VILLA DEI
VESCOVI FAI *il Mecenate
nell'Uovo e diffondi*INVITO Con un euro
devoluto al FAI per il restauro di Villa dei Vescovi
sei Mecenate anche tu
<<Rassegna Stampa e il mistero delle
date. Cronache - Note Storiche - Pubblicazioni. Verità su Olcese, Giuliana e Villa
dei Vescovi>>
Newsletter 24 Marzo
2007 Il
Gonfalone di Torreglia
La Villa dei Vescovi, un Monumento innalzato
su un terrapieno che domina i Colli Eeuganei, fatta erigere dal Cardinal Francesco Pisani nel XVI
secolo
in Luvigliano di Torreglia, primo bene del Nordest Italia donato al FAI Zumma e
ingrandisci l'immagine
*****
Newsletter 2004 - 2005 - 2006 -
2007 Libro del FAI, depliants, periodici, sito internet,
Newsletter del FAI: «Villa dei Vescovi donata al FAI da
Vittorio Olcese».
«Storia del FAI e donazione Olcese
Di prossima apertura sono infine Casa Necchi Campiglio, splendido monumento degli anni ’30 nel centro di Milano e destinata a diventare una casa-museo tra le più particolari in Europa, e Villa dei Vescovi, gioiello architettonico edificato nel ‘500 donato da Vittorio Olcese nel 2005 e primo bene del FAI in Veneto». *** Sabato 24 Marzo 2007 Sarebbe bello che da ciascun uovo di Pasqua dei miei lettori
venisse fuori una graditissima sorpresa. Un euro devoluto al
FAI per il restauro di Villa dei
Vescovi acquistata, poi restaurata anche con il contributo dell'Ente Ville
Venete e arredata assieme a Vittorio Olcese, mancato nel gennaio
1999, al tempo in cui la abitavamo con nostra figlia Carolina
rendendola un crocevia di cultura, di musica, di arte.
Da allora sono trascorsi tanti anni, eventi familiari ed economici si sono avvicendati nel mentre le strutture della Villa, monumento nazionale, si sono nuovamente deteriorate e la villa ha bisogno di ingenti restauri per essere salvata dall'attuale degrado e riaperta al pubblico come bene del FAI, Fondo per l'Ambiente Italiano fondato nel 1975 e presieduto da Giulia Maria Mozzoni Crespi per la salvaguardia e la salvezza del beni artistici ed ambientali nazionali. Scrive l'Amministratore culturale: «Mecenate
con un euro. Aiutateci a restaurare e ad aprire al pubblico Villa dei
Vescovi a Luvigliano di Torreglia, Padova. Tutti, grazie ad un loro
gesto, possono essere mecenati, anche con un euro. Quello che conta è la
condivisione, la personale partecipazione alla realizzazione di uno
scopo». E' così che la Villa dei Vescovi, che all'epoca del nostro
acquisto era ridotta in totale rovina, fu salvata una prima volta rendendola al
suo antico splendore e riaprendola al pubblico ridivenendo così meta di studiosi
delle architetture, critici d'arte, musica d'epoca, di artisti, scultori,
scrittori.
Questa è una delle storie dei Monumenti d'Arte salvati da privati, la storia delle identità e degli eventi entrati a pieno titolo a far parte della Storia. Non è omettendo o cancellando le opere umane, le
verità storiche, le storie personali che si cancella la Storia. La storia dei
Monumenti d'Arte, delle identità, la storia degli eventi entrati a pieno
titolo a far parte della Storia. Grazie di cuore per
l'attenzione Causale: Mecenate nell'uovo D'Olcese Restauro Vescovi. *** La Repubblica 20 ottobre
2006 pagina 41 sezione: CRONACA
Milano, il gran
galà del Fai salva la Villa dei Vescovi
«Quando la comprammo», racconta Giuliana D'Olcese che ne è stata proprietaria per ventuno anni, «era in rovina, non c'erano nemmeno i vetri». MILANO - Quattrocento commensali,
quaranta tavoli, 400.000 euro incassati solo per la partecipazione alla cena di
gala, tutti da devolvere al restauro della cinquecentesca Villa dei Vescovi di
Luvigliano di Torreglia, in provincia di Padova. Ieri sera, per una delle sue
iniziative di conservazione del patrimonio artistico, il Fai, Fondo per
l'ambiente italiano, ha scelto per una volta un' occasione mondana, di quelle
che a Milano un tempo aprivano, in autunno, la stagione dei ricevimenti.
