VILLA DEI VESCOVI

Ecco il Retroscena
e volano gli stracci tra Istituzioni e FAI
Una domanda al Ministro Galan

Nella lunga quanto estenuante fumosa incredibile storia dei "restauri" del FAI di Villa dei Vescovi, andata avanti a singhiozzo durante sei anni, e tuttora non conclusa nonostante il contributo di un miliardo erogato al FAI da ARCUS per intercessione dell'assessore al Comune di Padova, Andrea Colasio, mai se ne erano viste tante, e di tutti i colori, come con «l'Affaire Villa dei Vescovi».
E mai se ne erano sentite, scritte e riportate dalle cronache di giornali e Tv venete come le invenzioni e le balle colossali spacciate a mezzo stampa dal «Vicepresidente Esecutivo del FAI Marco Magnifico Portavoce e facente funzione di Capo Ufficio Stampa FAI».
Ma per un imperscrutabile destino la verità, qualche volta, si rivolta contro chi l'ha manipolata per suo tornaconto, giocando - la verità - scherzi crudeli quanto imprevedibili, insospettati.
E' il "caso", infatti, dell'unica verità dichiarata dal Magnifico cacciaballe sui permessi chiesti dal FAI, il progetto un autentico scempio, prima per la pavimentazione totale, poi per 300 mq del brolo o «corte esterna» o «corte d'onore» rinascimentale di Andrea da Valle.
Permessi prima supervisionati dal Comitato di Settore del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali che ha espresso parere favorevole(!), poi concessi al FAI dalla Sovraintendenza e dalla Direzione Regionale Generale del Veneto Orientale - Sabina Ferrari e Ugo Soragni - che come sempre ci leggono, siamo leali -.
Permessi già concessi che però, con la documentazione fornita da Maria Letizia Panajotti Presidente Italia Nostra Padova, La Gran Carta del Padovano di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni edita nel 1780, hanno subito l'imprevisto quanto inesorabile destino - e il conseguente discredito abbattutosi su tutti - che permessi, attori, comprimari, comparse, sodali e servi dell'«Affaire Villa dei Vescovi» meritavano. E un tornado, un turbine, un ciclone di fulmini e saette s'è scatenato tra istituzioni & il FAI. Un fiume in piena, un Niagara le parole grosse - grosse si fa per dire - corse tra Super Funzionari, Funzionari mezzani, Super Esperti, Esperti mezzani e il FAI.
L'unica istituzione, la sola Presidenza uscita indenne, non travolta e stritolata dal massimo discredito e dal Niagara di male parole?
Italia Nostra che a un ricevimento ufficiale, tra una tartina marca Buitoni e un'oliva sarda, giustamente, s'è divorata l'intero FAI: la Presidenza, la Presidenza Onoraria, il vice presidente Magnifico, e Domenico Luciani l'architetto designato allo scampato scempio dell'opera di Andrea da Valle.
Il Magnifico cacciaballe, nel solo momento di mezza verità dell'«Affaire Villa dei Vescovi», con il dichiarare «La Sovraintendenza ha dato tutti i permessi richiesti» per una volta aveva detto la verità, ma con l'aggiungere «solo che ci abbiamo ripensato», la menzogna.
Qual'è la verità o la mezza verità allora?
La verità è che «La Sopraintendenza del Veneto Orientale, Ugo Soragni & Sabina Ferrari, ha dato tutti i permessi richiesti» come si legge anche sul Mattino di Padova che aggiunge: «Il precedente permesso era comunque stato approvato, sia dalla Soprintendenza che dal Consiglio superiore dei Beni Culturali. Proceduralmente, il Fai era in una botte di ferro».
Quindi non è certamente il FAI ad aver rinunciato a realizzare i permessi ottenuti, ma sono la Sopraintendente Sabina Ferrari e il Direttore Regionale del Veneto Orientale, Ugo Soragni, e dintorni, che alla vista della Gran Carta del Padovano, precipitevolissimevolmente hanno dovuto rimangiarsi e ritirare bagatte, bagattelle, burattini e i permessi esecutivi già dati.
Questo è il Retroscena che le cronache di giornali e Tv venete hanno nascosto. Perchè?
Per servilismo nei confronti del FAI nel cui CdA siedono Bazoli e membri del Gruppo De Benedetti. Praticamente la stampa italiana.
Una domanda al Ministro Galan si impone: Al suo Ministero con quale metodo di lavoro procedono? Non dico il FAI che in lungo e in largo inciampa in strafalcioni storico-culturali, ma come la mettiamo con i Super Funzionari del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali con il compito di tutelare i Monumenti Storici, quindi documentandosi?
Certo è che la Gran Carta del Padovano non è che bisognava spingersi a cercarla nelle Antille o nei mari della Malaisja infestati dai tigrotti di Mompracem, Sandokan, il flemmatico Yanez, da Kammamuri e Tremal Naick: la Gran Carta del Padovano, per merito del lavoro scrupoloso e attento di Titti Panajotti, è sbucata dagli archivi storici della nostrana Biblioteca Civica di Padova(!)
Colgo l'occasione per ricordare ai vertici FAI che Sabato 16 Aprile 2011 abbiamo richiesto rettifiche e pubbliche scuse dovute dal FAI e da Magnifico, al Professor Patrizio Giulini, e a me, per il discredito diffuso a mezzo stampa con le dichiarazioni di stampo insultante rese dal vice presidente, e portavoce del FAI, Marco Magnifico. Scuse e rettifiche che, pur avendo noi atteso "tempi supplementari" amplissimi, non sono arrivate.
Quindi, come da avviso inviato, e ricevuto, rendiamo pubblico "il Retroscena".
Inoltre su Magnifico ribadiamo la necessità di dimissioni da tutte le cariche conferitegli dal FAI.
http://www.villadeivescovi.net/gran_carta_padovano.htm
Cordialmente,
Giuliana D'Olcese de Cesare

