VILLA DEI VESCOVI
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La
replica del FAI sul Corriere del Veneto e sul Sito internet? Diffonde
ulteriore sconcerto e interrogativi
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Venerdì 16 Aprile 2010
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RISPONDIAMO PUNTO PER PUNTO AI VERTICI DEL FAI ED AL COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA
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1, "che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo
nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi," lo ha rettificato
al Corriere del Veneto la stessa Giuliana D'Olcese de Cesare nello stesso
giorno che è stata pubblicata la sua intervista. Rettifica allegata qua in calce.
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2, Che "L’immagine di riferimento utilizzata
dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare". Letto che la Presidenza del FAI accusa Giuliana D'Olcese de Cesare
di "informazioni errate e parole non veritiere", viceversa,
tutto il mondo nota da sempre, e con sconcerto e ilarità,
che soltanto i vertici del FAI e il loro ufficio stampa, già
dalle prime pubblicazioni cartacee e on line, fingono di ignorare
- o il FAI scrive e dichiara parole non veritiere? - che Villa
dei Vescovi fu acquistata e restaurata da Giuliana e Vittorio
Olcese, anche con i due mutui erogati a ciascuno dall'Ente Ville
Venete, Villa dei Vescovi interamente decorata
ed arredata dalla padrona di casa. Ulteriore
costante "dimenticanza" del FAI che una volta scrive "Villa
dei Vescovi donata dal FAI da Vittorio Olcese", l'altra "Villa
dei Vescovi donata al FAI da Maria Teresa e Pierpaolo Olcese",
è l'inequivocabile dichiarazione del figlio Pierpaolo
resa nel corso delle due conferenze stampa tenute dal FAI nel 2005
per l'annuncio della avvenuta donazione: «Donandola
al FAI abbiamo rispettato il desiderio di papà così che
la villa possa essere aperta al pubblico».
Riguardo la foto utilizzata da Giuliana D'Olcese non risale
al 1963, come asserisce la Presidenza FAI: nel 1963 Villa
dei Vescovi era all'inizio dei restauri (la Presidenza studi e
si aggiorni sulle proprietà del FAI) quindi, il brolo, era
incolto e la limonaia, nel tempo, si era ridotta a tre sole piante di
limoni. Tra le numerose prove dell'esistenza della limonaia, infatti, la
stessa foto del FAI, foto assai recente, pubblicata in prima pagina
da il quotidiano il Padova EPolis. "Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate
da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano
come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari"? Immagini storiche reperite nel corso degli studi dove? da chi se nel
1963 Villa dei Vescovi era ai primordi dei restauri voluti e commissionati
da Giuliana e Vittorio Olcese? Villa dei Vescovi, infatti, fu inaugurata
nel 1965, i lavori di restauro furono quindi ultimati nel corso di tre
anni. No, egregio FAI, esiste e si tramanda una pianta di Villa dei Vescovi
del XVII Secolo che prova inequivocabilmente che il brolo di Andrea
da Valle non solo esisteva, ma era identico, e con filari di alberi
forse da frutto, alla pianta del brolo attuale. E con la vera da pozzo
in marmo. Quindi, dispiace sottolineare che non c'è nessuna conferma alla affermazione
"il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari".(!) Ed egregia Presidenza, nessuna "sistemazione di gusto inglese
tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento)" fu operata
da Giuliana e Vittorio Olcese. Esimia Presidenza, se la sentissero e la
leggessero Vittorio ed i nostri amici, grandi critici d'arte
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3, Due domande ai vertici del FAI ed alla sua Presidenza: Se è vero che
"Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate
dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è
prevista per la fine di aprile", come spiega il FAI
la campagna incessante che da Gennaio scorso appare su
tutti i suoi mezzi di comunicazione, cartacei e on line, "Adotta
una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai
avere -o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"
? Forse, il FAI vende la pelle dell'orso prima che l'orso sia
morto? E come spiega il FAI la mail, insultante, inviata l'8
Febbraio 2010 a Giuliana D'Olcese, ed a tutti i vertici e
non vertici del FAI, dal vicepresidente Magnifico Marco,
già "Direttore Generale e Culturale del FAI":
"Chiedo nuovamente a Lucia Borromeo di accellerare
la risposta a Giuliana de Cesare; si può anche dirle,
nella risposta, che i saggi che abbiamo compiuto per documentarci sullo
stato primigenio del parterre (perchè più che di parterre
si tratta di brolo) hanno rivelato che esso era pavimentato in
cotto; dunque non in terra; semmai, Lucia, parlane con Rigone; prego
che tu risponda oggi perchè, come ho già detto, il soggetto
è imprevedibile e può diventare pericoloso; grazie."
