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 VILLA DEI VESCOVI 
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    Dimissioni Marco Magnifico vicepresidente esecutivo FAI 
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    «Ignobile scaricare sul defunto Vittorio Olcese - 
   impossibilitato alla replica - invenzioni e non verità» Il 
   FAI e Magnifico esibiscano "Quell’immagine che risale al 1963, 
   l’idea di restauro dell’intervento di Vittorio Olcese", immagine, 
   progetto e restauro che, se rispondessero al vero, risulterebbero dagli 
   archivi dell'Ente Ville Venete e della Sovraintendenza ai Monumenti 
   Storici 
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    24^Ora 
   smentita News: Scaduti i tempi supplementari concessi Come classificare 
   l'ultima del FAI-Magnifico? Trippa, Truppa, Fuffa o Cosa? 
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    Di balle in balle? Balle documentate, straparla l'Olcese nato negli anni 70, che nei 60 non c'era Straparlano il Mattino di Padova e Sandon 
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    Villa dei Vescovi Mercoledì 28 Luglio 2010 
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    Venerdì 23 Luglio 
   24^Ora per smentita FAI e Magnifico? Scaduti anche gli ulteriori tempi 
   supplementari concessi  Chi 
   siede nel CdA e CdG FAI? Quali 
   prerogative, quali attività, quali precedenti? 
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    Villa dei Vescovi 24^Ora. Giovedì 22 Luglio 2010: Forward ----- 
   Original Message ----- From: Giuliana 
   D'Olcese To: CdA / CdG FAI Sent: 
   Wednesday, July 21, 2010 5:50 PM Subject: *La smentita del Magnifico Roma, 
   mercoledì 21 Luglio 2010 Spettabili membri del Consiglio 
   di Ammistrazione FAI, Spettabili membri del Consiglio dei Garanti FAI 
   (Lista in calce) Lunedì 19 Luglio 
   2010, ore 12:37 AM, è stata inoltrata a tutti voi la richiesta 
   allegata -pervenuta a tutti- in merito alla doverosa rettifica a mezzo 
   stampa, con copia del Comunicato stampa inoltrato alla mia persona, 
   di quanto dichiarato dal FAI a nome del suo abituale portavoce, 
   Marco Magnifico, vicepresidente esecutivo e supervisore editoriale 
   Notiziari cartacei trimestrali FAI, già direttore 
   culturale FAI. La dichiarazione, tra le altre non corrispondenti 
   alla verità dei fatti, quindi falsa, tendenziosa e 
   discreditante la dignità, la memoria, la grande cultura di Vittorio 
   Olcese - ora defunto, quindi impossibilitato alla smentita 
   di quanto surrettiziamente dichiarato dal FAI - resa e riportata 
   dai media è la seguente: "Quell’immagine 
   - (riferita all'immagine de Il parterre di pietre di trachite di 
   Villa dei Vescovi progetto di Domenico Luciani) - risale 
   al 1963, era l’idea 
   di restauro dell'intervento di Vittorio Olcese 
   e non rispecchiava l’assetto cinquecentesco disegnato da Andrea 
   da Valle, per il semplicissimo motivo che non ci è pervenuto 
   alcun documento su quell’assetto". In attesa della 
   smentita abbiamo sospeso la pubblicazione sul sito internet ufficiale 
   di Villa dei Vescovi della 
   allegata richiesta di smentita, smentita in assenza della quale, venerdì 
   23 Luglio 2010, ci vedremo costretti, purtroppo, 
   a render nota pubblicamente la nostra legittima richiesta di smentita. Dalla 
   finora mancata smentita appare evidente che il FAI, ed il suo 
   abituale portavoce Magnifico, non sanno, o per abituale arroganza 
   già da me personalmente sperimentata, arroganza rilevata 
   anche da espressioni delle istituzioni locali, non vogliono cogliere, 
   purtroppo, i pur inequivocabili segnali di eleganza nel procedere 
   in una battaglia che, a noi, fa solamente onore. Eppure più volte 
   al giorno registriamo collegamenti del FAI al sito internet Villa dei 
   Vescovi. Quindi, vertici, dirigenti e responsabili 
   di settore sono al corrente del nostro più che corretto modo 
   di procedere. Duole che, finora, sensibilità, intelligenza, 
   umiltà, correttezza, e inequivocabilità delle prove 
   rese, si siano viste a senso unico soltanto. Villa 
   dei Vescovi Giuliana D'Olcese de Cesare 
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 VILLA DEI VESCOVI 
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    Dimissioni vicepresidente esecutivo FAI, Marco Magnifico  
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    ( Sottotitoli 
   dal testo di Paolo Coltro - Il Mattino di Padova 
   6 Luglio 2010 - pag.3 
   sezione Nazionale ) Il 
   punto è che quella campagna svelava, prima del progetto, prima 
   delle discussioni, prima delle approvazioni, quale sarebbe stata la 
   trasformazione del brolo. L'immagine pubblicata in questa pagina è 
   tratta dal sito del Fai. E le sottoscrizioni arrivano: già duecento, 
   a tutt’oggi. Il Fai ha spiegato 
   (dopo le critiche) che «quell’immagine 
   risale al 1963, era l’idea 
   di restauro dell’intervento 
   di Vittorio Olcese e non rispecchiava l’assetto 
   cinquecentesco disegnato da Andrea da Valle, per il semplicissimo motivo 
   che non ci è pervenuto alcun documento su quell’assetto» http://www.villadeivescovi.net/rettifica_articolo_Coltro.htm#lucidi Convengo 
   con Paolo Coltro: allora perché pubblicare - 
   per sette mesi - 
    sui Notiziari e sul sito internet le immagini seguenti? 
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    Roma, Lunedì 19 Luglio 2010 12:37 AM Spettabili 
   membri del Consiglio di Ammistrazione FAI Spettabili membri del Consiglio 
   dei Garanti FAI Come cittadina italiana e in qualità di Socio 
   Sostenitore FAI, nonchè di adottante del Salone di ricevimento 
   di Villa dei Vescovi, richiedo le dimissioni immediate e irrevocabili 
   del vicepresidente esecutivo e portavoce FAI, Marco Magnifico, 
   supervisore responsabile edizioni Notiziari cartacei trimestrali FAI, 
   già direttore esecutivo culturale FAI. 1) Prego gli Spettabili 
   membri CdA e CdG FAI di smentire pubblicamente a mezzo stampa (con 
   copia comunicato stampa inviato alla mia conoscenza) la seguente 
   dichiarazione resa per conto del FAI Fondo Ambiente Italiano e pubblicata 
   lo scorso 6 Luglio su il Mattino di Padova nell'articolo di Paolo Coltro, 
   pag.3 sezione Nazionale. Dichiarazione non corrispondente alla verità 
   dei fatti, quindi falsa, tendenziosa e discreditante la 
   dignità, la memoria, la grande cultura di Vittorio Olcese: "Quell’immagine 
   - (riferita all'immagine de Il parterre di pietre di trachite di 
   Villa dei Vescovi progetto di Domenico Luciani) - risale 
   al 1963, era l’idea 
   di restauro dell'intervento di Vittorio Olcese 
   e non rispecchiava l’assetto cinquecentesco disegnato da Andrea 
   da Valle, per il semplicissimo motivo che non ci è pervenuto 
   alcun documento su quell’assetto". 2) Le ragioni 
   della richiesta di dimissioni immediate e irrevocabili di Marco 
   Magnifico vicepresidente esecutivo e portavoce FAI, 
   supervisore responsabile edizioni Notiziari 
   cartacei trimestrali FAI, già direttore esecutivo culturale 
   FAI: 
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    «Ignobile 
   scaricare sul defunto Olcese - impossibilitato alla replica - invenzioni 
   e non verità» è 
   il commento che si sente nel Veneto e una quantità di cittadini 
   scrivono 
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     Il 15 Luglio 2010 su il Mattino di Padova, pag.20: Il 
   FAI ci ripensa: "Trachite a Villa Vescovi? 