Al restauro della Villa dei Vescovi sarà destinato anche il ricavato dell' asta battuta da Sotheby' s che si è tenuta ieri nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, sede del ricevimento. Uomini in smoking, signore in lungo, secondo il desiderio di un comitato promotore tutto al femminile, messo insieme dalla presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi. Ne fanno parte Silvia De Benedetti, che lo presiede, Stefania Alessandri, Natalia Aspesi, Elena Bazoli, Silvia Boeri, Laura Colnaghi, Emmanuelle De Benedetti, Lilli Gruber, Olivia Magnoni, Miuccia Prada, Giulia Puri e Sabina Ratti Profumo. Alla serata hanno dato la loro adesione, fra gli altri, personaggi del mondo dell' economia come Giovanni Bazoli, Carlo De Benedetti, Francesco Micheli, Alessandro Profumo e Carlo Puri Negri, della moda come Patrizio Bertelli e Mariuccia Mandelli, della cultura come Inge Feltrinelli, il giornalista Gad Lerner, l'architetto Gae Aulenti. Alcuni di loro hanno donato dei ricordi personali da battere all'asta. Asta che ha visto il battitore di Sotheby' s coadiuvato da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Un contributo è giunto dallo stesso
Comune di Milano, che ha messo a disposizione gratuitamente la Sala delle
Cariatidi. Villa dei Vescovi, costruita fra il 1535 e il 1542 per la Curia
padovana, è una delle più belle ville del Veneto. «Quando la comprammo»,
racconta Giuliana D'Olcese che ne è stata proprietaria per ventuno anni, «era in
rovina, non c'erano nemmeno i vetri». Restaurata, la Villa divenne
crocevia di artisti e intellettuali. Ora, nuovamente bisognosa di cure, tornerà
a rivivere grazie al Fondo per l'ambiente, che dal 2007 l'aprirà al pubblico.
*** La Repubblica Venerdì 20 Ottobre 2006 IL GRAN GALA' DEL FAI SALVA LA VILLA
DEI VESCOVI
Acquistata 21 anni fa da Giuliana D'Olcese, la villa è stata ceduta lo scorso anno al Fai L'evento. Il FAI Fondo italiano per l'ambiente è presieduto da Giulia Maria Mozzoni Crespi Quattrocento gli invitati. L'asta battuta da Sotheby Milano, il gran galà del Fai salva la Villa dei Vescovi Quattrocento commensali, quaranta tavoli, 400.000 euro incassati solo per la partecipazione alla cena di gala, tutti da devolvere al restauro della cinquecentesca Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia, in provincia di Padova. Ieri sera, per una delle sue iniziative di conservazione del patrimonio artistico, il Fai, Fondo per l'ambiente italiano, ha scelto per una volta un'occasione mondana, di quelle che a Milano un tempo aprivano, in autunno, la stagione dei ricevimenti. Al restauro della Villa dei Vescovi sarà destinato anche il ricavato dell'asta battuta da Sotheby's che si è tenuta ieri nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, sede del ricevimento. Uomini in smoking, signore in lungo, secondo il desiderio di un comitato promotore tutto al femminile, messo insieme dalla presidente del Fai, Giulia Maria Mozzoni Crespi. Ne fanno parte Silvia De Benedetti, che lo presiede, Stefania Alessandri, Natalia Aspesi, Elena Bazoli, Silvia Boeri, Laura Colnaghi, Emmanuelle De Benedetti, Lilli Gruber, Olivia Magnoni, Miuccia Prada, Giulia Puri e Sabina Ratti Profumo. Alla serata hanno dato la loro adesione, fra gli altri, personaggi del mondo dell'economia come Giovanni Bazoli, Carlo De Benedetti, Francesco Micheli, Alessandro Profumo e Carlo Puri Negri, della moda come Patrizio Bertelli e Mariuccia Mandelli, della cultura come Inge Feltrinelli, il giornalista Gad Lerner, l'architetto Gae Aulenti. Alcuni di loro hanno donato dei ricordi personali da battere all'asta. Asta che ha visto il battitore di Sotheby's coadiuvato da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Un contributo è giunto dallo stesso Comune di Milano, che ha
