione dei bracci della croce a ciotoli di fiume è del secondo dopoguerra(!)ndr e sta 15 cm sopra alla quota che sarebbe opportuna (e che viene proposta dal progetto) al fine di restituire alla facciata della fabbrica monumentale la sua linea di base(!)ndr e rendere leggibile l'apparato della pentafora e delle scale.(!)ndr Il pozzo è il risultato di un libero montaggio di un ferro battuto molto dignitoso e di un cilindro in mattoni messo in opera in età contemporanea privo di ogni valore.(!)ndr Le quattro aiuole a prato e gli alberi sono testimonianze di una fase recente (fine xix-inizio xx)(!)ndr nella quale la corte era occupata da un documentato stravagantegiardino allinglese”.(!)ndr.
L’ipotesi progettuale alla quale si sta lavorando è il tentativo di restituire(!)ndr allo spazio quadrato un equilibrio tra bellezza(!)ndr e utilità nella forma di una corte selciata in trachite (unselese”) con una cornice vegetale che si apre in corrispondenza delle aperture del muro storico restaurato e che ripropone il rigore(!)ndr geometrico e le misure analogiche della fabbrica monumentale.(!)ndr

 

La Nota di Giuliana D'Olcese
Comprendiamo l'ansia del FAI di rientrare dei 500.000 euro sborsati alla vedova Olcese per l'acquisto di Villa dei Vescovi, secondo quanto scritto da Paolo Coltro il 28 Aprile 2007 su Il Mattino di Padova. Dunque, il FAI ha acquistato Villa dei Vescovi dalla vedova Olcese, la villa, quindi, non è stata "donata al FAI da Maria Teresa Olcese seconda moglie di Vittorio Olcese e dal figlio Pierpaolo", come dichiara il FAI.
(Del resto, pare, il mattino di Padova è avvezzo ad attribuire i meriti di Giuliana e Vittorio Olcese, alla vedova Olcese, senza che peraltro "la signora" si sia mai fatta premura di rettificare, contrariamente a quanto accaduto in altri casi.)
Siamo anche consci del sodalizio tra Benetton e l'architetto Luciani già direttore generale della Fondazione Benetton, sodalizio che comporta qualche sacrificio, per gli altri, non per i due sodali. Quindi ci rendiamo conto quanto l'unione degli interessi comuni sia salda e veda tra dipendente ed ex datore di lavoro un patto d'acciaio sui destini di un grosso numero di appalti pubblici, e privati, da assegnare nel Veneto. E fin qua, niente di male. E' così che gira il mondo tra politica & affari. Infatti, conobbi Benetton nella sua casa di Treviso, in occasione della nascita di Alleanza Democratica, detta "la madre dell'Ulivo".
Quando, però, gli affari toccano - sacrificandoli - gli interessi pubblici, la tutela di Monumenti Storici, Beni Culturali - patrimonio di tutti - allora, non ci sta bene.
Quindi, il FAI e la Soprintendenza ai Monumenti Storici, Presidente Sabina Ferrari, dovranno rimangiarsi l'uno "di accontentarsi di 400 metri quadri di lastricato", l'altra, stando all'articolo di Paolo Coltro apparso il 7 Luglio 2010 sul Mattino di Padova, "(ma, come chiede la Soprintendenza, saranno 300 metri quadri)".
Che il FAI abbia tentato il colpaccio di far passare, prima di aver ricevuto i permessi della sovrintendenza, l'intero brolo di Andrea da Valle lastricato da Luciani, è provato dai documenti pubblicati dallo stesso FAI, estratti dai Notiziari trimestrali cartacei del FAI, editi sotto la supervisione del vicepresidente esecutivo Marco Magnifico noto, oramai, tra il mondo accademico veneto come "l'azzeccagarbugli".
Adesso si vuole far passare "IL COLPETTO" antistorico, piazzando nel centro del brolo una piazzola lastricata circondata da siepi alte due metri. Mai vista prima d'ora un'"architettata" di tal portata. Accuse infondate quelle di Giuliana D'Olcese, dunque?
La replica del FAI
"alle accuse infondate di Giuliana de Cesare -come lo scorso Marzo ha dichiarato la Presidente Ilaria Buitoni - di voler cementificare e pavimentare con lastre di trachite il brolo monumentale di Andrea da Valle a Villa dei Vescovi con il progetto dell'architetto Domenico Luciani, replica analoga pubblicata il 7 Luglio sul Corriere del Veneto in una nota di Nicola Munaro, nota che confrontata con l'articolo di Paolo Coltro pubblicato nello stesso giorno su Il Mattino di Padova, induce a qualche - diciamo considerazione - coloro che sono lettori e osservatori attenti dei media. E chi per anni ne ha bazzicato le redazioni.