   Un errore"
    
   Analizziamo i fatti susseguitisi nell'arco 
   di ben sette mesi, dal Dicembre 2009 fino ai giorni attuali. Marco 
   Magnifico, supervisore editoriale responsabile Notiziari 
   trimestrali cartacei FAI - le cui esternazioni e "performances" 
   riguardo Villa dei Vescovi non si può 
   dire siano viste con occhio particolarmente benevolo dal mondo accademico 
   Veneto - martedì 13 luglio 2010, ascoltato dalla Commissione 
   Cultura della Provincia di Padova, dichiarava: "Un errore la 
   pubblicazione sui bollettini del FAI", come si legge sul 
   comunicato stampa (allegato) diramato mercoledì 14 Luglio dal 
   Presidente Domenico Menorello. Dunque il FAI e Marco 
   Magnifico suo portavoce, considerano "un 
   semplice errore" l'aver dichiarato alla stampa (vedi 
   Paolo Coltro su il Mattino di Padova del 6 Luglio) Il parterre 
   di pietre di trachite di Villa dei Vescovi progetto di Domenico Luciani 
   "è il progetto di restauro del 1963 voluto 
   da Vittorio Olcese".?! "Quell’immagine 
   - dichiarava infatti il portavoce del FAI scaraventando la 
   responsabilità del progetto FAI-Luciani 
   su un defunto che, in quanto tale, non ha facoltà di replica 
   - risale al 1963, era l’idea 
   di restauro dell'intervento di Vittorio Olcese 
   e non rispecchiava l’assetto cinquecentesco disegnato da Andrea 
   da Valle, per il semplicissimo motivo che non ci è pervenuto 
   alcun documento su quell’assetto". E la pianta 
   del XVII secolo custodita ed accessibile a tutti presso gli archivi della 
   Curia di Padova cosa "rispecchia", nei minimi particolari, 
   se non il brolo rinascimentale di Andrea da Valle?! Il 
   FAI e Magnifico esibiscano "Quell’immagine che 
   risale al 1963, l’idea di restauro 
   dell’intervento di Vittorio Olcese", 
   immagine, progetto e restauro che, se rispondessero 
   al vero, risulterebbero dagli archivi dell'Ente 
   Ville Venete e della Sovraintendenza ai Monumenti Storici. Quindi 
   "Un semplice errore" 
   la reiterata pubblicazione de "Il parterre 
   di pietre di trachite di Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto 
   Domenico Luciani"? "Un semplice errore" 
   ripetuto lungo l'arco di sette mesi su ben due Notiziari trimestrali 
   cartacei editi dal FAI? "Un errore" 
   iniziato sul Notiziario Dicembre 2009 - 
   Gennaio - Febbraio 2010, e "un 
   semplice errore" reiterato sul Notiziario Marzo 
   - Aprile - 
   Maggio 2010? "Un semplice errore" anche quello 
   sul sito internet del FAI ove dallo scorso Dicembre ancora oggi si legge  Adotta 
   una Pietra di Villa dei Vescovi ? "Un 
   semplice errore" anche l'aver  piazzato 
   a 200 soci, a 200 euro ciascuna, 200 pietre di 
   trachite su un progetto offerto pubblicamente ma "progetto 
   che oggi ancora non c'è", come 
   ha dichiarato Magnifico vicepresidente esecutivo e supervisore 
   editoriale dei Notiziari trimestrali cartacei del FAI? Dunque 
   "Non esiste ancora un progetto", 
   come dichiarato dal portavoce Marco Magnifico, da Domenico 
   Luciani, da Giulio Muratori responsabile FAI Padova. Allora, 
   se ancora oggi, Luglio 2010, "Non esiste ancora un progetto", 
   è "un semplice errore" 
   l'aver allegato ai Notiziari 2009-2010 il bollettino 
   di Conto corrente postale intestato al numero di conto 
   del FAI con cui accreditare 200 euro per l'adozione di 
   una pietra del "parterre progetto di Domenico Luciani"? "Un 
   semplice errore" allegare al Notiziario Marzo 
   - Aprile - 
   Maggio 2010 la lettera a firma Luisa Bruzzolo, responsabile 
   dell'"Ufficio Raccolta Fondi Privati" FAI 
   - Fondo Ambiente Italiano, con l'offerta di adozione di una pietra 
   e relativa indicazione all'accredito di 200 euro? Ancora "Un 
   semplice errore" la cartolina recto-verso 
   del Maggio 2010 inviata ai soci con sul recto l'immagine 
   de "Il parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi", 
   sul verso gli estremi di pagamento postale di 200 
   euro per l'acquisto di una pietra di un "progetto 
   che oggi ancora non c'è", come 
   dichiara Magnifico il 13 Luglio alla Commissione Cultura 
   della Provincia di Padova? E, infine, una semplice 
   dimenticanza l'assenza totale sul Notiziario Giugno 
   - Luglio - Agosto 
   di una qualsivoglia spiegazione in merito, non solo, ma l'omissione 
   delle scuse dovute ai soci per l'"errore" 
   commesso durante ben sette mesi? Come configurare, quindi, l'aver 
   piazzato a 200 soci 200 pietre a 200 euro ciascuna 
   propagandando per sette mesi una quindicina di immagini 
   accompagnate da altrettanti testi esplicativi delle funzioni future 
   e dei costi de "Il parterre di pietre di trachite di 
   Villa dei Vescovi, progetto dell'architetto Domenico Luciani"? Configurarla 
   come trippa, truppa, fuffa o cosa? Trippa, fuffa, 
   o truppa reiterata e aggravata dalla manifesta violazione dell'Articolo 
   9 della Costituzione? A occhio e croce diremmo proprio di sì. 
   Infatti, se parlassimo o scrivessimo dei malaffari di un politico o 
   palazzinaro della nota "cricca", le cui gesta leggiamo 
   su tutti i giornali, la chiameremmo con il suo nome: Truppa reiterata 
   e aggravata dalla manifesta volontà della violazione dell'Articolo 
   9 della Costituzione. Renzo Fontana 
   di Italia Nostra che ha partecipato alla Commissione, 
   ha dichiarato che la siepe prevista dal secondo progetto del FAI, progetto 
   forzato e scaturito dalle vive proteste arrivate da istituzioni 
   regionali e locali, cittadini veneti, dai media, e mie, la pavimentazione 
   di almeno 400metri quadrati del brolo attuale, nasconderebbe 
   la veduta della parte bassa della villa e, portando come esempio 
   pratico gli spettacoli ruzantinani che si tengono a Padova all’Odeo 
   Cornaro, ha aggiunto che per fare spettacoli non serve un 
   terreno “duro”. Quindi, per "le esigenze economico-gestionali 
   - esposte dal FAI - la pavimentazione "di una superficie 
   esterna di almeno 400 mq sulla quale realizzare una copertura permanente", 
   va benissimo, invece, il brolo Rinascimentale di Andrea da 
   Valle. Aggiungo che un elemento dotato di un infimo grado di 
   cultura, cultura rudimentale, quale dimostra essere Marco Magnifico 
   che scrive "persona della Sua elevatura 
   culturale", non è idoneo ne' ha i requisiti richiesti 
   per operare in una struttura culturale quale vuole apparire il FAI. 
