Nel mentre nella politica ancora infuocano le polemiche sul clamoroso,
e sacrosanto, gesto di rottura del Ministro Emma Bonino sulla riforma
delle pensioni, mi viene in mente Massimo Mantellini che, a mio parere,
è «l'ultimo giapponese» dei galanti alla maniera
che fù - galanteria che conquistava anche le più arcigne
- che difenda, anzi esalti il ruolo e il modo di stare in Rete del mondo
femminile italiano. Infatti, è con l'articolo «La rete
delle Donne» che ne ha esaltato qualità, pregi, virtù
e virtuosismi telematici. Mantellini, che ha partecipato al Barcamp
tematico del FemCamp.it ospitato dal laboratorio Technèdonne.it,
scrive: «Di certo l'universo femminile in Rete non è mai
stato così vivace e produttivo. I tempi maturano, e con loro
la Rete, grazie anche alla partecipazione attiva delle donne. Mai come
da quando esiste la Rete possiamo osservare lo scarto netto fra chi
fa e chi pensa, l'analisi sociologica dell'impatto tecnologico sull'universo
femminile dal racconto delle esperienze concrete, editoriali e imprenditoriali
di donne che hanno scelto Internet per valorizzare le proprie competenze.
Molti i progetti femminili in Rete, come Style.it, capaci di coniugare
gli aspetti sociali (fornire loro uno strumento di informazione e pubblicazione
a propria misura) con quelli commerciali (creare una comunità
di utenti a margine di progetti editoriali femminili come i magazine
di Condè Nast): luoghi della Rete utili per quelle migliaia di
navigatrici che anche nella Internet italiana non solo sono in rapida
silenziosa ascesa numerica ma che, sempre più spesso, decidono
di partecipare alla «grande conversazione» aprendo un blog,
discutendo su forum, magazine elettronici e liste di discussione, cercando
ambiti di interattività a propria misura. Internet resta una
grande arena di «valore assoluto» senza biglietto d'ingresso
dove le donne con la loro mai abbastanza sottolineata sensibilità
ed intelligenza la faranno presto da padrone». A differenza
della rosea e galante quanto generosa visione di Mantellini - che vede
in Rete un universo femminile mai stato così vivace e produttivo
come ora - invece, tranne lo sparuto eroico drappello costituito dalle
«solite note» - che vanno dal giornalismo alle nuove tecnologie
e via via fino all'imprenditoria, alla politica ed al commercio - è
proprio in Internet che si ha il desolante impatto con la mancanza quasi
totale di donne che, a differenza degli uomini, mostrino interessi «elevati»
dell'universo femminile italiano, o perlomeno curiosità allargata
a temi non specificamente femminili. Desolante è l'assenza di
interesse, o di partecipazione attiva, intellettuale - o solo dell'anima
- a qualsiasi problema concernente la partecipazione alla cosa pubblica,
alla cittadinanza, alla politica, al sociale, all'economia, alla curiosità
verso la scienza, la tecnologia, al cinema ed al teatro come storia
del costume o, almeno, verso lo strumento Computer-Internet, ed il suo
uso. Dai cosìddetti temi «elevati» o dagli argomenti
cosìdetti «impegnativi» o «per uomini»,
l'assenza delle donne italiane da internet
è pressochè totale. Questo distacco dalla
cosa pubblica è l'unica ragione che sta alla base, quindi poche
balle su quote rosa o non rosa, della macroscopica differenza numerica
che distingue, e sottolinea impietosamente, parlamentari, ministri,
sottosegretari e segretari di partito uomini dalle donne elette o preposte
alle medesime funzioni. Le donne amano il Potere, ma, da sole, non
vogliono e non sanno prenderselo. Sono gregarie, per natura o per soggezione
durata secoli non lo si sa ma certo è che, lo si vede in politica,
si accucciano sempre all'ombra del Potere detenuto dal maschio detto,
da loro, «misogino! maschilista!». Lo
servono come chierichette all'Altare. Ammucciano ad ogni
suo ordine, ad ogni stravaganza nefasta per il popolo terrorizzate,
qualora disobbedienti, di non essere ricandidate, rielette. Di non
godere più dell'Ombra del Potere mentre, standosene acquattate
nel cono d'ombra dei maschi, godono del riflesso del loro potere, ne
divengono le Vestali, le Grandi complici. Ma non è soltanto
nella cosa pubblica e nella politica che l'universo femminile italiano
non anela a ruoli decisionali e responsabilità, e non se li assume
