Padova - Lunedì 20 Settembre 2010 Giuliano
Pisani September 20, 2010 at 21.51 risponde
su Facebook ad Antonella Ester Finazzi Delegazione FAI Padova "Oggi
c'è stato un proficuo incontro istituzionale a Villa dei Vescovi,
con la Commissione cultura della Provincia di Padova che ha ascoltato
la relazione dell'arch. Domenico Luciani e ne ha discusso il progetto
per oltre due ore. Questa è la strada giusta. Comunicazione,
discussione, trasparenza. Personalmente lo chiedo da aprile. In buona
parte questa dichiarazione è superata. La sostanza è
il progetto Luciani, che non è un restauro filologico della corte
d'onore della Villa, ma - come è stata definita - una reinvenzione
moderna. Su questa reinvenzione io mantengo inalterate, semmai rafforzate,
tutte le mie perplessità. Le ho pubblicamente dichiarate e mi
pare di essere in buona e numerosa compagnia, stando agli interventi
dei consiglieri e degli esperti come il prof. Giulini o il prof. Braga
o l'arch. Panajotti, Presidente di Italia Nostra di Padova. Riconoscendo
allo stimato e cortesissimo arch. Luciani la serietà dell'approccio
storico, mi permetto di pensare che se passa l'idea che esigenze di
natura gestionale / economica possano consentire la reinvenzione moderna
di una parte di un monumento architettonico antico, credo che dobbiamo
attrezzarci a vederne delle belle in giro per l'Italia. E' stata
anche un'utile occasione per verificare l'infondatezza di notizie relative
al restauro degli anni sessanta. Comunque sia, la parola spetta alla
Sovrintendenza. Infine, summissis verbis, e riferendomi a un post
di qualche mese su FB, avallare si scrive con una v sola."
Antonella Ester Finazzi September
20, 2010 at 20.31 "ILARIA BORLETTI
BUITONI PRESIDENTE DEL FAI REPLICA ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA
DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI In seguito alle dichiarazioni
di Giuliana de Cesare, prima moglie di Vittorio Olcese, su Villa dei
Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire informazioni errate e parole
non veritiere. Innanzitutto si precisa che la signora Giuliana de Cesare
non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi,
che è stata invece effettuata da Maria Teresa Olcese, vedova
di Vittorio Olcese, e dal loro figlio Pierpaolo nel 2005. Riguardo
l’accusa mossa al FAI di stravolgere l’aspetto storico della corte della
Villa con un nuovo progetto, affidato al professor architetto Domenico
Luciani, teniamo a puntualizzare quanto segue. L’immagine di riferimento
utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare.
Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello
conferito alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta
del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate
da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano
come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari.
In particolare in queste foto è visibile una sistemazione di
gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento),
con dei percorsi a vialetti con curve e il pozzo, ancora dotato della
vera di pietra, in seguito distrutta, estranea alla tradizione locale
e scollegata dal progetto originario. Intorno agli anni Trenta del ‘900
le foto storiche mostrano come la corte-giardino sia stata ridotta a
prato e, insieme all’edificio, versi in grave degrado. Scompare la vera
da pozzo, costituito ora da semplici mattoni intonacati. Negli anni
Cinquanta del ‘900 si vede come il degrado sia ulteriormente avanzato
e la superficie della corte appaia priva di alcuna formadi disegno. Sono
tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI ben prima
dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista per la
fine di aprile. Al momento attuale, il materiale emerso non consente
pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto cinquecentesco
- a noi ignoto -, che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale
della Villa e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza
di un pozzo collocato così espressamente fuori asse, come nella
versione proposta dal restauro del 1963. In assenza per il momento di
documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo
mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697,
il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico
Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e
Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare
l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in
via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che
affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro."