messo a disposizione gratuita mente la Sala delle Cariatidi. Villa dei Vescovi,
costruita fra il 1535 e il 1542 per la Curia padovana, è una delle più belle
ville del Veneto. Acquistata 21 anni fa
da Giuliana D'Olcese, la villa è stata ceduta lo scorso anno al
Fai. Una volta restaurata, dal
2007, verrà aperta al pubblico. FAI, a Milano un
gran galà per salvare la Villa dei Vescovi
Monumento nazionale donato al FAI da Vittorio
Olcese
LBEROREPORTER - PADOVA -
OTTOBRE 2006
Racconta Giuliana D'Olcese - che ne è stata proprietaria e l'ha curata fino al momento in cui trasferendosi a Roma ha venduto la sua metà all'ex marito Vittorio Olcese - «Quando Vittorio ed io la comprammo in proprietà proindiviso, la Villa dei Vescovi era in completa rovina, non c'erano nemmeno i vetri, poi la restaurammo, la arredammo in un sontuoso 'minimum style' e l'American National Society of Interiors Decorators Foundation conferì a me e Vittorio il Primo Premio per l'anno 1968 per il miglior restuaro nel mondo ed il miglior arredo di un Monumento d'Arte. Trecento furono gli architetti, gli interiors decorators, i presidenti e i rappresentanti della Fondazione che dagli Stati Uniti arrivarono in Italia per visitare Villa dei Vescovi e premiarci ufficialmente a Venezia all'Accademia Querini Stampalia». «Uomini in smoking, - hanno scritto le pagine di La Repubblica - signore in lungo secondo il desiderio di un comitato promotore tutto al femminile messo insieme dalla presidente del FAI, Giulia Maria Mozzoni Crespi. Ne fanno parte Silvia De Benedetti, Stefania Alessandri, Natalia Aspesi, Elena Bazoli, Silvia Boeri, Laura Colnaghi, Emmanuelle De Benedetti, Lilli Gruber, Olivia Magnoni, Miuccia Prada, Giulia Puri e Sabina Ratti Profumo. Alla serata hanno dato la loro adesione, fra gli altri, personaggi del mondo dell'economia come Giovanni Bazoli, Carlo De Benedetti, Francesco Micheli, Alessandro Profumo e Carlo Puri Negri, della moda come Patrizio Bertelli e Mariuccia Mandelli, della cultura come Inge Feltrinelli, il giornalista Gad Lerner, l'architetto Gae Aulenti. Quattrocento commensali, quaranta tavoli, 400.000 euro incassati per la partecipazione alla cena di gala da devolvere al restauro della cinquecentesca Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia, in provincia di Padova. Al restauro della Villa dei Vescovi sarà destinato anche il ricavato dell'asta di Sotheby's che si è tenuta nella stessa serata nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale, sala che il Comune di Milano ha messo a disposizione del FAI gratuitamente. Villa dei Vescovi, disegnata e costruita fra il 1535 e il 1542 da Giovanni Maria Falconetto per il Vescovo di Padova Francesco Pisani, è una delle più belle ville del Veneto. «Quando la comprammo», racconta Giuliana D'Olcese che ne è stata proprietaria e l'ha curata per ventuno anni, «era in completa rovina, non c'erano nemmeno i vetri». Acquistata, restaurata e
splendidamente arredata da Vittorio e Giuliana, la Villa, -distante un'ora dalla
Biennale d'Arte di Venezia-, divenne crocevia di collezionisti, artisti,
galleristi, intellettuali nazionali ed internazionali come Peggy Guggenheim,
