VILLA DEI VESCOVI

 

Giuliano Pisani, Presidente Commissione cultura Comune di Padova,
commenta il comunicato stampa del Presidente FAI, Ilaria Buitoni Borletti

La replica al FAI di Giuliana D'Olcese de Cesare

 

Giuliano Pisani su Facebook
«
Oggi c'è stato un proficuo incontro istituzionale a Villa dei Vescovi. E' stata anche un'utile occasione per verificare l'infondatezza di notizie relative al restauro degli anni sessanta»

«Il progetto Luciani, non è un restauro filologico, ma - come è stata definita - una reinvenzione moderna».


Il Professor Giuliano Pisani

 Giuliano Pisani è filologo classico e storico dell'arte. Studioso di filosofia, intesa come guida ad azione e saggezza, di qui le traduzioni e gli studi su Platone e Plutarco, in particolare i Moralia, scritti etici che si occupano di cura dell’anima, di educazione, di politica - lavoro che gli ha valso prestigiosi riconoscimenti - e su Marsilio Ficino. Sua una rivoluzionaria interpretazione della Cappella degli Scrovegni di Giotto nel libro I volti segreti di Giotto.
Vincitore di premi letterari, membro della Société Européenne de Culture dal 1991, socio della Fondazione Lorenzo Valla. Promotore culturale è ideatore del Premio letterario Campiello Giovani e Presidente del Comitato tecnico. Promotore con Virginia Baradel del format di Gemine Muse, progetto divenuto di respiro europeo. Presidente dell’Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione di Padova, dal 1995 organizza un ciclo di incontri sul tema Filosofia come terapia, è Promotore del progetto Padua - Home of the Righteous, che ha portato alla realizzazione del Giardino dei Giusti del Mondo.
Giuliano Pisani ha ricoperto l’incarico di consigliere comunale e di Assessore alla Cultura e alle politiche scolastiche e giovanili della città di Padova.
Attualmente è Presidente della Commissione Cultura del Comune di Padova

 

Lunedì 4 Ottobre 2010
From: Villa dei Vescovi To:
@CdA FAI, Sovraintendenza, Consiglio Superiore Beni Culturali, Istituzioni regionali, provinciali, locali, Italia Nostra

 

Padova - Lunedì 20 Settembre 2010
Giuliano Pisani September 20, 2010 at 21.51
 
risponde su Facebook ad Antonella Ester Finazzi Delegazione FAI Padova
"Oggi c'è stato un proficuo incontro istituzionale a Villa dei Vescovi, con la Commissione cultura della Provincia di Padova che ha ascoltato la relazione dell'arch. Domenico Luciani e ne ha discusso il progetto per oltre due ore. Questa è la strada giusta. Comunicazione, discussione, trasparenza. Personalmente lo chiedo da aprile. In buona parte questa dichiarazione è superata.
La sostanza è il progetto Luciani, che non è un restauro filologico della corte d'onore della Villa, ma - come è stata definita - una reinvenzione moderna. Su questa reinvenzione io mantengo inalterate, semmai rafforzate, tutte le mie perplessità. Le ho pubblicamente dichiarate e mi pare di essere in buona e numerosa compagnia, stando agli interventi dei consiglieri e degli esperti come il prof. Giulini o il prof. Braga o l'arch. Panajotti, Presidente di Italia Nostra di Padova. Riconoscendo allo stimato e cortesissimo arch. Luciani la serietà dell'approccio storico, mi permetto di pensare che se passa l'idea che esigenze di natura gestionale / economica possano consentire la reinvenzione moderna di una parte di un monumento architettonico antico, credo che dobbiamo attrezzarci a vederne delle belle in giro per l'Italia. E' stata anche un'utile occasione per verificare l'infondatezza di notizie relative al restauro degli anni sessanta.
Comunque sia, la parola spetta alla Sovrintendenza.
Infine, summissis verbis, e riferendomi a un post di qualche mese su FB, avallare si scrive con una v sola."