? Ah..., Monday, February 08, 2010 9:06 AM, i
saggi compiuti dal FAI sullo stato primigenio del parterre avevano già
rivelato che esso era pavimentato in cotto?...
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4, Aggiunge la Presidenza del FAI "In assenza per
il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque,
e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno
del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato
a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici
e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare
l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in
via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che
affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo
progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà
ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare
complete le ricerche archivistiche tuttora in corso." Abbiamo
capito bene? L’intervento "è concertato con la
Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici,
organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento
che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà
condiviso con il Comitato Scientifico che affianca
il FAI nella complessa vicenda del restauro." ?
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5, Allora, se le cose stanno ancora allo stato primigenio
delle indagini e delle ricerche scientifiche - il cui esito non
è dato conoscere, quindi, - come spiegare la mail di una dirigente
FAI che alla mia accorata e supplicante mail inviata il 29 Gennaio ai
vertici del FAI rispondeva: "So che le
verrà risposto quanto prima, in modo esauriente ed adeguato,
da chi ha coordinato i restauri anche con la consulenza, del più
quotato storico, oggi, dell'architettura veneta, oltre che le autorizzazioni
delle Sovrintendenze ecc. ecc." mail non seguita da
precisa documentazione, ma da generici quanto anonimi inimmaginabili
stampati, e come giustificare a noi soci sostenitori del
FAI la campagna pubblicitaria, già in corso da Gennaio,
e immaginiamo con esiti, "Adotta
una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai
avere -o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"
? Esimia Presidenza Borletti, cancellare dalla Storia
dell'Arte e dell'Architettura Rinascimentale il brolo di Andrea da
Valle, soffocandolo sotto una colata di cemento e di pietre di trachite,
è come disseminare di mine anti uomo il percorso di una
scolaresca.
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Scrive il 7 Aprile 2010 Il Corriere del Veneto, taglio basso,
pag. 8 (...). «A Villa dei Vescovi - l’attacco di Giuliana
de Cesare - è in corso un orrendo, delittuoso sfregio all’opera
realizzata, tra il 1567 e il 1579, da Andrea da Valle. Il suo fantastico
brolo sta per essere coperto da un’informe colata di cemento. Chi può
adoperarsi per evitare questo scempio, faccia qualcosa prima che sia
troppo tardi...». Ecco la puntualizzazione del Fai: «L’immagine
di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale
al 1963 - spiega la presidente Ilaria Borletti Buitoni - e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare. Nulla
però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito
alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento.
Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune
immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come
il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari.