   E, inoltre, in contesti pubblici estranei quindi non appropriati, 
   sconfina dalle precise funzioni assegnategli cogliendo ogni occasione 
   per infangare con subdole insinuazioni la vita privata di mia figlia 
   e mia.   Villa 
   dei Vescovi Giuliana D'Olcese de Cesare 
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    Il primo quotidiano web indipendente di Parma 
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    PARMA, 25 GIUGNO 2010 - "Salviamo il brolo di Villa dei Vescovi” 
   è il tema che Lunedi, 28 Giugno, verrà affrontato sulla 
   spinosa questione del brolo rinascimentale di Andrea da Valle sito in 
   Villa dei Vescovi nel cuore dei Colli Euganei. Dunque, quello che è 
   comunemente definito "L'affaire brolo Villa dei Vescovi", 
   fa il suo ingresso alla Commissione Cultura della Provincia di Padova 
   che vedrà un acceso dibattito tra istituzioni territoriali, esperti 
   di giardini, critici d'arte e una folta rappresentanza di cittadini 
   coalizzati ad impedire la cancellazione dell'antico brolo, del pozzo 
   tradizionale e dei tre alberi secolari che il FAI Fondo Ambiente Italiano, 
   secondo il progetto commissionato all'architetto Domenico Luciani dal 
   FAI, vorrebbe abbattere per far posto ad un non meglio identificabile 
   "Parterre di pietre di trachite". Parterre che presuppone una colata di cemento sull'intera area 
   dello storico brolo da sempre articolato in quattro prati divisi 
   dalla tradizionale crocera in ciotoli di fiume, sul pozzo e sugli alberi 
   secolari del brolo cinquecentesco contornato da mura sansovinesche interrotte 
   da tre portali simmetrici ornati da colonne ioniche e stemma del Cardinal 
   Francesco Pisani. Colui che commissionò Villa dei Vescovi ad 
   Alvise Cornaro che a sua volta ne affidò l'intero progetto e 
   realizzazione a Giovanni Maria Falconetto. Realizzazione che 
   alla morte del Falconetto, avvenuta nel 1535, fu affidata per le parti 
   esterne ad Andrea da Valle. "L'affaire brolo 
   Villa dei Vescovi", ha inizio nei primissimi giorni del Gennaio 
   2010 quando Giuliana D'Olcese de Cesare, già comproprietaria 
   con l'ex marito Vittorio Olcese e autrice del grande restauro 
   di Villa dei Vescovi, - restauro che nel 1967 meritò dall'American 
   National Society of Interiors Decorators Foundation il Primo Premio 
   nel mondo per il miglior restauro e arredo di un Monumento d'Arte 
   -, apre il Notiziario FAI - riservato ai soci sostenitori e agli adottanti 
   di una stanza di Villa dei Vescovi - e vede una cartolina con impressa 
   la villa priva del brolo. Al suo posto una pavimentazione in pietre. La 
   D'Olcese non crede ai suoi occhi: scomparsi i quattro prati, 
   la limonaia, il pozzo, la crociera, i tre alberi secolari. Inoltre, 
   la cartolina reca l'invito pubblicitario "Adotta una pietra 
   del parterre di Villa dei Vescovi, con 200 euro le tue iniziali 
   saranno incise nella pietra per sempre". Giuliana D'Olcese 
   si appella al Fai ma per tutta risposta vede moltiplicarsi 
   all'infinito, condotta dal FAI sui suoi numerosi mezzi di informazione 
   cartacei e on line, una pubblicità martellante per l'adozione 
   delle pietre, il parterre offerto a giovani coppie che vorranno sposarsi 
   e offrire ricevimenti in villa. Finchè, a colpi di articoli, 
   interviste, comunicati, controcomunicati, dibattiti tra siti internet, 
   fan, gruppi su Facebook e Newsletter inviate al Ministero dei Beni Culturali, 
   istituzioni territoriali e sovraintendenze venete, stampa, radio e Tv 
   e migliaia di cittadini, "l'Affaire brolo Villa dei Vescovi" 
   approda alla Sala Consiliare della Commissione Cultura della Provincia 
   di Padova. Giuliana D'Olcese 25/06/2010 
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    PADOVA - Villa Vescovi, il Fai «smentisce» Ora tocca alla Soprintendenza 
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    corriere del Veneto 29 giu 2010 Padova 
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    PADOVA - Sta diventando un giallo il progetto di recupero della cinquecentesca 
   Villa dei Vescovi di Luvigliano. Ieri il Fai, il Fondo per l'ambiente 
   italiano, infatti, ha smentito clamorosamente l'ipotesi di una ristrutturazione 
   della villa, che preveda l'eliminazione dell'antico «brolo» 
   (il giardino) e la contemporanea stesura di un parterre di pietra di 
   trachite. La comunicazione è arrivata al presidente della 
   Commissione Cultura della Provincia, Domenico Menorello, che 
   ieri pomeriggio, nel corso della seduta straordinaria della commissione, 
   ha letto la nota ai componenti del gruppo e agli altri esperti presenti. 
   «Da alcune settimane purtroppo circolano voci insistenti del tutto 
   pretestuose e infondate - ha scritto il vicepresidente esecutivo 
   del Fai, Marco Magnifico -, sul fatto che il Fondo abbia 
   scelto un progetto che copre di cemento il brolo della Villa. E' inutile 
   dire come queste voci non corrispondano al vero; utile invece dire quanto 
   esse ci siano dispiaciute, soprattutto quelle di scarsa trasparenza. D'altronde 
   come essere trasparenti nel rendere noto un progetto che per la prima 
   volta lunedì (ieri,ndr) viene discusso con la Sopraintendenza?». Peccato, 
   però, che un progetto di recupero della Villa con la soppressione 
   del brolo fosse stato pubblicato qualche tempo fa su un bollettino ufficiale 
   del Fai. Non resta che attendere, dunque, il giudizio della Sovraintendenza. 
   L'unica autorità che può dare il via libera alla ristrutturazione 
   di Villa Vescovi. 
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    IL FAI ALLA COMMISSIONE CULTURA DELLA PROVINCIA SU VILLA DEI VESCOVI 
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    Provincia di Padova Presidenza Commissione Cultura  Padova 
   14 luglio 2010 Comunicato Stampa 
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    VILLA DEI VESCOVI AVVIATO 
   DALLA COMMISSIONE CULTURA DELLA PROVINCIA DI PADOVA IL PERCORSO DI 
   TRASPARENZA SUL RESTAURO E SULLA GESTIONE DI VILLA DEI VESCOVI PROSSIMO 
   APPUNTAMENTO AL 20 SETTEMBRE 2010 
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    Martedì 13 luglio 2010, alle ore 18, la Commissione Cultura 
   della Provincia di Padova ha incontrato, sul tema del restauro 
   di Villa dei Vescovi, il vicepresidente operativo del FAI, dott. 
