VILLA DEI VESCOVI

Il FAI aveva già in tasca i permessi
della Sopraintendenza di Padova per la colata di cemento
sul brolo Rinascimentale di Andrea da Valle?

Versare una colata di cemento su un brolo Rinascimentale, è come seminare di mine anti uomo il percorso di una scolaresca

 Una domanda aperta alla Sopraintendenza ai Beni Culturali di Padova
ai vertici del FAI
alla delegazione FAI di Padova


Villa dei Vescovi 

 

Risponda il FAI sulla sicurezza dimostrata dell'avere già in tasca i permessi della Sopraintendenza di Padova, tanto da condurre già da Gennaio 2010 la incessante campagna pubblicitaria per l'adozione delle pietre di trachite, con incise le iniziali dell'adottante, 200 euro ciascuna pietra, collocate nel "Parterre di Villa dei Vescovi"?
Pietre, si suppone, già "piazzate" in un certo numero per realizzare "Il Parterre" distruggendo il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle e soffocandolo sotto una colata di cemento e pietre che, il FAI e Luciani, ribattezzano "Il parterre di Villa dei Vescovi" progetto dell'architetto Domenico Luciani.
Ripeto, campagna pubblicitaria del FAI che va avanti, sorda a qualsiasi appello, da Gennaio 2010. Tutto documentato da testi e immagini sul sito Villa dei Vescovi.
Di questa, diciamo inusuale circostanza, la Sopraintendenza di Padova ne è a conoscenza? O ignora la pubblica offerta di pietre di trachite diramata a soci, soci sostenitori e non soci già in atto da ben quattro mesi?
E tutto ciò avviene in contemporanea alle dichiarazioni di Aprile alla stampa e sul sito internet del FAI sito su cui la Presidenza Borletti dichiara:
«Riguardo l’accusa mossa -da Giuliana D'Olcese,ndr- al FAI di stravolgere l’aspetto storico della corte della Villa con un nuovo progetto, affidato al professor architetto Domenico Luciani, teniamo a puntualizzare quanto segue. Sono tuttora in corso ricerche storico-archivista avviate dal FAI ben prima dell’inizio del lavori e la cui conclusione è prevista per la fine di aprile. Al momento attuale, il materiale emerso non consente pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto cinquecentesco - a noi ignoto -, che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale della Villa e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza di un pozzo collocato così espressamente fuori asse, come nella versione proposta dal restauro del 1963. In assenza per il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro.
Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora in corso».
Dice la Borletti «Al momento attuale, il materiale emerso non consente pertanto alcuna ricostruzione della corte fedele al progetto cinquecentesco - a noi ignoto -, che certamente si conformava all’aspetto rinascimentale della Villa e nel quale è ben difficile ipotizzare la presenza di un pozzo collocato così espressamente fuori asse, come nella versione proposta dal restauro del 1963».
Allora, la Presidenza FAI, Borletti, faccia un tour culturale tra Ville Venete, Monasteri, Abazzie, Palazzi veneziani, Campielli, isole della Laguna e, a parte il resto, scoprirà di non aver pronunciato parole veritiere quando sostiene, tanto per fare un solo esempio, doveroso chiarire informazioni errate e parole non veritiere di Giuliana D'Olcese sulla esistenza e collocazione del pozzo. Di antichi pozzi non collocati al centro di broli, chiostri, corti, palazzi, piazze, ecc., ecc., il Veneto ne è pieno. Fino a prova contraria, i pozzi, vengono collocati la' dove c'è le falde acquifere.
Ha straragione la fan del brolo Rinascimentale di Andrea da Valle su Facebook, Rita Laura Netti. Anche io, come moltissimi soci sostenitori del FAI, siamo sconcertati, e sconcertati è dir poco, dal fatto che il FAI collochi a 200 euro ciascuna le pietre di trachite ancora prima, a sentire la Presidenza dei FAI, di avere i permessi della Sopraintendenza di Padova. E non secondario, sconcertati dal fatto che per combattere un socio sostenitore come me - che per aiutare il FAI nei restauri ha adottato una stanza di Villa dei Vescovi - mi diffidi rivolgendosi ad uno degli studi legali più cari del mondo. Lo studio DLA PIPER, (!).
Grottesco, ridicolo, IO ipertrofico.
Studio legale e diffida che il FAI paga con i contributi privati e pubblici, vedi 5x1000, le quote associative, le donazioni elargite per i beni culturali da salvare.
Oltretutto, suscita ilarità che per schiacciare una pulce come me il FAI si rivolga al Gigante Golia com'è la DLA PIPER avvocati associati. Badget?
Circa un miliardo e ottocento milioni l'anno.
Allora, se tanto ci da tanto, progetti, interessi e appetiti economici della Presidenza e dei vertici del FAI su Villa dei Vescovi appaiono incommensurabili, appetiti da giganti. Ma Presidenza e vertici ignorano, oltre a ciò che non possono e non devono continuare a far finta di ignorare, che chi negli anni 60 ha salvato Villa dei Vescovi dal totale abbandono e dal degrado, e fatto politica per 25 anni, non si lascia intimidire da una diffida lettera minatoria di stampo insulare, come scrive un fan su Facebook.
Anzi, la pubblica orgogliosamente e i suoi contenuti e la sua inconsistenza vengono smentite platealmente da uno dei giuristi più stimati e quotati nel mondo, il costituzionalista Stefano Rodotà.
E, visti gli Articoli 9 e 21 della Costituzione italiana, contenuti e diffida si moltiplicano per milioni di dissensi. Una risposta pubblica esemplare.
Quindi, ricapitolando, risponda il FAI sulla sicumera dimostrata dell'avere già in tasca i permessi della Sopraintendenza ai Beni Culturali di Padova tanto da condurre la campagna pubblicitaria alle pietre da adottare, costo 200 euro ciascuna, campagna che va avanti incessante già da inizio Gennaio 2010.
La Egregia Sopraintendenza di Padova, di QUESTO, ne è a conoscenza? o lo IGNORA?
Versare una colata di cemento su un brolo Rinascimentale, come vuole fare la Presidenza del FAI, Borletti, è come seminare di mine anti uomo il percorso di una scolaresca. Cosa ne pensa la Presidenza del FAI, Borletti,?
   Giuliana D'Olcese de Cesare ( Aprile-Maggio 2010 )