"Nessuna cementificazione - dice al Corriere del Veneto Marco Magnifico vicepresidente esecutivo, portavoce e supervisore dei Notiziari trimestrali cartacei del FAI - solo abbiamo pensato a una zona in lastricato (!)ndr per ospitare eventi culturali o concerti, per sfruttare al massimo il bellissimo panorama di Villa dei Vescovi".(...).
"A chi sta curando i lavori, l'architetto Domenico Luciani, abbiamo chiesto di realizzare un lastricato di 4oo metri quadrati su un totale di 1600 metri quadri: ovvero un quarto della superficie", continua Magnifico. (...).
Intanto è di ieri la notizia - scrive Nicola Munaro - che l'imprenditore Luciano Benetton ha messo, di tasca sua, 250 mila euro nel restauro della villa che costa 5 milioni di euro. La corte (da notare, non più il brolo, ma la corte) è salva, sostiene il numero due del FAI. Per quel che riguarda il brolo - continua Munaro - le rassicurazioni arrivano dallo stesso Luciani: "E' sempre stato destinato a frutteto, vigna e orti, e così sarà anche in futuro".
Che dire sulla credibilità ed attendibilità delle dichiarazioni dell'architetto Luciani, di Magnifico, dei vertici del FAI?
Che dire, allora, delle pubblicità apparsa sui Notiziari FAI cartacei e via internet susseguitasi per 7 mesi "Adotta una pietra del parterre di Villa dei Vescovi" ?
Che dire, allora, del rincorrersi della versione del progetto commissionato a Domenico Luciani propagandato dal FAI ?
Che dire del progetto e la richiesta di 200 euro ora affannosamente e goffamente rimangiato dal FAI, con cui ai malcapitati ignari soci il Fai ha già piazzato a 200 euro ciascuna 200 pietre di trachite con la promessa che le iniziali di ciascuno verranno incise sulla pietra adottata del "parterre di Villa dei Vescovi" perchè ciascun adottante sia immortalato. E sarebbero queste "le rassicurazioni"? Ma che razza di rassicurazioni sono queste?
A qualcuno sembra rassicurante che a un brolo Rinascimentale, perfettamente simmetrico, venga lastricato un quarto del suo spazio?!
E' rassicurante che a un brolo dalle sublimi proporzioni architettoniche, dal perfetto spazio interrotto da un antico pozzo e tre alberi secolari, delimitato da mura sansovinesche su cui si aprono tre portali a colonne ioniche e timpano decorato con gli stemmi della famiglia del Cardinal Pisani, tra cui lo stemma del Cardinal Francesco Pisani che commissionò il progetto di Villa dei Vescovi a Giovanni Maria Falconetto morto nel 1535, quindi, gli esterni della villa e il brolo ad Andrea da Valle, venga storicamente, architettonicamente e filologicamente stravolto da un quarto di "parterre"?!
Signor Benetton, tutto questo le sembra dignitoso? Le sembra serio che la Fondazione Benetton & e la Fondazione FAI si rendano ridicole nel mondo intero?
Signor Benetton, lei appare come un imprenditore illuminato, come lo fu Vittorio Olcese donatore ideale di Villa dei Vescovi al FAI al quale, siane certo, questo quarto di "parterre" apparirebbe più ancora che grottesco: "da scompisciarsi dalle risa" come soleva dire sulle "pensate insensate di certi architetti".
Lo chieda a Vittorio Gregotti, lo chieda alle buonanime di Ignazio Gardella e di Carlo Caccia Dominioni o dell'architetto Belgioso, o di Marco Zanuso: lo conoscevano bene Vittorio e, commentando assieme "le pensate grottesche di certi architetti", si divertivano a riderne come matti.
Quindi le dico, con fair play, ma decisamente, giù le mani anche dal quarto di "parterre"! Lei e il FAI organizzate eventi nel brolo - una proprietà museale deve rientrare nei costi di gestione - ma organizzateli come Vittorio ed io organizzavamo convegni, concerti, rappresentazioni del Ruzante, matrimoni, feste, sagre del vino e della polenta e osei, mo£eche fritte, garusoli e baccalà, comunioni, battesimi e pesche di beneficenza: affittate quattro pedane di legno e via andare.
Giuliana D'Olcese de Cesare

 

Strabiliante la vittoria sul FAI, dunque?
Rincula Magnifico, Arretrano FAI, Miss Ferrari, Luciani & Buitoni

Signor Benetton, giù le mani dal brolo di Andrea da Valle!