VILLA DEI VESCOVI

*Il Retroscena Ferrari Fai brolo (brolo o Corte d'onore) ?
Verrà diffuso, forse, nei prossimi giorni. E, come sempre, con prove certe
Noi lo conosciamo, voi?

E' buona norma di vita, d'onore e di intelligente generosità - oltre che tra signori - concedere allo sconfitto l'onore delle armi, quando lo sconfitto, però, sicuro di fare fesso il mondo intero, non perseveri nell'arrogante sicumera del dare dichiarazioni di stampo insultante, e testicolar-primitivo, agli organi d'informazione contro in vincitore.
Questa legittima considerazione, comme d'abitude, sorge spontanea dopo l'attenta esilarante lettura delle dichiarazioni del vicepresidente del FAI Marco Magnifico & dell'architetto Domenico Luciani apparse ieri, 14 Aprile, sulle cronache de iI Mattino e del Gazzettino di Padova in merito ai permessi avuti  poi non avuti, sembra di capire, dalla Sovraintendenza per il Veneto Orientale per lo stravolgimento e la realizzazione dell'antistorico nefando progetto di pavimentazione in pietre di trachite di 300 metri quadrati del brolo, o ('corte d'onore'...), rinascimentale di Andrea da Valle a Villa dei Vescovi.
Giuliana D'Olcese de Cesare
che ha visto premiare la buona abitudine di non raccontar balle bensì fornire ad ogni occasione le prove certe di quanto sostenuto durante oltre un anno. Tutto ciò, però, non permette di abbassare la guardia: on sais jamais a cosa possa arrivare la nefasta combinazione tra politica & smodati interessi finanziari tutti pronti, perfino, a sacrificare e stravolgere l'integrità storico-architettonica di un Monumento Storico della Serenissima Repubblica Veneta qual'è Villa dei Vescovi.
Questa gente non è certo la Signoria dei Carraresi, ne' una dinastia d'arte.
http://rassegnastampa.diocesipadova.it/rassegna/2011/04/14/la-breve-signoria-dei-carraresi-una-dinastia-d-arte

 

 VILLA DEI VESCOVI

 "Ammonimenti deliranti della Dr-Rg-Ven?"
Rischio Rodotà
L'effetto diffida FAI-DLA PIPER? Un boomerang per il FAI
Legambiente Padova News
L'AUDITORIUM? LA BATTAGLIA DI PADOVA
DUE LETTERE DI ROMANO PRODI

 Roma, Sabato 11 Marzo 2011 6:47 PM
a Esperti del Diritto, a Presidenze Beni Culturali e Ambientali nazionali, a Sopraintendenza e Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, a Presidenze e istituzioni regionali, provinciali, comunali, a Presidenze Commissioni cultura provincia e comune Padova, a Assessorato cultura comune Padova, a Presidenza Italia Nostra Padova, a Professor Patrizio Giulini, a consiglieri comune Padova.