Giuliana D'Olcese risponde su FAI Delegazione
Padova su Facebook Esimia Finazzi, chi è che dice parole non
veritiere? Analizziamo i fatti susseguitisi nell'arco
di ben sette mesi, dal Dicembre 2009 fino ai giorni attuali. Marco
Magnifico, supervisore editoriale responsabile Notiziari trimestrali
cartacei FAI - le cui esternazioni e "performances" riguardo
Villa dei Vescovi non si può dire siano viste con occhio
particolarmente benevolo dal mondo accademico Veneto - martedì
13 luglio 2010, ascoltato dalla Commissione Cultura della Provincia
di Padova, dichiarava: "Un errore la pubblicazione sui bollettini
del FAI", come si legge sul comunicato stampa (allegato) diramato
mercoledì 14 Luglio dal Presidente Domenico Menorello. Dunque
il FAI e Marco Magnifico, suo portavoce, considerano "un semplice
errore" l'aver dichiarato alla stampa (vedi Paolo Coltro su
il Mattino di Padova del 6 Luglio). Il parterre di pietre di trachite
di Villa dei Vescovi progetto di Domenico Luciani "è
il progetto di restauro del 1963 voluto da Vittorio Olcese".?! "Quell’immagine
- dichiarava infatti il portavoce del FAI, scaraventando la responsabilità
del progetto FAI-Luciani su un defunto che, in quanto tale, non
ha facoltà di replica - risale al 1963, era l’idea di
restauro dell'intervento di Vittorio Olcese e non rispecchiava
l’assetto cinquecentesco disegnato da Andrea da Valle, per il semplicissimo
motivo che non ci è pervenuto alcun documento su quell’assetto". E
la pianta del XVII secolo custodita ed accessibile a tutti presso
gli archivi della Curia di Padova cosa "rispecchia",
nei minimi particolari, se non il brolo rinascimentale di Andrea
da Valle?! Il FAI e Magnifico esibiscano "Quell’immagine
che risale al 1963, l’idea di restauro dell’intervento di Vittorio Olcese",
immagine, progetto e restauro che, se rispondessero al vero, risulterebbero
dagli archivi dell'Ente Ville Venete e della Sovraintendenza
ai Monumenti Storici. Quindi "Un semplice errore"
la reiterata pubblicazione de "Il parterre di pietre di trachite
di Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto Domenico Luciani"? "Un
semplice errore" ripetuto lungo l'arco di sette mesi su ben
due Notiziari trimestrali cartacei editi dal FAI? "Un errore"
iniziato sul Notiziario Dicembre 2009 - Gennaio - Febbraio 2010, e "un
semplice errore" reiterato sul Notiziario Marzo - Aprile - Maggio
2010? "Un semplice errore" anche quello sul sito
internet del FAI ove dallo scorso Dicembre ancora oggi si legge
"Adotta una Pietra di Villa dei Vescovi" ? "Un
semplice errore" anche l'aver piazzato a 200 soci, a
200 euro ciascuna, 200 pietre di trachite su un progetto
offerto pubblicamente ma "progetto che oggi ancora non c'è",
come ha dichiarato Magnifico vicepresidente esecutivo e supervisore
editoriale dei Notiziari trimestrali cartacei del FAI? Dunque
"Non esiste ancora un progetto", come dichiarato dal
portavoce Marco Magnifico, da Domenico Luciani, da Giulio Muratori responsabile
FAI Padova. Allora, se ancora oggi, Luglio 2010, "Non
esiste ancora un progetto", è "un semplice errore"
l'aver allegato ai Notiziari 2009-2010 il bollettino di Conto corrente
postale intestato al numero di conto del FAI con cui accreditare 200
euro per l'adozione di una pietra del "Il parterre progetto
di Domenico Luciani"? "Un semplice errore"
allegare al Notiziario Marzo - Aprile - Maggio 2010 la lettera a firma
Luisa Bruzzolo, responsabile "Ufficio Raccolta Fondi Privati"
FAI - Fondo Ambiente Italiano, con l'offerta di adozione di una pietra
e relativa indicazione all'accredito di 200 euro? Ancora "Un
semplice errore" la cartolina recto-verso del Maggio 2010 inviata
ai soci con sul recto l'immagine de "Il parterre di pietre di trachite
di Villa dei Vescovi", sul verso gli estremi di pagamento postale
di 200 euro per l'acquisto di una pietra di un "progetto che
oggi ancora non c'è", come dichiara Magnifico il 13