   Marco Magnifico assieme al rappresentante padovano dello stesso 
   FAI, arch. Giulio Muratori, che hanno illustrato alcuni 
   presupposti storici che sarebbero alla base del prossimo progetto di 
   sistemazione dell’esterno della Villa. In estrema sintesi questi 
   i contenuti emersi dall’audizione: 1) non esiste ancora un 
   progetto; 2) è stato definito un “errore” la pubblicazione 
   sul bollettino del FAI del rendering che rappresenta una ampia e centrale 
   porzione di brolo lastricata e contornata da una alta siepe; 3) 
   il FAI avrebbe comunque bisogno, per esigenze economico-gestionali, 
   di una superficie esterna di almeno 400 mq sulla quale realizzare 
   una copertura permanente; 4) delle tre piante secolari 
   presenti nel brolo si prevede l’eliminazione del pino e del cedro, le 
   radici dei quali recherebbero pregiudizio alla struttura muraria, mantenendo, 
   invece, il tasso; 5) l’apertura della Villa è prevista 
   per il marzo 2011. La Commissione provinciale ha ribadito che 
   intende offrire uno spazio di pubblica conoscenza e, dunque, 
   di trasparenza circa le prospettive di Villa dei Vescovi. Pertanto 
   ha chiesto al FAI di considerare i contributi che molti commissari 
   e altri operatori dell’ambito culturale avevano già offerto nel 
   corso della scorsa seduta della Commissione del 28 giugno ovvero di 
   altri contributi che pervenissero nel frattempo. La Commissione 
   ha domandato di essere informata altresì sul progetto di gestione, 
   anche al fine di promuovere le migliori sinergie con l’Ente 
   Parco Colli Euganei e le scuole superiori della provincia. Nel 
   frattempo, si invita chiunque volesse partecipare al dibattito a 
   far pervenire osservazioni e proposte alla Provincia di Padova e/o 
   alla segreteria della competente II commissione consiliare. Al 
   fine di poter, finalmente, conoscere le prime linee progettuali 
   della sistemazione esterna, nonché delle dinamiche gestionali, 
   la Commissione, d'intesa con il FAI, si è 
   infine riconvocata sull’argomento per il 20 settembre 2010 presso 
   Villa dei Vescovi.  Con preghiera di pubblicazione.    Domenico 
   Menorello 
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    Provincia di Padova Presidenza 
   Commissione Cultura   Padova 25 Giugno 2010 Comunicato 
   Stampa 
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    VILLA DEI VESCOVI ALL’ESAME DELLA 
   COMMISSIONE CULTURA DELLA PROVINCIA DI PADOVA 
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    Lunedi 28 Giugno alle ore 15 la Commissione Cultura della Provincia 
   di Padova è stata convocata dal Presidente, Avv. Domenico Menorello, 
   su richiesta del Presidente dell’omologa commissione comunale, prof. 
   Giuliano Pisani, con all’ordine del giorno la spinosa questione del 
   brolo rinascimentale di Andrea da Valle situato in Villa dei Vescovi 
   a Luvigliano, nel cuore dei Colli Euganei. La Commissione si occuperà 
   istituzionalmente di un tema che vede in atto un acceso dibattito tra 
   istituzioni territoriali, esperti di giardini, critici d'arte e una 
   folta rappresentanza di cittadini desiderosi di chiarezza sulla da qualcuno 
   ventilata cancellazione da parte del FAI dell'antico brolo, del pozzo 
   tradizionale e di alberi secolari, per far posto a un non meglio identificabile 
   "Parterre di pietre di trachite". Parterre che presuppone 
   una colata di cemento sull'intera area dello storico brolo, da sempre 
   articolato in quattro prati divisi dalla tradizionale crocera in ciotoli 
   di fiume, sul pozzo e sulle piante secolari del brolo cinquecentesco 
   contornato da mura sansovinesche interrotte da tre portali simmetrici 
   ornati da colonne ioniche e stemma del Cardinal Francesco Pisani, vescovo 
   di Padova, che commissionò Villa dei Vescovi ad Alvise Cornaro, 
   che a sua volta ne affidò l'intero progetto e realizzazione a 
   Giovanni Maria Falconetto. Dopo la morte del grande architetto veronese 
   nel 1535, le parti esterne furono completate appunto da Andrea da Valle. La 
   Commissione intende offrire un contributo di trasparenza a un dibattito 
   che sta registrando migliaia di partecipanti appassionati, acquisendo 
   informazioni certe sul progetto elaborato dagli architetti su commissione 
   del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), e in particolare sull’immagine 
   posta nel sito della prestigiosa fondazione, in cui si vede una cartolina 
   con impressa la villa priva del brolo. Da mesi i mass media si sono 
   interessati vivacemente alla questione, con articoli, interviste, comunicati, 
   controcomunicati, siti internet, gruppi su Facebook, Newsletter inviate 
   al Ministero dei Beni Culturali e a istituzioni territoriali e sovraintendenze 
   venete, stampa, radio e Tv e migliaia di cittadini. Finalmente "l'Affaire 
   del brolo di Villa dei Vescovi" approda alla Commissione Cultura 
   della Provincia di Padova e si può già esprimere soddisfazione 
   per la disponibilità che il FAI ha già manifestato la 
   piena disponibilità verso questa proposta di trasparenza, peraltro 
   smentendo con una comunicazione fatta tempestivamente arrivare in data 
   odierna alla Commissione provinciale le “voci insistenti del tutto pretestuose 
   e infondate sul fatto che il FAI abbia scelto un progetto che copre 
   di cemento il Brolo della Villa”. Con preghiera di pubblicazione Domenico 
   Menorello 
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    Straparlano il Mattino di Padova e Sandon 
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       D'Olcese "Luciani? 
      Conflitto di competenza"  
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       Gruppo di merende in un esterno 
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       E Sandon? Affamato Ciò 
      che dice si rimangia 
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       Giuliano Pisani Villa dei Vescovi, 
      progetto 
   che non va 
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       Villa dei Vescovi delirium 
      Consiglieri 
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    VILLA DEI VESCOVI 
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    Di 
   balle in balle? Sì, passaggi documentati, e la secca 
   smentita Straparla 
   Pierpaolo Olcese che non è nato negli anni 60 Nel 1960 Vittorio 
   Olcese, infatti, era sposato con Giuliana Olcese de Cesare entrambi proprietari 
   di Villa dei Vescovi, ma Pierpaolo dichiara: 
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    «Quando l'abbiamo 
   acquistata era in condizioni di grande degrado. L'abbiamo liberata dalle 
   sovrastrutture, abbiamo scoperto e restaurato gli affreschi, le abbiamo 
   ridonato gli antichi splendori. Ora però, anche a causa delle 
   ingenti spese di manutenzione, abbiamo deciso di cederla al FAI, 
   anche se non è ancora stato ufficializzato alcun passaggio» Ma 
   leggi cosa accade nel Dicembre del 1999: 
   «Curiosi 
   passaggi di proprietà» 
     
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    Villa dei Vescovi a Luvigliano entro l'anno ceduta al Fai 
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    la tribuna di Treviso — 16 ottobre 2004   pagina 60   sezione: SPETTACOLO 
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    Se non è certo, ormai è molto probabile: entro il nuovo 
   anno la Villa dei Vescovi di Luvigliano sarà ceduta al FAI, mantenendo 
   il nome della famiglia che la acquistò e che si occupò 
   del suo restauro - gli Olcese. «Fino al 1960 la villa era stata 
   di proprietà della Curia» spiega l’attuale proprietario, 
   «e quando l’abbiamo acquistata era in condizioni di grande degrado. 