"Minacce deliranti" (così definite da stimati esperti del Diritto) della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, Direttore Regionale Ugo Soragni.
Ricevo oggi, via poste italiane, una 'missiva', (vedi icona) a firma Ugo Soragni Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, nella quale 'missiva' lamenta il contenuto della mia mail (in calce) dell'11 Febbraio 2011 e mi scrive:
(...). "Come Direttore regionale del Veneto, Le esprimo tutto il mio biasimo per tale iniziativa, (la mail allegata in calce,ndr) alle cui origini starebbe il convincimento (?ndr) che il predetto Sopraintendente (Sabina Ferrari,ndr) non avrebbe svolto adeguatamente le sue funzioni (quali funzioni?ndr) nel caso della Villa in questione".
(...). "Detta comunicazione - così l'inizio della 'missiva' - consiste in un assemblaggio di documenti (documenti?,ndr), in massima parte tratti da riflessi di stampa, dal quale emerge con chiarezza l'intendimento di ledere il prestigio del Sopraintendente arch.Sabina Ferrari, in capo al quale si vorrebbe ravvisare comportamenti contraddittori e stravaganti.
Nel mentre le comunico di avere chiesto all'arch.Ferrari di valutare l'opportunità di un'azione legale nei Suoi confronti, debbo rammentarLe che la difesa dei propri interessi (propri interessi?!,ndr) e il sostegno dei propri convincimenti (propri convincimenti?,ndr) non passano attraverso la diffamazione (diffamazione?ndr) dei propri interlocutori. La sua condotta è testimonianza, purtroppo attualissima, (...).
Ritengo la sua condotta tanto più censurabile (...)."
Ugo SORAGNI

Egregie Istituzioni, Esimio Soragni Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto,
da cittadina italiana, desidero solamente, ancora una volta, difendere iI buon nome delle Istituzioni del nostro Paese. Quindi, rispondo alla 'missiva' con le pochissime parole necessarie, e sufficienti, a far notare che nulla di quanto riportato sulla mail in questione - mail contestata dal Soragni tanto da minacciare azioni legali nei miei esclusivi confronti - è frutto di mie opinioni, cronache, o articoli diffusi o pubblicati su organi d'informazione, bensì delle opinioni di notissimi critici d'arte, e delle cronache di quotidiani come La Repubblica non solo, ma di numerosi siti internet e blog. Sic.
Mentre alla mia tastiera è attribuibile, esclusivamente, il titolo dell'email. Titolo che, come è evidente a tutti, conclude con un punto interrogativo.
Conclusione logica:
La Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Veneto, ed il suo Direttore Soragni Ugo, inizino a "valutare l'opportunità di un'azione legale" con il denunciare per diffamazione il Parlamentare Pierantonio Zanettin, autore dell'interrogazione al Senato della Repubblica, l'ex Sindaco di Bologna, ora Parlamentare Europeo, Sergio Cofferati, Andrea Emiliani, ex soprintendente cittadino (di Bologna) ora membro del Consiglio superiore delle Belle Arti, i critici d'arte Vittorio Sgarbi, Philipphe Daverio, esperti e critici di varie discipline, Legambiente Padova, il quotidiano La Repubblica, siti internet e blog.
Commento:
Come ampiamente dimostrabile, in Italia, è sufficiente sedere su una carega o su uno strapuntino per dispensare "ammonimenti" a destra e a sinistra ;-
Giuliana D'Olcese de Cesare
saluta cordialmente e acclude i destinatari, la Sovraintende Sabina Ferrari in testa, e l'e-mail dell'11 Febbraio 2011

----- Original Message -----
From: *Giuliana D'Olcese
To: Sabina Ferrari benicult.it ; Rumele.it ; Giovannicarbonara.it ; Urp.it ; Sbap-vebpt.it ; Dr-ven.it ; Direzionebenicultura.it
Cc: Avv.menorello.it ; Infomenorello.it ; Presidenteprovinciapadova.it ; Padovaitalianostra.it ; Titti Panajotti.it ; Pisanig.comunepadova.it ; Giuliano.pisani.it ;   Colasioacomunepadova.it ; ProfessorPatrizioGiulini.it ; Vittoriodalpiazunipd.it ; Antonioalbuziounipd.it ; Rallogi.it ; Elisabettafrigerioprovinciapadova.it ;
Infowebdesigns.it
Sent: Friday, February 11, 2011 1:29 AM
Subject: Sabina Ferrari

Sabina Ferrari Sopraintendente per i Beni ambientali ed architettonici del Veneto Orientale

Bologna 2007. La Sovrintendente Sabina Ferrari:
NO al palco mobile stagionale in Piazza Verdi a Bologna.

