Egregio Presidente Menorello, è a
conoscenza dell'accordo FAI - Padova Film? In calce il link alle info. Come
annunciatole allego i link agli articoli di Paolo Coltro, il Mattino
di Padova sabato 28 aprile 2007 e di Renato Malaman dell' 8 gennaio
2009, da cui risulterebbe il contrario di quanto riferitole dal «vice
Sindaco di Torreglia, Duilio Bolognini, precisando che il Fai ha presentato
un progetto di restauro di Villa dei Vescovi accolto con rilascio del
permesso di costruire nº 12 in data 16 aprile 2008». Articoli
da cui tra altre chicche - come il vano ascensore scavato nelle pareti
affrescate da Lambert Sustris e il parcheggio nel brolo, o (corte d'onore...)
- risulta che sul progetto di ristorante «Quando qualcuno, gridò
allo scandalo, parlando di hotel a 5 stelle e di mega ristorante nella
villa, nulla osta dato dall'ex Sovraintendente Guglielmo Monti, il Fai
ha fatto marcia indietro. Dopo una riunione con il comitato scientifico
il progetto di ristorante ripiega su una più modesta e necessaria
caffetteria con qualche tavolo di ristoro».
«Il
FAI voleva farne un ristorante à la page e un parcheggio nel
brolo» Intervista
a Giuliana D'Olcese - Il
FAI vende la pelle dell'orso?
Caro Presidente, in merito al recente articolo
del 4 aprile 2011 su cui lei dichiara "Vogliamo vederci
chiaro" nel «progetto di restauro
di Villa dei Vescovi accolto con rilascio del permesso di costruire
nº 12 in data 16 aprile 2008», sono testimone
dello schema del cosiddetto "piano terrazze" (piano terra)
di cui conservo un'antica pianta del rimaneggiamento avvenuto nel XVIII
Secolo così conservato nei restauri ordinati e seguiti da me
e Vittorio Olcese. Testimone, come sempre non smentibile, finora,
perchè in possesso di documentazioni inoppugnabili. Infatti,
tranne qualche vana inconsistente chiacchiera della Presidenza FAI e
del suo vice Marco Magnifico, finora nessuno è stato in grado
di smentire quanto da me affermato, e provato. Prove e documentazioni
rese pubblicamente ma troppe volte ignorate e disattese dalla
stampa e dalle istituzioni preposte all'affatto trasparente telenovela
dell'oscuro pasticciaccio "Affaire Villa dei Vescovi".
Pianta che nessun altro ha, e se qualcuno sostenesse il contrario rivelerebbe
l'ennesimo falso su Villa
dei Vescovi. Il motivo? Un incendio
devastante verificatosi in anni remoti distrusse gran parte dell'archivio
della Curia di Padova e con esso le planimetrie della villa. Riferendomi
ai passaggi chiave dell'articolo del 4 aprile (qua in calce) le descrivo
la planimetria degli anni Settecento in cui a Villa dei Vescovi
fu coperto il cortile interno a 'pianta di Vitruvio' creando la nuova
pianta che oggi, pare, sia stata stravolta nel corso dei restauri del
FAI. Quel ch'è più grave però, pare che alcuni
elementi architettonici palladiani e del Falconetto, come le finestre
interne a 'bocca di lupo', siano stati cancellati. Voci dal Patavin
sfuggite o realtà? A lei e alla Commissione cultura la verifica.
Siamo d'accordissimo con il "Vogliamo vederci chiaro",
le verifiche sono doverose, sacrosante, quindi ben vengano. 1)
La realizzazione di un ristorante con 108 posti a sedere e cucina al
"piano terrazza"? La caffetteria-ristorante,
come riportato a pagina 40 del catalogo del FAI dato a quanti
come me hanno adottato una stanza di Villa dei Vescovi, conta le 4
stanze che si affacciano sul versante Sud-Sud Est. Stanze
con 'volte a botte' palladiane (Palladio fu allievo e aiutante di bottega
del Falconetto) e finestre a 'bocca di lupo' poste tra le 4 stanze
da letto e le 4 stanze interne corrispondenti ai 4 bagni padronali
che vengono arieggiati e illuminati proprio dalle finestre a 'bocca
di lupo'. Finestre e bocche di lupo che, pare, siano state divelte e
murate. 2) La cucina originaria trovasi sul versante Nord.
