<<Il percorso di Giuliana D'Olcese, dalla lunga esperienza politica milanese e veneta, all'impegno politico e civico,
ndr>>
|
Parti Radical Nonviolent Transnational et Transparti
|
Ritratto di Giuliana
D'Olcese, coordinatrice del Movimento per le Riforme istituzionali, in
occasione della conferenza stampa per il lancio dei "Referendun
days"
|
|
|
Corriere.it Archivio storico
|
Adnkronos
Archivio storico dal 1996
|
Google Pagine 7
|
site: archiviostorico.corriere.it Giuliana Olcese
Corriere della Sera Archivio storico
|
http://www.google.it/search?hl=it&q=+site:archiviostorico.corriere.it+Giuliana+Olcese+corriere+della+sera+archivio Corriere
della Sera Archivio storico http://www.google.it/search?hl=it&q=Giuliana+Olcese+corriere+della+sera+archivio&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=f&oq= http://www.google.com/search?hl=it&q=Giuliana+d%27Olcese+politica&btnG=Cerca&lr=lang_it
|
e "Nelle logge con vista
sui colli Euganei chiacchieravamo dei sottobochi..." ricorda Bamboccioni.net Vittorio
Olcese Corriere della Sera.it Archivio storico + Google.it http://www.google.it/search?hl=it&q=Vittorio+Olcese+corriere+della+sera+archivio+storico&btnG=Cerca&meta= http://www.google.it/search?hl=it&q=Vittorio+Olce+e+Giuliana+D%27Olcese&btnG=Cerca+con+Google&meta=&aq=f&oq= http://www.google.it/search?hl=it&ei=geg3StnPDdqi_Ab8rPTeDQ&sa=X&oi=spell&resnum=0&ct=result&cd=1&q=Vittorio+Olcese+Giuliana+D%27Olcese&spell=1 http://www.google.it/search?hl=it&q=Vittorio+Giuliana+Carolina+Olcese&btnG=Cerca&meta=
|
Venezia anni Ottanta
|
|
Giuliana Olcese e il Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini al Premio Campiello
|
|
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > La Olcese contro Angius: le riforme sono
di tutti Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
palazzo e dintorni
|
La Olcese contro Angius: le riforme sono di tutti
|
La Olcese contro Angius: le riforme sono di tutti Giuliana Olcese,
animatrice del Movimento per le riforme istituzionali, attacca il capogruppo
al Senato dei Ds Gavino Angius. "Fare le riforme "a colpi
di maggioranza" - afferma - come tuona, a mo' di medicina di tutti
i mali, qualche maggiorente parlamentare, sarebbe come decretare che
più della metà della popolazione italiana che sta all'opposizione
dovrà comprare il pane con la tessera di bellica e nefanda memoria,
guardando gli altri, con la A maiuscola, che banchettano". Giuliana
Olcese chiede invece "regole vicine ai cittadini, tutti". Pagina
2 (23 agosto 1999) - Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Caccia al "politico -
quaglia" La Olcese offre un milione Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Europa e Dintorni
|
Caccia al "politico - quaglia"
La Olcese offre un milione
|
Scovate il "politico - quaglia" La Olcese offre un milione
Un milione di lire a chi riuscirà a svelare l'identità
della "Quaglia depressa", ovvero chi è l'uomo politico
esperto in ribaltoni e trasformismi. La caccia al tesoro, lanciata via
Internet, è stata lanciata da Giuliana Olcese, coordinatrice
del Movimento per le riforme istituzionali, per svegliare "una
campagna elettorale sonnolenta" e per promuovere una riforma della
legge elettorale. Il sito del Movimento è www.4.Iol.it / coaliz. Pagina
13 (8 giugno 1999) - Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Olcese: la prima grande riforma è
«democratizzare» l'informazione
|
Archivio
storico CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Palazzo
e dintorni
|
Olcese:
la prima grande riforma è «democratizzare» l'informazione
|
Olcese: la prima grande riforma è «democratizzare»
l'informazione «I partiti politici non vogliono le riforme».
