VILLA DEI VESCOVI

Giuliana D'Olcese, già proprietaria di Villa dei Vescovi, al FAI

«Il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle non si tocca!»

A Villa dei Vescovi un restauro distruttivo

Notiziari FAI, supervisore responsabile
 Marco Magnifico vicepresidente esecutivo del FAI

Le immagini pubblicitarie ingrandibili del "Parterre di Villa dei Vescovi" commissionato dal FAI all'architetto Domenico Luciani, progetto che distrugge il brolo Rinascimentale di Andrea da Valle, sono estratte dai Notiziari  trimestrali cartacei del FAI dei mesi di
Dicembre 2009
- Gennaio - Febbraio 2010 / Marzo - Aprile - Maggio 2010

Commissioni cultura Provincia e Comune di Padova 28 Giugno 2010
Rassegna stampa

 

Padova 27- 28 - 29 Giugno 2010  

 

 

Giuliana D'Olcese

Padova 29 Giugno 2010

 

 

 

 

FAI: Contestate dalla stampa clamorosamente le dichiarazioni di Magnifico e BB

Il 6 Luglio 2010 sul sito internet del FAI:

ADOTTA UNA PIETRA DI VILLA DEI VESCOVI CON 200 EURO ...

A CdA, CdG, Incaricati FAI Fondo Ambiente Italiano - A Presidente Sovraintendenza territoriale Padova e Provincia - A Istituzioni territoriali Padova
A Italia Nostra Padova

Comunicato stampa Presidenza Buitoni Borletti / Replica di Giuliana D'Olcese de Cesare

Articolo de La Nuova Venezia - 22 aprile 2007 pagina 48 sezione: SPETTACOLO

L'articolo di Paolo Coltro sia allerta, e monito, al palese tentativo del FAI di far entrare dalla finestra quanto nel 2007 non riuscì a far entrare dalla porta principale: l'opinione pubblica e la Sovraintendenza per i Beni Culturali e i Monumenti Storici e Architettonici

Presidenze e vice - CdA - CdG FAI Fondo Ambiente Italiano

 

Padova 28 Giugno 2010
Commissioni Cultura Provincia / Comune di Padova
La Commissione cultura della Provincia di Padova riunitasi il 28 giugno, presieduta dal Presidente, avv Menorello, ha unanimemente espresso non solo riserve in merito all'iniziativa del FAI ma ha bensì demandato la questione alla Commisione provinciale per la tutela del paesaggio, organo competente ad emettere pertinente parere in merito alla questione.

 

Giuliana D'Olcese / Allegati al Comunicato Stampa
"Cartolina FAI" con immagine recto-verso del "Parterre di Villa dei Vescovi" progetto dell'architetto Domenico Luciani diramata a mezzo posta allegata al Notiziario trimestrale cartaceo Dicembre 2009 - Gennaio - Febbraio 2010 - Marzo Aprile Maggio 2010 contenenti tre pagine con testi, immagini e didascalie pubblicitarie de "Il parterre di Villa dei Vescovi" per l'adozione di una pietra di trachite con incise le proprie iniziali, da rispedire al FAI con il versamento di 200 euro, bollettino postale e una lettera a firma Luisa Bruzzolo con l'invito ad inviare la propria adesione. Oltre a numerosi testi e immagini promozionali per l'adozione delle pietre apparsi dal Dicembre 2009 al Giugno 2010 sul sito internet del FAI e diramati via Newsletter a firma Federica Pellerey. In calce la smentita del FAI diramata dal suo vice presidente esecutivo Marco Magnifico.

