VILLA DEI VESCOVI

Il sinistro ... ( parole rimosse a seguito di diffida Fai » )

 "Villa dei Vescovi non l'abbiamo salvata per farla distruggere"
"Tradito il sondaggio del FAI" dichiara Giuliana D'Olcese de Cesare in un'intervista
Quale il fine di tanta violenta impropria mutazione
del brolo Rinascimentale di Villa dei Vescovi?
Cancellare il grande Andrea da Valle e appiccicarci su la sua firma per sempre?
Cronache passate e recenti, e buonsenso, suggeriscono un sì. Leggi tutto

 

 

Il restauro di Vittorio e Giuliana Olcese
"Villa dei Vescovi non l'abbiamo salvata per farla distruggere"
"Tradito il sondaggio del FAI" dichiara Giuliana D'Olcese de Cesare in un'intervista

 

Brolo dal 1567-1579 al 1962-2009
Giovanni Maria Falconetto * Andrea da Valle XVI Secolo

Ma dal 28 aprile 2007 in avanti, chi della Sopraintendenza di Padova ha dato i nuovi permessi?
Chi ha autorizzato la distruzione del brolo Rinascimentale di Villa dei Vescovi ?
Chi nel FAI e nel Comitato scientifico ha scavalcato i "buoni propositi"
tanto da osare l'inosabile distruggendo il brolo di Andrea da Valle per pavimentarlo in pietre di trachite e
offrirle ai soci in cambio di 200 euro ciascuna?

 

Guarda Fotogallery: Il brolo veneto

Stralci da Il Mattino di Padova. Scriveva Il Mattino di Padova Sabato 28 aprile 2007, poi l'8 Gennaio 2009

 

VENETO TORREGLIA - Villa dei Vescovi, museo vivente Documenterà il «vivere in villa»
Renato Malaman

Il Mattino di Padova 08/01/2009

TORREGLIA.(...). Stiamo parlando del restauro di Villa dei Vescovi di Luvigliano, uno dei più importanti monumenti dell’area collinare euganea, ritenuto il capolavoro dell’architetto Giovanni Maria Falconetto. Un dono di Olcese. Villa che la famiglia Olcese ha donato al Fai qualche anno dopo la scomparsa di Vittorio Olcese, industriale tessile lombardo, ex deputato repubblicano e sottosegretario del Governo Spadolini, morto a 82 anni nel 1999. Giulio Muratori, architetto, capo delegazione del Fai di Padova, cita la «benedizione» strappata anche alla Panajotti perchè il parere seppur informale della presidente padovana di Italia Nostra, membro anche della giunta nazionale dell’associazione, costituisce un tassello importante nel ricomporre la coralità d’intenti dopo le polemiche scatenatesi due anni fa. Quando qualcuno, non la Panajotti, gridò allo scandalo, parlando di hotel a 5 stelle e di mega ristorante nella villa.
Le polemiche e il museo.
«Niente di più falso - dice Muratori. Villa dei Vescovi diventerà un “museo vivente”, dove si potranno ritrovare le suggestioni delvivere in villa” (Il vivere in villa senza brolo! ndr). Ci sarà una parte didattica con la storia della costruzione della villa e le funzioni da essa assunte nei vari secoli e poi anche una parte all’aperto. Nel grande brolo saranno ripiantati gli alberi da frutto di un tempo e si potranno riassaporare certe essenze».
Centro congressi e altro. (...). Il progetto è di Christian Campanella, docente del Politecnico di Milano, la parte esterna è curata da Domenico Luciani
.(...).