Antonella Ester Finazzi September 20, 2010 at 20.31
"ILARIA BORLETTI BUITONI PRESIDENTE DEL FAI REPLICA ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI
In seguito alle dichiarazioni di Giuliana de Cesare, prima moglie di Vittorio Olcese, su Villa dei Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire informazioni errate e parole non veritiere. Innanzitutto si precisa che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi, che è stata invece effettuata da Maria Teresa Olcese, vedova di Vittorio Olcese, e dal loro figlio Pierpaolo nel 2005.
Riguardo l’accusa mossa al FAI di stravolgere l’aspetto storico della corte della Villa con un nuovo progetto, affidato al professor architetto Domenico Luciani, teniamo a puntualizzare quanto segue. L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare. Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento.
Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari. In particolare in queste foto è visibile una sistemazione di gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento), con dei percorsi a vialetti con curve e il pozzo, ancora dotato della vera di pietra, in seguito distrutta, estranea alla tradizione locale e scollegata dal progetto originario. Intorno agli anni Trenta del ‘900 le foto storiche mostrano come la corte-giardino sia stata ridotta a prato e, insieme all’edificio, versi in grave degrado. Scompare la vera da pozzo, costituito ora da semplici mattoni intonacati. Negli anni Cinquanta del ‘900 si vede come il degrado sia ulteriormente avanzato e la superficie della corte appaia priva di alcuna formadi disegno.
Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista per la fine di aprile.
Al momento attuale, il materiale emerso non consente pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto cinquecentesco - a noi ignoto -, che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale della Villa e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza di un pozzo collocato così espressamente fuori asse, come nella versione proposta dal restauro del 1963. In assenza per il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro."

