VILLA DEI VESCOVI

 Giuliana D'Olcese
«L'ennesima arroganza e l'arbitrio di
Ilaria Buitoni Borletti, Presidente del FAI,
e di Marco Magnifico suo degno vice esecutivo»
Clamorose e continue le gaffe dei goffi arroganti vertici del FAI
Giuliana D'Olcese è più di un nome e cognome, è un marchio, un brevetto

 

Luglio 2011
Un destino cinico e baro insegue e perseguita la Presidente del FAI Ilaria Buitoni Borletti, e il suo vice Marco Magnifico, o una fatale irrefrenabile compulsione a dichiarare indicibili fandonie, fare una dopo l'altra gaffes plateali e ripetuti quanto arroganti ignoranti arbitri, è quella che spinge nel baratro delle meritate smentite la goffa sussiegosa non veritiera Presidente del FAI ed il suo degno vice presidente esecutivo?
L'ultimissimo arrogante arbitrio del FAI e dei suoi vertici? Eccolo: Permettersi di mutilare il cognome di una loro socia ed adottante di una stanza di Villa dei Vescovi. Inaudito per un'associazione arrogarsi la funzione di un Tribunale, di un Magistrato, di un Giudice?
Eppure con me si è verificato anche questo: il FAI, che da furbetto quale dimostra di essere, ha taciuto durante ben due anni ogni tipo di obiezione o richiesta di spiegazione, e ha taciuto finchè ha incassato l'ultima rata della cifra per l'adozione del 'Salone di Ricevimento', ha cancellato sulla targa da me dedicata parte integrante del mio cognome.
Infatti, da Giuliana D'Olcese de Cesare, il FAI ha cancellato D'Olcese, attribuendo la targa a Giuliana de Cesare.
Il testo della targa, decisa con e approvata ben oltre due anni orsono dall'ex Presidente Giulia Maria Mozzoni Crespi - conservo le lettere scambiate tra noi - e lo stesso testo inviato all'Ufficio Adozioni - lettere che conservo anch'esse - è qua in calce.
Non solo: il mio cognome è stato mutilato, quindi adulterato, anche sui tabelloni affissi nel sottoportico dell'ingresso principale della villa: tabelloni con impressi i nomi e i cognomi dei benemeriti adottanti delle stanze e di quanti hanno beneficiato il FAI per i restauri di Villa dei Vescovi.
Visto e considerato di cosa è capace di architettare l'arroganza del FAI, l'ignoranza dei fatti, la mancanza di informazione, il non rispetto delle persone, colgo l'occasione per pubblicare il marchio Giuliana D'Olcese. Marchio della Camera di Commercio di Roma.
Il marchio, per chi lo ignora - non certamente il FAI - è più che un nome e cognome: il marchio Giuliana D'Olcese è come un brevetto.
Segnalo, con ripetuto gusto, che allorquando l'avvocato del FAI mi scrisse
«Per quanto riguarda l'aspetto relativo al Suo cognome, sono d'accordo con Lei che nessuno può alterare ciò che risulta in pubblici Registri che tutelano la personalità. Ci faccia avere un documento ufficiale da cui risulti il Suo diritto a usare l'appellativo "D'Olcese" e non dubiti che il FAI non avrà alcuna difficoltà ad inserirlo in tutte le comunicazioni che La riguardano», trovai la richiesta - richiesta che solo la Polizia e alcuni Uffici Pubblici hanno il diritto di avanzare - talmente abnorme, illegittima, ridicola, grottesca, che risposi un deciso niet riservandomi che qualora il FAI avesse cancellato il mio legittimo cognome D'Olcese, e non lo avesse riprodotto sulla targa, sulla guida storica cartacea e online di Villa dei Vescovi, e su quant'altre pubblicazioni, avrei reso pubblica l'ennesima "malefatta" del FAI seguita dall'immagine del marchio.
Ma, nel FAI, da Giugno tutto tace. Il che, nei confronti di tali "personaggi", consente l'abbandono di ogni attenzione, di ogni sorta di signorilità.
    Giuliana D'Olcese
Sent: Tuesday, May 26, 2009 8:22 PM
Subject:
TARGA

Giuliana D'Olcese de Cesare
in ricordo dei genitori Anna e Sergio
e di Raffaele de Cesare storico, giornalista, e tra i fondatori del Corriere della Sera, deputato e senatore del Regno Unito d'Italia

 

Un eletto, un rappresentante delle istituzioni, quindi un politico, non può ignorare il cosìdetto "effetto a caduta" che il suo repentino passare al "nemico" - il "salto della quaglia" - metterà in moto. Anzi, tradendo ciò che aveva strenuamente difeso fino al momento prima, è ben conscio del risultato che otterrà.
Risultato che offrirà sull'altare di chi ne ha comprato i favori. Per un boccon di pane, per un piatto di lenticchie.
Con "l'Affaire Villa dei Vescovi", e il FAI, abbiamo visto anche questo... Ma c'è sempre un quid, una nemesi storica che svela l'imponderabile, mette a nudo la verità. L'inconfessabile. Questa volta a salvare dal sicuro scempio il brolo di Villa dei Vescovi è stata la scoperta inconfutabile de "La Gran Carta del Padovano"
.
http://www.villadeivescovi.net/gran_carta_padovano.htm
http://www.villadeivescovi.net/villa_dei_vescovi_retroscena.htm

 

 

VILLA DEI VESCOVI

Giuliana D'Olcese già proprietaria, con Vittorio Olcese, di Villa dei Vescovi
ha adottato il 'Salone di ricevimento' già
«Sala da pranzo delle Lanterne»
Giovanni Maria Falconetto XVI Secolo

 

 

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