IL RESTAURO A LUVIGLIANO. A VILLA DEI VESCOVI VINCE IL BUON SENSO
Il Fai ripensa il progetto: niente più ascensore, si ridimensiona l'ipotesi ristorante
di Paolo Coltro
IL MATTINO DI PADOVA
sabato 28 aprile 2007

 

Sembra che il Fai si sia ricordato di essere il Fai. Vi ricordate l'allarme che correva sotterraneo da più parti e apparso anche su queste pagine, a proposito di Villa dei Vescovi a Luvigliano? Il palazzo archetipo della villa veneta, l'edificio che incarna "la perfetta armonia tra natura e arte"? Proprio quello, che si adagia su un colle per vedere ed essere visto, un segno del Rinascimento calato tra il verde degli Euganei e incastonato dai vigneti del suo brolo: beh, l'idea era di farne un ristorante à la page. Mettere sotto il naso dei padovani blasé, dei tedeschi delle terme, dei turisti culturali l'occasione di una cena tra le mura cinquecentesche che avevano accolto i passi e i pensieri del suo committente Nicolò Pisani episcopus patavinus, e della cerchia degli umanisti del suo tempo. Ma Villa dei Vescovi è un monumento tornato (faticosamente) a vivere da una cinquantina d'anni, e ha ripreso a pieno titolo il posto che gli compete nella storia dell'architettura, nelle cronache di una cultura lunga più dei cinque secoli della sua vita. Un bene da non buttare in pasto: nemmeno se lo chef è raffinato e le tovaglie sono di lino.
Sembra che il Fai si sia ricordato di essere il Fai. Ha fatto marcia indietro. Dopo una riunione, proprio a Villa dei Vescovi, con il comitato scientifico, il progetto di ristorante ripiega su una più modesta e necessaria caffetteria con qualche tavolo di ristoro. Che non resterà aperta la sera, quando la villa sarà chiusa. Cadono anche alcuni degli interventi di "restauro" che più destavano perplessità: non si farà più l'ascensore che nel progetto collegava il piano terra al sottotetto (passando in un vano affrescato...), per dare accesso diretto agli appartamenti da trasformare in suites. Non si faranno più i due bagni di servizio a queste ultime. E sub iudice sono anche quelle quattro grondaie che agli angoli del palazzo avrebbero fortemente disturbato la lettura dell'architettura di Giovanni Falconetto.
Il passaggio dalla vita privata della famiglia Olcese, che ha donato la Villa al Fai, a quella più pubblica dei futuri ospiti è sicuramente più soft. Adesso si può parlare di restituzione, e non di stravolgimento e di sfruttamento. Ma vediamo com'è successo.
(...). (...).
LE PERPLESSITÀ
A progetto ultimato, il Fai ha ottenuto il nulla osta dalla Soprintendenza, firmato da Guglielmo Monti. Il piano di intervento (quattro milioni di euro in totale) è stato presentato pubblicamente, durante una cerimonia che ha privilegiato gli aspetti mediatici a quelli tecnici.
A questo punto, dopo l'"assaggio" del progetto, hanno cominciato a circolare precise preoccupazioni tra i membri del Comitato Scientifico. Che non avevano ancora potuto vedere le tavole dell'architetto Campanella: C’è stata una riunione decisiva il 24 aprile scorso. Il direttore generale del Fai, Marco Magnifico, e i progettisti, di fronte al Comitato Scientifico. Una discussione serrata, un confronto occhi negli occhi. Tutti combattivi: da Guido Beltramini a Domenico Luciani, i più determinati, con il sostegno forte di Elisabetta Saccomani, Vincenzo Mancini e monsignor Andrea Nante.
Più elastica la posizione di Gianni Golin. Il confronto è stato vero. E' li che il Fai ha capito, e va dato atto che l'ha fatto velocemente. Ha capito che il profilo culturale doveva prevalere su quello, peraltro fondamentale, di una gestione economica possibile. Ha capito che il Fondo viene visto come entità di tutela, come pietra angolare del rispetto degli interventi: e che non potevano esserci sbavature.
Ha capito che andava evitato il rischio che Villa dei Vescovi, al di là delle volontà, si trasformasse in Ristorante dei Vescovi, subordinando il fascino e l'importanza del monumento ad un pur prestigioso epicureismo.
IL DOCUMENTO