Francis Bacon, Alberto Giacometti, Otto Dix, Truman Capote, Luchino Visconti e
tantissimi altri. Ora, grazie al FAI che come i due ex proprietari la riaprirà
al pubblico, la Villa tornerà a rivivere come la vivevano Vittorio, Giuliana e
Carolina Olcese. ***Finesettimana, Ottobre 2006 http://www.finesettimana.it/villa.asp?id=00073 Villa dei Vescovi A pianta quadrata, fu costruita per volontà del Nobil veneziano Alvise Cornaro, della famiglia di Caterina Cornaro Regina di Cipro, che ne commissionò il progetto architettonico a Giovanni Maria Falconetto ed al suo giovane apprendista di bottega Andrea Palladio. Per l'occasione Falconetto e Palladio si recarono a Roma e, dopo aver eseguito i rilievi architettonici delle maggiori antichità romane, progettarono il «Palazzo dei Vescovi». Qualche anno dopo è ad Andrea della Valle che fu commissionato il progetto delle imponenti scalinate e terrazze che circondano l'intero complesso monumentale, un mirabile esempio architettonico di stile rinascimentale veneto, che si distingue dalle Ville Venete per il suggestivo gioco di gradinate, terrazze, sottostanti fornici, un ninfeo e dal doppio ordine di bellissime arcate intervallate da eleganti paraste su cui poggia un fregio ornamentale del Vittoria ornato con metope, triglifi, bucrani e figure mitologiche in stucco bianco che si stagliano sul magico color rosa delle facciate in un magico effetto di luci ed ombre. La barchessa, o rustico, ha un lungo porticato ad archi comprendente uno dei tre portali timpanati che si affacciano sul brolo recintato ed arricchito da tre portali monumentali ornati con lo stemma della famiglia Pisani che immettono in una splendida area all'italiana con un antico pozzo in marmo di Verona. Il piano nobile e le splendide logge sono interamente affrescate con decorazioni floreali e paesaggi, vigneti, figure umane e scene mitologiche opera del pittore fiammingo Lambert Sustris, metà del sec. XVI. Mentre il piano terra è caratterizzato dalle volte a botte e a vela, dalle finestre dette «a bocca di lupo», e da splendide vasche da bagno e lavabi in marmi colorati di Vicenza e Verona. Gioiello architettonico edificato nel '500, la Villa dei Vescovi donata al FAI da Vittorio Olcese, fu ceduta dal Vescovo di Padova Monsignor Bortignon e acquistata e interamente restaurata da Vittorio e Giuliana Olcese con il reciproco impegno che un giorno divenisse Bene pubblico culturale e museografico. Il complesso monumentale è recentemente divenuto «Bene del FAI» Fondo per l'Ambiente Italiano. Come si raggiunge: In auto: A13 Bologna-Padova, uscita Terme Euganee, direzione Abano Terme fino a Montegrotto Terme, indicazioni per Torreglia. *** LiberoReporter - n° 6 - Ottobre 2006 -
Attualità
Come salvare un Monumento d'Arte con il
5x100 devoluto al FAI
Un Monumento FAI da te
La Villa dei Vescovi del Cardinal Francesco Pisani gioiello architettonico del XVI secolo raccontata da Giuliana D'Olcese. Storia di un acquisto, di un restauro, di un amore eterno ***** La Villa dei Vescovi, gioiello architettonico edificato nel '500
e donata al FAI da Vittorio Olcese, imprenditore, amante
delle arti, collezionista, uomo politico e Sottosegretario al Consiglio dei
Ministri nei due Governi Spadolini, fu venduta dal Vescovo di Padova
Monsignor Bortignon e acquistata in comproprietà, e interamente restaurata con
il contributo dell'Ente Ville Venete, da Vittorio e Giuliana
Olcese con il reciproco impegno che un giorno divenisse Bene pubblico.