 

Lettere, e alcuni dei Commenti su Facebook »

http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792

 

Condivisione
Grazie a facebook ho appreso la saga Villa dei Vescovi e ne sono rimasta sconcertata: ennesimo scempio delle bellezze che percorrono l'Italia da nord a sud.
Proposte allucinanti di "RESTAURO" ??? che denotano purtroppo una decadenza di stile, buon gusto e ... strano a dirsi ... SENSIBILITA' E CULTURA!
Vorrei fare l'impossibile per impedire questa violenza, comprendo e rivivo personalmente la sua dedizione di anni nel seguire passo a passo le operazioni di un vero restauro e tutte le problematiche che inevitabilmente ne conseguono, anche con le maestranze.
L'accecante narcisismo dei progettisti e degli imprenditori non fa capire che fare il nuovo non deve portare ad una sovrapposizione e a un contrasto con la storia.
NON SI DEVE SCEGLIERE CIO' CHE CONVIENE FARE, MA CIO' CHE E' GIUSTO FARE!!!
Post firmato

 

2) *DDL. Articolo 452-sexies-
Qualche minuto fa ho assistito, sul tg1, all'esaltazione del F.A.I. per una barbieria dell'ottocento a Genova e un'edicola in ferro batturo sempre ottocentesca a Mantova. Un'esaltazione che credo sia pilotata visto e considerato che la Sua battaglia è nei confronti di un'organizzazione equivoca e ormai asservita ad interessi e finalità diverse da quelle dichiarate.
Con stima L..P.
Lettera firmata

 

La diffida del FAI? Inconsistente è dir poco. Diritto di critica storica Verità anche putativa.
In sede di critica storica, l'autore della pubblicazione può esprimere giudizi anche poco lusinghieri sui personaggi dei quali tratta, ma, perché la sua condotta sia scriminata e non integri, quindi, il reato di diffamazione, occorre ovviamente che egli abbia osservato, innanzitutto, il limite che gli impone di riferire notizie vere o almeno seriamente controllate.
Cassazione penale , sez. V, 07 marzo 2007 , n. 18808 in Guida al diritto 2007, 25 84
Con rinnovata stima, Arrigo Liquori

 

*Rodotà e l'Articolo 9 della Costituzione
(;-) Brava Giuliana, OK, direi obiettivo centrato al 100%! happy weekend,
   Francesco Martin

 