 

Comunicato Stampa Ecco i doc che smentiscono il FAI
Sono tre bombe quelle piombate il 28 Giugno sul tavolo della Sala Consiliare della Presidenza Commissione Cultura della Provincia di Padova allorchè il Presidente Domenico Menorello conclude la lettura della mail di smentita distribuita in Commissione a firma del vicepresidente esecutivo del FAI, Marco Magnifico "scrivo oggi anche per conto della Presidente del FAI", scrive Magnifico.
Giuliana D'Olcese de Cesare - già coordinatrice del Movimento dei Sindaci d'Italia e fondatrice e leader del Movimento per le Riforme Istituzionali - quindi ben usa al lessico istituzionale - avuta la parola, ringrazia l'Istituzione di cui in veste di testimonial è ospite, poi il Presidente della Commissione Cultura del Comune di Padova, Professor Giuliano Pisani, il Presidente dell'Orto botanico di Padova, Professor Patrizio Giulini, si alza e girando l'intero tavolo mostra ai componenti le Commissioni tre plichi (che prontamente vengono fotocopiati e distribuiti ai partecipanti).
I tre plichi contengono la incontrovertibile controsmentita a quanto scritto dal FAI a mezzo del vicepresidente esecutivo Magnifico, le pagine che a partire dal Dicembre 2009 fino al Giugno 2010 riportano testi e immagini cartacee dei Notiziari trimestrali FAI da cui risulta inequivocabilmente che dal Dicembre 2009 al Giugno 2010 il FAI ha già messo in essere la vendita delle pietre di trachite (fino ad oggi circa 200) del "Parterre" progettato da Domenico Luciani. Pietre con incise le iniziali dell'adottante al costo di 200 euro ciascuna.
Vendita e relative campagne pubblicitarie perpetrate per ben sette mesi di un progetto privo del benestare della Sovraintendenza non solo, ma progetto di cui, scrive Magnifico nella lettera sottostante, "progetto che io personalmente, e con me tutta la Fondazione, siamo disponibili e felici di condividere le scelte progettuali adottate per la Corte di Villa dei Vescovi (Corte terzo nome dato da Magnifico al brolo) allorquando tale progetto...... esisterà".
E' proprio qua che il gioco delle tre carte appare lampante, gioco peraltro assai maldestro condotto da troppo tempo dalla Presidente del FAI e dal suo vicepresidente esecutivo, Marco Magnifico che così conclude "siamo pronti a un dibattito basato su fatti reali e non su voci malevole nate da protagonismi personali".(!)
"Voci malevole nate da protagonismi personali" "il Parterre di pietre di trachite di Villa dei Vescovi" dunque?! Parterre con colata di cemento sottostante, se no con cosa? Progetto che, nelle intenzioni del FAI, come di Magnifico e Luciani, dovrebbe sostituire radicalmente il brolo rinascimentale di Andrea da Valle sopprimendo i quattro prati, la limonaia, tre alberi secolari e l'antico pozzo circondati da mura sansovinesche.
E il tutto, contrariamente a quanto sostenuto dal FAI e da Magnifico con una serie insignificante di stampati inviati a Giuliana D'Olcese l'8 Febbraio 2010, tra i quali la "Nota al progetto del cortile occidentale di Villa dei Vescovi (Luciani qua non lo chiama ne' brolo, ne' cortile, ne' parterre, ma corte) redatta dallo stesso Luciani su carta a lui intestata. "Nota" anche questa allegata ai tre plichi consegnati alle Commissioni Cultura di Provincia e Comune di Padova.
"Esaminati i tre plichi a impossessarsi dei rappresentanti delle due Commissioni, sono il più incredulo stupore, il più profondo sconcerto" dichiara Giuliana D'Olcese de Cesare che continua "Presidenti, consiglieri, esperti, critici, giornalisti, e Italia Nostra Padova, non credono ai propri occhi: eppure le numerose prove del gioco delle tre tavolette del vicepresidente del FAI, Marco Magnifico, sono la' sul tavolo consiliare della Presidenza Commissione Cultura.
Le prove sono la, "sotto gli occhi di tutti" aggiunge Giuliana D'Olcese che così conclude:
"Per chi ha scoperto per prima la postazione del celebre TigerTim diretto da Fabio Ghioni con la supervisione di Giuliano Tavaroli, La Sala Mara del Palazzo Telecom sito sulla via di Fiumicino, e per chi ha sostenuto sin dalla prima ora che delle intercettazioni illegali di Telecom ne fossero a conoscenza Tronchetti Provera e Buora -non potevano non sapere- non è facile farsi infinocchiare da diffide e smentite iperconfusionarie e inattendibili del FAI, e di Magnifico".