   L’abbiamo liberata dalle sovrastrutture, abbiamo scoperto e restaurato 
   gli affreschi, le abbiamo ridonato gli antichi splendori. Ora però, 
   anche a causa delle ingenti spese di manutenzione, abbiamo deciso di 
   cederla al FAI, anche se non è ancora stato ufficializzato alcun 
   passaggio». Villa dei Vescovi è stata costruita tra 
   il 1538 e il 1542 da Alvise Cornaro, ma sembra che il progetto fosse 
   di Gian Maria Falconetto, che morì senza vederla realizzata; 
   fu commissionata dal Vescovo e rimase alla Curia fino a dopo la seconda 
   guerra mondiale. Da Villa dei Vescovi è partito ieri 
   l’educational organizzato dal Centro Internazionale d’Architettura «Andrea 
   Palladio» e dalla Regione Veneto, che sta mostrando il meglio 
   delle Ville Venete ad un gruppo di ospiti della stampa nazionale ed 
   estera. «Abbiamo voluto portare i nostri ospiti anzitutto qui 
   a Luvigliano» spiega l’architetto Guido Beltramini del CISA «perché 
   questa villa rappresenta in qualche modo l’origine, la “preistoria” 
   del palladiano. Realizzava per la prima volta nel Veneto la forma dell’ideale 
   petrarchesco di vita in campagna: forme simmetriche, pianta quadrata, 
   un rapporto stretto con la natura e con i colli intorno che “fanno un 
   molto grande teatro”, come scriveva Plinio». Oggi il gruppo 
   visiterà Villa Contarini di Piazzola sul Brenta, dove nel pomeriggio 
   verranno premiati rappresentanti delle istituzioni, uomini di cultura 
   e proprietari di ville che si sono impegnati concretamente per la salvaguardia 
   di questi beni culturali. L’obiettivo dell’educational è quello 
   di far conoscere al mondo il patrimonio di cinquemila ville disseminate 
   tra Veneto e Friuli, e di annunciare la grande esposizione dedicata 
   alla «Civiltà della Villa Veneta» che sarà 
   allestita dal 5 marzo al 3 luglio prossimi a Vicenza. Una mostra molto 
   particolare, visto che con il solo biglietto d’ingresso e senza nessun 
   sovrapprezzo i visitatori potranno seguire diversi itinerari per conoscere 
   le più belle ville della zona. - Eleonora Bujatti 
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    E alle 
   dichiarazioni di Pierpaolo Olcese, nato negli anni 70, arriva la secca 
   smentita: «La villa, in realtà, è stata giudiziosamente 
   restaurata dalla famiglia Olcese a partire dagli anni Sessanta, con 
   rispetto ed efficacia». 
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    Quattro milioni di euro per cambiarne l'uso 
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    la tribuna di Treviso — 22 aprile 2007  pagina 52  sezione: SPETTACOLO 
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    I finanziamenti. A detta del Fai, servono quattro milioni 
   di euro per «risistemare» Villa dei Vescovi perchè 
   possa essere fruita da parte di un grande pubblico. La villa, 
   in realtà, è stata giudiziosamente restaurata dalla famiglia 
   Olcese a partire dagli anni Sessanta, con rispetto ed efficacia. 
   Era normalmente abitata (e visitabile) fino al momento della donazione, 
   nel 2005. E’ ovvio che edifici di questa entità e di questa età 
   comportano una cura costante, a partire dalle strutture per finire con 
   l’impiantistica: ma tutto dipende dall’uso che se ne vuole fare. Si 
   può dire tranquillamente che per la semplice visita, percorribilità 
   e sosta negli ambienti di Villa dei Vescovi non c’è attualmente 
   bisogno di gran lavori. Diverso il caso se se ne vuole radicalmente 
   cambiare l’uso e la destinazione. Allora i costi lievitano. Ma davvero 
   fino a quattro milioni di euro? Su questa cifra il Fai ha già 
   cominciato a battere cassa e a battere la grancassa. E ha già 
   ottenuto, oltre all’intervento degli sponsor (Regione Veneto, Provincia 
   di Padova, Comune di Padova, Camera di Commercio, Fondazione Cassa di 
   Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Antonveneta, Fondation Segrè, 
   World Monuments Fund, Istituto Ville Venete, Fiordaliso Centro Commerciale) 
   tre importanti contributi. Tutti pubblici. S’è dato da fare 
   Andrea Colasio, deputato padovano della Margherita, responsabile culturale 
   del partito, consigliere di Rutelli che è ministro dei Beni Culturali. 
   Ha fatto arrivare un milione di euro da Arcus. Il portavoce del governatore 
   della Regione Veneto, Franco Miracco, ha agito su due fronti: la Regione, 
   appunto, che ha promesso trecentomila euro, e l’Istituto Ville Venete, 
   di cui era commissario pro tempore, il quale dovrebbe stanziare centocinquantamila 
   euro del suo non pingue bilancio. Alla luce delle perplessità 
   emerse sul progetto non sono esclusi ripensamenti, e come minimo la 
   richiesta di garanzie. Dice l’onorevole Colasio: «Vedremo 
   bene i progetti. In ogni caso siamo pronti a porre precise condizioni 
   per la concessione dei fondi statali». Una presa di posizione 
   che suona come un altolà. E all’interno del consiglio di 
   amministrazione dell’Istituto Ville Venete c’è una forte e determinata 
   voglia di chiarezza: «Non vogliamo assolutamente finanziare 
   un sopruso», ha detto chiaro e tondo uno dei componenti. D’altra 
   parte il Fai cerca denaro ovunque: anche durante le sue «Giornate» 
   del 24 e 25 marzo scorso l’appello era affidato ai suoi volontari sparsi 
   ovunque per l’Italia. Quel giorno, una delle preparatissime e probabilmente 
   inconsapevoli guide al Castello carrarese di Padova, aveva già 
   fatto lievitare i costi per Villa dei Vescovi a cinque milioni di 
   euro, battezzati come «impegno del Fai». 
   (p.c.)  
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    E quando c'è 
   da smentire i propri meriti inventati, confusi con i meriti reali di 
   Giuliana Olcese de Cesare, ieri come oggi, Maria Teresa Olcese e il 
   figlio Pierpaolo si guardano bene dal farlo 
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    Villa dei Vescovi ora è del Fai 
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    il mattino di Padova — 10 aprile 2005   pagina 49   sezione: 
   SPETTACOLO 
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    Il Fai aggiunge un gioiello dei Colli Euganei al suo patrimonio mobiliare. 