Padova 2011: SI' al FAI e al palco fisso in cemento e trachite
nella rinascimentale Villa dei Vescovi?

BOLOGNA Emiliani attacca la sovrintendente Il palco in piazza Verdi era ok il ministero apra un'inchiesta
FRANCESCA PARISINI La Repubblica, 07-04-07, BOLOGNA

'Si tratta di ripulire una zona che dal 1970 versa in gravi condizioni' 'Quel progetto era ottimo'. E la Ferrari boccia il mercatino bio in piazza Maggiore.
«Che il Ministero apra un'inchiesta. Non voglio fare quello che dà le bacchettate, ma sono convinto che quello fosse un buon progetto per piazza Verdi, per cui è necessario trovare una soluzione sollecita». Andrea Emiliani, ex soprintendente cittadino ed ora membro del Consiglio superiore delle Belle Arti, invoca l'intervento di Roma contro la decisione di Sabina Ferrari, soprintendente ai beni architettonici della città, che ha detto no al progetto di un palco per la musica e il teatro che da giugno a settembre il Comunale avrebbe allestito in piazza Verdi. (...), mentre è stata data una licenza a Mc Donald's che impedisce di fatto il passaggio dei cittadini.
continua >>  http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getarticle&id=29371
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«A questo punto, che la sovrintendente decida il tipo di cappello che le persone devono portare in testa per non entrare in conflitto con la linea di orizzonte dei tetti».

Gli storici dell'arte bocciano l'idea della sovrintendenza di vietare gli ombrelloni dei bar per non deturpare il paesaggio urbano. Con l'arma dell'ironia due grandi nomi della critica d'arte, Philippe Daverio e Vittorio Sgarbi, .... >
continua >>  http://bologna.repubblica.it/dettaglio/gia-che-ce-la-ferrari-decida-che-cappello-dobbiamo-mettere/1404188
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BOLOGNA Scontro Comune Sopraintendenza
continua >>  http://bologna.repubblica.it/dettaglio/scontro-comune-soprintendenza/1359576
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In un suo comunicato Legambiente Padova annuncia che presenterà ricorso alla Soprintendente per i Beni ambientali ed architettonici del Veneto Orientale, Sabina Ferrari, affinché blocchi le opere che la società Immobiliare Prato della Valle s.r.l. intende costruire nell’area di Piazza Rabin e di Prato della Valle. Il progetto prevede la costruzione – oltre al recupero funzionale dell’Avancorpo dell’ex Foro Boario – di un parcheggio interrato sottostante la piazza, che comporterà  anche la realizzazione di una grande rotatoria davanti a Santa Giustina. Nel ricorso Legambiente invita la Soprintendenza a tutelare le condizioni di ambiente e di decoro del complesso monumentale costituito dal Prato della Valle e dalla chiesa di Santa Giustina, così come previsto nel decreto di vincolo n. 00032814/23 dell’8 settembre 1956. Secondo Legambiente, oltre a violare il vincolo, gli interventi in programma mettono a repentaglio l’unitarietà del sistema Prato della Valle, che comprende la piazza monumentale, Santa Giustina e l’area dell’ex Foro Boario (estesa fino alle mura cinquecentesche ed alla Breccia di Santa Giustina) e contrastano con l’obiettivo dichiarato di operare per la sua riqualificazione urbanistica.
continua >>  http://www.dgtvonline.com/2010/07/padova-ex-foro-boario-legambiente-annuncia-ricorso
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Atto Senato
Interrogazione a risposta orale (PIERANTONIO ZANETTIN ) 3-00255
2006-11-16
. giovedì 16 novembre 2006 nella seduta n.075
ZANETTIN - Al Ministro per i beni e le attività culturali - Premesso che:
consta all'interrogante che la Soprintendenza di Verona per i beni architettonici e del paesaggio, attualmente retta dal dirigente ad interim arch. Sabina Ferrari, sta respingendo ai Comuni, ai sensi dell'art. 146 del decreto legislativo 42/2004 e al decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 12 dicembre 2005, le pratiche prive di una relazione paesaggistica, nonostante le stesse siano state depositate agli uffici comunali prima dell'entrata in vigore della norma (1° agosto 2006); tale orientamento sta creando un diffuso disorientamento presso le pubbliche amministrazioni interessate, in considerazione del fatto che, ad esempio, la Soprintendenza di Venezia continua ad adottare un'interpretazione assolutamente difforme, si chiede di sapere: se corrispondano al vero le notizie sopra citate;
nell'eventualità di una risposta positiva, quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare per evitare così eclatanti ed imbarazzanti disparità di trattamento e di interpretazione tra gli uffici periferici dello stesso dicastero.
(3-00255)
continua >>  http://www.patrimoniosos.it/rsol.php?op=getlaw&id=875