In assenza, per il momento, di documentazioni archivistiche più
complete - fa sapere il Fai - abbiamo dato vita a un nuovo progetto,
affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai beni
architettonici e paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare
l’intervento. Questo progetto è ancora in fase di elaborazione
e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento
in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora
in corso». (...). NOTIZIE CORRELATE «Una
colata di cemento sul brolo di Villa Vescovi» http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm#padova
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Immediate Rettifiche inviate al Corriere del Veneto da Giuliana D'Olcese de Cesare
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From: 'Giuliana
D'Olcese' To: Padova Corriereveneto Sent:
Tuesday, April 06, 2010 7:12 PM Subject: Rettifica necessaria
su Info intervista
Spett. Redazione Il Corriere del Veneto Padova, riguardo
l'intervista pubblicata Martedì 6 Aprile preciso e rettifico
quanto segue: non è Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria
di Villa dei Vescovi che, con Vittorio Olcese, ha donato la villa al
FAI. Ne' la signora, che appare nella fotografia del brolo di Andrea
da Valle pubblicata, sono io. Grazie, cordialmente Giuliana D'Olcese
de Cesare |
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Scrive il Sito internet del FAI
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ILARIA BORLETTI BUITONI PRESIDENTE DEL FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO REPLICA ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI (da
pdf
del FAI »)
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In seguito alle dichiarazioni di Giuliana de Cesare, prima moglie
di Vittorio Olcese, su Villa dei Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire
informazioni errate e parole non veritiere. Innanzitutto si precisa
- come dice Ilaria Borletti Buitoni, Presidente FAI - che la signora
Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di
Villa dei Vescovi, che è stata invece effettuata da Maria
Teresa Olcese, vedova di Vittorio Olcese, e dal loro figlio Pierpaolo
nel 2005. Riguardo l’accusa mossa al FAI di stravolgere l’aspetto
storico della corte della Villa con un nuovo progetto, affidato al professor
architetto Domenico Luciani, teniamo a puntualizzare quanto segue. L’immagine
di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale
al 1963 e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti
restauri realizzati all'epoca per volere di Vittorio Olcese, allora
sposato con la signora de Cesare. Nulla però consente di affermare
che questo aspetto sia quello conferito alla corte dall’architetto Andrea
da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento
Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso
degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di
una libera scelta dei proprietari. In particolare in queste foto
è visibile una sistemazione di gusto inglese tardo romantico
(di fine Ottocento - primi Novecento), con dei percorsi a vialetti con
curve e il pozzo, ancora dotato della vera di pietra, in seguito distrutta,
estranea alla tradizione locale e scollegata dal progetto originario.
Intorno agli anni Trenta del ‘900 le foto storiche mostrano come la
corte-giardino sia stata ridotta a prato e, insieme all’edificio, versi
in grave degrado. Scompare la vera da pozzo, costituito ora da semplici
mattoni intonacati. Negli anni Cinquanta del ‘900 si vede come il
degrado sia ulteriormente avanzato e la superficie della corte appaia
priva di alcuna forma di disegno. Sono tuttora in corso ricerche
storico-archivista avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori
e la cui conclusione è prevista per la fine di aprile. Al
momento attuale, il materiale emerso non consente pertanto alcuna ricostruzione
della corte fedele al progetto cinquecentesco - a noi ignoto -,
che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale della Villa
e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza di un pozzo
collocato così espressamente fuori asse, come nella versione
proposta dal restauro del 1963. In assenza per il momento di documentazioni
archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede
allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi
inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani
e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici,
organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento
che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà
condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa
vicenda del restauro. Questo progetto è quindi in fase di
elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo
maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche
archivistiche tuttora in corso. Ufficio Stampa FAI Simonetta
Biagioni – stampa – tel. 02.467615219 s.biagioni@fondoambiente.it Novella
Mirri – radio e tv – tel. 06.32652596 ufficiostampa@novellamirri.it
Immediate Rettifiche inviate al Corriere del Veneto da Giuliana
D'Olcese de Cesare From: 'Giuliana
D'Olcese' To: Padova Corriereveneto Sent:
Tuesday, April 06, 2010 7:12 PM Subject: Rettifica necessaria
su Info intervista
Spett. Redazione Il Corriere del Veneto Padova, riguardo
l'intervista pubblicata Martedì 6 Aprile preciso e rettifico
quanto segue: non è Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria
di Villa dei Vescovi che, con Vittorio Olcese, ha donato la villa al
FAI. Ne' la signora, che appare nella fotografia del brolo di Andrea