La diffida del FAI?
Un gesto assai poco avveduto per un'istituzione, visto che il FAI è un'istituzione. Soprattutto, un gesto di inqualificabile antidemocratica, spocchiosa, poterosa & assai costosa sopraffazione. Versare un colata di cemento su un brolo Rinascimentale, come vuole fare la Presidenza del FAI, Borletti, è come seminare di mine anti uomo il percorso di una scolaresca. Cosa dicono La Borletti and C/o?
Cosa ne pensano soci del FAI, e non soci, dell'operato e della diffida del FAI, è leggibile da tutti anche su Villa dei Vescovi su Facebook http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792
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Splendido Rodotà!
Davvero una lezione di alto contenuto, culturale e giuridico, un monito a chi ritiene di operare scelte arbitrarie imponendole dall'alto di una presunta superiorità intellettuale, che sconfina nella supponenza e nell'arroganza. Mi auguro davvero che i vertici del FAI riflettano e facciano marcia indietro, perché il FAI resta, mentre le persone non all'altezza vanno rimosse e allontanate.
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Grande prof. Rodotà!
Mi sembrava sproporzionata l'intimazione alla "continenza verbale" ..nel sito non c'erano male parole, iastemme ecc.ecc.ma solo toni icastici e, tutto sommato, non offensivi.
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Il prof. Rodotà, con stile, equilibrio e saggezza, dà al nostro paese un'ennesima lezione di alto contenuto culturale e giuridico.
Le Sue parole suonano come un invito a tutti noi a impegnarci, nel solco dell'art. 9 della Costituzione, a difesa del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Che è quello che qui si sta facendo, senza alcuna arroganza, con sentimenti misti di incredulità e stupore, con una punta anche di indignazione (pathos che Plutarco giudica positivo, perché è la reazione a ciò che si considera un male).
Ci auguriamo che i vertici del FAI riflettano, sospendano e facciano marcia indietro, perché il FAI è un'istituzione amata da tutti gli italiani, indistintamente, e gli errori di valutazione non sono mai delle istituzioni, ma dalle persone che pro tempore le dirigono. Sta a loro rimediare, sta a noi avanzare le nostre perplessità e le nostre critiche.
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Villa dei Vescovi
Straordinario, commovente, preziosissimo, unico:
Sinistra, Centro, Destra, Lega, Indipendesti, Serenissimi, Cittadine e Cittadini, Uomini e Donne della Cultura, dei mestieri, Universitari, Imprenditori, Gondolieri, Intellettuali, tutti uniti per salvare dallo scempio di una colata di cemento il brolo di Andrea da Valle in VILLA dei VESCOVI www.villadeivescovi.net
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IL FAI sopravvive con il denaro dei benefattori che gli danno fiducia e non può tradire i compiti che gli sono affidati, né può spendere il denaro della gente in avvocati, per sostenere cause insostenibili.
Trovo assurdo che si metta in moto la DLA PIPER avvocati associati (badget di circa un miliardo e ottocento milioni l'anno) per una diffida che non ha neanche ragione di essere. Quanto è costata ai donatori questa diffida?
Il denaro che viene donato al FAI andrebbe speso per salvaguardare i beni culturali e non per chiudere la bocca a chi è in disaccordo con i loro progetti.
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Ammiro molto la tenacia di Giuliana per la salvaguardia di questo bel pezzo del patrimonio storico italiano.
Dovrebbe essere più facile in Italia preservare quello che dopotutto è la risorsa principale di questo paese. Qui in America sarebbe gia stata messa sotto una campana di vetro. Mi auguro di visitare presto la villa a restauro ultimato.
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Intervista sacrosanta a Giuliana D'Olcese
L'intervista dei quotidiani il Padova e Il Corriere del Veneto alla Signora Giuliana D'Olcese, a difesa del brolo di Villa dei Vescovi, brolo del grande architetto del Rinascimento Andrea da Valle, è sacrosanta, e molto utile alla difesa dei Monumenti e dei Beni culturali del Veneto.
Un sincero plauso al Corriere Veneto Padova dalla Cittadina del mondo, onoraria di Padova
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Incredibile l'incompetenza architettonica del Fai
Stefano

 