 

Da: Ornella Capobianco
Inviato: venerdì 25 giugno 2010 9.48
A: 'avv.menorello it'
Cc: Presidente; 'elisabettafrigerio Provincia.padova.it'
Oggetto: R: restauro Villa dei Vescovi

 

Caro Avvocato, la ringrazio per aver avuto tanta attenzione nell'avermi ascoltato ieri.
Le scrivo oggi anche per conto della Presidente del FAI, alla quale era indirizzato l'invito a partecipare alla riunione di lunedì 28 giugno, riunione alla quale nè la Presidente nè io purtroppo riusciremo a essere presenti, per impegni precedenti e che le ho anticipato telefonicamente. Alla stessa ora ho un appuntamento a Venezia con la Soprintendente Codello. La Presidente, invece, tra l'altro non abitando a Milano ma a Perugia, non riesce a spostare e a riprogrammare impegni precedentemente assunti.
Sono ben lieto di ribadirle per iscritto come io personalmente, e con me tutta la Fondazione, siamo assolutamente disponibili e, anzi, ben felici di condividere le scelte progettuali adottate per la Corte di Villa dei Vescovi allorquando tale progetto . . . . . esisterà.
Lunedì 28 giugno mattina infatti abbiamo il primo incontro con la Soprintendente Ferrari proprio a Villa dei Vescovi per discutere assieme alcune proposte scaturite da un lungo processo progettuale tra il FAI e il prof. arch. Domenico Luciani e recentemente condivise anche con il Comitato Scientifico di Villa dei Vescovi composto tra l'altro dal prof. Guido Beltramini, Direttore del Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio, la prof.ssa Elisabetta Saccomani, docente di Storia dell'arte moderna all'Università di Padova e il prof. Gian Antonio Golin.
Da alcune settimane purtroppo circolano voci insistenti del tutto pretestuose e infondate sul fatto che il FAI abbia scelto un progetto che copre di cemento il Brolo della Villa.
E' inutile dirle come queste voci non corrispondano al vero; utile invece dirle quanto esse ci siano dispiaciute, soprattutto quelle di scarsa trasparenza che più di altre davvero ci addolorano. D'altronde come essere trasparenti nel rendere noto un progetto che per la prima volta lunedì prossimo viene discusso con la Soprintendenza; e cioè con l'unica autorità con la quale le scelte progettuali devono essere condivise e alla quale per legge devono essere sottoposte?Non dubiti, egregio avvocato, che non appena tale passo sarà stato compiuto sarà nostra cura sottoporvi il risultato delle nostre scelte pronti, come sempre, a un dibattito utile e costruttivo basato su fatti reali e non su voci malevole nate da protagonismi personali.
A presto dunque e grazie ancora per l'attenzione.
Marco Magnifico

 

1)

ILARIA BORLETTI BUITONI PRESIDENTE DEL FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO REPLICA ALLE ACCUSE INFONDATE DI GIULIANA DE CESARE SU VILLA DEI VESCOVI

