«Le battaglie sulle questioni concernenti l'Arte, la Cultura,
la tutela dei Monumenti Storici, e via discorrendo, non vanno intese,
strumentalizzate, ne' mosse da o riportate all'io ipertrofico delle
parti in campo. Quindi, la battaglia ingaggiata da me nel Gennaio
scorso (battaglia che ha visto scendere in campo eminenti personalità
della cultura patavina e veneta, seguite da ben 2.250 tra cittadini
padovani, veneti, italiani e internazionali a difesa del brolo rinascimentale
di Andrea da Valle a Villa dei Vescovi) contro i progetti del
FAI, non ha nulla di personale, ma riguarda la conservazione
del nostro patrimonio storico e culturale non solo veneto, ma nazionale,
internazionale». Dichiara Giuliana D'Olcese de Cesare, colei
che assieme a Vittorio Olcese acquistò da Monsignor Bortignon,
Vescovo di Padova, Villa dei Vescovi, la restaurò
rigorosamente ed esemplarmente tanto da meritare il primo premio
nel mondo per il miglior restauro e arredo di un monumenrto storico,
e la aprì al pubblico cosmopolita ospitando una miriade di artisti,
critici d'arte, personaggi celebri nel campo della pittura, della scultura,
dell'editoria, della letteratura, dello spettacolo, dell'imprenditoria,
della politica, del patriziato veneto, dell'aristocrazia. http://www.villadeivescovi.net/premio_nel_mondo_restodelcarlino.htm
/ http://www.villadeivescovi.net/premio_americano.htm
/ http://www.villadeivescovi.net/primo_premio_restauro.htm «E'
proprio perchè la mia battaglia è obiettiva e spersonalizzata
- continua Giuliana D'Olcese - che, per sostenere economicamente il
FAI nei restauri, ho adottato una stanza della villa, il
Salone di Ricevimento, e ne sono socia sostenitrice. Oggi, a
Villa dei Vescovi, parteciperò alla ricognizione della
Commissione cultura della Provincia di Padova». «Ed
ora, - prosegue la D'Olcese - per la prossima inaugurazione della villa,
donerò al FAI il prezioso album delle firme, firme che
testimoniano oltre ventanni di una parte rilevante della storia italiana
ed internazionale, tra inizio anni '60 e la fine degli anni '70. L'album,
infatti, vede le firme di scrittori veneti come Piovene, Cibotto, Tomizza,
scrittori lombardi come Gianni Testori e Umberto Simonetta, di editori
veneti e lombardi come Neri Pozza e Cesare De Michelis, da Vanni Scheiwiller
a Valentino Bompiani, Giangiacomo Feltrinelli, Dino Fabbri fino a Carlo
Caracciolo, dalla mecenate Peggy Guggenheim, donatrice alla città
di Venezia della Fondazione e della collezione omonima, ai pittori Max
Herst, Francis Bacon, Graham Sutherland, Otto Dix, James McGarrel, di
scultori come Alberto Giacometti, Fausto Melotti, Hanri Moore, Andrea
e Pietro Cascella, di politici italiani come il leader del Partito repubblicano,
Ugo La Malfa, di magnati e politici inglesi come Lord Desmond Guinness
e Lady Diana, Osvald Mosley e Diana Mitford Mosley, detta la Venere
del Fascismo e moglie del leader delle camicie nere inglesi, da Giulia
Maria Crespi alle sorelle Agnelli Cristiana Brandolin D'Adda e Clara
Nuvoletti, dai patrizi veneziani Maria Teresa Ruben de Cervin Albrizzi,
a Brando, Tiberto e Guido Brandolin D'Adda, dal principe romano Junio
Valerio Borghese a Margaret d'Inghilterra e Lord Snowdon, dagli attori
Marcello Mastroianni e Monica Vitti a Silvia Monti (ora moglie di Carlo
De Benedetti) fino a Claudia Mori, le firme di una miriade di intellettuali,
di registi come Luchino Visconti, critici d'arte come l'inglese David
Carrit - colui che nei sotterranei di Buchingham Palace scoprì
le celeberrime vedute di Venezia appartenenti alla collezione della
Regina d'Inghilterra dipinte da Antonio Canal, detto il Canaletto -
fino a Pietro Fiocco, Franco Volpe, Momi Arcangeli, e al celeberrimo
Roberto Longhi. Uno straordinario ricordo - conclude Giuliana D'Olcese
- sono le trecento firme degli architetti americani che in occasione
del primo premio nel mondo conferito ai restauri di Villa dei Vescovi,
vennero in Italia e, a Venezia, all'Accademia Querini Stampalia, consegnarono
a Vittorio Olcese e a me la pergamena del premio».
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Due tra i massimi esperti di Geologia regionale di fama internazionale
a cui, non avendo mai sentito parlare ne' letto dell'esistenza di cave
locali o di pietra arenaria nell'intero territorio veneto, abbiamo chiesto
lumi, il primo, Roberto Sedea, si è fatto una risata.
Il secondo, il Professor Giampietro Braga, cattedra di Geografia
regionale, socio del FAI, e persona di fulgente onestà
culturale e di infinita esperienza geologica, è rimasto interdetto.
Rannuvolandosi ha affermato non esistere "arenaria locale” nei
Colli Euganei. Il Magnifico, che deve crescere, soprattutto
nella virtù della sincerità, sul sito del FAI risponda
al quesito: le informazioni sulla "pietra arenaria locale"
da dove gli sono arrivate? Chi è il c... che gliel’ha consigliata?
Infatti, l’arenaria, che è pietra delicatissima, è da
sempre considerata inadatta alla pavimentazione. DONA
SUBITO! chiede, senza por tempo in mezzo il FAI. Senza
por tempo in mezzo tra l'adozione, a 200 euro ciascuna pietra,
e i permessi per il terzo progetto. E se anche il terzo
non venisse approvato? http://www.fondoambiente.it/adozione-di-una-pietra-di-villa-dei-vescovi.asp Adotta
> "Adotta una "pietra arenaria locale"
a Villa dei Vescovi, FAI un gesto speciale", scrive
il FAI
Sopralluogo a Villa dei Vescovi "Appuntamento lunedì
20 alle 15 per la Commissione cultura della Provincia di Padova presieduta
dal consigliere Domenico Menorello. Si terrà infatti un sopralluogo
per risolvere il problema del recupero della villa". Scriveva Sabato
19 Settembre il Mattino di Padova
La Commissione Cultura Provincia di Padova in ricognizione lunedì
20 a Villa dei Vescovi
Villa dei Vescovi - Luvigliano. Visita
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