Come ambientalista della prima ora
non credo ai miei occhi quando vedo il progetto di lastricato al posto del prato originario davanti ad una magnifica villa storica come Villa dei Vescovi.
Sarebbe grave se questo fosse opera proprio del FAI, che si fa vanto di tutelare le ville, non di trasformarle. Naturale e condivi...sibile l'indignazione della D'Olcese, che comunque non superano la soglia di tolleranza. Chi non vuole le critiche si comporti in modo impeccabile.
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Ma ti rendi conto??? Hanno lo scopo di salvaguardare l'ambiente e chiedono soldi per le pietre da mettere al posto del brolo?
Come farà IL FAI adesso a salvare la faccia? Il sommo Poeta disse:
"Voce dal sen fuggita poi richiamar non vale;
non si trattien lo strale quando dall'arco uscì."
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Commento: Benvenuto nella Rubrica di Giuliana D'Olcese
Direi di imparare l'italiano come prima cosa: "qualunqui" grida vendetta. Siete degli ignoranti senza rimedio ( e senza speranza ).
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Esimio Orlandi
Ha ragione, e torto, allo stesso tempo. Il linguaggio corrente, quindi di conseguenza il modo e l'uso dello scrivere corrente, ma sopratutto il linguaggio mediatico, purtroppo, via via nel tempo hanno subito variazioni perfino di sintassi. (Arbasino docet). La massa dei lettori sulla diatriba "qualunqui o "qualunque", rileverebbe esattamente il contrario: "Direi di imparare l'italiano come prima cosa: "qualunque" grida vendetta. Siete degli ignoranti senza rimedio ( e senza speranza)."
E' un po' come la diatriba politica sulla Costituzione: Costituzione materiale, o Costituzione e basta? Dubbio Amletico finora irrisolto e irrisolvibile...
Ma lei, forse, ha "compresso" un certo suo livore, voleva parlare di altre cose forse? Forse di Villa dei Vescovi ?
E' un po' che la mena... Non si faccia tanta ingiustificata bile, orsù coraggio!, se no finisce che invece che su troppe 'cosucce', avrà torto marcio su tutta la linea.
Un sorriso rosa Magnifique, e un consiglio: impari a rispettare la verità, e la realtà lampante, delle cose, delle persone, della Storia.

(;-)
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Villa dei Vescovi - Il FAI puntualizza quanto segue:
"Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttorain corso". www.fondoambiente.it
Sembra un risultato...!!!
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Caro Pippo, sono anch'io in contatto con i vertici nazionali del FAI,
ma non capisco perché, a ricerche in corso, sia stata lanciata nel frattempo una campagna di sottoscrizione a 200 € per avere il proprio nome inciso su una lastra di trachite. La cementificazione (perché su questa base poggerranno le lastre di trachite) di un brolo è un'operazione culturalmente indebita e inaccettabile.
Il FAI è una istituzione culturale benemerita e credibile e deve fare marcia indietro su questa operazione, pena una forte perdita di credibilità. Le ricerche archivistiche una risposta l'hanno già data ed è la pianta del XVII secolo dove si vede benissimo il brolo, con i vialetti, il pozzo, le piante e le siepi.
Confido nel buon senso e nel tenere alta la vigilanza. Un abbraccio Giuliano (oggi sessantenne)
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Ecco il brolo, il pozzo, uno degli alberi secolari.
Tutti elementi che saranno distrutti se la "Sopraintendenza ai Monumenti e ai Beni Culturali" di Padova darà i permessi allo strazio di Villa dei Vescovi e alla cancellazione del grande Andrea da Valle per far posto a Domenico Luciani e al suo orribile progetto: coprire il brolo con una colata di cemento e lastre di trachite.
Distruggere il pozzo, annientare gli alberi secolari, la limonaia.
Già il fatto che proprio una "Sopraintendenza" accetti di discutere un simile progetto fa pensare, diciamo pensare, a cose assai poco chiare.
Leggete tutto, tutti gli ultimi sviluppi della vicenda brolo su www.villadeivescovi.net
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Scrive un Fan di Villa dei Vescovi su Facebook,
"Certo che quella pavimentazione è proprio oscena. 200 euro per una lastra di trachite? Dovranno installare un buon antifurto... Vai Giuliana, combatti!
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L'intervista on line, Home Page
Grazie, ti sono vicino come sempre. Quello che documenti e denunci da tempo è una cosa che mi fa indignare. Forse non sai che sono un ultras della conservazione dell'arte e del paesaggio! Che ne pensa al riguardo la tardigrada Italia Nostra, reattiva come una statua di marmo? Per la quale creai 3 anni fa una bellissima agenzia stampa-blog, ad horas (loro che ci mettono mesi e anni per prendere una decisione).
Immagino che l'avrai già contattata. Se non ne parli ci sarà qualche motivo... Il FAI della Crespi dovrebbe cambiare acronimo: quel "fai" si presta a troppi equivoci.
Più che fare si dovrebbe fare bene. Se no, è meglio non fare. Voglio un NON-FAI se il FAI è questo...:-) un abbraccio nv
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Carissimo, cancella, Giuliana D'Olcese NON è CONTESSA
Ma è un essere che tiene sopra ogni cosa al rispetto dei Monumenti, e fa qualsiasi cosa per preservare Monumenti, Città e identità Storiche e territoriali.
Pensa tu che a Roma ogni mattina giro il mio grande quartiere e strappo tutti i cartelli abusivi, tale è lo scempio di pubblicità abusiva di tutti i tipi che c'è in questa città. Sì, Villa dei Vescovi è un gioiello unico, una reggia, un capolavoro da consegnare intatto ai posteri come ci è stato affidato dalla Storia, affinché tutti godano nei secoli futuri di tanta bellezza. Oggi non è accettabile che architetti contemporanei vengano autorizzati a distruggerne parti essenziali, storiche, come il brolo di Andrea Da Valle, brolo cinto da mura Sansovinesche, con alberi secolari e il pozzo nato con la villa.
Vittorio Olcese, mio ex marito, con cui l'abbiamo salvata, si rivolta nella tomba, e si rivolta, in primis, Monsignor Bortignon il Vescovo di Padova che con grandissima fiducia la afffdò a noi.
www.villadeivescovi.org
http://www.virusilgiornaleonline.com/rubricadol.htm
www.villadeivescovi.net