Vittorio affidò alla moglie Giuliana la supervisione dei lavori di
restauro durati due anni, la cura, la scelta degli arredi e degli
ornamenti e la regia scenografica della Villa.
Già negli anni in cui Vittorio e Giuliana vi soggiornavano con la figlia Carolina la Villa era aperta al pubblico ed ospitava eventi pubblici, concerti, rappresentazioni teatrali, convegni letterari e mostre. La Villa era frequentata da critici d'arte come Roberto Longhi, David Carret, Franco Russoli e Giuseppe Fiocco, artisti, commediografi e scrittori come Truman Capote, Gianni Testori, Pierpaolo Pasolini, Guido Piovene ed Elio Vittorini, architetti come Ignazio Gardella e Ludovico Caccia Dominioni, scultori come Henry Moore e Alberto Giacometti, pittori come Andy Warhol, Renato Guttuso e Francis Bacon, imprenditori ed editori come Giangiacomo Feltrinelli, Valentino Bompiani, Alberto Mondadori, Carlo Caracciolo e Nino Cerruti, politici italiani e stranieri, di destra e di sinistra da Sir Desmond e Lady Diana Guinness ai repubblicani Ugo la Malfa e Giovanni Spadolini, da Gianni de Michelis a Sir Oswald Mosley - leader delle "Camicie nere" inglesi fondatore e capo della British Union of Fascists - con la leggendaria moglie, Lady Diana Mitford Mosley, scrittrice, detta da Winston Churchill «Lady Dinamite» ed editrice del Guinness of Records avendo sposato in prime nozze il miliardario Brian Walter Guinness. Lady Diana era tanto amica e ammiratrice del Führer che chiamò il suo bassotto «Svastica». E inoltre sua sorella Lady Deborah con il marito duca di
Devonshire, «il Principe nero» Valerio Junio Borghese, già Comandante della X
Flottiglia MAS e passato alla storia come autore de «il golpe
dell'Immacolata», o «il golpe Borghese», Mario Capanna leader di Lotta Continua
e i «terroristi» Toni Negri e Nanni Sabbatini fino a registi come Luchino
Visconti, Beni Montresor e Nando Scarfiotti, attori come Monica Vitti, Marcello
Mastroianni, Claudia Mori e tante altre personalità che hanno segnato le
cronache e la storia degli ultimi decenni. Qualche anno dopo è ad Andrea della Valle che fu commissionato il progetto delle imponenti scalinate e terrazze che circondano l'intero complesso monumentale e che costituiscono un mirabile esempio architettonico di stile rinascimentale veneto che si distingue dalle Ville Venete per il suggestivo gioco di gradinate, terrazze, sottostanti fornici, un ninfeo e da un doppio ordine di bellissime arcate intervallate da eleganti paraste su cui poggia un fregio ornamentale del Vittoria ornato con metope, triglifi, bucrani e figure mitologiche in stucco bianco che si stagliano sul fondo rosa delle facciate in un magico effetto di luci ed ombre. Fu nel Settecento che il cortile interno fu chiuso per creare il tradizionale salone centrale veneziano e quattro nuove stanze. La barchessa, o rustico, ha un lungo porticato ad ampi archi comprendente uno dei tre portali timpanati che si affacciano sul brolo recintato ed arricchito da tre portali monumentali ornati con lo stemma della famiglia Pisani che immettono in una splendida area all'italiana con un antico pozzo in mattoni di cotto e marmo di Verona. Il piano nobile e le splendide logge sono interamente affrescate con decorazioni floreali e paesaggi, vigneti, figure umane e scene mitologiche opera del pittore fiammingo Lambert Sustris - metà del sec. XVI - mentre il piano terra, ove si avverte la pianta originale a «pianta di Vitruvio», è caratterizzato dalle volte a botte e a vela, dalle finestre palladiane dette «a bocca di lupo», dai resti dell'antico pozzo che era posto al centro del cortile interno in marmo rosa di Verona e da splendide vasche da bagno e lavabi in marmi colorati di Vicenza alimentati da getti d'acqua zampillanti da antiche maschere cinquecentesche in terracotta a bocca di leone. La Villa dei Vescovi, assai più che una villa veneta, ricorda le architetture del Rinascimento Romano come il Palazzo di Caprarola, la Villa Lante della Rovere a Bagnaia, entrambe in provincia di Viterbo, e il Palazzo Farnese a Roma. Il complesso monumentale della Villa dei Vescovi è recentemente
divenuto "Bene del FAI" Fondo per l'Ambiente Italiano e, in
attesa di nuovi indispensabili
restauri, le visite sono sospese. La riapertura è prevista entro
il 2007.