La coordinatrice del Movimento per le Riforme Giuliana Olcese fa propria
l'affermazione fatta dall'ex capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro al
Corriere e aggiunge: «E soffocano cittadini, referendari, associazioni
e movimenti che vogliono promuovere le riforme». Olcese punta
l'indice accusatore anche sull'informazione: «La prima riforma
da fare per un Paese sano e normale è di riportare l'informazione
alla democrazia. Nessun organo di stampa né telegiornale infatti
riprende le notizie della società civile: è un sistema
parente stretto del totalitarismo». Pagina 9 (26 novembre
1999) - Corriere della Sera
|
|
Maroni apprezza la proposta ma avverte: non
cambiare idea
|
Archivio storico; Corriere della Sera ... Giuliana Olcese:
"La legge elettorale non va bene così com'è, ma
sarebbe peggio ancora tornare al passato". ...
|
archiviostorico.corriere.it/1998/febbraio/02/Maroni_apprezza_proposta_avverte_non_co_0_9802027697.shtml
|
|
» Corriere della Sera >
Archivio > Maroni apprezza la proposta ma avverte: non cambiare
idea
|
Archivio
storico CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Maroni apprezza la proposta ma avverte:
non cambiare idea
|
Maroni apprezza la proposta ma avverte: non cambiare idea LE REAZIONI ROMA
- E se alla fine si tornasse al proporzionale? Certo, c'è
stato un referendum che lo ha bocciato, ma l'improvviso amore tra Armando
Cossutta e Silvio Berlusconi la dice lunga su quanto sia ancora fragile
la fede nel maggioritario. E, soprattutto, riapre il discorso sulla
legge elettorale assestando, dopo quello sulla giustizia, un nuovo colpo
all'impianto della Bicamerale. Il Ccd Francesco D'Onofrio sostiene
che a questo punto "è saltato il "patto della crostata"
di casa Letta". Mentre anche il pidiessino Cesare Salvi comincia
a nutrire seri timori sull'esito positivo delle riforme costituzionali:
"Se non si ricostituisce fino in fondo una volontà comune
del Polo e dell'Ulivo si rischia di non farle". Dura la reazione
di An di fronte all'ipotesi di un ritorno al proporzionale: "Porterebbe
al frazionismo". Disponibile, invece la Lega, con Roberto Maroni:
"Noi non possiamo che applaudire alla proposta di Berlusconi di
discutere di una legge proporzionale con sbarramento, ma a una condizione:
che domani non cambi idea". Per una volta Cossutta mette da
parte ogni pregiudiziale antifascista: "Su questo tema siamo pronti
a fare accordi con tutte le forze politiche interessate, siano esse
di sinistra, di centro o anche di destra". E il presidente di Rifondazione
ne approfitta per attaccare Fini e D'Alema: "L'asse che hanno costituito
è troppo poco per garantire il nuovo edificio costituzionale.
Il segretario della Quercia ci accusa di essere conservatori. Ma basta
osservare che con il proporzionale in Italia c'erano solo sette partiti
mentre oggi ce ne sono una trentina". Il Pds si affretta a rispondere
con Cesare Salvi. Per stroncare ogni velleita' proporzionalista, il
capogruppo al Senato tira fuori le vecchie amicizie di Berlusconi: "Sin
dai tempi di Craxi è sempre stato convinto che il maggioritario
non fosse un granchè. Invece per noi costituisce una linea di
non ritorno. La soluzione per correggere l'attuale sistema è
il doppio turno, non il ritorno al passato". Così facendo,
anche il lavoro della Bicamerale può correre rischi seri. "Ma
se ciò avvenisse - avverte Salvi - non gioverebbe a nessuno". Tuona
la coordinatrice del Movimento per le riforme costituzionali, Giuliana
Olcese: "La legge elettorale non va bene così com'è,
ma sarebbe peggio ancora tornare al passato". Molto più
sfumato invece il "no" dei Verdi. Mauro Paissan sostiene che
il suo partito è "apertissimo" a discutere il "modello
tedesco" del proporzionale. Solo che ormai è troppo tardi:
"Prendo atto del pentimento di Berlusconi sul maggioritario, ma
ormai siamo fuori tempo massimo". Ma l'apertura del Cavaliere
fa discutere soprattutto all'interno del Polo. Giovanardi (Ccd) si schiera
decisamente dalla parte di Berlusconi: "Ha posto in maniera corretta
un problema reale". L'apertura del leader di Forza Italia trova
invece molto scettico, all'interno del suo stesso partito, Peppino Calderisi:
"Il sistema proporzionale è buono solo per le europee".
E, soprattutto, incontra una decisa ostilità nelle file di An.
Basta sentire Gasparri: "Il sistema maggioritario è ormai
un fatto consolidato. Il Polo deve marciare compatto verso il presidenzialismo
e il rafforzamento del bipolarismo". E con lui Storace. Prima ironizza:
"Spero che l'uscita parigina di Berlusconi sia stata tradotta male".