 

Hello! Gentile Giuliana,
ti ringrazio per aver chiesto la mia fb-amicizia e avermi dato la possibilità di leggere tutti i tuoi interessanti ed appassionati interventi a tutela di un complesso così straordinario. Sono un archeologo siciliano e insegno storia dell'arte in prov. di Pd avendo sposato una tua conterranea.
Anche se la mia famiglia paterna è fuggita da VE dopo il trattato di Campoformio in Sicilia e lì si è radicata. Considero la mia Isola una meravigliosa culla di valori e contrasti arricchentni. Ritengo tutte le robe tipo "Veneto Nasion", Venesia signora del Veneto, irridentismi vari, eccetera eccetera delle gran menate poichè mistificazioni culturali basate su considerazioni più filosofiche che storiche. Mi duole leggere che molti dei tuoi sostenitori si esprimono in modi a me del tutto estranei e privi di interesse. Se vuoi, ci possiamo ugualmente confrontare in futuro su temi di alto livello come la salvaguardia dei beni culturali, pur avendo interessi e passioni politiche abbastanza divergenti. Fammi sapere.
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Ho letto quella che più che una diffida sembra una lettera minatoria.
D'altronde in Italia ai terroristi di varia natura siamo abituati, perché da sempre ci confrontiamo col terrorismo di stato e i suoi ambigui rappresentanti.
La triste consapevolezza che questi mercenari legali agiscano pur rendendosi conto della vergogna che stanno difendendo agita le coscienze.
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Villa dei Vescovi su Facebook:
"Penosamente vergognoso che un ente che dovrebbe tutelare la bellezza architettonica, proponga invece simili stupri.
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Grazie per l'adesione a Fan di Villa dei Vescovi su Facebook.
Penosamente vergognoso è una espressione quasi gentile per un vero misfatto come la pavimentazione di un giardino Rinascimentale di Andrea da Valle, e tutto perchè? Per farci matrimoni, feste ecc, ecc, con catering ecc.
Ma il FAI non si rende conto dell'indignazione e della rabbia che suscita nei Veneti, tutti, e negli Italiani amanti dell'Arte?
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il Mostro? Un milione di euro
Certo che quella pavimentazione è proprio oscena. Poi... 200 euro per una piastrella? Dovranno installare un buon antifurto... Vai Giuliana, combatti!
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Se non si rendono conto di compiere uno stupro architettonico,
non possono avere la capacità mentale neppure di comprendere l'indignazione che suscitano.
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Un'altra esortazione agli amici della cultura veneta.
visto che siete bravissimi ad assemblarvi, ripropongo una battaglia culturale da combattere in tanti. Prima visitate e leggete gli ultimi sviluppi della vicenda del brolo di Villa dei Vescovi su www.villadeivescovi.net, poi fate e fai iscrivere tantissimi fan su Villa dei Vescovi su Facebook
http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792
è una battaglia anche per la libera informazione e la libertà di pensiero, di opinione e di stampa
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Dichiarazioni sul nuovo restauro degli affreschi, la nota di Giuliana D'Olcese,
il doc del 1966, il Premio nel mondo, l'Appello per il loggiato di Brera «Soprintendenza ai Monumenti di Venezia-Certificato di Collaudo Restauro Affreschi»
Celebre, anzi celeberrima, è la rivalità tra critici d'arte. (...). ......
Continua su http://www.villadeivescovi.net/collaudo_restauro.htm - VILLA DEI VESCOVI Certificato di Collaudo Restauro Affreschi - www.villadeivescovi.net
Adesione, grazie!
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E dopo tanta onorevole Storia, sul blog Villa dei Vescovi http://villadeivescovi.wordpress.com/