«In seguito alle dichiarazioni di Giuliana de Cesare, prima moglie di Vittorio Olcese, su Villa dei Vescovi, il FAI ritiene doveroso chiarire informazioni errate e parole non veritiere. (...)» (parole non veritiere?!.ndr)
Duole constatare, ancora una volta, purtroppo, che a diffondere a mezzo stampa e via web dichiarazioni inattendibili e a profferire «parole non veritiere», non è mai Giuliana D'Olcese de Cesare bensì la Presidente del FAI, Ilaria Borletti Buitoni, imbeccata "chissà" da quale elemento interno al FAI che, da troppo tempo ormai, insiste nel gioco delle tre carte ricevendone smentite clamorose e plateali. Quindi, elemento dannoso alla reputazione del FAI di cui, in qualità di cittadina italiana, Socia Sostenitrice ed adottante di una Stanza di Villa dei Vescovi, Giuliana D'Olcese chiederà le dimissioni.
Da troppo tempo, infatti, Villa dei Vescovi è sotto tutela, nelle grinfie di questo personaggio che esercita un potere smodato - storicamente e culturalmente disastroso - sulla proprietà trasferita al FAI dagli eredi per espressa e precisa volontà di Vittorio Olcese, non «donata al FAI dalla famiglia Olcese» terza versione, questa, diramata dal FAI nello spazio di cinque anni, un "vezzo", questo del FAI, che ne svela l'imbarazzo ...
Dichiara la Presidente Buitoni: (...)» «L’immagine di riferimento utilizzata dalla signora de Cesare per la corte risale al 1963 e riproduce l’aspetto conferito al luogo dagli importanti restauri realizzati all’epoca per volere di Vittorio Olcese, allora sposato con la signora de Cesare. Nulla però consente di affermare che questo aspetto sia quello conferito alla corte dall’architetto Andrea da Valle negli anni Sessanta del Cinquecento».
Questa dichiarazione della Buitoni non corrisponde al vero: L’immagine è fedele alla pianta custodita negli archivi della Curia Vescovile di Padova, pianta risalente al 1697, tranne i quattro prati che sono sono stati riseminati, quindi rinverditi da Giuliana e Vittorio Olcese, e non nel 1963, bensì nel 1965 alla fine dei grandi restauri in cui il brolo era necessariamente divenuto un cantiere. Quindi, la Buitoni, fa gran confusione di date, di immagini, e confusioni storiche.
Continua la Buitoni:
«Le fasi precedenti all’intervento Olcese sono testimoniate da alcune immagini storiche reperite nel corso degli studi e che confermano come il progetto del 1963 sia frutto di una libera scelta dei proprietari. In particolare in queste foto è visibile una sistemazione di gusto inglese tardo romantico (di fine Ottocento - primi Novecento), con dei percorsi a vialetti con curve e il pozzo, ancora dotato della vera di pietra, in seguito distrutta, estranea alla tradizione locale e scollegata dal progetto originario».
Quanto testimoniato dalle foto citate dalla Buitoni, a partire dal brolo riprodotto in una foto oltre che in una stampa, entrambe dell'Ottocento, fino ad arrivare alle foto degli anni 20, 30 e 50 del Novecento, il brolo, con differenti coltivazioni mutate nel corso degli anni, s'intende, appare la perfetta copia del brolo riprodotto dalla pianta del 1697: La pianta con il brolo di Andrea da Valle custodita presso la Curia Vescovile di Padova.
Conclude la Presidente FAI, Buitoni:
«In assenza per il momento di documentazioni archivistiche più complete, dunque, e volendo mantenere fede allo schema a croce proposto in un disegno del 1697, il FAI ha quindi inteso dar vita a un progetto nuovo, affidato a Domenico Luciani e concertato con la Sovrintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici, organo scientifico autorizzato ad avvallare l’intervento, intervento che comunque - prima di essere approvato in via definitiva - sarà condiviso con il Comitato Scientifico che affianca il FAI nella complessa vicenda del restauro. Questo progetto è quindi in fase di elaborazione e ogni verifica sarà ultimata solo nel prossimo maggio, nel momento in cui si potranno considerare complete le ricerche archivistiche tuttora in corso».
Ufficio Stampa FAI
Quindi, se le cose sono alla fase descritta dalla Presidente del FAI, la medesima Presidente, come spiega il fatto che, sin dai primi dello scorso Gennaio, e durante gli ultimi 7 mesi, il brolo viene menzionato e pubblicizzato sui numerosi mezzi di informazione cartacei del FAI, e via web, «Il parterre di Villa dei Vescovi in pietre di trachite progetto dell'architetto Domenico Luciani» ?
Non solo
, la medesima Presidente Buitoni, come spiega il fatto che, sin dai primi dello scorso Gennaio, e durante gli ultimi 7 mesi, è andata avanti la instancabile martellante campagna pubblicitaria «Adotta una pietra di trachite del parterre di Villa dei Vescovi, con 200 euro le tue iniziali incise sulla pietra adottata immortaleranno il tuo nome per sempre». ???
Sarebbe
, allora, Giuliana D'Olcese de Cesare a dichiarare «parole non veritiere» ?
Evidentemente, il potere, da' alla testa. E fa dimenticare i doveri di una istituzione verso i cittadini, non solo, ma i doveri, doveri anche di trasparenza, nei confronti delle donazioni, dei soci, dei contributi pubblici e privati erogati al FAI.
Una domanda alla Presidente del FAI: Se il progetto è tutto diverso dalla campagna pubblicitaria sovracitata, campagna in atto ancora oggi, 6 Luglio 2010 su http://www.fondoambiente.it/adozione-di-una-pietra-di-villa-dei-vescovi.asp, e riscontrabile sui notiziari trimestrali cartacei del FAI, notiziari sotto la diretta supervisione del vicepresidente Marco Magnifico, quanti dal Gennaio fino ai giorni nostri hanno adottato le pietre versando 200 euro ciascuna, com'è che saranno risarciti del dispiacere e della delusione di non sapersi più immortalati per sempre dalle iniziali incise sulle pietre di trachite, e dei 200 euro?  Giuliana D'Olcese de Cesare