Poi va all'attacco delle critiche rivolte ad An a proposito dell'eredita'
fascista, solo "gradualmente" cancellabile: "Berlusconi
deve capire una volta per tutte che le vere pagelle le danno gli elettori". Zuccolini
Roberto Pagina 3 (2 febbraio 1998) - Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > "Attenti, in Veneto c'è un
rischio secessione" Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
"Attenti, in Veneto c'è un rischio secessione"
|
Allarme
del Pg di Venezia: se non si rimuovono le cause del disagio gli estremisti
potranno ricorrere alla criminalità diffusa
|
Attenti, in Veneto c'è un rischio secessione" Allarme
del Pg di Venezia: se non si rimuovono le cause del disagio gli estremisti
potranno ricorrere alla criminalità diffusa VENEZIA - "Nel
Veneto c'è un grave rischio di forme clamorose di criminalità
contro lo Stato": il procuratore generale di Venezia, Mario Daniele,
attacca così la relazione di apertura dell'anno giudiziario.
A Palazzo Grimani, austera sede della Corte d'Appello, le sue parole
risuonano, gravi. E, improvvisamente, fanno riaffiorare alla memoria
un episodio, da qualche parte troppo facilmente liquidato alla stregua
di una manifestazione poco più che folcloristica: l'assalto al
campanile, la folle nottata dei "serenissimi" a piazza San
Marco, nel maggio del '97. Il pg invece tiene a ricordarlo come una
"azione clamorosa, che si inserisce nelle nuove forme di illegalità,
di ispirazione secessionistica". Allarme criminalità,
allarme secessione, dunque: il ricco e operoso Nord - Est non è
solo "laboratorio economico", ma anche sociale. E socio -
criminale. Pur se il risveglio di reati a carattere politico "non
ha assunto gli aspetti di brutalità e spietatezza che avevano
connotato i delitti delle brigate rosse", sottolinea Mario Daniele. E
aggiunge: "Questi nuovi atteggiamenti paiono sostenuti da una forte
carica vittimistica e rivendicativa. Destinata, purtroppo, ad accrescersi". Il
magistrato, poi, deviando dalla linea propriamente giudiziaria, sconfina
in un suggerimento politico. Dice: "Se i Poteri esecutivo e legislativo
non decidono di prendere in seria considerazione l'enorme malcontento
diffuso in molte regioni, e in modo particolare nel Veneto, intervenendo
in sede politica per rimuoverne le ragioni più evidenti e fondate,
il movimento di protesta aumenterà vorticosamente e le sue punte
estreme, più eccitabili e meno equilibrate, ricorreranno a forme
clamorose di criminalità diffusa". Una coincidenza: mentre,
in mattinata, il procuratore generale invitava a valutare seriamente
le radici della protesta veneta, poche ore dopo, nel pomeriggio, nasceva
ufficialmente il Movimento federalista del Nord - Est, guidato da Massimo
Cacciari e da Mario Carraro. Il cui obiettivo è proprio quello
di incanalare i fermenti, dando la sveglia ai Palazzi romani. "Se
la riforma costituzionale non sarà coerente con i principi federalisti
- ammonisce il sindaco di Venezia - credo che le regioni del Nord -
Est la bocceranno. E si tratterà non del referendum di Bossi,
ma di un referendum popolare, con il rischio della deriva secessionista". Il
presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan (Forza Italia) è
d'accordo sulla necessità di dare risposte politiche adeguate.
"Per quanto mi riguarda - afferma - ho fatto la mia parte. Proponendo
ai veneti di pronunciarsi, con un referendum, su che tipo di statuto
speciale sono d'accordo". La relazione di Mario Daniele tocca,
infine, il procedimento in corso nei confronti di Bossi e della Lega
Nord, presso la Procura di Verona. Il procuratore Papalia, infatti,
contesta al gruppo l'"attentato all'unità dello Stato".
"Configurazione di reato di non facile soluzione", avverte,
sibillino, il pg. E aggiunge: "Sarà necessario stabilire
a chi appartenga la competenza per territorio". Un siluro a Verona?
Papalia non sembra raccogliere. Ribatte, deciso: "La competenza
territoriale non l'ho stabilita io, ma, insieme, i pm delle Procure
interessate". LA SOLUZIONE ALLA PUJOL Il modello catalano:
autonomia su leggi, tasse, lingua e polizia Il modello catalano ruota
attorno a un nome: quello di Jordi Pujol, cattolico liberale, strenuo
difensore della lingua e delle tradizioni della Catalogna e per questo
finito dietro le sbarre durante l'era franchista. La battaglia di Pujol,
che ha sfruttato il peso determinante dei suoi deputati per condizionare
prima Gonzales e ora Aznar, ha consentito alla Catalogna di ottenere
un'ampia autonomia. La Regione amministra il 30 % dell'Irpef raccolta
in Catalogna, ha delega sulle imposte, gestisce i porti di Barcellona
e Tarragona, ha una sua polizia e legifera in molti settori. Il catalano
è usato nelle scuole, nei tribunali e in molti programmi tv. LA
CONTESSA DELL'ULIVO Giuliana Olcese: ho steso io il primo pamphlet
federalista (m. fu) La chiamano la "contessa dell'Ulivo".