AMBIENTE
Legambiente Padova News

 Ambiente

 Mobilitazione per salvare il verde nella zona del parco Iris

Sono già più di 1.000 i cittadini che in pochi giorni hanno firmato la petizione contro la nuova ondata di cemento prevista dal Comune, che intende costruire circa 100 nuovi appartamenti nell'ultima grande area verde della città nonostante il forte rischio di allagamenti    Continua...

Una petizione per salvare l'area verde in zona Parco Iris, minacciata da un progetto di costruzione di altri 100 appartamenti circa nonostante i recenti e gravi allagamenti che hanno colpito la zona. E' questa la nuova iniziativa del Comitato Iris, promossa assieme al Comitato StopAllagamenti - che raccoglie adesioni tra i cittadini danneggiati dalle piogge di settembre 2009 e maggio 2010 - Legambiente, ass. Alvise Cornaro, Amissi del Piovego e il WWF. Il titolo della raccolta firme recita: "NO a nuovo cemento nell'area verde in zona Parco Iris. SI ad un vero grande parco urbano contro gli allagamenti". Un messaggio chiaro che in due settimane ha già raccolto le prime 1.000 sottoscrizioni, indirizzato all'Amministrazione comunale, ai consiglieri di Quartiere e al Consorzio di Bonifica Bacchiglione. Siamo molto soddisfatti della partecipazione dei cittadini a questa iniziativa e d'altronde stiamo chiedendo al Comune un'azione il cui buon senso è sotto gli occhi di tutti: salvare quest'area verde di pregio, ultima rimasta all'interno della città urbanizzata e già molto sofferente sia per il rischio di allagamenti che per la viabilità. Per farlo è sufficiente spostare la nuova cubatura concessa ai privati, permettendo loro di costruire nei terreni di proprietà comunale in zone non a rischio idraulico dove è già previsto lo sviluppo del sistema insediativo (tanto che il Comune ha già cominciato a venderne una parte per renderli edificabili).

E' un'operazione che si può fare, con o senza il consenso delle società private proprietarie dei terreni in questione ma è sopratutto una richiesta che ribadisce ciò che è stato detto oramai già da diversi anni dai Laboratori partecipati coi cittadini nei Quartieri 3 e 4. Se chi ci amministra se ne è dimenticato, con questa raccolta di firme vogliamo dimostrare che sono in molti a non essersene affatto dimenticati, anzi. Qui si è già costruito fin troppo ed è ora di finirla, punto e basta.

Qui trovate la pagina per firmare, anche online, e leggere il testo completo della petizione. Fulvio Di Vittorio - Coordinatore Comitato Iris

 

 Cemento che ride

 In piazza contro la cementificazione! L’Adriatico ridisegna il Veneto

I Comitati Ambiente e Territorio della riviera del Brenta organizzano sabato 12 marzo a Dolo una manifestazione contro la cementificazione (scarica qui il volantino). Su questo tema, perché non usare le vie d’acqua? È quanto si chiede Carlo Crotti analizzando gli scenari che il nuovo porto offshore di Malamocco può aprire     Continua...

 

A prima vista temi come: il terminal a Dogaletto, la TAV tra Venezia e Portogruaro, la Nuova Romea e la camionabile sull’idrovia, possono apparire distinti e distanti, ma in realtà non lo sono. In comune hanno l’idea di accentrare sul porto lagunare le vie di comunicazione, ferroviarie e stradali. Chi a vari livelli amministrativi la sostiene, pare non rendersi conto di quanto il Terminal off Shore (TOS) al largo di Malamocco abbia cambiato le prospettive, dal momento che è qui il punto focale dell’interfaccia mare-terra, non Marghera o i moli di S. Marta. Le nostre domande sono: perchè trasportare merci e containers via terra fino a Marghera, quando possiamo raggiungere dal TOS con battelli fluvio-marittimi qualsiasi scalo portuale compreso tra Ancona a Monfalcone? Perché non immaginare città dell’interno della valle padana collegate all’Adriatico, qualora venisse reso navigabile il Po? Già oggi 4-5 battelli fluviali, spostandosi lungo il Canale di Valle (Chioggia) raggiungono il Fissero Tartaro Canal Bianco e arrivano a Mantova provenienti da Venezia, togliendo dalle strade in un anno 17.000 viaggi su camion.