   La famiglia Olcese ha infatti donato al Fondo Italiano per l’Ambiente 
   la monumentale Villa Vescovi, che negli anni Sessanta acquistò 
   dalla Curia Padovana, che ne commissionò nel XVI secolo la costruzione. La 
   sontuosa villa di Torreglia, nella frazione Luvigliano, sarà 
   così gestita, conservata e aperta al pubblico dal Fai, che dopo 
   la firma della cessione gratuita dell’immobile e dei suoi preziosi mobili 
   (firma apposta alla fine del 2004), è già attivamente 
   alla ricerca di grandi sponsor per affrontare un restauro che richiederà 
   circa tre milioni di euro di investimento. Lo stesso Fai attiverà 
   poi, entro la fine dell’estate, non solo una campagna informativa sulla 
   preziosa acquisizione e sulle peculiarità storico-artistiche 
   della Villa, ma anche alcune iniziative per sollecitare l’attenzione 
   e la generosità del pubblico sul capolavoro di Giovanni Maria 
   Falconetto e poter così iniziare presto gli interventi di restauro. Grande 
   e illuminato fu il restauro cui la sottopose Vittorio Olcese, scomparso 
   nel 1999, che tra le arcate della villa e la tranquillità della 
   campagna euganea trovava «rifugio» dalla sua intensa attività 
   imprenditoriale e politica, e la moglie Maria Teresa 
   Valori operarono nella villa negli anni Sessanta (!)ndr) 
   con il contributo e la supervisione dell’Ente Ville Venete: pittori, 
   affrescatori, stuccatori, maestri della pietra, del marmo, dei vetri 
   e dei giochi d’acqua lavorarono lungamente per sollevare dalla rovina 
   operata dal tempo gli splendori architettonici della villa. Un’operazione 
   che nel 1969 consegnò agli Olcese (a 
   Giuliana e Vittorio Olcese,ndr) il premio internazionale 
   al miglior restauro di un monumento storico-artistico 
   attribuito dall’Associazione Architetti USA e che ancora oggi, alla 
   luce della successiva rinascenza della cultura del restauro e dei traguardi 
   raggiunti dalle tecniche conservative, concede di ammirare tanto il 
   sito, quanto il rispetto con cui i suoi proprietari lo hanno conservato. Una 
   sensibilità ed un’affezione espressa anche con la disponibilità 
   a fare della villa sede di convegni, mostre e che ora Maria Tersa Valori-Olcese 
   il figlio Pierpaolo hanno voluto ribadire donando al Fai la villa e 
   persino l’arredamento (arredamento non donato al FAI,ndr) 
   che, coerentemente, è stato raccolto con opportune ricerche nel 
   mercato dell’antiquariato. Dopo essere stata sede di villeggiatura 
   di alti prelati e casa di campagna della celebre famiglia milanese, 
   Villa dei Vescovi si prepara - dopo i necessari restauri - ad una vita 
   pubblica, a diventare meta turistica per circa 25-30.000 visitatori 
   ogni anno, stando alle stime del Fai (sempre cauti nel valutare i numeri 
   che riguardano le loro iniziative), che prevede di sensibilizzare soprattutto 
   il turismo termale. Chissà se il flusso disturberà il 
   verde e silenzioso abbraccio delle strette stradine dei colli e la pace 
   del vicino eremo camaldolese di Monte Rua. O il pubblico sensibile all’arte 
   saprà anche essere sensibile e rispettoso nei confronti del paesaggio 
   e della sua quiete... - Marina Grasso 
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    VILLA DEI VESCOVI 
   VENDUTA AL FAI 
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    IL RESTAURO A LUVIGLIANO. A VILLA DEI VESCOVI VINCE IL BUON SENSO 
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    Il Fai ripensa il 
   progetto: niente più ascensore, si ridimensiona l'ipotesi ristorante di 
   Paolo Coltro - Il Mattino di Padova Sabato 28 aprile 2007 http://www.parcocollieuganei.com/upload/pdf/174_aprile16-302007.pdf 
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    Sembra che il Fai si sia ricordato di essere il Fai. Vi ricordate 
   l'allarme che correva sotterraneo da più parti e apparso anche 
   su queste pagine, a proposito di Villa dei Vescovi a Luvigliano? Il 
   palazzo archetipo della villa veneta, l'edificio che incarna 
   "la perfetta armonia tra natura e arte"? Proprio quello, 
   che si adagia su un colle per vedere ed essere visto, un 
   segno del Rinascimento calato tra il verde degli Euganei e incastonato 
   dai vigneti del suo brolo: beh, l'idea era di farne 
   un ristorante à la page. Mettere sotto il naso dei 
   padovani blasé, dei tedeschi delle terme, dei turisti 
   culturali l'occasione di una cena tra le mura cinquecentesche che 
   avevano accolto i passi e i pensieri del suo committente Nicolò 
   Pisani episcopus patavinus, e della cerchia degli umanisti del suo tempo. Ma 
   Villa dei Vescovi è un monumento tornato (faticosamente) a vivere 
   da una cinquantina d'anni, e ha ripreso a pieno titolo il posto che 
   gli compete nella storia dell'architettura, nelle cronache di una cultura 
   lunga più dei cinque secoli della sua vita. Un bene da non 
   buttare in pasto: nemmeno se lo chef è raffinato e le tovaglie 
   sono di lino. Sembra che il Fai si sia ricordato di essere il Fai. Ha 
   fatto marcia indietro. Dopo una riunione, proprio a Villa dei Vescovi, 
   con il comitato scientifico, il progetto di ristorante ripiega su una 
   più modesta e necessaria caffetteria con qualche tavolo di ristoro. 
   Che non resterà aperta la sera, quando la villa sarà chiusa. Cadono 
   anche alcuni degli interventi di "restauro" che più 
   destavano perplessità: non si farà più l'ascensore 
   che nel progetto collegava il piano terra al sottotetto (passando in 
   un vano affrescato...(!)ndr), 
   per dare accesso diretto agli appartamenti da trasformare in suites.(!)ndr). Non 
   si faranno più i due bagni di servizio a queste ultime. E sub 
   iudice sono anche quelle quattro grondaie che agli angoli del palazzo 
   avrebbero fortemente disturbato la lettura dell'architettura 
   di Giovanni Falconetto. Il passaggio dalla vita privata della famiglia 
   Olcese, che ha donato la Villa al Fai, a quella più pubblica 
   dei futuri ospiti è sicuramente più soft. Adesso si può 
   parlare di restituzione, e non di stravolgimento e di sfruttamento. 
   Ma vediamo com'è successo. LE PREMESSE. Villa 
   dei Vescovi viene donata (donata? 
   diciamo piuttosto venduta a buon prezzo,ndr) 
   da Maria Teresa Olcese Valoti, vedova di Vittorio, e dal figlio Pier 
   Paolo il 28 gennaio 2005. L'edificio è sostanzialmente in buone 
   condizioni, anche se gli interventi succedutisi dal 
   1964(..ndr) ne hanno modificato, a 
   volte pesantemente, l'originalità. L'accordo 
   prevede che la famiglia Olcese continui ad abitare una delle barchesse, 
   da ristrutturare a spese del Fai. Costo: 
   500.000 euro. 