Così da quella riunione è uscito un documento sottoscritto dal Fai e da tutti i componenti del Comitato Scientifico. Ecco i passaggi più importanti: "La riunione ha favorito l'emergere di un pieno accordo sulle tematiche specifiche del restauro dell'edificio e delle sue valenze architettoniche e artistiche, dall'altro ha messo in luce la necessità di riconsiderare alcuni aspetti legati alla rifunzionalizzazione del bene. In particolare, si è convenuto che alcuni interventi programmati non fossero del tutto indispensabili all'utilizzo del monumento e anzi, potessero prestarsi a dare dell'intervento un'immagine troppo invasiva". Seguono le indicazioni già descritte: addio ascensore, addio bagni e addio orario serale della caffetteria-ristoro. E ancora: "Tali decisioni sono state ispirate anche dalla volontà emersa chiaramente e con condivisione durante il confronto con il Comitato Scientifico, di comunicare un criterio di intervento il più possibile misurato, contenuto e di "buon senso". Comunque, meglio essere come san Tommaso.
CHI C’È NEL COMITATO SCIENTIFICO
Il Comitato Scientifico che ha fatto sentire la propria presenza in modo così deciso è composto da Guido Beltramini, direttore del Centro Internazionale di Studi Andrea Palladio di Vicenza; da Gianni Golin, direttore dell’Arpai di Vicenza; da Elisabetta Saccomanni, docente di Storia dell’Arte Moderna all’Università degli Studi di Padova, da Vincenzo Mancini, che lavora con la Fondazione Cini e l’Università di Padova, da Andrea Nante, direttore del Museo Diocesiano di Padova.
Del Comitato faceva parte anche l’architetto Domenico Luciani, che peraltro ha ricevuto l’incarico per la salvaguardia e valorizzazione degli spazi aperti contestuali a Villa dei Vescovi: ha deciso quindi di uscirne per non trovarsi nella posizione di controllore-controllato.
Le competenze. Beltramini è ovviamente un esperto di architettura del Cinquecento, Golin si occupa di tutela delle fabbriche antiche, Saccomanni e Mancini sono i superesperti di Sustris, il pittore che ha affrescato la Villa; infine Andrea Nante conosce le dinamiche culturali dell’Umanesimo padovano.
IL NULLAOSTA DELLA SOPRINTENDENZA
La Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici non ha dato il nulla osta a cuor leggero
: più di cento tavole di progetto da esaminare, sopralluoghi, riflessioni. Alla fine l'o.k. è stato dato al piano generale, non senza aver cassato l'idea balzana di ospitare un parcheggio nel brolo (sul punto, mea culpa del Fai). [Già, però pare che questa scelta forsennata e distruttrice si stia invece attuando ,ndr].
Ma su alcune questioni tecniche, la Soprintendenza ha imposto prescrizioni precise e ulteriori approfondimenti. Per esempio, aveva detto di spostare l'ascensore da molti incriminato. Non e d'accordo sulle grondaie che dovrebbero sostituire i doccioni. Insomma, un lavoro certosino che è tuttora un work in progress.
(Su Google,ndr):
la villa dei vescovi cedri mutilati e grondaie che luccicano
8 gen 2009 ... VILLA DEI VESCOVI interventi assolutamente discutibili realizzati sullo storico ... collinare euganea, ritenuto il capolavoro dell'architetto Giovanni Maria Falconetto. ... la parte esterna è curata da Domenico Luciani. ...
www.villadeivescovi.net/vivere_in_villa.htm
IL DIRETTORE: "CONTROLLI PERIODICI SUI LAVORI"
Per Marco Magnifico, direttore generale culturale del Fai, (non più direttore, ma dal Febbraio 2010 vicepresidente del Fai,ndr) "era quello che volevamo tutti".
E continua: "Forse c'è stata qualche incertezza di comunicazione nei confronti del Comitato Scientifico, ma adesso ci siamo parlati e la condivisione è totale".
Anche se in una lettera all'istituto Ville venete scrivevate che le preoccupazioni erano tutte balle. Poi avete deciso un rapido "ripensamento"...
"Guardi, al di là dei particolari tecnici, quello di cui ci siamo resi conto è che al Fai si guarda come ad un'entità seria e autorevole. E' stata un'enorme soddisfazione cogliere questo aspetto, anche nella sua deriva che ci ha posto dei limiti. In fondo, noi siamo di esempio, non possiamo sbagliare e non possiamo nemmeno osare troppo. E' stata anche la consapevolezza di questo aspetto che ci ha fatto riconsiderare tutta la questione"."(...)".