Luglio alla Commissione Cultura della Provincia di Padova? E, infine,
una semplice dimenticanza l'assenza totale sul Notiziario Giugno - Luglio
- Agosto di una qualsivoglia spiegazione in merito, non solo, ma l'omissione
delle scuse dovute ai soci per l'"errore" commesso durante
ben sette mesi? Come configurare, quindi, l'aver piazzato a 200 soci
200 pietre a 200 euro ciascuna propagandando per sette mesi una
quindicina di immagini accompagnate da altrettanti testi esplicativi
delle funzioni future e dei costi de "Il parterre di pietre
di trachite di Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto Domenico
Luciani"? Configurarla come trippa, truppa,
fuffa o cosa? Trippa, fuffa, o truppa reiterata e aggravata dalla
manifesta violazione dell'Articolo 9 della Costituzione? A occhio
e croce diremmo proprio di sì. Infatti, se parlassimo o scrivessimo
dei malaffari di un politico o palazzinaro della nota "cricca",
le cui gesta leggiamo su tutti i giornali, la chiameremmo con il suo
nome: Truppa reiterata e aggravata dalla manifesta volontà della
violazione dell'Articolo 9 della Costituzione. Renzo Fontana di
Italia Nostra che ha partecipato alla Commissione, ha dichiarato
che la siepe prevista dal secondo progetto del FAI, progetto forzato
e scaturito dalle vive proteste arrivate da istituzioni regionali
e locali, cittadini veneti, dai media, e mie,
la pavimentazione di almeno 400metri quadrati del brolo attuale, nasconderebbe
la veduta della parte bassa della villa e, portando come esempio pratico
gli spettacoli ruzantinani che si tengono a Padova all’Odeo
Cornaro, ha aggiunto che per fare spettacoli non serve un terreno
“duro”. Quindi, per "le esigenze economico-gestionali - esposte
dal FAI - la pavimentazione "di una superficie esterna di almeno
400 mq sulla quale realizzare una copertura permanente", va benissimo,
invece, il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle. Aggiungo
che un elemento dotato di un infimo grado di cultura, cultura rudimentale,
quale dimostra essere Marco Magnifico che scrive "persona della
Sua elevatura culturale", non è idoneo ne' ha i requisiti
richiesti per operare in una struttura culturale quale vuole apparire
il FAI. E, inoltre, in contesti pubblici estranei quindi non appropriati,
sconfina dalle precise funzioni assegnategli cogliendo ogni occasione
per infangare con subdole insinuazioni la vita privata di mia figlia
e mia. http://www.villadeivescovi.net/dimissioni_Marco_Magnifico.htm
La replica di Giuliana D'Olcese su
http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto_replica_FAI.htm
Roma venerdì 16 Aprile 2010 RISPONDIAMO
PUNTO PER PUNTO AI VERTICI DEL FAI ED AL COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA 1,
"che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo
nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi," lo ha rettificato
al Corriere del Veneto la stessa Giuliana D'Olcese de Cesare
nello stesso giorno che è stata pubblicata la sua intervista.
Rettifica allegata qua in calce.
2, Che "L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora
de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce l’aspetto conferito
al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di
Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare". Letto
che la Presidenza del FAI accusa Giuliana D'Olcese de Cesare
di "informazioni errate e parole non veritiere",
viceversa, tutto il mondo nota da sempre, e con sconcerto e ilarità,
che soltanto i vertici del FAI e il loro ufficio stampa, già
dalle prime pubblicazioni cartacee e on line, fingono
di ignorare - o il FAI scrive e dichiara parole non veritiere?
- che Villa dei Vescovi fu acquistata
e restaurata da Giuliana e Vittorio Olcese, anche con i due
mutui erogati a ciascuno dall'Ente
Ville Venete, Villa dei Vescovi interamente decorata ed arredata
dalla padrona
di casa.