   (quindi il FAI l'ha pagata 500.000 
   euro, NON è STATA 
   PROPRIO UNA DONAZIONE ndr). Il 
   Fai accetta e pensa in grande. Il palazzo è un must, aggiunge 
   lustro alla prestigiosa lista delle proprietà del Fondo, nel 
   cuore di quel Nordest dove il Fai possiede un castello (quello di Avio) 
   ma non una villa. E questa, come si sa, è terra in cui la civiltà 
   della villa è nata. L'idea 
   del ristorante nasce subito. Ma in un primo tempo nasce meglio: 
   si pensa di sistemare tavoli e cucine in una delle due barchesse. Un 
   progetto compatibile e onesto. Ma impraticabile per due motivi: 
   la barchessa ospita con decoro l'enoteca e punto vendita Vignalta, la 
   stessa azienda che ha in affitto e coltiva mirabilmente il vigneto nel 
   brolo della villa. Non poteva essere sfrattata. E la contessa 
   Olcese aveva chiesto che sul giardino interno davanti alla sua barchessa 
   non potessero scorrazzare le folle dei ristorati. Obiezione accolta 
   dal Fai, che ha pensato di utilizzare per il ristorante il piano terra 
   della villa, con modificazioni che a seconda dei punti di vista erano 
   il minimo oppure eccessive. IL PROGETTO. Nasce così, curato 
   dall'architetto Christian Campanella, un progetto complessivo, che parte 
   dall'analisi dello stato di fatto, per approdare infine alla proposta 
   di modifiche. Un progetto accurato, puntiglioso, che per prima cosa 
   ha dovuto considerare lo stato dei luoghi. Già negli anni Sessanta 
   c'erano state svariate manomissioni: i pavimenti alzati per sistemarvi 
   sotto il riscaldamento ad aria, un vano scale reinventato, e più 
   avanti negli anni addirittura una grande scala di collegamento interno 
   per accedere al piano nobile. Lasciare così o riportare alla 
   condizione primigenia? Ma quale condizione primigenia, visto che 
   nei secoli molti sono stati gli interventi, a cominciare da quello della 
   copertura dell'impluvium previsto dal Falconetto (che progettò 
   una villa romana, in pieno spirito umanistico) per continuare con le 
   scalinate esterne aggiunte poi? Giustamente, l'architetto Campanella 
   ha deciso, assieme alla Soprintendenza, di mantenere l'edificio così 
   com'è arrivato fino a noi. Con la sua storia, fatta di giusto 
   ed ingiusto, di bello e di utile. Tutto sommato, non si può 
   cancellare la vita di un edificio. LE PERPLESSITÀ. A progetto 
   ultimato, il Fai ha ottenuto il nulla osta dalla Soprintendenza, firmato 
   da Guglielmo Monti. Il piano di intervento (quattro milioni di euro 
   in totale) è stato presentato pubblicamente, durante 
   una cerimonia che ha privilegiato gli aspetti 
   mediatici a quelli tecnici. A questo punto, dopo l'"assaggio" 
   del progetto, hanno cominciato a circolare precise preoccupazioni tra 
   i membri del Comitato Scientifico. Che non avevano ancora potuto vedere 
   le tavole dell'architetto Campanella: (MENTRE ADESSO NON SI SONO VISTI 
   I LUCIDI DI LUCIANI ndr). C’è stata una riunione decisiva 
   il 24 aprile scorso. Il direttore generale del Fai, Marco Magnifico, 
   e i progettisti, di fronte al Comitato Scientifico. Una discussione 
   serrata, un confronto occhi negli occhi. Tutti combattivi: da Guido 
   Beltramini a Domenico Luciani, i più determinati, con il sostegno 
   forte di Elisabetta Saccomani, Vincenzo Mancini e monsignor Andrea Nante. Più 
   elastica la posizione di Gianni Golin. Il confronto è stato vero. 
   E' li che il Fai ha capito, e va dato atto che l'ha fatto velocemente. 
   Ha capito che il profilo culturale doveva prevalere su quello, peraltro 
   fondamentale, di una gestione economica possibile. Ha capito che il 
   Fondo viene visto come entità di tutela, come pietra angolare 
   del rispetto degli interventi: e che non potevano esserci sbavature. Ha 
   capito che andava evitato il rischio che Villa dei Vescovi, al di là 
   delle volontà, si trasformasse in Ristorante dei Vescovi, subordinando 
   il fascino e l'importanza del monumento ad un pur prestigioso epicureismo. IL 
   DOCUMENTO. Così da quella riunione è uscito un documento 
   sottoscritto dal Fai e da tutti i componenti del Comitato Scientifico. Ecco 
   i passaggi più importanti: "La riunione ha favorito 
   l'emergere di un pieno accordo sulle tematiche specifiche del restauro 
   dell'edificio e delle sue valenze architettoniche e artistiche, dall'altro 
   ha messo in luce la necessità di riconsiderare alcuni aspetti 
   legati alla rifunzionalizzazione del bene. In particolare, si è 
   convenuto che alcuni interventi programmati non fossero del tutto indispensabili 
   all'utilizzo del monumento e anzi, potessero prestarsi a dare dell'intervento 
   un'immagine troppo invasiva". Seguono le indicazioni già 
   descritte: addio ascensore, addio bagni e addio orario serale della 
   caffetteria-ristoro. E ancora: "Tali decisioni sono state ispirate 
   anche dalla volontà emersa chiaramente e con condivisione durante 
   il confronto con il Comitato Scientifico, di comunicare un criterio 
   di intervento il più possibile misurato, contenuto e di "buon 
   senso"". Comunque, meglio essere come san Tommaso. CHI 
   C’È NEL COMITATO SCIENTIFICO Il Comitato Scientifico che 
   ha fatto sentire la propria presenza in modo così deciso è 
   composto da Guido Beltramini, direttore del Centro Internazionale 
   di Studi Andrea Palladio di Vicenza; da Gianni Golin, direttore dell’Arpai 
   di Vicenza; da Elisabetta Saccomanni, docente di Storia dell’Arte Moderna 
   all’Università degli Studi di Padova, da Vincenzo Mancini, che 
   lavora con la Fondazione Cini e l’Università di Padova, da Andrea 
   Nante, direttore del Museo Diocesiano di Padova. Del Comitato faceva 
   parte anche l’architetto Domenico Luciani, che peraltro ha ricevuto 
   l’incarico per la salvaguardia e valorizzazione degli spazi aperti contestuali 
   a Villa dei Vescovi: ha deciso quindi di uscirne per non trovarsi nella 
   posizione di controllore-controllato. Le competenze. Beltramini è 
   ovviamente un esperto di architettura del Cinquecento, Golin si occupa 
   di tutela delle fabbriche antiche, Saccomanni e Mancini sono i superesperti 
   di Sustris, il pittore che ha affrescato la Villa; infine Andrea Nante 
   conosce le dinamiche culturali dell’Umanesimo padovano. IL NULLAOSTA 
   DELLA SOPRINTENDENZA La Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici 
   non ha dato il nulla osta a cuor leggero: più di cento 
   tavole di progetto da esaminare, sopralluoghi, riflessioni. Alla fine 
   l'o.k. è stato dato al piano generale, non senza aver cassato 
   l'idea 
   balzana di ospitare un parcheggio nel brolo (sul punto, 
   mea culpa del Fai). Ma su alcune questioni tecniche, la Soprintendenza 
   ha imposto prescrizioni precise e ulteriori approfondimenti. Per esempio, 
   aveva detto di spostare l'ascensore da molti incriminato. Non e d'accordo 
   sulle grondaie che dovrebbero sostituire i doccioni. Insomma, un lavoro 
   certosino che è tuttora un work in progress. IL DIRETTORE: 
   "CONTROLLI PERIODICI SUI LAVORI" Per Marco Magnifico, direttore 
   generale culturale del Fai, "era quello che volevamo tutti". 