da Valle pubblicata, sono io. Grazie, cordialmente Giuliana D'Olcese
de Cesare |
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«Villa
dei Vescovi: il brolo originario era
diverso» - 2 giorni fa «A Villa dei Vescovi
- l'attacco di Giuliana de Cesare - è in corso un orrendo, delittuoso
sfregio all'opera realizzata, tra il 1567 e il 1579, ... Corriere
della Sera - 2
articoli correlati » «Una
colata di cemento sul brolo di Villa Vescovi» - Corriere
della Sera - 2
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Villa dei Vescovi con
giardino http://www.google.it/search?hl=it&lr=lang_it&q=villa+dei+vescovi&start=30&sa=N http://www.pabaac.beniculturali.it/opencms/export/BASAE/sito-BASAE/Luogo_BASAE/Giardini-storici/VENETO
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Immagini, articoli, il brolo originario di Andrea
da Valle, e "Il nuovo parterre di Villa dei Vescovi", progetto
del FAI affidato e commissionato all'architetto Domenico Luciani, sono
consultabili sulla Home page del sito internet Villa
dei Vescovi - Archivio documenti, fotografie,
stampa, Giuliana D'Olcese de Cesare
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Cenni Storici - Bibliografia - Documenti
- Stampa - Siti internet - Motori di ricerca "Le
ville venete sono famose anche per il brolo." Villa Fracanzan Piovene
- Orgiano "La villa, contornata da un giardino
formale con bossi e da un parco di quaranta ettari cintato da mura,
è nota per il suo “brolo”, per l’anfiteatro collinare e per le
grandiose prospettive delineate da viali e da peschiere. La collezione
di rari trattori e di curiosi attrezzi agricoli, la falegnameria, i
granai, la cantina e le abitazioni contadine costituiscono, nel loro
insieme, il museo “Vita quotidiana e lavoro in villa”. "Di fronte
alla villa si trova il giardino formale con siepi di bosso e quattro
monumentali tassi, il “brolo” con alberi da frutta e gli orti."
http://www.villafracanzanpiovene.it/
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"il Giardino" Mostra del Palladio
a Vicenza Andrea Palladio e la Villa Veneta - da Petrarca a Carlo Scarpa Page
6 5 SALA 12-13. Il giardino "Il
giardino agli esordi dell’ideale umanistico di vita a contatto con la
natura, il giardino è, insieme alla biblioteca, il luogo chiave
della restituzione dello stile di vita degli Antichi. Nella villa-azienda
palladiana esso è un elemento del sistema di spazi aperti adiacenti
alla casa dominicale, organizzati in brolo, giardino e peschiera. Nei
secoli successivi l’elemento scenografico prende il sopravvento e il
giardino si anima di labirinti e giochi d’acqua. (...)." ARTE
DOSSIER su cui è spiegato che il
brolo era un'idea costante di Palladio e Falconetto (è
a quest'ultimo che si deve il progetto di Villa dei Vescovi) e che lo
ritenevano necessario e salutare e contraddistingueva tutte le ville
da loro progettate. Cancellando il brolo Rinascimentale
di Villa dei Vescovi
si tradirebbe l'idea principale di chi ha ideato
e progettato la villa. www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_4_percorso.pdf
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Villa Pisani "Con le
ville, la catalogazione ha “fissato” anche i “complessi” delle
ville, ovvero gli elementi che le caratterizzano: gli oratori, le pescherie
e le barchesse che davano linfa economica alla villa e che con il brolo,
il parco o il giardino costituivano un complesso dotato di una sua precisa
fisionomia unitaria." "Nel grande giardino e nel
brolo venivano coltivati alberi da frutto e piante di agrumi;
la produzione di cedri, limoni, pesche e fiori rappresentava infatti
una voce fondamentale del bilancio economico della famiglia." http://www.studioesseci.net/evento.php?IDevento=23
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Andrea
Palladio. La luce della ragione. Esempi di vita in villa ... Un'altra
tappa necessaria potrà essere, poco lontana di lì, la
Villa dei Vescovi a Luvigliano, sui colli Euganei, prototipo eccezionale,
disegnato dal ... www.ibs.it/code/.../sgarbi.../andrea-palladio-luce.html
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Le
Giornate e le Visite di studio Il giardino di Villa
Trissino - Marzotto a Trissino (Vi). 22 mag 1997. Il giardino di villa
dei Vescovi di Luvigliano e il giardino di villa Emo a Rivella ... www.giardinostoricounivpadova.it/index.php 22
mag 1997 Il giardino di Villa dei Vescovi di Luvigliano
e il giardino di Villa Emo a Rivella di Monselice (Pd)
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Andrea
Palladio e la Villa Veneta - da Petrarca a Carlo Scarpa Formato
file: PDF/Adobe Acrobat - Versione
HTML Livio, la villa dei Vescovi rappresenta la rinascita
della villa degli antichi in Veneto. Il modello è la villa di
Plinio il Giovane, circondata da ... www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_5_itinerari.pdf
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Brolo Villa dei Vescovi http://www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_4_percorso.pdf
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Spett. FAI, le cronache
storiche, descrivono broli di terra e coltivati, mai broli di pietra, o
mattoni Villa Pisani, Nani Mocenigo, Bolognesi, Scalabrin
http://www.villevenete.net/ Le proprietà acquisite nel 1468 dalla ricchissima famiglia
veneziana dei Pisani nel padovano costituivano un vero e proprio feudo,
che comprendeva i quattro paesi di Solesino, Boara, Stanghella e Vescovana; nel
corso del XVI e del XVII sec. l'area fu sottoposta a ingenti opere di bonifica e
di riorganizzazione fondiaria, fornendo una costante rendita finanziaria.