Riguardo la foto utilizzata da Giuliana D'Olcese non risale
al 1963, come asserisce la Presidenza FAI: nel 1963
Villa dei Vescovi era all'inizio dei restauri (la
Presidenza studi e si aggiorni sulle proprietà del FAI)
quindi, il brolo, era incolto e la limonaia, nel tempo,
si era ridotta a tre sole piante di limoni. Tra le numerose prove
dell'esistenza della limonaia, infatti, la stessa foto del FAI,
foto assai recente, pubblicata in prima pagina da il quotidiano
il
Padova EPolis. "Le fasi precedenti all’intervento
Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso
degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di
una libera scelta dei proprietari" ? Immagini storiche reperite
nel corso degli studi dove? da chi se nel 1963 Villa dei Vescovi
era ai primordi dei restauri voluti e commissionati da Giuliana e Vittorio
Olcese? Villa dei Vescovi, infatti, fu inaugurata nel 1965, i
lavori di restauro
furono quindi ultimati nel corso di tre anni. No, egregio
FAI, esiste e si tramanda una pianta
di Villa dei Vescovi del XVII Secolo che prova inequivocabilmente
che il brolo di Andrea da Valle non solo esisteva, ma era identico,
e con filari di alberi forse da frutto, alla pianta del brolo
attuale. E con la vera da pozzo in marmo. Quindi, dispiace
sottolineare che non c'è nessuna conferma alla affermazione "il
progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari".(!) Ed
egregia Presidenza, nessuna "sistemazione di gusto inglese
tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento)"
fu operata da Giuliana e Vittorio Olcese. Esimia Presidenza,
se la sentissero e la leggessero Vittorio
ed i nostri amici, grandi critici d'arte.
3, Due domande ai vertici del FAI ed alla sua Presidenza: Se
è vero che "Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista
avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui
conclusione è prevista per la fine di aprile", come
spiega il FAI la campagna incessante che da Gennaio scorso
appare su tutti i suoi mezzi di comunicazione, cartacei e
on line, "Adotta una pietra
del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai avere
- o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"
? Forse, il FAI vende la pelle dell'orso prima che l'orso sia
morto? E come spiega il FAI la mail, insultante,
inviata l'8 Febbraio 2010 a Giuliana D'Olcese, ed a tutti i vertici
e non vertici del FAI, dal vicepresidente Magnifico Marco,
già "Direttore Generale e Culturale del FAI":
"Chiedo nuovamente a Lucia Borromeo di accellerare
la risposta a Giuliana de Cesare; si può anche dirle,
nella risposta, che i saggi che abbiamo compiuto per documentarci sullo
stato primigenio del parterre (perchè più che di parterre
si tratta di brolo) hanno rivelato che esso era pavimentato in cotto;
dunque non in terra; semmai, Lucia, parlane con Rigone; prego
che tu risponda oggi perchè, come ho già detto, il soggetto
è imprevedibile e può diventare pericoloso; grazie."
? Ah..., Monday, February 08, 2010 9:06 AM, i
saggi compiuti dal FAI sullo stato primigenio del parterre avevano già
rivelato che esso era pavimentato in cotto?...
4, Aggiunge la Presidenza del FAI "In assenza per
il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque,
e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno
del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato
a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici
e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento,
intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva
- sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il
FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo progetto è
quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata
solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare
complete le ricerche archivistiche tuttora in corso." Abbiamo
capito bene? L’intervento "è concertato con la
Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo
scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque
- prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso
con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa
vicenda del restauro." ?
5, Allora, se le cose stanno ancora allo stato primigenio
delle indagini e delle ricerche scientifiche - il cui esito non
è dato conoscere, quindi, - come spiegare la mail di una dirigente
FAI che alla mia accorata e supplicante mail inviata il 29 Gennaio ai
vertici del FAI rispondeva: "So che le
verrà risposto quanto prima, in modo esauriente ed adeguato,
da chi ha coordinato i restauri anche con la consulenza, del più
quotato storico, oggi, dell'architettura veneta, oltre
che le autorizzazioni delle Sovrintendenze ecc. ecc."
mail non seguita da precisa documentazione, ma da generici quanto anonimi
inimmaginabili stampati, e come giustificare a noi soci sostenitori
del FAI la campagna pubblicitaria, già in corso da
Gennaio, e immaginiamo con esiti, "Adotta
una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai
avere - o giù di lì,ndr- le
tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"?
Esimia Presidenza Borletti, cancellare dalla Storia dell'Arte
e dell'Architettura Rinascimentale il brolo di Andrea da Valle,
soffocandolo sotto una colata di cemento e di pietre di trachite, è
come disseminare di mine anti uomo il percorso di una scolaresca.