   E continua: "Forse c'è stata qualche incertezza di comunicazione 
   nei confronti del Comitato Scientifico, ma adesso ci siamo parlati e 
   la condivisione è totale". Anche se in una lettera all'istituto 
   Ville venete scrivevate che le preoccupazioni erano tutte balle. (Già, 
   come dicono adesso a Giuliana D'Olcese, 
   diffidata dal FAI per aver usato dei toni un po’ forti, parlando di SCEMPIO 
   ndr). Poi avete deciso 
   un rapido "ripensamento"...  "Guardi, al di 
   là dei particolari tecnici, quello di cui ci siamo resi conto 
   è che al Fai si guarda come ad un'entità seria e autorevole. 
   E' stata un'enorme soddisfazione cogliere questo aspetto, anche nella 
   sua deriva che ci ha posto dei limiti. In fondo, noi siamo di esempio, 
   non possiamo sbagliare e non possiamo nemmeno osare troppo. E' stata 
   anche la consapevolezza di questo aspetto che ci ha fatto riconsiderare 
   tutta la questione". Non cambia la finalità di 
   aver acquisito (..ndr) Villa dei Vescovi. "Assolutamente 
   no. Vogliamo aprirla al pubblico, farla conoscere. Ora abbiamo capito 
   la misura. Ma è fondamentale che tutti comprendano che esiste 
   anche un problema gestione: noi combattiamo con il bilancio ogni anno, 
   anche se nel 2006 siamo riusciti ad avere trentamila euro di attivo... Un 
   edificio come Villa dei Vescovi per sopravvivere ed essere a disposizione 
   del pubblico deve anche avere delle entrate: questo è solo un 
   corretto principio di gestione. E perchè l'architettura sia 
   viva, occorre che sia percorsa da persone che la facciano vivere. Il 
   Fai avrebbe potuto rifiutare la donazione: rifiutiamo il novanta per 
   cento di quanto ci viene proposto, proprio perchè non sussistono 
   presupposti decenti di gestione. (se non ci possono 
   lucrare scartano i beni, alla faccia dell'amore per l'arte!!) Villa 
   dei Vescovi è importante, è unica, e può funzionare". Senza 
   aprire il ristoro alla sera. "Certo, sarà più 
   difficile trovare un gestore, sarebbe stato più appetibile offrire 
   un servizio anche la sera. Ma ci siamo convinti. D'altra parte i 
   costi di gestione possono essere contenuti: in fin dei conti c'è 
   il custode con la sua casa, ma la manutenzione del vigneto è 
   di Vignalta. Abbiamo rimosso degli ostacoli di comprensione, ora si 
   parte". Quando? "Ai primi di maggio (maggio 2007ndr) verrà aperto 
   il cantiere. Siamo già d'accordo con il Comitato Scientifico 
   per una serie di riunioni periodiche, presente anche la Soprintendenza, 
   per monitorare congiuntamente il procedere dei lavori e concordare eventuali 
   modifiche che si rendessero necessarie dall'emergere nel corso dei lavori 
   di nuovi dati oggettivi". 
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    Chi siede nel CdA e CdG del FAI? Presidenze e vice del CdA e CdG FAI Fondo Ambiente Italiano: 
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    | Presidente Onorario | 
        Giulia Maria Mozzoni Crespi | 
   
  
    | Presidente | 
        Ilaria Borletti Buitoni | 
   
  
    | Vice-Presidenti | 
          Paolo Baratta (Attualmente è nel Consiglio d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato e, dal 2004, di Telecom Italia.) Guido Roberto Vitale 
    ( fondatore dell'omonima banca
d'affari indipendente, autore del collocamento in Borsa di una ventina
di società ) Banchiere d’affari - presidente della
società di consulenza bancaria Vitale & Associati | 
   
  
    | Vice Presidente Esecutivo | 
        Marco Magnifico | 
   
  
    | Direttore Generale | 
        Angelo Maramai (direttore finanziario di Telethon) | 
   
  
    | Consiglio di amministrazione | 
    Pier Fausto Bagatti Valsecchi 
   (presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi) 
        Paolo Baratta *( già vice-presidente del Nuovo Banco Ambrosiano e dell'Associazione bancaria italiana. 
   Presidente Fondazione La Biennale di Venezia) 
        Ilaria Borletti Buitoni * 
        Luigi Colombo 
        Fedele Confalonieri (Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mediaset S.p.A..) 
        Antonio Emmanueli (Presidente di SMAU) 
        Bruno Ermolli (membro del comitato centrale Fondazione Cariplo) 
        Gabriele Galateri di Genola (presidente del Gruppo Telecom Italia, 
      ex presidente di Mediobanca) 
        Luca Garavoglia (presidente della Campari, 
   membro del Consiglio Direttivo e della Giunta di Assonime* 
        Anna Gastel * 
        Paola Gazzola Premoli 
        Federico Guasti (notaio) 
        Andrea Kerbaker (Responsabile di Brand Enrichment del Gruppo Telecom Italia.)* 
        Marco Magnifico * 
        Mario Monti 
   (presidente dell'Università Bocconi di Milano e professore emerito di economia, 
    banca d'affari Goldman Sachs) 
        Luigi Moscheri (Presidente di Unicoal SpA 
   ) 
        Giulia Maria Mozzoni Crespi 
        Galeazzo Pecori Giraldi (Presidente di Morgan Stanley in Italia)* 
        Giulia Puri Negri Clavarino (moglie del nuovo re del mattone italiano 
        Salvatore Settis  
   (Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali) 
        Guido Roberto Vitale
         * fondatore dell'omonima banca
d'affari indipendente, autore del collocamento in Borsa di una ventina
di società,   già presidente di Lazard Italia, amministratore
delegato di Euromobiliare, consigliere del Fondo Ambiente Italiano,
presidente di Rcs MediaGroup  Marco Vitale (ex commissario della Missione Arcobaleno, 
   economista d'impresa)  
    Anna Zegna (image director di Ermenegildo Zegna, casa di moda maschile, 
   Direttore della Fondazione Zegna è coinvolta in progetti filantropici, 
   impegnata con Amref in Africa.
	*  Membri del Comitato Esecutivo  | 
   
  
  
    | Comitato dei Garanti | 
    Giulia Maria Mozzoni Crespi 
      Ezio Antonini (avvocato cassazionista) 
      Giovanni Bazoli (Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo 
      Luca Paravicini Crespi (Amministratore indipendente CIR S.p.A, 
   Amministratore indipendente del Gruppo Editoriale L'Espresso, Amministratore Indipendente del Gruppo Piaggio, 
   Amministratore di Scala Group, Amministratore e Vice Presidente di Education.it, Amministratore del Fondo Private Equity Consilium sgr. 
      Guido Peregalli (notaio) 
      Gustavo Zagrebelsky Socio Costituzionalista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti | 
   
  
    | Collegio dei Revisori | 
    
      Franco Dalla Sega (ASSBB  Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa) 
      Pietro Graziani (Dirigente Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali) 
      Antonio Ortolani (Presidente Commissione Banche, Assicurazioni ed Intermediari
Finanziari - Ordine dei Dottori Commercialisti 
      ed Esperti Contabili di Milano 
      Angelo Carbone (Supplente) 
      Francesco Logaldo (Supplente) (Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A) | 
   
  
    | Società di Revisione | 
    
    Deloitte & Touche S.p.A. 
      Nel 2007 Deloitte aveva circa 150.000 
impiegati in 142 nazioni. Deloitte Touche Tohmatsu è una 
Verein svizzera organizzazione sotto il codice civile svizzero in cui ogni 
società membra è un'entità legale separata ed indipendente. Quartier 
generale New 
York City Quartier generale europeo Londra |  
 
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