 

     Il Corriere del Veneto Padova, 7 Luglio 2010


zoom + 

 

Le Ville Venete sono radice e matrice di identità, la memoria del dominio perduto di Venezia

 

L’Istituto Regionale delle Ville Venete ha censito oltre 4.000 ville tra Veneto e Friuli (per il 90 per cento di proprietà privata, per il 50 per cento immobili monumentali vincolati), un sistema di beni culturali straordinario ma problematico. Andando in giro per le trafficatissime arterie che intersecano la pianura e si inerpicano su colli e pendici prealpine, si realizza come la bellezza sia ancora diffusa (dal 1996 le ville venete sono entrate a far parte della lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco), pur incalzata dalla modernità.
«La battuta facile», per il direttore del Cisa, «sarebbe dire che il Veneto è passato dalla civiltà delle ville a quella delle villette geometrizie. Non dimentichiamo che il Veneto ha dato sei milioni di emigrati nel Novecento. Le ville venete sono la memoria del dominio perduto di Venezia.
I contadini, dopo la guerra, arrivavano a demolirle e i piani regolatori fino agli anni Ottanta non le hanno rispettate molto. Ma qualcosa, dopo i tempi magri, cambia: la villa è radice e matrice di identità».
http://www.nationalgeographic.it/popoli-culture/storia/2010/04/02/news/la_civilt_delle_ville_venete-5385/

 

Come proteggere il patrimonio artistico?
Come proteggere Villa dei Vescovi?
23 Giugno 2010 By Domenico Cambareri
Riceviamo da Ilaria Volpi e pubblichiamo:
NO AL FAI: PRESERVIAMO IL BROLO RINASCIMENTALE DI VILLA DEI VESCOVI
Fa girare questo messaggio è importante, che giri tra più persone possibili: “FOTO CONTRO IL DEGRADO” Un sito raccoglie le brutture d’Italia?
Invito accettato e subito inoltrato a info@nuovopaesaggioitaliano.it con la speranza che non sia troppo tardi!
Salviamo il brolo rinascimentale di Villa dei Vescovi

Spett. Nuovo paesaggio italiano,
Salviamo il brolo rinascimentale di Villa dei Vescovi. Accetto e subito inoltro quanto segue augurandomi che il primo delatore, questa volta delatore di se’ stesso, sia proprio il FAI che si appresta a fare scempio del brolo di Villa dei Vescovi distruggendo il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle. Riportano i media della neonata associazione Nuovo paesaggio italiano: “Siamo o non siamo il popolo che ha più telefonini al mondo? Italiani, scattate e inviate le vostre immagini via mail o mms: foto di ecomostri, abusi piccoli e grandi per documentare gli scempi e il SOS per il paesaggio italiano divorato da infinite brutture, incuria, degrado e cemento. Inviate le vostre foto o immagini a info@nuovopaesaggioitaliano.it o via mms al 3381163674 o lanciatele su www.nuovopaesaggioitaliano.it
“Ma chi ha avuto l’idea davvero innovativa ed encomiabile di costituire “Nuovo paesaggio italiano”?
Oliviero Toscani che, assieme a Salvatore Settis, Vittorio Sgarbi e il FAI, invita i cittadini italiani a farsi “delatori” degli scempi compiuti su paesaggi, monumenti, centri storici, archeologie, siti di interesse storico, paesaggistico ed architettonico. Scempi che stanno devastando e divorando l’Italia.
Spett. Nuovo paesaggio italiano,
accetto e subito inoltro quanto segue augurandomi che il primo delatore, questa volta delatore di se’ stesso, sia proprio il FAI che si appresta a fare scempio del brolo di Villa dei Vescovi distruggendo il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle http://www.virusilgiornaleonline.com/images_villa/limonaia.jpg
sostituendolo con “Il parterre di Villa dei Vescovi” progettato dall’architetto Domenico Luciani. Progetto che prevede l’abbattimento di tre alberi secolari, del pozzo tradizionale, una colata di cemento sull’antico brolo e l’intera pavimentazione in pietre di trachite.
http://www.europadellaliberta.it/2010/06/23/come-proteggere-il-patrimonio-artistico-come-proteggere-villa-dei-vescovi/

http://www.virusilgiornaleonline.com/images_villa/parterre.jpg
http://www.villadeivescovi.net/offresi.htm
http://www.fondoambiente.it/attualita/fai-un-gesto-speciale.asp
http://photos-e.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc4/hs015.snc4/34116_1408468664538_1617103512_1000948_1201668_s.jpg

 

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