Scrive il 7 Aprile 2010 Il Corriere del Veneto, taglio
basso, pag. 8 (...). «A Villa dei Vescovi - l’attacco
di Giuliana de Cesare - è in corso un orrendo, delittuoso sfregio
all’opera realizzata, tra il 1567 e il 1579, da Andrea da Valle. Il
suo fantastico brolo sta per essere coperto da un’informe colata di
cemento. Chi può adoperarsi per evitare questo scempio, faccia
qualcosa prima che sia troppo tardi...». Ecco la puntualizzazione
del Fai: «L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de
Cesare per la corte risale al 1963 - spiega la presidente Ilaria Borletti
Buitoni - e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti
restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora
sposato con la signora de Cesare. Nulla però consente di affermare
che questo aspetto sia quello conferito alla corte dall’architetto Andrea
da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento
Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso
degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di
una libera scelta dei proprietari. In assenza, per il momento, di documentazioni
archivistiche più complete - fa sapere il Fai - abbiamo dato
vita a un nuovo progetto, affidato a Domenico Luciani e concertato con
la Sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, organo scientifico
autorizzato ad avvallare l’intervento. Questo progetto è ancora
in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel
prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete
le ricerche archivistiche tuttora in corso». (...). NOTIZIE
CORRELATE «Una
colata di cemento sul brolo di Villa Vescovi» http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm#padova
Immediate Rettifiche inviate al Corriere del Veneto da Giuliana
D'Olcese de Cesare From: 'Giuliana D'Olcese' To:
Padova Corriereveneto Sent:
Tuesday, April 06, 2010 7:12 PM Subject: Rettifica necessaria
su Info intervista
Spett. Redazione Il Corriere del Veneto Padova, riguardo
l'intervista pubblicata Martedì 6 Aprile preciso e rettifico
quanto segue: non è Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria
di Villa dei Vescovi che, con Vittorio Olcese, ha donato la villa al
FAI. Ne' la signora,
che appare nella fotografia del brolo di Andrea da Valle pubblicata,
sono io. Grazie, cordialmente Giuliana D'Olcese de Cesare
Scrive il Sito internet del FAI ILARIA
BORLETTI BUITONI PRESIDENTE DEL FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO REPLICA
ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI
(da pdf
del FAI »)
In seguito alle dichiarazioni di Giuliana de Cesare, prima moglie
di Vittorio Olcese, su Villa dei Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire
informazioni errate e parole non veritiere. Innanzitutto si precisa
- come dice Ilaria Borletti Buitoni, Presidente FAI - che la signora
Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di
Villa dei Vescovi, che è stata invece effettuata da Maria
Teresa Olcese, vedova di Vittorio Olcese, e dal loro figlio Pierpaolo
nel 2005. Riguardo l’accusa mossa al FAI di stravolgere
l’aspetto storico della corte della Villa con un nuovo progetto,
affidato al professor architetto Domenico Luciani, teniamo
a puntualizzare quanto segue. L’immagine di riferimento utilizzata
dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce
l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca
per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare.
Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello
conferito alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni
Sessanta del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento Olcese
sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli
studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera
scelta dei proprietari. In particolare in queste foto è visibile
una sistemazione di gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento
- primi Novecento), con dei percorsi a vialetti con curve e il pozzo,
ancora dotato della vera di pietra, in seguito distrutta, estranea alla
tradizione locale e scollegata dal progetto originario. Intorno agli
anni Trenta del ‘900 le foto storiche mostrano come la corte-giardino
sia stata ridotta a prato e, insieme all’edificio, versi in grave degrado.
Scompare la vera da pozzo, costituito ora da semplici mattoni intonacati. Negli
anni Cinquanta del ‘900 si vede come il degrado sia ulteriormente avanzato
e la superficie della corte appaia priva di alcuna forma di disegno.
Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI
ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista
per la fine di aprile. Al momento attuale, il materiale emerso
non consente pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto
cinquecentesco - a noi ignoto -, che certamente si conformava
all’aspetto rinascimentale della Villa e nel quale è ben difficile
ipotizzare la presenza di un pozzo collocato così espressamente
fuori asse, come nella versione proposta dal restauro del 1963. In assenza
per il momento di documentazioni archivistiche più complete,
dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un
disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo,
affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai
Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato
ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere
approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato
Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro.
Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica
sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in
cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora
in corso. Ufficio Stampa FAI Simonetta Biagioni – stampa
– tel. 02.467615219 s.biagioni@fondoambiente.it Novella Mirri – radio
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