Ma dal 28 aprile 2007 in avanti, chi della Sopraintendenza di Padova ha dato i nuovi permessi?
Chi ha autorizzato la distruzione del brolo Rinascimentale di Villa dei Vescovi ?
Chi nel FAI e nel Comitato scientifico ha scavalcato i "buoni propositi"
tanto da osare l'inosabile distruggendo il brolo di Andrea da Valle per pavimentarlo in pietre di trachite e

offrirle ai soci in cambio di 200 euro ciascuna?

 

FAI vende la pelle dell'orso? News
Lunedì 1 Marzo 2010
Salvo smentite del FAI, a Villa dei Vescovi è il 'Parterre di pietre di trachite' il destino del brolo rinascimentale di Andrea da Valle.
Allora, il FAI vende la pelle dell'orso prima che sia morto?
Villa dei Vescovi è su Facebook http://www.facebook.com/pages/Luvigliano-di-Torreglia-PD/Villa-dei-Vescovi/157519585792
Leggi e confronta le immagini, Scrivi la tua opinione@
Leggi, e guarda l'immagine in calce, non è il brolo ridotto a "il parterre di Villa dei Vescovi".

 

FAI Fondo Ambiente Italiano Newsletter istituzionale febbraio 24/2/2010
"Oggi hai la possibilità di fare un gesto davvero speciale, legando per sempre il tuo nome alla storia di questa magnifica dimora. Con una donazione di 200 euro, infatti, potrai adottare una pietra in trachite che sarà posata e personalizzata con le tue iniziali nel parterre della Villa.
Ti sentirai orgoglioso nel sapere di aver contribuito personalmente a far risplendere questa meraviglia del patrimonio culturale italiano."

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 FAI un gesto speciale Adotta una pietra di Villa dei Vescovi

Mancano pochi mesi all'inaugurazione di Villa dei Vescovi, splendida villa di proprietà del FAI a Luvigliano (PD).
Edificata tra il 1535 e il 1542, è una delle più importanti ville venete, un rifugio di pace e tranquillità immerso da cinquecento anni nell'incantevole paesaggio dei Colli Euganei.

Oggi hai la possibilità di fare un
gesto davvero speciale, legando per sempre il tuo nome alla storia di questa magnifica dimora. Con una donazione di 200 euro, infatti, potrai adottare una pietra in trachite che sarà posata e personalizzata con le tue iniziali nel parterre della Villa. Ti sentirai orgoglioso nel sapere di aver contribuito personalmente a far risplendere questa meraviglia del patrimonio culturale italiano. Invia la tua donazione tramite bollettino postale, oppure esegui il pagamento ONLINE. ( Privacy: per info seguono telefono - e-mail@ ) 

"Tradito il sondaggio del FAI"
 
Intenti del FAI e cronache italiane
In mostra a Venezia il futuro del Brolo
Esposti i sei progetti legati ai Luoghi del Cuore del FAI

 