A Vescovana si trovavano la nuova pieve e la casa padronale fatte edificare
prima del 1570 da Francesco Pisani, vescovo della città di Padova e
committente di Villa dei Vescovi a Luvigliano, progettata da Falconetto e da
Alvise Cornaro. Fra il '500 e il '600, la residenza di Vescovana si doveva
già presentare come un vasto complesso, dominato dall'edificio dominicale a tre
piani, al quale erano annesse, su ciascun lato, lunghe barchesse porticate.
Nello spazio circostante si trovavano alcuni rustici e una torre colombara, così
come mostra un disegno conservato presso l'Archivio di Stato di
Venezia. Nel grande giardino e nel brolo venivano coltivati alberi da
frutto e piante di agrumi; la produzione di cedri, limoni, pesche e fiori
rappresentava infatti una voce fondamentale del bilancio economico della
famiglia. Agli inizi dell'800, il tracollo della nobiltà veneziana ebbe
ripercussioni anche sulla tenuta di Vescovana e soltanto il brolo continuò a
essere coltivato. L'arrivo di Evelina van Millingen, sposa di Almorò III
Pisani nel 1852, determinò una svolta nella storia della villa: la nuova
proprietaria si impegnò nel risollevarne le sorti, dando avvio a un insieme di
trasformazioni sia negli ambienti interni che negli spazi esterni. La villa vera
e propria fu dotata di terrazze in corrispondenza del piano nobile e di ricche
decorazioni a stucco e affresco all'interno. Il giardino venne interamente
risistemato, unendo il gusto inglese alle qualità del giardino all'italiana.
Alla metà del XIX sec. risale inoltre la costruzione dell'edificio più originale
del complesso, ossia la piccola cappella posta al limite meridionale del parco e
voluta da Almorò Pisani come luogo privato di sepoltura e di preghiera; essa fu
progettata e realizzata in forme neogotiche dall'architetto Pietro Selvatico
Estense e dallo scultore Antonio Gradenigo e consacrata nel 1860. Agostino Nani
Mocenigo, ultimo erede testamentario della villa, ha donato la cappella alla
parrocchia di Vescovana nel 1994 |
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Il Mattino di Padova 08/01/2009 Villa dei Vescovi
"Qualcuno aveva sospettato un hotel a 5 stelle" "Quando
qualcuno, non certo la Panajotti, gridò allo scandalo, parlando
di hotel a 5 stelle e di mega ristorante nella villa". «Niente
di più falso - dice Muratori - e avremo modo di dimostrarlo.
Villa dei Vescovi diventerà un «museo vivente», dove
si potranno ritrovare le suggestioni del «vivere in villa».
Ci sarà una parte didattica con la storia della costruzione della
villa e le funzioni da essa assunte nei vari secoli e poi anche una
parte all'aperto. Nel grande brolo saranno ripiantati gli alberi
da frutto di un tempo e si potranno riassaporare certe essenze».