E lei, Giuliana de Cesare, moglie di Vittorio Olcese, animatrice di
salotti cultural - mondani, rivendica di essere stata la prima a benedire
un "manifesto federalista", stilato a Roma, però. Dunque,
quello di Cacciari viene dopo il suo. "Ma non c'è antagonismo
- sottolinea - anzi. Il federalismo serve al Paese. Serve ad avere governi
più responsabili, uno Stato più vicino ai cittadini...".
Contessa, che cosa pensa del movimento del Nordest? "E' una
fase di passaggio e di decentramento, dalla centralità della
politica alla periferia. Ma, attenzione: bisogna superare il Nordest
e guardare all'intero Paese". Fumagalli Marisa Pagina
5 (13 gennaio 1998) -Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Una rubrica su internet unirà i
"cuori politici" Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
In Breve
|
Una rubrica su internet unirà i "cuori politici"
|
Una rubrica su internet unirà i "cuori politici"
"Batte ancora il cuore degli italiani per la politica"? il
quesito, on line su Internet, lo pone il Movimento per le Riforme istituzionali
di Giuliana Olcese, (www4.iol.it / coaliz). Titolo della rubrica? "La
posta del cuore politico". Pagina 15 (20 dicembre 1998)
- Corriere della Sera
|
|
» Corriere della
Sera > Archivio > I governi locali martedì
a San Macuto contro le autonomie della Bicamerale Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
INCONTRO CON I RIFORMATORI
|
I governi locali martedì a San Macuto contro le autonomie della Bicamerale
|
INCONTRO CON I RIFORMATORI I governi locali martedì a San
Macuto contro le autonomie della Bicamerale Il progetto "federalista"
uscito dalla Bicamerale incontra crescenti perplessità nei vari
governi locali. Molti sindaci minacciano di votare "no" al
referendum confermativo. Ecco perchè martedì prossimo
a Roma, a palazzo San Macuto, si terrà un incontro con alcuni
membri della Commissione. Organizza il Movimento per le riforme costituzionali,
coordinato da Giuliana Olcese, e la Lega delle Autonomie, presieduta
da Giuliano Barbolini. Con loro vari presidenti di regione e i sindaci
di Bologna, Gorizia, Milano, Napoli, Belluno, Mantova e Terni. Bassolino
aderisce alla manifestazione e vi prenderà parte se sarà
in corsa per il ballottaggio. Pagina 7 (14 novembre 1997)
- Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Contro cena dei professori per la rivincita
Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
SALOTTI ROMANI / In casa Olcese,
nell'incontro organizzato dal Movimento per le Riforme costituzionali,
parte la battaglia per le modifiche
|
Contro cena dei professori per la rivincita
|
Barbera: non vogliamo fare i guastatori ma soltanto cambiare quest'accordo
|
SALOTTI ROMANI / In casa Olcese, nell'incontro organizzato dal Movimento
per le Riforme costituzionali, parte la battaglia per le modifiche.
Contro - cena dei professori per la rivincita Barbera: non vogliamo
fare i guastatori ma soltanto cambiare quest'accordo. ROMA - E alla
fine della giornata i "dissidenti" trasversali, i professori,
i politici, i costituzionalisti che a questa riforma partorita dalla
Bicamerale non ci stanno si ritrovano in casa Olcese per "organizzarsi".
Salotto della politica romana di sapore progressista, oggi però
rappresenta molto altro ancora: il luogo da cui potrebbe partire la
battaglia emendativa al testo della commissione. La sua animatrice,
Giuliana Olcese, è la coordinatrice del Movimento per le Riforme
costituzionali, del quale fanno parte sindaci di Ulivo, Polo e Lega,
costituzionalisti di fama e politici. Da ieri nel centro di Roma si
raccoglie un movimento ancor più trasversale, che si intreccia
e si sovrappone a quello messo in campo da Mario Segni. Attorno a una
lunga tavola si ritrovano seduti a fianco a fianco il costituzionalista
Giovanni Sartori, il collega Augusto Barbera e l'ex presidente della
Corte Costituzionale Aldo Corasaniti, i pidiessini Antonio Soda e Claudia
Mancina, l'azzurro Giuliano Urbani, il socialista Valdo Spini, il "dipietrista"
Federico Orlando. E poi Marcucci, pidiessino, esponente del "coordinamento"
di Regioni e Comuni, il fiscalista Franco Gallo, nomi meno noti e pure
qualificati e altri si scusano, ma "ci saremo la prossima volta".