Giuliana D'Olcese risponde su FAI Delegazione Padova su Facebook
Esimia Finazzi, chi è che dice parole non veritiere?
Analizziamo i fatti susseguitisi nell'arco di ben sette mesi, dal Dicembre 2009 fino ai giorni attuali.
Marco Magnifico, supervisore editoriale responsabile Notiziari trimestrali cartacei FAI - le cui esternazioni e "performances" riguardo Villa dei Vescovi non si può dire siano viste con occhio particolarmente benevolo dal mondo accademico Veneto - martedì 13 luglio 2010, ascoltato dalla Commissione Cultura della Provincia di Padova, dichiarava: "Un errore la pubblicazione sui bollettini del FAI", come si legge sul comunicato stampa (allegato) diramato mercoledì 14 Luglio dal Presidente Domenico Menorello.
Dunque il FAI e Marco Magnifico, suo portavoce, considerano "un semplice errore" l'aver dichiarato alla stampa (vedi Paolo Coltro su il Mattino di Padova del 6 Luglio). Il parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi progetto di Domenico Luciani "è il progetto di restauro del 1963 voluto da Vittorio Olcese".?!
"Quellimmagine - dichiarava infatti il portavoce del FAI, scaraventando la responsabilità del progetto FAI-Luciani su un defunto che, in quanto tale, non ha facoltà di replica - risale al 1963, era l’idea di restauro dell'intervento di Vittorio Olcese e non rispecchiava l’assetto cinquecentesco disegnato da Andrea da Valle, per il semplicissimo motivo che non ci è pervenuto alcun documento su quell’assetto".
E la pianta del XVII secolo custodita ed accessibile a tutti presso gli archivi della Curia di Padova cosa "rispecchia", nei minimi particolari, se non il brolo rinascimentale di Andrea da Valle?!
Il FAI e Magnifico esibiscano "Quell’immagine che risale al 1963, l’idea di restauro dell’intervento di Vittorio Olcese", immagine, progetto e restauro che, se rispondessero al vero, risulterebbero dagli archivi dell'Ente Ville Venete e della Sovraintendenza ai Monumenti Storici.
Quindi "Un semplice errore" la reiterata pubblicazione de "Il parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto Domenico Luciani"?
"Un semplice errore" ripetuto lungo l'arco di sette mesi su ben due Notiziari trimestrali cartacei editi dal FAI?
"Un errore" iniziato sul Notiziario Dicembre 2009 - Gennaio - Febbraio 2010, e "un semplice errore" reiterato sul Notiziario Marzo - Aprile - Maggio 2010?
"Un semplice errore" anche quello sul sito internet del FAI ove dallo scorso Dicembre ancora oggi si legge "Adotta una Pietra di Villa dei Vescovi" ?
"Un semplice errore" anche l'aver piazzato a 200 soci, a 200 euro ciascuna, 200 pietre di trachite su un progetto offerto pubblicamente ma "progetto che oggi ancora non c'è", come ha dichiarato Magnifico vicepresidente esecutivo e supervisore editoriale dei Notiziari trimestrali cartacei del FAI?
Dunque "Non esiste ancora un progetto", come dichiarato dal portavoce Marco Magnifico, da Domenico Luciani, da Giulio Muratori responsabile FAI Padova.
Allora, se ancora oggi, Luglio 2010, "Non esiste ancora un progetto", è "un semplice errore" l'aver allegato ai Notiziari 2009-2010 il bollettino di Conto corrente postale intestato al numero di conto del FAI con cui accreditare 200 euro per l'adozione di una pietra del "Il parterre progetto di Domenico Luciani"?
"Un semplice errore" allegare al Notiziario Marzo - Aprile - Maggio 2010 la lettera a firma Luisa Bruzzolo, responsabile "Ufficio Raccolta Fondi Privati" FAI - Fondo Ambiente Italiano, con l'offerta di adozione di una pietra e relativa indicazione all'accredito di 200 euro?
Ancora "Un semplice errore" la cartolina recto-verso del Maggio 2010 inviata ai soci con sul recto l'immagine de "Il parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi", sul verso gli estremi di pagamento postale di 200 euro per l'acquisto di una pietra di un "progetto che oggi ancora non c'è", come dichiara Magnifico il 13 Luglio alla Commissione Cultura della Provincia di Padova?
E, infine, una semplice dimenticanza l'assenza totale sul Notiziario Giugno - Luglio - Agosto di una qualsivoglia spiegazione in merito, non solo, ma l'omissione delle scuse dovute ai soci per l'"errore" commesso durante ben sette mesi?
Come configurare, quindi, l'aver piazzato a 200 soci 200 pietre a 200 euro ciascuna propagandando per sette mesi una quindicina di immagini accompagnate da altrettanti testi esplicativi delle funzioni future e dei costi de "Il parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto Domenico Luciani"?
Configurarla come trippa, truppa, fuffa o cosa? Trippa, fuffa, o truppa reiterata e aggravata dalla manifesta violazione dell'Articolo 9 della Costituzione?
A occhio e croce diremmo proprio di sì. Infatti, se parlassimo o scrivessimo dei malaffari di un politico o palazzinaro della nota "cricca", le cui gesta leggiamo su tutti i giornali, la chiameremmo con il suo nome: Truppa reiterata e aggravata dalla manifesta volontà della violazione dell'Articolo 9 della Costituzione.
Renzo Fontana di Italia Nostra che ha partecipato alla Commissione, ha dichiarato che la siepe prevista dal secondo progetto del FAI, progetto forzato e scaturito dalle vive proteste arrivate da istituzioni regionali e locali, cittadini veneti, dai media, e mie, la pavimentazione di almeno 400metri quadrati del brolo attuale, nasconderebbe la veduta della parte bassa della villa e, portando come esempio pratico gli spettacoli ruzantinani che si tengono a Padova allOdeo Cornaro, ha aggiunto che per fare spettacoli non serve un terreno “duro”.
Quindi, per "le esigenze economico-gestionali - esposte dal FAI - la pavimentazione "di una superficie esterna di almeno 400 mq sulla quale realizzare una copertura permanente", va benissimo, invece, il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle.
Aggiungo che un elemento dotato di un infimo grado di cultura, cultura rudimentale, quale dimostra essere Marco Magnifico che scrive "persona della Sua elevatura culturale", non è idoneo ne' ha i requisiti richiesti per operare in una struttura culturale quale vuole apparire il FAI. E, inoltre, in contesti pubblici estranei quindi non appropriati, sconfina dalle precise funzioni assegnategli cogliendo ogni occasione per infangare con subdole insinuazioni la vita privata di mia figlia e mia.
http://www.villadeivescovi.net/dimissioni_Marco_Magnifico.htm

La replica di Giuliana D'Olcese
su http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto_replica_FAI.htm

Roma venerdì 16 Aprile 2010
RISPONDIAMO PUNTO PER PUNTO AI VERTICI DEL FAI ED AL COMUNICATO STAMPA DELLA PRESIDENZA
1,
"che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi," lo ha rettificato al Corriere del Veneto la stessa Giuliana D'Olcese de Cesare nello stesso giorno che è stata pubblicata la sua intervista. Rettifica allegata qua in calce.

