Schiacciante
vittoria sul FAI Vincono
Internet, Google, Facebook, Esperti, Onesti Sconfitti faccendieri,
voltagabbana,
dormienti, media tradizionali Denise
Caruso, la più nota ed autorevole cybergiornalista americana: «Internet
progettata per resistere a una guerra nucleare Internet è
il vero, imbattibile baluardo della democrazia» http://www.virusilgiornaleonline.com/internet.htm
«'Cari colleghi', ecco la
mia risposta a omissioni, illazioni, falsità da voi pubblicate
e da noi smascherate» Decisive la «Gran Carta del Padovano»
e Italia Nostra Padova «L’ultimo progetto del giardino
(giardino equivalente a brolo, non più 'corte d'onore',ndr) di
Villa dei Vescovi è nel segno dello Rizzi Zanoni»: La
Gran Carta del Padovano di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni edita nel
1780 http://www.villadeivescovi.net/gran_carta_padovano.htm <<Comunicato
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«A meno di future "pensate" del FAI
e dell'architetto Domenico Luciani e di inverosimili 'Nulla
osta' che dovessero sbucare dai cassetti del Comune di Torreglia
su lavori non autorizzati dagli ultimi permessi concessi dalla Sovraintendenza, oggi, che abbiamo ed ho la
certezza della schiacciante vittoria ottenuta su tutta la linea
sui nefasti progetti e le equivoche mire sul brolo rinascimentale di
Andrea da Valle a Villa dei Vescovi, 'cari colleghi' e editori de
il Gazzettino e del Mattino di Padova servitori del FAI,
- scrive Giuliana D'Olcese de Cesare - nella migliore tradizione
del mio avo Raffaele de Cesare, Storico e scrittore meridionalista
di chiarissima fama - vedi l'opera più nota "Fine di
un Regno"-, giornalista tra i fondatori del Corriere della
Sera e Senatore nel primo Parlamento dell'Unità d'Italia,
poi Deputato, mi è consentito smentire ufficialmente, clamorosamente,
le false notizie e quanto, imbeccati dal FAI e senza
alcuna verifica professionale, avete servilmente scritto e riportato
a discredito mio e di un Monumento veneto storico. Dichiarazioni
del portavoce(!) e vicepresidente esecutivo FAI, Marco Magnifico,
come «la Sovraintendenza ha dato tutti i permessi richiesti solo
che ci abbiamo ripensato», e commenti come il Fondo Ambiente
Italiano ha annunciato che il suo progetto è stato approvato.
Anzi, che i suoi progetti sono stati approvati: l'ultimo non prevede
più pavimentazione della corte, ma solo sotto la galleria del
Palazzo. Il precedente la prevedeva, ed era
comunque stato approvato, sia dalla Soprintendenza
che dal Consiglio superiore dei Beni Culturali. Proceduralmente,
il Fai era in una botte di ferro. Ma ha cambiato il progetto
in base a motivazioni architettoniche ed estetiche. Dice Luciani:
«Di sicuro non c'è stato un cedimento alla canea»(!). «Per
non parlare delle valutazioni - continua la D'Olcese - e i giudizi malevoli
sulla mia persona inerenti lo stato primigenio e i restauri di Villa
dei Vescovi di Vittorio Olcese e miei, poi del FAI, spacciati per
conto del suo portavoce(!) come autentiche verità.