Che cosa si organizza? "Non il fronte del no", dicono in coro.
"Li compatteremmo, se lo facessimo", avverte Barbera. "E
poi noi vogliamo bene alla Bicamerale", assicura la Olcese. "Vogliamo
puntare al cuore della riforma, forma di governo e legge elettorale",
spiega Sartori. Così ci si vede a cena, contando i giorni che
ancora mancano al termine per la presentazione degli emendamenti al
testo della Bicamerale: 28. Carta e penna, da ieri sera è il
momento di buttar giù le idee. "Questo movimento può
essere il catalizzatore della nostra volontà di cambiare",
dice Spini prima di dileguarsi per impegni precedenti. Insomma, si comincia.
Da dove? Introduce Barbera: "Noi non siamo il fronte del No. Siamo
quelli che vogliono forti emendamenti su tre temi: i poteri del presidente,
la legge elettorale, il federalismo. Il nostro obiettivo è suscitare
nell'opinione pubblica la coscienza su un testo". Sartori, gustandosi
un buon bicchiere di vino bianco: "In questa riforma vedo cose
inaccettabili. Ma non vuol dire che dobbiamo dire no a tutto".
Il terrore di essere presentati come "quei rompiscatole dei professori"
attanaglia il gruppo. Anche perchè Soda, attivissimo pidiessino
in Bicamerale, avverte: "Attenzione: ci sono proposte che possono
essere bellissime, ma si deve fare i conti con la mediazione politica.
E poi, non è che si può lavorare insieme su tutto: io
sulla giustizia con Di Pietro e con Veltri non mi ritroverò mai!". Interviene
la Mancina: "Questo movimento serve a mettere insieme opinione
pubblica e Bicamerale, tra le quali si rischia la frattura. Bisogna
dialogare, non chiudersi: un giudizio demolitorio non sarebbe il mio.
E poi distinguiamo: anch'io sono contraria alla legge elettorale, ma
dico sì al sistema di governo". Barbera quasi inorridisce:
"Ma Claudia, tu credi che questo presidente eletto abbia reali
poteri di governo?". "Sì - ribatte lei -, ha indirizzo
politico". Difficile, insomma, mettere insieme tutto e tutti. Orlando
ricorda che di movimenti per "la riforma della riforma" ce
ne sono già parecchi: quello di Segni, quello di Veltri, quello
di D'Amico e Bordon, quello di "Liberal". Sartori riflette:
"Con Segni dobbiamo avere un rapporto stretto. Anche perchè
è meglio averlo vicino che lontano...". E poi, con battutaccia
toscana: "Già abbiamo ottenuto molto: abbiamo evitato che
con noi ci sia Pannella!". Scherza Urbani: "Dai, Vanni, non
metterti a insultare tutti...". "Io? E quando mai...". Nell'aria
aleggia un fantasma, lo stesso che turba i sonni di D'Alema: Antonio
Di Pietro. Lo risveglia Barbera: "Il nostro movimento deve essere
trasversale, come lo fu quello referendario. Con noi può venire
chiunque è d'accordo, non importa cosa ha fatto, cosa fa e cosa
farà. Di Pietro vuole candidarsi? Lo faccia. A noi interessa
cambiare questa riforma". Sartori si spinge oltre: "Credo
che servirà una soglia per impedire che chiunque si candidi,
ma non può essere uno sbarramento anti - Di Pietro". E Orlando
azzarda: "Basta una raccolta di firme". Sartori: "Magari
un milione". Orlando: "Mezzo milione...". La pasta fredda
chiama, il break si impone. Orlando profetizza amaro: "Signori,
dobbiamo anche prepararci al peggio. Siamo sicuri che i parlamentari
si sentiranno liberi di andare contro i loro partiti e voteranno i nostri
emendamenti? Io non ho tessera, lo faccio, ma gli altri? Mancina e Soda
stasera sono riuniti con Mussi e D'Alema... E da questa riforma verra'
fuori che due parlamentari su tre non saranno ricandidati". Si
consola Sartori, e da' la carica agli altri: "Embe' , non è
meglio? Vorrà dire che saranno tanti gli scontenti: vengano con
noi". Di Caro Paola Pagina 3 (3 luglio 1997) - Corriere
della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Il Movimento per le Riforme "D'accordo
con Sartori" Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Bicamerale
e dintorni Il Movimento per le Riforme "D'accordo con Sartori"