 

Il 6 Luglio 2010 sul sito internet del FAI:

ADOTTA UNA PIETRA DI VILLA DEI VESCOVI
(su http://www.fondoambiente.it/adozione-di-una-pietra-di-villa-dei-vescovi.asp , pagina web modificata di recente. Qui è visibile la versione precedente » )
Con 200 euro posiamo e personalizziamo con le tue iniziali una pietra in trachite nel parterre della Villa
 » DONA SUBITO! «
FAI un gesto speciale

 

2) Villa dei Vescovi: L'articolo di Paolo Coltro sia allerta, e monito, al palese tentativo del FAI di far entrare dalla finestra quanto nel 2007 non riuscì a far entrare dalla porta principale: l'opinione pubblica e la Sovraintendenza per i Beni Culturali e i Monumenti Storici e Architettonici

 

A Villa dei Vescovi un restauro distruttivo

la Nuova di Venezia — 22 aprile 2007 pagina 48 sezione: SPETTACOLO
http://ricerca.gelocal.it/nuovavenezia/archivio/nuovavenezia/2007/04/22/VT1VM_VT101.html

 

Il 1º marzo scorso, con gran spolvero e previsto concorso di autorità, professionisti, bel mondo, giornalisti e siorète, il Fondo per l’Ambiente Italiano ha presentato a Villa dei Vescovi a Luvigliano le proprie intenzioni riguardo al gioiello architettonico entrato a far parte delle sue proprietà, in virtù della donazione della famiglia Olcese, avvenuta il 28 gennaio 2005.
Due anni passati a pensare, progettare e raccogliere sponsor per un’operazione di alto valore culturale: far sì che «un bene particolare, originale, che una volta era privilegio di pochi sia invece da condividere con tanti». Ma come? Detto e (quasi) fatto: con un ristorante. Con un parcheggio. Con degli ascensori.
Con delle suites, si suppone da affittare. Un progetto da quattro milioni di euro.
Un progetto che, il giorno della presentazione, nessuno ha spiegato fin nei particolari.
Il progettista, l’architetto Christian Campanella, non ha mai adoperato la parola ristorante, citando pudicamente degli «spazi di ristorazione».
Gli ascensori altrettanto pudicamente sono diventati elevatori.
In realtà Villa dei Vescovi avrà il piano terra trasformato in ristorante, verrà attraversata in verticale da due colonne per gli ascensori la cui sommità dovrebbe sventrare un solaio, subirà variazioni di distribuzione dei locali, e infine nel sottotetto diventerà un albergo, si suppone per pochi e non per tanti. Tutto questo ha raffreddato, da più parti, l’applauso seguito al grande annuncio. Ora, con i dettagli del progetto che cominciano ad essere conosciuti, le preoccupazioni si fanno più pressanti.
Lidea di fondo sembra più commerciale che culturale. Tra i più avveduti, già quel 1º di marzo, circolava una battuta: «Se l’avesse fatto un palazzinaro, tutti avrebbero gridato alla scandalo... Ma lo fa il Fai». Un malumore semiufficiale si è insinuato nel Comitato scientifico, ai cui sei membri non è stata fornita tutta e nei dettagli la documentazione del progetto. Sembra anche che alla direzione del Fai sia arrivata una lettera molto circostanziata, da un componente del Comitato scientifico, con precise denunce e le dimissioni in calce. Un piccolo terremoto interno per il quale ha già cominciato a funzionare quella regola che il Fai ripropone per il futuro di Villa dei Vescovi: il silenzio.