Valutazioni e giudizi insultanti resi pubblici sul mio operato non solo,
ma di entità istituzionali a difesa del brolo rinascimentale
di Andrea da Valle, (un bene culturale non più mio, ma
di voi veneti, e del mondo, bene che da veneti quali siete dovreste
tutelare) mediante il trito repertorio «Sopra le righe la prima
moglie di Vittorio Olcese» - così dando di me l'immagine
dell'esagitata - oltre all'accusa di aver fatto una «gran cagnara»
basata sul nulla(!), ecc. ecc. Ma queste sono solo
le ultime, altre e madornali le puttanate cosmiche, esilaranti, apparse
nei mesi scorsi sulle vostre cronache. E tutto ciò evitando sempre
con estrema cura di riportare il minimo contraddittorio. Le nostre,
le mie ragioni, le mie dichiarazioni, le controprove inequivocabili,
lampanti da me prodotte sulle false notizie del FAI o le certezze da
me dichiarate pubblicamente? Sistematicamente ignorate. Insomma
'cari' colleghi del Gazzettino e del Mattino di Padova, un'operazione
di leccaggio/servaggio, la vostra, in grande stile alla cui portata
è raro assistere» - afferma la D'Olcese, e continua - «'Cari
colleghi', giornali come il Corriere del Veneto e il Padova,
che mi hanno sostenuta nel far esplodere l'oscuro "Affaire di
Villa dei Vescovi", in seguito hanno taciuto, almeno,
e non vomitato malevolenze da volgari comari dei bassi napoletani oltre
a false notizie come «il FAI ha ottenuto dalla Sovraintendenza
tutti i permessi richiesti», o le volgarità di Magnifico
come "Giulini aveva i calli" e via di questo passo. Ora,
non staccando le terga dalla carega, come non si converrebbe a più
seri cronisti, il vostro tempo per lo più mal speso, e in questo
caso scaduto, potete dedicarlo alla illuminante lettura dei permessi,
in calce, concessi al FAI dai Sovraintendenti per il Veneto
Orientale, Sabina Ferrari e Ugo Soragni. Dal fermarmi dall'esprimere
e diffondere opinioni e giudizi professionali sul vostro operato, 'cari
colleghi', non è certo la piena consapevolezza del fatto
che tra le future cronache dell'inaugurazione della villa "dimenticherete"
di riportare il mio nome tra gli adottanti di una delle stanze di Villa
dei Vescovi, il 'Salone di Ricevimento' con targa dedicata,
ne' come ospite del FAI. A fronte del fatto di aver salvato
per la seconda volta un Monumento storico? Nessuna impressione, risibili
abituali piccinerie da piccola stampa». Conclude
D'Olcese. Red. Virusilgiornaleonline.com To NationalVenetoList PressNews Ecco
i permessi concessi al FAI dalla Sovraintendenza per il Veneto Orientale «L’ultimo
progetto del giardino (quindi giardino che equivale a brolo, non più
'corte d'onore',ndr) della Villa dei Vescovi è
nel segno dello Rizzi Zanoni, La Gran Carta del Padovano di Giovanni
Antonio Rizzi Zannoni edita nel 1780: Due viali che si incrociano a
formare 4 quadrati di verde bordati prima da “vegetali tappezzanti per
40 centimetri e poi all’interno una siepe di “carpini” alta cm.70. La
trachite solo sotto la terrazza. I viali non saranno pavimentati con
ciottoli ma in “granulato chiaro”. http://www.villadeivescovi.net/gran_carta_padovano.htm In
un saggio appena uscito in Francia, Ignacio Ramonet, per 20 anni
direttore di Monde Diplomatique, analizza l’avvento del digitale,
indicato come ‘’una grande catastrofe per la stampa tradizionale che
rischia l’estinzione’’ e, nello stesso tempo, come ‘’una grande opportunità
per i giovani giornalisti’’ – Nessun cedimento al catastrofismo, ma,
anzi, una scommessa sulla sopravvivenza di un giornalismo rigoroso e
di qualità.