|
Il Movimento per le Riforme "D'accordo con Sartori" "Siamo
d'accordo con Sartori e Panebianco: oggi più che mai l'obiettivo
delle riforme richiede una risoluta pressione da parte dell'opinione
pubblica e dei media. E' il momento di offrire e accettare tra cittadini
e istituzioni un maturo, onesto patto democratico". Lo ha detto
Giuliana Olcese, coordinatrice del Movimento per le Riforme costituzionali,
intervenendo nel dibattito aperto sulle colonne del Corriere della Sera. "Siamo
del tutto favorevoli al "manifesto" proposto da Giovanni Sartori,
che coincide con l'obiettivo per il quale si battono da tempo i componenti
del Movimento per le Riforme, i sindaci d'Italia, le associazioni e
tanti semplici cittadini", ha concluso la Olcese. Pagina
3 (1 luglio 1997) - Corriere della Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > I sindaci vogliono essere coinvolti nella
Bicamerale Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Riunione del neonato coordinamento
|
I sindaci vogliono essere coinvolti nella Bicamerale
|
ROMA - Contro le voglie di proporzionale, contro chi spera di risolvere
la riforma federalista nel regionalismo, contro chi crede che la Bicamerale
possa fallire: rinasce il Coordinamento dei sindaci e raccoglie un "partito"
trasversale di membri della Commissione per le riforme pronti a sostenerne
il progetto. La riunione di ieri si è svolta sotto la presidenza
di Giuliana Olcese e di Aldo Corasaniti, ex presidente della Consulta.
C'erano Giorgio Rebuffa e Peppino Calderisi per il Polo, Antonio Soda,
Claudia Mancina per l'Ulivo. Obiettivo dichiarato: salvare la Bicamerale
portando il dibattito anche fuori dalla sala della Regina dove rischia
di arenarsi in questioni politiche. Come? Coinvolgendo nei progetti
della commissione i 1.200 sindaci che aderiscono al movimento per le
riforme costituzionali a battere il tempo alla Bicamerale, promuovendo
incontri, dibattiti e proposte. Ma tra i parlamentari che aderiscono
all'iniziativa del coordinamento dei sindaci c'è chi è
ottimista come Antonio Soda ("E' chiara - ha detto - la tendenza
a mantenere un bicameralismo imperfetto, ad introdurre un federalismo
"solidarista", a cercare una soluzione per la forma di governo
che sia tra un premierato molto forte e un presidenzialismo corretto").
E chi invece non nasconde di essere pessimista come Scoppola e Rebuffa
di Forza Italia. Pagina 9 (14 marzo 1997) - Corriere della
Sera
|
|
» Corriere della Sera
> Archivio > Antonio Soda, "più cristiano
che cattolico" l'architetto della Bicamerale alla pidiessina Archivio
storico
|
Corriere della Sera
|
|
IL PERSONAGGIO
|
Antonio Soda, "più cristiano che cattolico" l'architetto della Bicamerale alla pidiessina
|
Dalla casa della contessa Giuliana Olcese ai lunghi colloqui con i forzisti Rebuffa e Calderisi
|
IL PERSONAGGIO Antonio Soda, "più cristiano
che cattolico" l'architetto della Bicamerale alla pidiessina Dalla
casa della contessa Giuliana Olcese ai lunghi colloqui con i forzisti
Rebuffa e Calderisi Dei più ostinati, insomma di quelli che delle
riforme non vorrebbero sentire nemmeno l'odore, dice bonario: "Suvvia,
certi conservatori istituzionali io li considero solo un po'... timidi".
Di Massimo Villone, il senatore pidiessino che molti descrivono come
suo acerrimo avversario interno, racconta gentile: "Abbiamo posizioni
diverse su molte questioni, ogni tanto tra noi scoccano scintille, è
vero, ma poi ci facciamo grandi risate: in fondo siamo due spiriti meridionali,
lui napoletano, io di Melfi". Di Cesare Salvi, che alcuni sostengono
si senta un po' messo in ombra dopo essere stato coautore della "bozza
Fisichella", narra deferente: "Ha sempre coordinato tutto
il nostro lavoro, è sempre intervenuto nei passaggi decisivi". E
infine, quando parla di se stesso, Antonio Soda premette, umile: "Sono
mortificato". E di cosa? "Di tutta l'attenzione nei miei confronti.