2, Che "L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare".
Letto che la Presidenza del FAI accusa Giuliana D'Olcese de Cesare di "informazioni errate e parole non veritiere", viceversa, tutto il mondo nota da sempre, e con sconcerto e ilarità, che soltanto i vertici del FAI e il loro ufficio stampa, già dalle prime pubblicazioni cartacee e on line, fingono di ignorare - o il FAI scrive e dichiara parole non veritiere? - che Villa dei Vescovi fu acquistata e restaurata da Giuliana e Vittorio Olcese, anche con i due mutui erogati a ciascuno dall'Ente Ville Venete, Villa dei Vescovi interamente decorata ed arredata dalla padrona di casa.

Riguardo la foto utilizzata da Giuliana D'Olcese non risale al 1963, come asserisce la Presidenza FAI: nel 1963 Villa dei Vescovi era all'inizio dei restauri
(la Presidenza studi e si aggiorni sulle proprietà del FAI) quindi, il brolo, era incolto e la limonaia, nel tempo, si era ridotta a tre sole piante di limoni.
Tra le numerose prove dell'esistenza della limonaia, infatti, la stessa foto del FAI, foto assai recente, pubblicata in prima pagina da il quotidiano il Padova EPolis.
"Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari" ?
Immagini storiche reperite nel corso degli studi dove? da chi se nel 1963 Villa dei Vescovi era ai primordi dei restauri voluti e commissionati da Giuliana e Vittorio Olcese? Villa dei Vescovi, infatti, fu inaugurata nel 1965, i lavori di restauro furono quindi ultimati nel corso di tre anni.
No, egregio FAI, esiste e si tramanda una pianta di Villa dei Vescovi del XVII Secolo che prova inequivocabilmente che il brolo di Andrea da Valle non solo esisteva, ma era identico, e con filari di alberi forse da frutto, alla pianta del brolo attuale. E con la vera da pozzo in marmo.
Quindi, dispiace sottolineare che non c'è nessuna conferma alla affermazione "il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari".(!)
Ed egregia Presidenza, nessuna "sistemazione di gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento)" fu operata da Giuliana e Vittorio Olcese. Esimia Presidenza, se la sentissero e la leggessero Vittorio ed i nostri amici, grandi critici d'arte.

3, Due domande ai vertici del FAI ed alla sua Presidenza:
Se è vero che "Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista per la fine di aprile", come spiega il FAI la campagna incessante che da Gennaio scorso appare su tutti i suoi mezzi di comunicazione, cartacei e on line,
"Adotta una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai avere - o giù di lì,ndr- le tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi" ?
Forse, il FAI vende la pelle dell'orso prima che l'orso sia morto?
E come spiega il FAI la mail, insultante, inviata l'8 Febbraio 2010 a Giuliana D'Olcese, ed a tutti i vertici e non vertici del FAI, dal vicepresidente Magnifico Marco, già "Direttore Generale e Culturale del FAI": "Chiedo nuovamente a Lucia Borromeo di accellerare la risposta a Giuliana de Cesare; si può anche dirle, nella risposta, che i saggi che abbiamo compiuto per documentarci sullo stato primigenio del parterre (perchè più che di parterre si tratta di brolo) hanno rivelato che esso era pavimentato in cotto; dunque non in terra; semmai, Lucia, parlane con Rigone; prego che tu risponda oggi perchè, come ho già detto, il soggetto è imprevedibile e può diventare pericoloso; grazie." ?
Ah..., Monday, February 08, 2010 9:06 AM, i saggi compiuti dal FAI sullo stato primigenio del parterre avevano già rivelato che esso era pavimentato in cotto?...

4, Aggiunge la Presidenza del FAI
"In assenza per il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora in corso."
Abbiamo capito bene?
L’intervento "è concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro." ?

5, Allora, se le cose stanno ancora allo stato primigenio delle indagini e delle ricerche scientifiche - il cui esito non è dato conoscere, quindi, - come spiegare la mail di una dirigente FAI che alla mia accorata e supplicante mail inviata il 29 Gennaio ai vertici del FAI rispondeva:
"So che le verrà risposto quanto prima, in modo esauriente ed adeguato, da chi ha coordinato i restauri anche con la consulenza, del più quotato storico, oggi, dell'architettura veneta, oltre che le autorizzazioni delle Sovrintendenze ecc. ecc." mail non seguita da precisa documentazione, ma da generici quanto anonimi inimmaginabili stampati, e come giustificare a noi soci sostenitori del FAI la campagna pubblicitaria, già in corso da Gennaio, e immaginiamo con esiti, "Adotta una pietra del parterre di Villa dei Vescovi, donando 200 euro potrai avere - o giù di lì,ndr- le tue iniziali scolpite per sempre nel parterre di Villa dei Vescovi"? Esimia Presidenza Borletti, cancellare dalla Storia dell'Arte e dell'Architettura Rinascimentale il brolo di Andrea da Valle, soffocandolo sotto una colata di cemento e di pietre di trachite, è come disseminare di mine anti uomo il percorso di una scolaresca.