Prova ne è che in corrispondenza dell'antico focolare - camino
dal primo Novecento ad ora - esistono riscontrabili tracce non solo,
ma vi è la canna fumaria che sfocia in un fumaiolo costruito
alla maniera del Carpaccio, in mattoni e intonaco, così come
sono gli altri due sovrastanti il tetto della villa. 3) Sempre
secondo quanto illustrato dal catalogo FAI, ai servizi e all'appartamento
per il custode sono destinate le due camere da letto che furono di Vittorio
Olcese e mia. Camere affacciate a Sud, e ad Ovest - stesso versante
dell'ingresso alla villa e al brolo o (corte d'onore...) - divise dall'unica
stanza da bagno che prende luce dall'esterno (vedansi le 3 X
a penna impresse sulla pagina 40 del catalogo). 4) Nella intera
crociera costituita da 5 stanze e piccoli passaggi a forma
quadrata che divide e da' accesso alle 8 stanze del piano terra
(pagine 36 e 37 del catalogo) sono previsti "spazi museali e didattici". 5)
Spazi museali al piano nobile? Sul catalogo del FAI non vengono
previsti. I quattro alloggi per ospiti in mansarda? La mansarda
fu da noi divisa in tre stanze e dotata di un bagno, mentre il grande
sottotetto detto "a nave" o "a galea" - opera architettonica
in travi di quercia e mattoni di straordinaria bellezza - lo conservammo
così com'era dagli anni Settecento. Egregio
Presidente Menorello, con la infinita telenovela in corso tra il FAI
e Villa dei Vescovi, tra progetti presentati e rimangiati, restauri
arbitrari permessi ma contestati, tra cosiddetti "restauri"
che simulano ben altro, permessi dati, o non dati? o rimangiati? dalla
Sovraintendenza per i Beni Culturali del Veneto Orientale, emerge dai
fatti finora accaduti, purtroppo, la consapevolezza che, più
che il restauro di un monumento storico sia in corso un gran casino. Forse,
Presidente, il FAI, i suoi vertici, i suoi i "grandi esperti"
e alcuni funzionari ministeriali non dispongano di quel grado di cultura
indispensabile a maneggiare un giocattolo di incomparabile bellezza
architettonica e di grande valore storico-monumentale. Cordialità
Giuliana D'Olcese de Cesare (Dunque è da Roma che partono
le ultime notizie Patavine, non viceversa....). "Incredibile"
ma vero.
|
La Provincia non vuole il ristorante-alloggio di Simone Varroto mattino di padova
TORREGLIA,
Si arricchisce di una nuova puntata la «telenovela infinita»
su Villa dei Vescovi (nella foto). A far discutere nuovamente,
chiarita l'estate scorsa la questione del brolo e della corte, è
il progetto di restauro. A pretendere chiarezza sul futuro della splendida
villa di Luvigliano è la Provincia. La seconda commissione,
presieduta da Domenico Menorello (Pdl), ha formalizzato una richiesta
di accesso agli atti negli uffici competenti del Comune di Torreglia
per verificare cosa preveda esattamente il progetto di riqualificazione
presentato dal Fai nel 2008. Il progetto redatto dallo studio dell'architetto
Christian Campanella già nel 2007 aveva sollevato polemiche
perché prevedeva anche la realizzazione di un ristorante con
108 posti a sedere e cucina al piano terrazza, con servizi e un
appartamento per il custode, spazi museali al piano nobile e quattro
alloggi per ospiti in mansarda. Il vice sindaco di Torreglia, Duilio
Bolognini, ha risposto alla lettera della commissione cultura precisando
che il Fai ha presentato un progetto di restauro di Villa dei Vescovi
accolto con rilascio del permesso di costruire nº 12 in data 16
aprile 2008. «Spero non sia lo stesso progetto che prevedeva
un ristorante con camere - ribadisce Menorello - Vogliamo vederci chiaro». 4
aprile 2011 mattino di padova http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/04/04/news/la-provincia-non-vuole-il-ristorante-alloggio-3860936
Volete girare un film a
Villa dei Vescovi? Rivolgetevi
a Padova Film http://www.padovafilmcommission.it/location_producto.php?id_producto=124
Il FAI ha aperto l'ennesimo
sito internet e anche qui continua la vendita delle pietre del "parterre"
.... e insiste sull'intervento di Giulio