Sono arrivato fino a 53 anni nella massima riservatezza. Ora sono a
disagio. Rispondo a tutti solo perchè mi hanno spiegato che devo
proprio rispondere". Insomma, buonismo e flagellazione, pacatezza
e understatement in pilloline a volte un po' surreali. Anche per
questo Massimo D'Alema deve aver scelto come architetto della sua Bicamerale
quest'omino minuto che svuota interi pacchetti di sigarette quando parla
in pubblico e sembra talmente modesto da andar largo persino nei vestiti
che indossa: anche per la sua capacità di addormentare nell'ecumenismo
d'un sorriso il più spietato e intransigente dei presidenzialisti.
E forse c'è un solo modo per incrinare l'imperturbabile pazienza
di Soda, ulivista doc, pidiessino d'importazione, dossettiano convinto
che, più che cattolico, preferisce definirsi "cristiano",
"mi pare sia molto meglio", e che, comprensibilmente, sobbalza
quando qualcuno gli chiede se abbia mai avuto a che fare con il vecchio
partito comunista: "Se vengo dal Pci? Macchè. Vengo dalla
magistratura", dice, ingenuo, come se le due cose fossero state
inconciliabili. E forse lo erano davvero per lui, che ha mollato la
toga appena s'è profilata l'offerta d'una candidatura da deputato,
che è stato silenziosissimo consigliere d'appello a Bologna prima
di passare in Cassazione, e che a Reggio Emilia, dove vive la sua famiglia
(moglie e due figlie), ha lavorato, silenziosissimo, nel volontariato,
con il Ceis, il centro di solidarietà diretto dal nipote di Dossetti. Insomma
è quasi un fantasma buono questo Soda, e soltanto insinuando
che nella sua bozza di riforma costituzionale c'è forse il germe
del ribaltino una tantum, ovvero la possibilità di far fuori
il premier, sia pure una volta sola in una legislatura, senza per questo
tornare alle urne, beh, soltanto così si riesce a innervosirlo,
solo così Antonio il Calmo si scalda e sbuffa e sbotta: "Se
ce lo fate passare sulla stampa come prodromo del ribaltone, allora
è chiaro che non va avanti 'sto progetto. Invece è un
progetto buono, e pure Rebuffa era d'accordo". E infatti hanno
trascorso lunghe ore insieme, lui e l'amico forzista Giorgio, con Peppino
Calderisi accanto, per cercare di conciliare l'inconciliabile. Infine,
dopo una simile maratona, possiamo ritrovare il nostro Soda a casa della
contessa Giuliana Olcese, casa storica e strategica per la sinistra
in generale e per l'Ulivo in particolare, perla di piazza Campitelli
a due passi dal Bottegone. Li', a quel tavolo dove si sono raccolti
negli anni Pajetta e Tortorella, Reichlin e Chiaromonte, Macaluso e
Napolitano e Bassolino e Petruccioli, assieme a ministri e presidenti
del Consiglio dc nel nome del trasversalismo ("e del cervello,
perchè non ho mai invitato nessuno per la carica che ricopriva...",
dice Giuliana, che oltre ad essere musa ulivista coordina i comitati
dei sindaci), lì', Antonio il Calmo incoraggia con grandi sorrisi
chi vagheggia - in un Paese che si divide tra chi getta i sassi dai
cavalcavia e chi vorrebbe vedere i lanciatori impiccati ai cavalcavia
medesimi - un raffinato movimento d'opinione a sostegno della Bicamerale
e delle riforme e del sistema di premierato, sistema flessibile, si
capisce, come flessibile è il nostro Soda, capace di sopportare
lieto le contestazioni dei soloni di partito e intanto di collegarsi
direttamente a D'Alema e a Fabio Mussi, in barba ai soloni stessi. Niente
guizzi, molta cautela, "evitiamo il massimalismo dell'elezione
diretta del premier che può portare al cesarismo", forse
un pizzico di buonasorte calcolata. Un arguto giurista pidiessino,
Augusto Barbera, dice: "Dobbiamo molto a Maccanico: la sua bozza
ha spaventato così tanto Elia e i popolari che adesso sono disposti
a farci delle concessioni pur di non tornarci su". E magari è
davvero una fortuna correre in punta di piedi nella scia di Maccanico
e del suo semipresidenzialismo: ma va così, nel mondo amabile
di Antonio Soda la fortuna aiuta i prudenti. Buccini Goffredo Pagina
5 (18 gennaio 1997) - Corriere della Sera
|
|
» Corriere della
Sera > Archivio > "Amata Milano quanto mi deludi"
Archivio
storico
|
CORRIERE
DELLA SERA.IT
|
|
Vivimilano. AMARCORD DAGLI ANNI SESSANTA AD OGGI
|
"Amata Milano quanto mi deludi" L'amaro sfogo di Inge Feltrinelli
|
Milano 1960. Una bellissima, giovane donna, proveniente dalla Germania,
dove è nata e cresciuta, di professione reporter (Hemingway,
Picasso, Simone De Beauvoir sono tra i personaggi da lei intervistati)
si fa subito notare negli ambienti che fanno di Milano un punto di riferimento,
un crocevia obbligato per imprenditori, intellettuali e artisti di tutto
il mondo. "Per me che arrivavo da una Germania ancora buia, triste,
non ancora uscita dalla terribile devastante tragedia della guerra e
del nazismo, Milano è apparsa non solo come una città
aperta, accogliente e curata, ma soprattutto, come un luogo di speranza
dove molteplici energie si concretizzavano in una effettiva ricostruzione
sociale e morale. Era la Milano di Elio Vittorini, maestro indimenticabile,
uomo saggio, pieno di charme del "Gruppo ' 63" allora formato
da giovani di "belle speranze" che si chiamavano Umberto Eco,
Alberto Arbasino, Nanni Balestrini, Vanni Scheiwiller, Alfredo Giuliani.