Villa dei Vescovi, preziosa gemma della Serenissima, commissionata nel 1527 a Giovanni Maria Falconetto dal Vescovo di Padova Francesco Pisani e fatta erigere come sua residenza estiva in Luvigliano di Torreglia, fu bene della Curia di Padova fino al 1962 anno in cui il Vescovo di Padova, Monsignor Bordignon, la cedette a Giuliana e Vittorio Olcese che la restaurarono e l'arredarono in maniera talmente esemplare da meritare nel 1967, dall'American National Society of Interiors Decorators Foundation, il Primo Premio nel mondo per il miglior restauro ed il miglior arredo dell'anno di un Monumento d'Arte, oggi, per mano del FAI E DI DOMENICO LUCIANI ARCHITETTO, deve subire l'onta della distruzione del suo brolo Rinascimentale sostituito da un luttuoso mausoleo funerario pavimentato da una colata di cemento e pietre di trachite con incise le iniziali di quanti adottano una pietra a 200 euro ciascuna?!?!
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"No all'eliminazione della storia dell'arte dalle scuole"
Per Alberto Martini, per esempio, è necessario che qualche volonteroso faccia conoscere maggiormente la sua arte. Infatti "il Mago del bianco e nero" è poco noto proprio in italia. E dobbiamo fare di tutto per salvare i monumenti storici dalla commercializzazione selvaggia, anche da chi proprio non te lo aspetti.
Venite tutti in Villa dei Vescovi su Facebook http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792
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Serenissimi
Ricordo con grande stima e affetto i Serenissimi, mi dettero il piacere di una loro visita a Roma e tante puntate scritte da Luca Valerio sulla loro storia per www.virusilgiornaleonline.com dove c'è sempre.
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*Mrs.' Buitoni & la pelle dell'orso
Gentile signora Giuliana,
Dietro suo invito sono andato a sfrugugliare come una cane da tartufo nel suo dinamico passato ed ho capito che Villa dei Vescovi è il contenitore della sua vita, delle sue ore felici, di quelle ore da dimenticare, delle sue gioie e dei suoi desideri. E' la scatola di Giuliana D'Olcese. Il cofanetto del suo cuore.
Chissà quante volte ha guardato con occhi sognanti la cappa di quello stupendo camino, o gli affreschi, od i soffitti. E chissà quanti progetti di restauro ha discusso con i suoi cari: "Spostiamo di qui, mettiamo di là, laggiù non si tocca, qui ci vorrebbe un restauratore di coscienza che non sia un Erode, là un falegname, onesto come San Giuseppe". E così conduce la sua battaglia (pardon). "le sue battaglie", su quei temi che gli sono stati cari in tutta la parabola della sua vita.
Brava, signora Giuliana. Tenga duro: vincerà sempre
. Lei vincerà, e Le spiego il motivo. Il tempo è legato alle forme, e le forme agli oggetti. Le idee non hanno forma. E pertanto sono fuori dai legami del tempo. Godono dell'immortalità, come tutto quello che nasce dal cuore, dalla mente, dall'anima, e come tali fanno parte dell'indistruttibilità. Per questo le sue battaglie saranno comunque vincenti. Non è una speranza, è una constatazione di fatto.
Ho anch'io, con la mia famiglia, un contenitore del genere. Si chiama Castell'Alfero ed è poco lontano da Asti, sulle splendide gibbosità verde polveroso del Monferrato. Irrinunciabili per noi; ma mi capisce: anche per lei i vitigni fanno parte dell'essenza del luogo e dei ricordi più dolci, impreziositi -in questo caso- dal profumo del primo autunno, quando i grappoli fermentano ed in quei tini avviene il miracolo della metamorfosi. Castell'Alfero non ha sempre trascorso momenti tranquilli, ha avuto i suoi assedi, le sue perdite, il suo Risorgimento, la sua gloria, riuscendo sempre a trionfare, in nome dell'umiltà, dell'onestà, della medicina, della perseveranza, non senza lacrime, versate di fronte al altrettanti camini simili ai suoi, in quell'atmosfera arcana dove gli antenati continuano a parlarci attraverso gli oggetti.
Con stima Ito De Rolandis di Castell'Alfero

