Martedì 3 Luglio 2010 Gentile
Direttore, scrivo in qualità di ex proprietaria di Villa
dei Vescovi che assieme all'ex marito Vittorio Olcese ne
volle e ne seguì passo passo il progetto di restauro ed anche
la realizzazione. Quindi, come conoscitrice di quanto avvenuto, le chiedo
gentile pubblicazione. Circa il progetto del FAI sull'antico brolo
di Villa dei Vescovi, progetto ancora non ufficiale bensì,
come ha dichiarato lo stesso FAI - e riportato anche dal quotidiano
da lei diretto - "idea di progetto" proposto verbalmente
e non ancora presentato, quindi non verificabile ne' approvato dalla
Sovraintendenza, onde evitare nel futuro delle cronache padovane, venete
e nazionali notizie approssimative, o non corrispondenti al vero, urge
fare chiarezza. Mi riferisco anche agli ultimi due articoli
pubblicati sul suo giornale il 3 Agosto, pagina 23, a firma Renato Malaman
l'uno, Gianni Sandon, il secondo. A Gianni Sandon, dato che è
lo stesso articolo che da tre settimane gira su vari giornali, ha già
risposto il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Padova,
il Professor Giuliano Pisani. Ed ho risposto io, come è
mia precisa regola, cioè con dovizia di documentazioni,
di immagini e di foto, sui siti internet di Villa
dei Vescovi e sui tre spazi aperti su Facebook
come Salviamo
il brolo di Villa dei Vescovi. Documentazione da cui è
impossibile sfuggire se, appunto, Malaman e Sandon procedono
approssimativamente, o pochissimo documentati, riportando notizie a
dir poco lunari. Peccato, perchè appaiono chiarissime
le confusioni tra i ben, invece, distinti argomenti, e
le date storiche, mentre appaiono ineluttabili e incontrovertibili
la documentazione e le date reali, storiche, pubblicate
sui sei siti internet riferiti a Villa
dei Vescovi ed al FAI. Non temo la disinformazione su
quel "sulla corte impropriamente chiamata brolo"(!)
- scrive il cronista - ne' temo "la rabbia di Giulio Muratori
delegato FAI di Padova", in quanto, punto primo, chiunque può
recarsi alla Curia di Padova e visionare la pianta del
XVII secolo, pianta dalla quale appare lampante il brolo originario
di Andrea da Valle. Ed è in mala fede, o peggio disinformato,
chi sostiene che "la nuova pavimentazione di 400 metri sui 1500
complessivi scambiata per una "cementificazione"
si riferisca all'ultimissima "idea di progetto" del
FAI: Si riferisce, invece, al progetto di Domenico
Luciani presentato per ben sette mesi dal FAI sui
Notiziari trimestrali cartacei sotto la supervisione editoriale
del vicepresidente Marco Magnifico. Progetto dal quale il
FAI ha dovuto retrocedere stante le proteste di istituzioni e cittadini
patavini, veneti, italiani, stranieri. FAI
che, proprio su quel progetto, ha piazzato finora oltre 200
pietre di trachite - che oggi chiama "pietre di arenaria
locale" - ad altrettanti soci. E ciò senza il
progetto sia ne' ufficializzato ne' approvato dalla Sovrintendenza.
Pietre che il FAI continua a piazzare sul suo sito
internet, ancora oggi. "Errori e ingenuità del
passato" quindi perseverare e continuare, dopo nove mesi,
ancora oggi negli "errori" e nelle "ingenuità"
del passato? Suvvia direttore... In quanto al fatto che "a
settembre finalmente il FAI - scrive il cronista - potrà
godersi il raggiungimento di due risultati. Il secondo è,
appunto, l'atteso pronunciamento della soprintendente
Sabina Ferrari sull'ipotesi di sistemazione della
corte che l'architetto Domenico Luciani ha già
espresso in qualità di progettista dell'opera",
mi permetto di far osservare che tale pronunciamento, proprio in
qualità di progettista dell'opera, l'architetto Domenico
Luciani è l'ultima persona a potersi pronunciare.
Si configura, quindi, un vero e proprio "conflitto di competenza". Giuliana
D'Olcese de Cesare Villa
dei Vescovi
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