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Scava
e scava, la trachite è saltata fuori: quella trachite che
aveva fatto gridare allo scandalo, alla "cementificazione"
della corte di Villa dei Vescovi a Luvigliano, in
realtà è lì sotto. E da secoli, almeno
dal 1500. Per carità, non i masegni belli squadrati con cui
il progetto iniziale voleva tappezzare mezza corte, ma comunque un sottofondo
fatto a regola d'arte per sostenere il pietrisco di cui era ricoperta
la corte. E' una scoperta praticamente in diretta, visto
che proprio in questi giorni e in queste ore l'archeologo Stefano Tuzzato
scarnifica ciottoli e terreno e va a guardare più sotto. Emergono
conferme: il Palazzo (correttamente: non la Villa) dei Vescovi padovani,
primo esempio di un passaggio rinascimentale dalla residenza di campagna
fortificata a qualcosa di diverso, luogo di loisirs che sviluppato incarnerà
poi concetto e realtà della villa veneta, per nascere ha fatto
piazza pulita nientemeno che di una chiesa. Era la chiesa di san Martino,
nata addirittura nel VII-VIII secolo, e poi cresciuta con i suoi annessi
e connessi (cimitero, sacrestia): gli scavi del 2008 avevano già
rivelato strutture e scheletri, ora di nuovo si trovano muri medievali. Il
Palazzo si è imposto, quel luogo era topico proprio per la concezione
di vita che questa costruzione sottendeva: sguardo possibile fino alle
Alpi e quasi fino al mare. Molte modificazioni si sono succedute dopo
il primo progetto di Falconetto e Alvise Cornaro, con Giulio Romano
che ci mette mano, con il proto Andrea da Valle che apre tre porte
nella cortina che recinge la corte. La corte è stata il casus
belli di un restauro milionario ormai in piedi da cinque anni. «Anni
di passione, nei due sensi», dice l'architetto Domenico
Luciani, che firma appunto il progetto di sistemazione della
corte. Ieri il Fondo Ambiente Italiano, che oggi è
proprietario del complesso, ha annunciato
che il suo progetto è stato approvato. Anzi, che
i suoi progetti sono stati approvati:
l'ultimo non prevede più pavimentazione della corte, ma solo
sotto la galleria del Palazzo. Il precedente la prevedeva, ed
era comunque stato approvato, sia dalla Soprintendenza che dal
Consiglio superiore dei Beni Culturali. Proceduralmente, il Fai
era in una botte di ferro. Ma ha cambiato il progetto in base a motivazioni
architettoniche ed estetiche: una siepe fatta togliere dalla Soprintendenza
sbilanciava visione ed equilibri della corte, meglio cambiare. Dice
Luciani: «Di sicuro non c'è stato un cedimento alla canea». Marco
Magnifico, direttore del Fai, lo definisce «tutto quel baccano»:
una polemica alimentata dalla prima moglie di Vittorio Olcese con
toni molto sopra le righe, e in parte raccolta dalla seconda
commissione consiliare della Provincia, presieduta da Domenico Menorello,
Pdl. Ora il progetto dovrebbe andare bene a tutti («E'
di buonsenso», dice Magnifico), e con un ramoscello d'ulivo si
è presentato l'assessore provinciale alla cultura Comacchio.
Che però non rappresenta il consiglio. Il vicesindaco di Luvigliano,
Duilio Bolognini, paventa ulteriori litigi e scocciature, e manda messaggi
chiari: guardiamoci negli occhi. Sogghigna anche: quando a fine giugno
Villa dei Vescovi restaurata verrà inaugurata e aperta al pubblico,
quasi scontato che arriverà il ministro della cultura Giancarlo
Galan: «Voglio proprio vedere se Menorello non gli corre dietro».
Insomma, adesso la corte sarà a prato con due viali a crociera
e piante basse lungo il bordo e un perimetro a siepe di carpino. Villa
dei Vescovi avrà caffetteria e non ristorante, una cucina di
supporto per i ricevimenti e organizzerà cerimonie ed eventi:
rigorosamente sul prato. Due appartamenti all'ultimo piano saranno
affittati a periodo, oppure offerti a chi fa munificenti donazioni.
E c'è già una nomina: Silvia Ferri, una delle inventrici
della Fondazione March per l'arte contemporanea, è la direttrice
del complesso. 14 aprile 2011 http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/04/14/news/villa-dei-vescovi-l-ultimo-progetto-e-verde-3949821
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