 

Grazie x la comprensione e per lo sprone a non mollare. NON MOLLO, non tema.
La sua mail, non sapevo riservatissima, mi è arrivata tempo fa in una lista dove era inserita anche la mia, la lista ho conservata e ricambio le News.
Grazie e mi scriva più spesso le sue impressioni. Le invio in anteprima le News che invierò domani.
Perchè non si iscrive come fan di Villa dei Vescovi su Facebook ?
http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792
Cordialmente gd'o

 

Amo Venexia sopra tutte le città italiane,
l'enorme patrimonio culturale, storico, pittorico, architettonico che rappresenta al mondo deve far sì che ogni governo centrale, e regionale e locale, preservino questa gemma preziosa da ogni offesa urbanistica e umana. Tutto il Veneto e il mondo devono poter dire "E' rinata la Serenissima!"
Salviamo i monumenti secolari e inimitabili del Veneto, salviamo dal mostro storico-architettonico-ecologico che se ne sta impossessando, il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle www.villadeivescovi.net
Siate Fan di Villa dei Vescovi su Facebook http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792, GRAZIE
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Commento: Benvenuto nella Rubrica di Giuliana D'Olcese
Direi di imparare l'italiano come prima cosa: "qualunqui" grida vendetta. Siete degli ignoranti senza rimedio ( e senza speranza ).
Lettera firmata

 

Esimio Orlandi
Ha ragione, e torto, allo stesso tempo. Il linguaggio corrente, quindi di conseguenza il modo e l'uso dello scrivere corrente, ma sopratutto il linguaggio mediatico, purtroppo, via via nel tempo hanno subito variazioni perfino di sintassi. (Arbasino docet). La massa dei lettori sulla diatriba "qualunqui o "qualunque", rileverebbe esattamente il contrario: "Direi di imparare l'italiano come prima cosa: "qualunque" grida vendetta. Siete degli ignoranti senza rimedio ( e senza speranza)."
E' un po' come la diatriba politica sulla Costituzione: Costituzione materiale, o Costituzione e basta? Dubbio Amletico finora irrisolto e irrisolvibile...
Ma lei, forse, ha "compresso" un certo suo livore, voleva parlare di altre cose forse? Forse di Villa dei Vescovi ?
E' un po' che la mena... Non si faccia tanta ingiustificata bile, orsù coraggio!, se no finisce che invece che su troppe 'cosucce', avrà torto marcio su tutta la linea.
Un sorriso rosa Magnifique, e un consiglio: impari a rispettare la verità, e la realtà lampante, delle cose, delle persone, della Storia.

(;-)
Risposta firmata

 

Gentile Signora D'Olcese,
mi pregio inviarle tre sentenze della Corte di Cassazione
Esercizio contestuale di cronaca e critica – Valutazione della continenza
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In tema di azione di risarcimento dei danni da diffamazione a mezzo della stampa, ferma restando la distinzione tra l'esercizio del diritto di critica (con cui si manifesta la propria opinione, la quale non può pertanto pretendersi assolutamente obiettiva e può essere esternata anche con l'uso di un linguaggio colorito e pungente, purché non leda la integrità morale del soggetto) e di quello di cronaca (che può essere esercitato purché sussista la continenza dei fatti narrati, intesa in senso sostanziale - per cui i fatti debbono corrispondere alla verità, sia pure non assoluta, ma soggettiva - e formale, con l'esposizione dei fatti in modo misurato, ovvero contenuta negli spazi strettamente necessari), qualora la narrazione di determinati fatti sia esposta insieme alle opinioni dell'autore dello scritto, in modo da costituire nel contempo esercizio di cronaca e di critica, la valutazione della continenza non può essere condotta sulla base dei soli criteri indicati, richiedendosi, invece, un bilanciamento dell'interesse individuale alla reputazione con quello alla libera manifestazione del pensiero, costituzionalmente garantita. Siffatto bilanciamento è ravvisabile nella pertinenza della critica di cui si tratta all'interesse pubblico, cioè nell'interesse dell'opinione pubblica alla conoscenza non del fatto oggetto di critica, che è presupposto dalla stessa e, quindi, fuori di essa, ma dell'interpretazione di quel fatto, interesse che costituisce, assieme alla correttezza formale (continenza), requisito per la invocabilità dell'esimente dell'esercizio del diritto di critica.
Cassazione civile , sez. III, 06 agosto 2007 , n. 17172 in Giust. civ. Mass. 2007, 7-8