Invito e proposta di Giuliana D'Olcese La Villa dei Vescovi, il più grande
amore artistico della mia vita, è stata per me un'occasione unica di poter
riportare agli antichi splendori una grande opera d'arte.
Un Monumento italiano, e veneto,
da salvare e tramandare ai posteri. Per
non commettere errori filologici mi applicai giorno e notte allo
studio de «I quattro Libri delle Architetture» di Andrea Palladio.
Già l'acquisto della Villa fu una vera avventura. La Villa era bene
della Chiesa perciò non alienabile ma, Monsignor Bortignon, una delle tante
vittime di «Giuffrè il banchiere di Dio», avendo perso il
patrimonio investito con Giuffrè, patrimonio mai reso con gli interessi promessigli, fu costretto
a venderla.
Con quell'investimento la Curia di
Padova sperava di donare alla città l'asilo per bambini
minorati.
E potrei raccontare delle mie visite
in Vaticano per ottenere con l'aiuto di Novello Papafava, cugino di Giulio
Sacchetti Cameriere segreto del Papa, «il rilascio» e l'uso della Villa.
Bortignon l'aveva venduta senza l'autorizzazione del Vaticano
che ci negava il benestare per entrarne in
possesso.
Da quando la Villa fu edificata come
residenza estiva del Vescovo di Padova Cardinal Francesco Pisani, sono stata la
prima donna ad abitarla facendone un vero capolavoro di atmosfere e di
regia tanto che l'Associazione degli architetti e degli interiors decorators USA
mi assegnò il premio annuale per il miglior restauro nel
mondo
consegnatomi all'Accademia Querini Stampalia, Venezia, con una
suggestiva cerimonia. Del magnifico edificio ricordo e
conosco e ricordo ciascuna pietra, mattone, ogni tubo, ogni segreto. Tra
muratori, idraulici, stuccatori, affrescatori, falegnami, maestri vetrai,
maestri del marmo e intagliatori della pietra, vi lavorarono
60 operai al giorno per due anni. Ed io
sempre la' con loro. E lei ha il grande merito di
averla salvaguardata rendendola al mondo come volemmo Vittorio ed io che,
quando la acquistammo, decidemmo di comune accordo che l'avremmo lasciata ad una
Fondazione o allo Stato perchè si conservasse per sempre. Perchè il sogno, e non
solo quello di Villa dei Vescovi, continui, si può aderire al FAI al
progetto "un Monumento FAI da te xTe" e contribuire a
salvare il patrimonio artistico dell'Italia più bella senza dover rinunciare a
destinare l'8x1000 allo Stato o alle
Confessioni religiose. Il 5x1000, infatti, non sostituisce in
alcun modo l'8x1000.
