Fu dalla 'cattedrale gotica' di Roberto
Longhi - la sua celebre sterminata biblioteca divisa da scaffali
mobili in tre "navate", così come l'architettura
delle cattedrali gotiche, - che Vittorio ed io partimmo, e con noi
Longhi, Testori, Geo Poletti e Franco Volpi, alla volta dell'Abazia
di Pomposa per visitare i mirabili affreschi di Amigo Aspertini.
Un'occasione unica: artista e affreschi descritti dal grande, immaginifico
critico d'arte Roberto Longhi. Quindi una grande emozione è stata
per me la mostra dedicata a Giovanni Testori «Miseria e splendore
della carne», in corso fino al 17 Giugno al Museo della Città
di Ravenna, ove ho rivissuto tutto l'incanto e la fascinazione che
emanano ancora, e intatti, dall'anima della magica, complessa, tormentata
personalità del nostro grande amico Gianni. «Miseria e splendore della carne»,
come scrive Uber Dondini, Presidente del Mar - e con Claudio Spadoni,
ideatore e curatore della mostra, candida Ravenna a Capitale Europea
della Cultura per il 2019 - «ci aiuta a mettere a fuoco il
profilo complesso di un intellettuale portato a scorgere nell'uomo
contraddizioni che lo espongono al conflitto, forse non risolvibile,
fra splendore e miseria». Lo svolgersi artistico e le ragioni della
mostra, storicamente e filogicamente perfetta, è raccontato
con particolari inediti dal catalogo curato da Claudio Spadoni con
profonda cultura unita all'amore e alla profonda conoscenza (direi
più psicologica che temporale) della complessità della
personalità e dell'anima di Testori e del mondo dell'Arte
- mondo davvero eccezionale in cui si è mosso - sono nate,
sviluppate, morte e risorte le sue passioni, la sua anima sanguigna
e tormentata, e da Alain Toubas amante, figlio, fratello, amico.
Sublime oggetto d'amore e sconquassante tormento dell'anima. Scrive Alain «... Testori ha scelto
sempre la strada della scoperta di autori isolati e solitari, corrosivi
proprio per l'unicità del proprio lavoro. E' stato il primo in Italia ad occuparsi
di Francis Bacon, dedicandogli anche una serie di poesie, ma ha
voluto sopratutto prendere l'appassionata difesa di artisti in cerca
di gloria postuma ...». «Aveva dei periodi in cui c'era solo
la pittura, altri dove pensava solo in termini di teatro, altri
in cui si dedicava solo alla poesia e alla narrativa. Gianni era così: magari perdeva di
vista un linguaggio, per alcuni anni, ma poi vi ritornava, con un'espressione
sempre nuova, con un fuoco e un'incandescenza diversa. E' questa
la sua forza: l'aver sempre creduto in termini di passione al suo
lavoro, una sorta di continuità di temi trattati, quelli
che lui sentiva come propri: la fisicità, l'estenuante bellezza
della natura, la forte espressività dell'uomo disperato,
a immagine e somiglianza di Cristo» conclude Alain Toubas.
Infatti, alla morte di Bacon, «Disperata umanità dell'ultimo
maledetto» è il titolo dell'articolo scritto da Testori
il 29 Aprile a pagina 7 del Corriere della Sera per cui fu critico
d'Arte, poi curatore delle pagine culturali. E una grande emozione è stata il
ritrovarsi con Alain che conoscemmo appena arrivato a Milano e di
cui Gianni ci disse "voglio farvi conoscere un giovane francese
che per me è molto, è più che molto, Alain
per me è tutto. E' il mio sangue, la mia carne, il mio pus,
la mia merda, è il mio peccato e la mia resurrezione". Quando con Alain ci siamo abbracciati eravamo
increduli e commossi, è come se nel nostro abbraccio ci fosse
anche Gianni con l'immenso affetto e l'amore che Gianni sapeva dare
investendo e circondando di passioni cose e persone. La sua realtà. La vitalità che sprigionava da ogni
sua parola, le sue passioni, i suoi tormenti, la sua terribile,
straziante, autentica umanità: La sua grandezza. «Miseria e splendore della carne» Giuliana D'Olcese de Cesare
Festa in casa Longhi a Firenze http://www.villadeivescovi.net/restauro_affreschi.htm
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