 

Diritto di critica – Continenza.
In tema di diffamazione, ai fini dell'applicabilità del diritto di critica, la "continenza" delle espressioni utilizzate va apprezzata. Tenendo conto che, soprattutto per l'intervenuta influenza del mezzo televisivo sul mutamento del linguaggio, quello usato dai cittadini, dagli uomini politici, dai sindacalisti e dai cosiddetti "opinion leaders" è molto mutato nell'ultima parte del secolo scorso. L'utilizzo di un linguaggio più disinvolto, più aggressivo, meno corretto di quello in uso in precedenza riguarda ormai sia il settore dei rapporti tra i cittadini, sia quelli dei rapporti politici e della critica politica, sindacale e giudiziaria, derivandone un mutamento della sensibilità e della coscienza sociale: siffatto modo di esprimersi e di rapportarsi all'altro, infatti, se è certamente censurabile sul piano del costume, è ormai accettato (se non sopportato) dalla maggioranza dei cittadini, i quali, pur contestando non di rado l'uso di un linguaggio troppo aggressivo, stentano a credere che si debba fare ricorso in tali casi alla sanzione penale. In questa prospettiva, l'unico limite che non va superato è ravvisabile nell'esigenza di evitare l'utilizzo di espressioni e argomenti che trascendano in attacchi personali diretti a colpire, su un piano individuale, senza alcuna finalità di interesse pubblico, la figura morale del soggetto criticato: ciò che si realizza quando si utilizzano i cosiddetta "argumenta ad hominem" e la critica sfocia nell'inutile aggressione alla sfera morale altrui, dovendosi escludere, in tale evenienza, il riconoscimento dell'esimente dell'esercizio del diritto di critica.
Cassazione penale , sez. V, 05 giugno 2007 , n. 34432 in Guida al diritto 2007, 42 94

 

Cassazione: giornalista è libero nella interpretazione dei fatti. Può essere provocatorio ma non può scivolare nell'insulto
La Corte di Cassazione spezza una lancia in favore degli organi di stampa sottolineandone il ruolo cruciale di controllo nella società democratica "anche nell'informare il pubblico del funzionamento del sistema pubblico". E riconosce il valore di "esimente", alla "personale interpretazione" dei fatti data da un giornalista, anche quando ricorre "ad una certa dose di provocazione". Questo a patto che "le espressioni utilizzate non scivolino in insulti".
Il sì alla libera interpretazione dei fatti viene dalla V Sezione penale (sentenza n.40408/2009) che ha rilevato, richiamando quando affermato dalla la Corte europea dei diritti dell'uomo, come "la stampa è uno dei mezzi attraverso i quali la politica e la pubblica opinione possono verificare se i giudici assolvono le loro alte responsabilità in modo conforme alle finalità per le quali sono stati investiti". Si tratta di un ragionamento che è "doveroso estendere alla attività giornalistica riguardante ogni apparato del potere pubblico, compreso quello amministrativo in generale per la sua rilevanza e capacità di coinvolgimento degli interessi dei privati".
Sulla scorta di tale principio la Corte ha prosciolto un giornlista accusato di diffamazione perchè aveva scritto in occasione di una ispezione subita da un Istituto autonomo delle case popolari da parte di incaricati del ministero del Tesoro che "il presidente dell'Ente avrebbe invitato i dipendenti a tenere un atteggiamento di ostracismo nei riguardi degli ispettori". La procura di Palermo aveva sostenuto che quella libera interpretazione sul "comportamento ostruzionistico" fosse offensiva e meritevole di condanna.
La Corte nella parte motiva della sentenza ha affermato che "la critica che si manifesti attraverso l'esposizione di una personale interpretazione ha valore di esimente" e questo perchè "la critica costituisce attività speculativa che non può pretendersi asettica e fedele riproposizione degli accadimenti reali ma, per sua stessa natura consiste nella rappresentazione critica di questi ultimi e, dunque, in una elaborazione che conduce ad un giudizio che, in quanto tale, non può essere rigorosamente obiettivo e imparziale, siccome espressione del retroterra culturale e politico di chi lo formula".
(Data: 17/10/2009 9.47.00 - Autore: Roberto Cataldi)
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