Giuliana D'Olcese quota rosa di LiberoReporter *** Newsletter
FAI 21 Marzo 2007Villa dei Vescovi Luvigliano, Padova Donazione Vittorio Olcese, 2005 La villa Edificata tra il 1529 e il 1538 su un terrapieno dei Colli Euganei, l'imponente struttura spicca sul paesaggio rurale circostante. Più che una villa con concrete funzioni agricole, si distingue per l'impianto architettonico che riprende i modelli della romanità e che testimonia una perfetta armonia tra arte e natura, ribadita all'interno dall'ampio ciclo di affreschi, di matrice raffaellesca, eseguiti tra il 1542 e il 1543 da Lamberto Sustris. La riapertura della villa è prevista entro il 2007. *** Padova da La Repubblica 2 Marzo 2007 (m.p.g.) - Autore: Erbani, Francesco Città e
territorio - Il territorio sui
giornali La Villa, che si trova nei Colli Euganei, fu acquistata da
Vittorio Olcese nel 1962 e nel 2005 Maria Teresa e Pier Paolo Olcese l'hanno
donata al Fai. Ieri è stato illustrato il progetto di restauro curato da
Christian Campanella, mentre Domenico Luciani si occuperà del riordino
paesaggistico (la villa è su un'altura, circondata da vigneti, orti e frutteti).
Finiti i lavori, il Fai vuole che l'edificio diventi un "pensatoio", un luogo
dove andare a leggere, a prendere un tè, a meditare, un po' come è sempre stato
nella sua storia. Villa dei Vescovi fu costruita fra il 1529 e il 1538 da
Giovanni Maria Falconetto. Ispiratore fu il grande umanista Alvise Cornaro,
protettore di artisti e di filosofi, che qui ospitava, e cultore di agronomia.
Cornaro e Falconetto seguirono i modelli costruttivi dell'antica Roma. I
riferimenti più diretti furono Raffaello, Baldassarre Peruzzi e Giulio Romano,
che ha pure collaborato al bugnato che decora l'esterno.
Il vero capolavoro all'interno della villa sono gli affreschi di Gualtiero Padovano e di Lamberto Sustris. L'eccellenza è raggiunta nella riproduzione dei paesaggi euganei, che danno l'illusione di far scomparire le pareti e di aprire gli ambienti della villa allo spettacolo della natura. Il restauro di Villa dei Vescovi contrasta i segnali che vorrebbero i Colli Euganei, ancora in buona parte integri, trasformati in qualcosa di simile alla marmellata edilizia di altre aree del Veneto. Ad Arquà, di fronte alla casa in cui morì Francesco Petrarca, uno sbancamento dovrebbe accogliere 20 mila metri cubi di costruzioni. La magistratura ha sequestrato il cantiere, ma ora si sente dire
che potrebbe riconsegnarlo agli immobiliaristi. Contro l'insediamento si è schierato persino il
presidente della Regione, Giancarlo Galan, che invece sostiene il progetto di un
ascensore che svuoterebbe il Colle della Rocca a Monselice con un buco largo 30
metri quadrati, dal quale sarebbero estratti e poi venduti 4.500 metri cubi di
trachite. Secondo Gianni Sandon,
del Comitato difesa dei Colli Euganei, l'ascensore serve solo a evitare
un'incantevole passeggiata verso la vetta di un colle alto 120 metri.