Il complesso, famoso anche per gli affreschi del Sustris, ospiterà
anche un centro congressi, una caffetteria-ristorantino da 80 posti,
4 camere da adibire a foresteria. Il progetto è di Christian
Campanella, docente del Politecnico di Milano, la parte esterna è
curata da Domenico Luciani. http://www.villadeivescovi.net/vivere_in_villa.htm
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Il giardino. Mostra del Palladio Page 6 5 SALA
12-13 Il Rinascimento si apre con le fantastiche xilografie
dell’Hypnerotomachia Poliphili e prosegue con un sorprendente “ritratto”
di giardino rinascimentale che appare sullo sfondo di un dipinto di
Lambert Sustris dal Museo di Lille, accostato al divertente Pozzoserrato
“Gentiluomo con voliera” (dal Museo Civico di Treviso), e a disegni
di giardini, da uno inedito per Valsanzibio (dal Museo Correr), a disegni
di Francesco Muttoni per Villa Loschi Zileri e di Jappelli per Villa
da Schio. "Il giardino agli esordi dell’ideale umanistico
di vita a contatto con la natura". Il giardino è,
insieme alla biblioteca, il luogo chiave della restituzione dello stile
di vita degli Antichi. Nella villa-azienda palladiana esso è
un elemento del sistema di spazi aperti adiacenti alla casa dominicale,
organizzati in brolo, giardino e peschiera. http://www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_4_percorso.pdf
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ARTe
Dossier Su Arte Dossier
è spiegato che il brolo era una costante di Falconetto e Palladio,
lo ritenevano necessario e salutare e contraddistingueva le ville da
loro progettate.
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Notizie fuorvianti da Il Mattino di Padova
http://www.irvv.net/ -
Mattino Quotidiano 03-10-2008 Foglio 1/2 www.irvv.net/.../03_10_08_Il%20Mattino%20di%20Padova_p%2040.pdf
"Villa dei Vescovi. A metà restauro brillano
gli affreschi di Aldo Cornelio (...)". Gli affreschi, invece,
sono di Lambert Sustris, non di Aldo Cornelio "La Villa
che prende luce da un impluvio come le case di Roma o di Pompei (...)". Villa
dei Vescovi prendeva luce anche da un cortile interno a pianta di
Vitruvio con loggette corrispondenti alle grandi logge esterne, come
le case della romanità. Per esempio le case di Roma ove, infatti,
su incarico di Alvise Cornaro, Giovanni Maria Falconetto e l'apprendista
Andrea Palladio, allora diciannovenne, si recarono per riprendere i
rilievi delle antichità ed elaborarli per il progetto di Villa
dei Vescovi. "A guardar fuori si nota che sarà necessario
cambiare i vetri delle finestre e gli infissi, i vetri non sono originali
e la luce fatica a farsi strada, sprigiona riflessi fasulli come quelli
di una pozzanghera ghiacciata". (...). Durante il restauro di
Vittorio e Giuliana Olcese, i vetri vennero ordinati in Germania
all'unica ditta, allora esistente in Europa, specializzata nel rifare
fedelmente i vetri veneziani rinascimentali che, sin dall'origine, parte
del loro fascino consiste proprio nella luce che filtrano ed emanano,
tipica della pittura veneziana. Luce che non "fatica a farsi strada",
bensì è mitigata e addolcita dall'effetto del vetro soffiato
a Murano e Burano. Inoltre, non sprigiona riflessi fasulli come quelli
di una pozzanghera ghiacciata - come scrive il Mattino di Padova - ma
in estate filtra, mitiga, rinfresca l'abbagliante luce del Veneto.