E ancora Paolo Grassi e Giorgio Strehler, Camilla Cederna, Giorgio Bocca,
Peppino Turani, Tullio Pericoli e tanti, tanti altri". Chi parla
è Inge Feltrinelli, attuale presidente della Casa Editrice fondata
nel 1954 dal marito Giangiacomo, morto tragicamente il 14 marzo 1972.
Da allora Inge è l'anima della Casa Editrice. Nella storica sede
di via Andegari, ha saputo dare continuità - affiancata dal figlio
Carlo - all'opera intrapresa con tanta passione civile dal suo fondatore. "Certo,
Milano, allora era una città viva, stimolante: ogni giorno ci
si ritrovava in libreria, teatro, nelle innumerevoli gallerie d'arte
che in questi ultimi anni, purtroppo, sono quasi del tutto scomparse.
C'erano tanti artisti giovani e... belli! Emilio Tadini, Valerio Adami,
Mimmo Rotella, Ugo Mulas e, accanto agli artisti anche illuminati imprenditori,
raffinati collezionisti: Aldo Bassetti, Roberto Olivetti, Vittorio Olcese,
e dico i primi che mi vengono alla mente". "Oggi, Milano
è irriconoscibile: sporca e spenta. Ha perso la sua funzione
di riferimento, tranne che per la moda. Ormai sono Armani, Missoni,
Krizia che cercano di rianimarla. Per il resto, nulla. Piazza del Duomo
circondata da fast food e jeanserie, degradata da interventi di "animazione"
brutti e provinciali, degni di una fiera di paese, non di una delle
piazze più belle del mondo. E la cosiddetta "nuova"
sede del Piccolo Teatro? Già obsoleta prima ancora di essere
inaugurata, diventata un simbolo delle mancate promesse e delle inadempienze
dei nostri amministratori pubblici... Che tristezza, che peccato. "Che
cosa ha fatto la città per i giovani - continua Inge Feltrinelli
- che cosa per gli artisti? E gli architetti? Milano ha nomi di primissimo
piano a livello mondiale. Gae Aulenti, Vittorio Gregotti. Lavorano a
Parigi, a Tokio, a New York. E a Milano? Bisogna risalire a 40 anni
fa, al Pirellone di Giò Ponti per trovare un intervento urbanistico
significativo. A questo punto è la città che deve porsi
delle domande e recuperare quell'orgoglio, quella fierezza che l'avevano
portata ad essere un punto di riferimento per l'Europa. Le forze, le
capacità e le risorse certamente non mancano. Quello che manca
è un progetto. Ma la pubblica amministrazione è assente,
latitante, incapace di formulare proposte adeguate alle grandi potenzialità
di Milano e alle sue tradizioni, incapace di trovare alternative a una
pioggia di piccole, meschine iniziative che minacciano di ridurre Milano
a palude. Bisogna rimboccarsi le maniche per recuperare il tempo perduto". Colpisce
in Inge Feltrinelli, persona appassionata, la capacità di indignarsi
e, al tempo stesso, di mantenere intatta la fiducia e la speranza in
una ripresa per la "sua" Milano. De Micheli Patrizia Pagina
9 (15 maggio 1996) - Corriere della Sera
|
|
Indietro
|| Home
www.villadeivescovi.net
|
|