Novantamila metri cubi di edifici incombono invece sulle Valli Selvatiche, a
Battaglia Terme, un'area circondata da canali di bonifica del Cinquecento, e
compresa fra la Villa Selvatico, issata su una collina, e la Villa Emo,
costruita da Vincenzo Scamozzi. IL CASO. di Chiara Beria di Argentine inviata a Luvigliano di Torreglia. La Stampa Ambiente 2 Marzo 2007 Il Fai contro Prodi «Dimentica
l'ambiente». Polemica
alla festa per il restauro di Villa Vescovi
Corriere della Sera Archivio Archivio
> Restauro del Fai a Villa dei Vescovi Corriere
della Sera > Archivio storico
PADOVA Restauro del Fai a Villa dei Vescovi PADOVA - Donata al Fondo per l'ambiente italiano da Maria Teresa Olcese Valoti e Pier Paolo Olcese, la veneta Villa dei Vescovi di Luvigliano di Torreglia sarà restaurata. La villa sarà aperta nel 2008. Il recupero costerà 4 milioni di euro. Pagina 20 (2
marzo 2007) - Corriere della Sera
*** IN AIUTO DI VILLA DEI VESCOVI
Cronaca Il Gazzettino PD sabato 21 ottobre
2006 Cena e asta del Fai a Milano: arrivano 300 mila
eurodi Eleonora Bujatti
MILANO. Le opere d'arte sono di tutti, e chi le detiene ne è soltanto il custode. Questo concetto di arte condivisa è la filosofia che guida il FAI nel suo percorso di recupero di beni culturali, ma èanche lo spirito con cui lo scorso anno Maria e Pierpaolo Olcese hanno donato al Fondo per l'Ambiente Italiano la Villa dei Vescovi di Luvigliano, sui Colli Euganei. Quando negli anni Settanta, dopo essere stata per 400 anni di proprietà dei Vescovi di Padova, la villa viene acquistata dalla famiglia lombarda degli Olcese, non ha nemmeno i vetri alle finestre. Viene ristrutturata al meglio, per cercare di recuperarne l'antica bellezza. Oggi però i grandi portali, le fontane, le scalinate, i loggiati interni ed anche gli affreschi raffaelleschi che ne decorano gran parte dei saloni stanno pericolosamente decadendo, e hanno bisogno di un restauro più profondo. E molto costoso. Così, per raccogliere i fondi necessari, il FAI ha organizzato l'altra sera a Milano una cena di gala(500 euro a persona) con un'asta battuta da Sotheby's. "E' stata una festa in onore di Vittorio Olcese, il padre di Pierpaolo", spiega Marco Magnifico, amministratore delegato culturale del FAI, "e si è rivelata anche una bella occasione di riscoperta d'identità della grande società borghese". Quaranta tavoli e quattrocento commensali per un ricevimento in grande stile, tra smoking e abiti lunghi, tenutosi nella Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale a Milano. "La sala ci è stata concessa gratuitamente grazie a Vittorio Sgarbi" tiene a sottolineare Magnifico. "Onore al suo merito; i suoi funzionari volevano farci pagare un affitto di 19.000 euro, dicendo che la cena veniva organizzata per una villa sita in Veneto e non in Lombardia". Una strana declinazione del federalismo applicato al patrimonio artistico italiano. Alla cena, come si dice, c'erano tutti - e chi non c'era ha dato comunque la sua adesione. All'asta, battuta, oltre che da Sotheby's, anche dalla coppia Fabio Fazio-Luciana Littizzetto, trenta oggetti personali messi a disposizione da generosi donatori: tra gli altri, un libro d'artista con sessanta incisioni di Minimo Paladino, un'antica fibbia Fabergè di Silvia De Benedetti, un anello di Vannozza Guicciardini, un abito da sera di Alberta Ferretti, un buono acquisto di 3.000 euro presso Miuccia Prada, un'auto Fiat e una settimana per due alle Barbados. Il ricavato totale della serata ammonta a quasi 300.000 euro. "I soldi verranno ovviamente investiti per il recupero della Villa", assicura Magnifico, "così che nel 2008 possa essere aperta al pubblico, secondo quello che Pierpaolo Olcese ha dichiarato essere il desiderio di papà Vittorio". Villa dei Vescovi è la prima villa veneta affidata al FAI. "Siamo molto contenti di poter restaurare e aprire alle visite un prototipo così importante e significativo di villa prepalladiana, così bella e meravigliosamente inserita nel dolce paesaggio dei colli. Ci auguriamo che presto anche qualche veneto decida di seguire le orme degli Olcese". Ville dei Colli Euganei - Ville dell'alto Brenta - Ville dell'alto Polesine - Ville del Bacchiglione - Ville della bassa padovana - Ville del basso Sile Ville
nei dintorni di Vicenza -
Ville
della Marca Trevigiana - Ville
dei Monti Berici - Ville
della Riviera del Brenta - Ville della Val
d'Astico - Val
d'Agno
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