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Scempio ambientale a Villa Vescovi: tagliati
gli alberi E ancora, sul lato destro della Villa dei Vescovi,
a poche decine di metri, quasi attaccato a Villa Pollini, sono stati
potati in maniera pesante alcuni ... www.abano24ore.it/scempio-ambientale-a-villa-vescovi-tagliati-gli-alberi-.html
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Guida al Veneto A Luvigliano,
per la strada di 1.9 Km che da Torreglia si dirige a Ovest lasciando
sulla destra il colle Mirabello, con la cinquecentesca
Villa Tolomei, più volte rimaneggiata e contornata da
un parco con laghetto attribuito a Giuseppe Jappelli. Luvigliano,
metri 46 è un piccolo paese dominato dall'imponente mole della
Villa dei Vescovi, poi Olcese, isolata, massiccia
costruzione sopra terrazza, alleggerita da archi che ne scandiscono
le facciate. Iniziata nel 1474 su progetto di Bartolomeo Bon,
ripresa nel 1532 su disegni di Giovanni Maria Falconetto
con la supervisione di Alvise Cornaro, venne continuata da Andrea
da Valle nel 1567 e completata con alte mura di cinta, scalinate
e sottoportici nel 1579. Un elegante portale a semicolonne
ioniche immette nel cortile da cui si passa a sinistra nel brolo, a
destra nella gastaldia. Un imponente scalone conduce dal piano di campagna
al piazzale antistante all'ingresso: percorre la fronte una loggia a
lesene doriche, che si ripropone sul lato orientale con armoniosi
effetti di luce. http://books.google.it/books?id=yGav5pmJJ0kC&pg=PA497
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Villa Querini Stampalia "Del
complesso originario e della maestosità che l’insieme degli edifici
un tempo rappresentava, oggi manca, purtroppo, il parco-brolo,
opera unica nella pianura veneta, distrutto fra il 1978 e il 1982."
http://www.comunepressana.it/Villa%20Querini%20Stampalia
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Villa Garzoni a Pontecasale "All’interno
della villa, pregevoli caminetti marmorei scolpiti dallo stesso Sansovino.
All’esterno barchesse porticate, una torre colombara e un vasto brolo." http://www.provincia.vicenza.it/documenti/depliant_colliberici.pdf+falconetto+brolo
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Palladio "Il cortile
("cortivo") conteneva barchesse, torri colombaie, forni per
il pane, pollai, stalle, abitazioni per i fattori e per i servitori
domestici, stanze per fare il formaggio e cantine per spremere l'uva.
Già dal XV secolo si usava creare una corte davanti alla casa,
con un pozzo, separata rispetto al cortile di servizio e con
le sue barchesse, gli animali e gli spazi per battere il grano. Giardini,
orti di verdure e di spezie, vasche per i pesci e, quasi invariabilmente,
un grande frutteto (il "brolo") erano tutti
raggruppati o localizzati all'interno del muro di cinta. Nei suoi disegni
Palladio cercò di coordinare tutti questi differenti elementi....". http://www.cisapalladio.org/cisa/doc/bio_i.php
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E ancora "Con le ville,
la catalogazione ha “fissato” anche i “complessi”
delle ville, ovvero gli elementi che le caratterizzano: gli oratori,
le pescherie e le barchesse che davano linfa economica alla villa e
che con il brolo, il parco o il giardino costituivano
un complesso dotato di una sua precisa fisionomia unitaria." http://www.studioesseci.net/evento.php?IDevento=23
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Villa Pisani "Nel grande
giardino e nel brolo venivano coltivati alberi
da frutto e piante di agrumi; la produzione di cedri, limoni, pesche
e fiori rappresentava infatti una voce fondamentale del bilancio economico
della famiglia." http://www.villevenete.net
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ANDREA PALLADIO E LA VILLA VENETA DA PETRARCA
A CARLO SCARPA Vicenza, Museo Palladio, Palazzo Barbaran
da Porto 5 marzo - 3 luglio 2005 Centro Internazionale di Studi di
Architettura Andrea Palladio Istituto Regionale per le Ville Venete
Ministero per i Beni e le Attività Culturali Vicenza, Museo Palladio,
Palazzo Barbaran da Porto 5 marzo - 3 luglio 2005 http://www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_4_percorso.pdf
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Così l'Italia ha massacrato Palladio http://www.irvv.net/Allegati/2008/8-ottobre_2008/Ottobre_08_Il
Giornale dell'arte_p 1.pdf - http://www.villadeivescovi.org/images/massacrato_palladio.gif
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