Scrive il 7 Aprile 2010 Il Corriere del Veneto, taglio basso, pag. 8
(...). «A Villa dei Vescovi - l’attacco di Giuliana de Cesare - è in corso un orrendo, delittuoso sfregio all’opera realizzata, tra il 1567 e il 1579, da Andrea da Valle.
Il suo fantastico brolo sta per essere coperto da un’informe colata di cemento. Chi può adoperarsi per evitare questo scempio, faccia qualcosa prima che sia troppo tardi...».
Ecco la puntualizzazione del Fai: «L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 - spiega la presidente Ilaria Borletti Buitoni - e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare.
Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari. In assenza, per il momento, di documentazioni archivistiche più complete - fa sapere il Fai - abbiamo dato vita a un nuovo progetto, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai beni architettonici e paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento.
Questo progetto è ancora in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora in corso». (...).
NOTIZIE CORRELATE «Una colata di cemento sul brolo di Villa Vescovi»
http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm
http://www.villadeivescovi.net/corriere_veneto-ilpadova_4_2010.htm#padova

Immediate Rettifiche inviate al Corriere del Veneto da Giuliana D'Olcese de Cesare
From
: 'Giuliana D'Olcese'
To: Padova Corriereveneto
Sent: Tuesday, April 06, 2010 7:12 PM
Subject: Rettifica necessaria su Info intervista

Spett. Redazione Il Corriere del Veneto Padova,
riguardo l'intervista pubblicata Martedì 6 Aprile preciso e rettifico quanto segue: non è Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria di Villa dei Vescovi che, con Vittorio Olcese, ha donato la villa al FAI.
Ne' la signora, che appare nella fotografia del brolo di Andrea da Valle pubblicata, sono io.
Grazie, cordialmente
Giuliana D'Olcese de Cesare

Scrive il Sito internet del FAI
ILARIA BORLETTI BUITONI PRESIDENTE DEL FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO REPLICA ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI
(da  pdf del FAI »)

In seguito alle dichiarazioni di Giuliana de Cesare, prima moglie di Vittorio Olcese, su Villa dei Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire informazioni errate e parole non veritiere. Innanzitutto si precisa - come dice Ilaria Borletti Buitoni, Presidente FAI - che la signora Giuliana de Cesare non ha avuto alcun ruolo nella donazione al FAI di Villa dei Vescovi, che è stata invece effettuata da Maria Teresa Olcese, vedova di Vittorio Olcese, e dal loro figlio Pierpaolo nel 2005.
Riguardo l’accusa mossa al FAI di stravolgere l’aspetto storico della corte della Villa con un nuovo progetto, affidato al professor architetto Domenico Luciani, teniamo a puntualizzare quanto segue.
L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare. Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito alla corte dallarchitetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento. Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari. In particolare in queste foto è visibile una sistemazione di gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento), con dei percorsi a vialetti con curve e il pozzo, ancora dotato della vera di pietra, in seguito distrutta, estranea alla tradizione locale e scollegata dal progetto originario. Intorno agli anni Trenta del ‘900 le foto storiche mostrano come la corte-giardino sia stata ridotta a prato e, insieme all’edificio, versi in grave degrado. Scompare la vera da pozzo, costituito ora da semplici mattoni intonacati.
Negli anni Cinquanta del ‘900 si vede come il degrado sia ulteriormente avanzato e la superficie della corte appaia priva di alcuna forma di disegno. Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista per la fine di aprile. Al momento attuale, il materiale emerso non consente pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto cinquecentesco - a noi ignoto -, che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale della Villa e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza di un pozzo collocato così espressamente fuori asse, come nella versione proposta dal restauro del 1963. In assenza per il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora in corso.
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