Romano a VdV. L'arbitraria attribuzione? Fu data al Professor Guido
Beltramini http://www.visitfai.it/ http://www.failatuaparte.org/adotta.php?sect=F
Villa dei Vescovi Luvigliano
di Torreglia, Padova - Donazione Vittorio Olcese, 2005 La prima villa
veneta di ispirazione classica Edificata tra il 1535 e
il 1542 per il vescovo di Padova Francesco Pisani, la splendida Villa
è una delle più importanti testimonianze della romanità
nel Veneto. Progettato da Giovanni Maria Falconetto con la collaborazione
dell’umanista Alvise Cornaro, l’edificio è stato ulteriormente
arricchito da un intervento di Giulio Romano e, all’interno, da uno straordinario
ciclo di affreschi di Lamberto Sustris. Armoniosamente inserita nel
panorama dei Colli Euganei, a distanza di quasi 500 anni dalla sua costruzione,
la Villa offre ancora la medesima vista sul paesaggio circostante. Visita
questa dimora su Fondoambiente.it
Il Professor Guido Beltramini, contrariamente
a quanto pubblicizzato dal FAI, non si è mai sognato di attribuire
a Giulio Romano il basamento bugnato di Villa dei Vescovi. «Giulio
Romano potrebbe esser passato da Villa Vescovi proveniente da Mantova
nel mentre erano in corso i lavori progettati e realizzati da Giovan
Maria Falconetto» - ha scritto Guido Beltramini. Invece
cosa fa il FAI? Dichiara «l’edificio è stato ulteriormente
arricchito da un intervento di Giulio Romano».
Villa dei Vescovi Progetto
Adozione Stanze Caffetteria
- Ristorante al piano terreno Catalogo
FAI 20010 - pagina 40
Turismo rurale, business ecologico S'è
aperta ieri a Monselice la prima borsa nazionale del settore Il Fai
annuncia: Villa dei Vescovi sarà inaugurata il 1º giugno di
Francesca Segato
MONSELICE.
Non ci poteva essere palcoscenico migliore della prima Borsa del Turismo
Rurale Veneto per dare l'annuncio: sta per riaprire un luogo simbolo
del turismo rurale d'eccellenza, come la Villa dei Vescovi di Luvigliano
restaurata a cura del Fai. La notizia era nell'aria, ora c'è
anche una data. L'inaugurazione sarà l'1 giugno, come ha spiegato
il consulente del Fai Antonino Precario, intervenuto ieri al convegno
«La qualità rurale nella Borsa del Turismo Veneto»
che ha segnato l'apertura della prima edizione della rassegna, patrocinata
pure da Gist e Argav, stampa turistica e agroalimentare. Un po' di delusione
per la diserzione dei big, a cominciare dal ministro delle Politiche
Agricole Giancarlo Galan, che era annunciato ma ha spedito invece il
suo capo segreteria, Amedeo Gerolimetto. Ma poi il dibattito è
entrato nel vivo di quelle che sono le sfide e le grandi opportunità
offerte da questa particolare declinazione del turismo, sostenibile
e mai omologato. Tra i promotori dell'iniziativa c'è anche
Cralnetwork, che rappresenta il circuito di associazioni, dopolavori
e altre espressioni di un turismo sociale che muove grandi numeri e
spesso sfugge ai circuiti delle agenzie. «Il mondo dell'associazionismo
è sempre più attento ai nuovi contenuti della vacanza
- riassume il presidente Nicola Ucci - dal termale, al salutistico,
al relax vissuto in un ambiente che ripropone tradizioni e vecchi sapori». L'altra
faccia della medaglia, è il turismo rurale come presidio per
la difesa del territorio, dell'agricoltura e delle tradizioni, come
hanno sottolineato i vari esponenti delle associazioni agrituristiche. Mentre
il direttore del Parco Colli Nicola Modica ha ricordato che il Parco
ha aderito alla Carta europea per il turismo sostenibile. Soddisfatti
il sindaco Francesco Lunghi e il vice Gianni Mamprin. «Per tre
giorni - hanno sottolineato - Monselice diventa la vetrina del turismo
veneto». Ora per i giornalisti della stampa specializzata e i
tour operator arrivati da tutta Italia e dall'estero inizia il percorso
alla scoperta dei luoghi del turismo rurale veneto, che si chiuderà
domani con il workshop per l'incontro tra domanda e offerta. Ieri sera
hanno visitato il castello Cini. 20 marzo 2011 mattino padova http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/03/20/news/turismo-rurale-business-ecologico
|