Come è nata l’idea del progetto?
L’obiettivo di Ribaltare l’Orizzonte è rispettare l’area del Brolo, uno spazio quasi sacrale
http://www.iluoghidelcuore.it/news/Intervista_ai_vincitori_del_workshop_sul_Brolo_di_San_Giacomo_di_Veglia.html
In mostra a Venezia il futuro del Brolo. Esposti i sei progetti legati ai Luoghi del Cuore del FAI
Sei progetti che individuano le strategie per affrontare al meglio le sfide che attendono il Brolo del Monastero di San Giacomo di Veglia, vincitore della terza edizione del censimento "I Luoghi del Cuore" del FAI. Da mercoledì 27 gennaio sono in mostra a Venezia nel centralissimo Campo San Luca.
Si apre mercoledì 27 gennaio alle 14.45 la mostra dedicata ai sei progetti elaborati negli ultimi mesi a partire dalle idee emerse nel workshop internazionale di progettazione tenutosi lo scorso settembre a Vittorio Veneto.
L’esposizione, che illustra con plastici e pannelli i diversi progetti, è allestita a Venezia nel centralissimo Campo San Luca, a Palazzo Nervi Scattolin, sede centrale della Cassa di Risparmio di Venezia del gruppo Intesa Sanpaolo, partner di  “I Luoghi del Cuore”: la mostra, come il workshop, è nata infatti nell’ambito del censimento, che aveva visto nel 2006 il Brolo del Monastero di San Giacomo di Veglia, Vittorio Veneto (Tv) classificarsi come luogo più votato dagli italiani, con ben 13.060 segnalazioni. Una giuria di esperti sceglierà, tra i sei progetti, quello che meglio risponde alle sfide che attendono il Brolo, in base agli obiettivi stabiliti dal FAI e volti a coniugare la vocazione agricola e naturalistica dell’area con le esigenze dell’area urbana e dei diversi portatori di interesse.
Il Brolo, oggi un ampio spazio verde di proprietà del Comune di Vittorio Veneto, che protegge il Monastero di San Giacomo di Veglia dalla pressione urbana e industriale dell’area circostante, era stato individuato in passato dal Comune come possibile terreno di espansione del centro urbano. Grazie alla visibilità ottenuta attraverso il censimento dei “Luoghi del Cuore”, il Brolo è oggi parzialmente tutelato da un vincolo paesaggistico ed è in parte coltivato grazie a un progetto di utilità sociale.
Filo rosso dei sei progetti esposti in mostra, tutti di alto livello, è quello di accentuare l’identità agricola del Brolo, posta a servizio della comunità di San Giacomo di Veglia, enfatizzando la presenza dell’acqua e inserendo uno spazio destinato alla fruizione pubblica. Si spazia da interventi di impatto minimo alla soluzione più estrema e provocatoria, che propone di costruire un nuovo quartiere all’interno del Brolo.
Per maggiori informazioni visitate il sito www.iluoghidelcuore.it

 

Da GUIDA AL VENETO Mostra del Palladio Il giardino
http://books.google.it/books
Mostra del Palladio Page 6 5SALA 12-13. Il giardino
"Il giardino agli esordi dell’ideale umanistico di vita a contatto con la natura, il giardino è, insieme alla biblioteca, il luogo chiave della restituzione dello stile di vita degli Antichi. Nella villa-azienda palladiana esso è un elemento del sistema di spazi aperti adiacenti alla casa dominicale, organizzati in brolo, giardino e peschiera. Nei secoli successivi l’elemento scenografico prende il sopravvento e il giardino si anima di labirinti e giochi d’acqua. La sezione (della mostra ,ndr) si apre con uno straordinario frammento di affresco romano antico raffigurante un giardino (dal Museo Archeologico di Napoli) e da una planimetria di un giardino antico dal Museo Lapidario di Urbino.
Il Rinascimento si apre con le fantastiche xilografie dell’Hypnerotomachia Poliphili e prosegue con un sorprendente “ritratto” di giardino rinascimentale che appare sullo sfondo di un dipinto di Lambert Sustris dal Museo di Lille, accostato al divertente Pozzoserrato “Gentiluomo con voliera” (dal Museo Civico di Treviso), e a disegni di giardini, da uno inedito per Valsanzibio (dal Museo Correr), a disegni di Francesco Muttoni per Villa Loschi Zileri e di Jappelli per Villa da Schio.

www.cisapalladio.org/cisa/mostre/allegati/ville_05_4_percorso.pdf+brolo+di+villa+dei+vescovi
ARTE DOSSIER in cui è spiegato che il brolo era un'idea costante di Palladio e Falconetto che lo ritenevano necessario e salutare e contraddistingueva tutte le ville da loro progettate. Modificandolo si tradirebbe l'idea principale di chi ha ideato, progettato, edificato Villa dei Vescovi.

 

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