di opinione, almeno, bensì laddove c'è da impegnarsi,
da far sentire la propria voce, l'universo femminile italiano è
assente. Muto. E' l'Isola dei morti. E tranne le note eccezioni,
che confermano la triste desolante regola, ciò ha il suo spietato
specchio in Internet ove, statisticamente, le donne sono in numero pari
agli uomini, se non maggiore, ma per frequentazione di siti porno e
chat per incontri «ravvicinati». Perchè? Pornografia,
scambi e chat sex sostituiscono la mancanza di sesso da parte della
massa - massa oramai davvero impressionante in Italia - di donne obese
che dato il senso di repulsione che suscitano nei maschi, nessuno si
«fila». Internet ed i suoi strumenti, quindi non sono,
come sogna il galante generoso Mantellini, la Grande frontiera conquistata,
anche, dalle donne dalle quali, invece, è rarissimo che arrivi
una iniziativa interessante, una proposta originale, una battaglia sociale
o politica da condurre coralmente e con la forza della convinzione,
e della tecnologia che è immensa ma la cui efficacia e forza
è capita da pochi. Le donne, salvo eccezioni, tengono i propri
pc come sgabuzzini del rottamatt e, salvo lamentarsi e non fare alcuno
sforzo per capire pc e Internet - e così essere in grado di usarne
le relative difese - navigano come se facessero un giro dal parrucchiere
beccandosi cimici, pulci, hackers, virus, dialers, spammers e spioni
ai quali, invece, potrebbero dare la caccia decimandoli. Donne
sveglia! Stop all'Isola dei morti. Stop al regresso dell'eterno
femminino, e avanti con il progresso dell'impegno e della tecnologia!
(Giuliana Olcese)-30/07/2007-ITL/PD/ITNET
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Che bello stare in mezzo alla gente a parlare. Lo avevamo già
fatto sia io che Rita, ognuna per conto proprio, aiutando anni addietro
i banchetti radicali a raccogliere le firme per i Referendum. Ripetiamo
l'esperienza a Piazza Navona e ci viene in mente di prendere un camper
e andare in giro per L'Italia a promuovere il Maggioritario. Rita
si incarica di noleggiarlo. Qui a Roma sono tante le donne che si
offrono di aiutarla, ma per andare in giro in altre regioni sono forse
l'unica disponibile. Oltre a Laura Micheli per la Toscana. Cominciamo
i nostri giri da Roma. Tra la gente di piazze e mercati soprattutto.
Un giorno viene con noi la contessa Giuliana Olcese. E' loquace, vivace.
Pretende di parcheggiare il camper in Piazza san Pietro. I vigili ci
fermano chiedendo i permessi. Noi li abbiamo ma non per quella piazza.
La Olcese parla, parla, parla, riesce quasi a convincerli. E anche noi
siamo impegnate in un ascolto perenne. A sera siamo cotte. Però
è simpatica la Olcese. E' un soggetto unico. Non ho mai
visto nessuno con una sindrome da visibilità così accentuata.
Sa tutto. Durante la giornata mi parla di comunicazione, di ogni
pro e contro i mass media. Sa molto più di me e di chiunque altro
esperto. Dal punto di vista tecnico-pratico è una fonte di informazioni:
aggiornata su tutte le agenzie stampa. I numeri dei dimafoni o
piuttosto i fax, le e-mail e i siti internet, i referenti delle redazioni
politiche di ogni quotidiano, gli orari in cui telefonare, chi ti da'
retta e chi no; quanto dev'essere lungo il comunicato, quando è
meglio dettarlo, con chi se la fa il giornalista che tratta di politica
nel quotidiano con maggiore tiratura. Insomma, non so se piangere o
ridere. Per strada troviamo una carrozzella. Si entusiasma, vuole
farsi fotografare col cavallo. Noi abbiamo l'asinello come simbolo,
"il cavallo vi si avvicina", dice Giuliana e prega il vetturino
di scattarle una foto sulla carrozzella. Rita chiede all'uomo se voterà
per il Maggioritario. Lui non sa cosa sia. Neppure vuole che glielo
spieghiamo. Restituisce la macchina fotografica e la Olcese vuole un'altra
foto. I vigili ci chiedono di andarcene. Lei insiste. Vuole la foto
col cavallo. Rita mi manda a farle la foto "Fai finta di riprenderla
e fotografa solo il cavallo", mi dice. Io scatto la fotografia.
Giuliana mi chiede: "Come sono venuta?" "Forse in
controluce", rispondo". "Gliel'hai scattata?"
chiede Rita. "Sì, come a Napoli -dico- senza rullino, perché
è finito".
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