Se un battello, partendo dal TOS e viaggiando lungo costa, può raggiungere Monfalcone o Ravenna, a che serve discutere quale tracciato far fare alla TAV e alla Nuova Romea? Perché non usare le vie d’acqua, senza ferire a morte un territorio? L’Adriatico può riconfigurare il Veneto! A nostro avviso quelle due opere sono ormai fuori mercato. Se pensiamo ai costi e ai tempi necessari per la TAV - il Corridoio 5 nel suo percorso italiano - sarà di fatto una infrastruttura superata, quando sarà stata completata. A Nord delle Alpi è in fase molto più avanzata un collegamento Alta Capacità, che partendo da Lione collega Digione, Stoccarda, Monaco, Vienna, Budapest. I ritardi accumulati nel nostro Paese ci hanno messo fuori mercato. La nostra Confindustria, il Governo nazionale e quello regionale ne prendano atto.     Molto meglio sarebbe se dedicassimo quei soldi per costruire il Corridoio 28 (Monfalcone, Vienna, Praga, Varsavia, Riga), che incrocia il “nuovo corridoio 5” nella capitale austriaca. Del resto anche la TAC Rotterdam-Genova, già in costruzione, toglie senso e motivazioni al passaggio in Italia del principale Corridoio europeo Est-Ovest.

Il TOS, qualora fosse collegato con battelli a Monfalcone, non solo renderebbe la TAV veneziana, qualunque fosse il suo tracciato, un inutile spreco di risorse e di territorio, ma risparmierebbe le spese per il dragaggio del porto in provincia di Gorizia. Opera indispensabile all’attracco delle grandi navi. Lo stesso ragionamento sul rapporto mare-terra vale anche per il tratto autostradale della N. Romea fino a Ravenna. Qualunque scalo della riviera romagnola, capace di ricevere battelli che pescano 3,5-4 mt, potrebbe essere valorizzato (da Porto Levante a Ravenna….). La trasposizione di queste idee in linguaggio politico-amministrativo, consiglia caldamente che venga aggiornato il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento, ovvero il testo base della programmazione del Veneto per i prossimi due decenni). Il testo già adottato dalla Giunta Galan nel 2009, è chiaramente datato ed eccentrico rispetto alla situazione infrastrutturale creata dal TOS.

Il TOS riconfigura le nostre infrastrutture e quindi le nostre priorità. Se gli verrà permesso di distribuire i containers su più scali, quasi fosse il cardine di un “porto diffuso”, allora diventerà davvero competitivo rispetto a molti altri porti. Nazionali ed esteri. Se invece dovesse concentrare i suoi containers a Dogaletto, lasciandoli fermi su quel piazzale per 3-4 settimane in attesa di un qualunque mezzo di trasporto - come accade a G. Tauro - allora avremo sprecato tempo, denaro, occasioni di sviluppo e la creazione di nuova occupazione su larga scala. La mia Associazione suggerirà nei prossimi giorni a tutti i Comitati che si oppongono a vario titolo alla TAV, alla N. Romea e alla Camionale (vedi qui i motivi dei no alle varie grandi opere che cementificano la riviera - manifestazione a Dolo sabato 12 marzo) questa prospettiva infrastrutturale, come pure la richiesta alla Regione per l’integrale revisione del PTRC.
Carlo Crotti, Presidente Ass.
Salvaguardia idraulica del territorio padovano e veneziano

VILLA DEI VESCOVI

L'AUDITORIUM? LA BATTAGLIA DI PADOVA
Intervista a Giuliano Pisani Presidente Commissione Cultura Comune di Padova

Lunedì, 5 Luglio 2010 - Ore 19:34

http://www.villadeivescovi.net/auditorium_Padova.htm

 

 VILLA DEI VESCOVI
IL BROLO NEL VENETO E NEL LAZIO
dal Rinascimento ai nostri giorni
Andrea da Valle 1567-1579

villa dei vescovi il brolo

 

IL BROLO NEL VENETO

IL BROLO NEL LAZIO
Brolo pensile
Palazzo Farnese a Caprarola 1559-1575

Villa Lante a Bagnaia

 

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