Ma vediamo i dettagli che tanto suscitano perplessità, per non dire di peggio. Innanzitutto: può Villa dei Vescovi ospitare un ristorante?
Il palazzo fatto costruire da Alvise Corsaro ad architetti illustri (Giovanni Falconetto, Giulio Romano) è una testimonianza fondamentale. Segna il passaggio al Rinascimento maturo, si propone come archetipo della «villa veneta», anello di congiunzione tra le architetture decentrate precedenti e il modello che Palladio svilupperà in modo mirabile. Villa dei Vescovi è un unicum, in quanto documento architettonico, arrivato a noi, pur con numerosi rimaneggiamenti antichi, pressoché intatto.
Ecome la Rotonda, se si volesse fare un paragone. Chi ospiterebbe un ristorante alla Rotonda? Forse il Fai. Quello che stupisce e che fa intravvedere una precisa logica di sfruttamento è che il ristorante sia previsto al piano terra della Villa. Non nelle barchesse. Non nei rustici, dove pure gli «spazi per la ristorazione» esisterebbero. Com’è facilmente immaginabile, l’intervento rischia di snaturare gli interni così come sono arrivati sino a noi. E che il progetto non sia soft come proclama l’architetto Campanella lo si desume dai cambiamenti: pareti spostate, tramezzi in più, pavimenti bucati, gli imperdonabili ascensori, il sottotetto destinato ad una funzione abitativa che nemmeno i vescovi padovani avevano immaginato.
Solo per le suites, sono previsti quattro bagni, giusto in corrispondenza dei quattro angoli dell’edificio. E’ prevista l’apertura di varie porte: un diverso ingresso per la scala interna, un’altra per l’accesso all’ascensore, un’altra ancora per l’accesso all’abitazione del custode. Si contempla addirittura la demolizione di una porzione della volta e del sovrastante pavimento a terrazza veneziana del piano nobile, in corrispondenza dell’ascensore e della seconda rampa della scala adiacente (che ora non c’è). Si chiuderanno anche varie finestre interne. Insomma demolizioni, rifacimenti, aggiunte e invenzioni. Cosa resterà dell'originalità della Villa? Stupisce la disinvoltura, ancor prima dei dettagli progettuali, con cui i vertici del Fai hanno deciso la «destinazione d’uso».
Mai prima dora, nei numerosi beni di cui è diventato propietario, il Fai aveva pensato di installare una specie di azienda agrituristica dalto profilo.
Non nel Castello di Avio, non all’Abbazia di san Fruttuoso. Ma a Luvigliano sì, scegliendo un edificio di conclamata importanza e un luogo di non semplice gestione turistica. E se la finalità è quella di rendere Villa dei Vescovi mèta di «un elevato bacino di utenza», altrettanto trasparente appare il fine, più che culturale, banalmente commerciale.
Ma la visione propagandata dal Fai è di tutt’altro genere. Ecco come Marco Magnifico, direttore generale culturale del Fai, descrive la futura fruizione della Villa: «Ogni casa importante ha una sua precisa vocazione: quella di Villa dei Vescovi è meditare, operosamente oziando. Apprestandosi, dunque, al restauro di un monumento con una forte personalità, la prima cosa da capire - per rispettarla - è proprio la vocazione originaria. Ancora prima della storia architettonica e artistica.(!)ndr)
Ed ecco dunque che, a restauri ultimati i visitatori di Villa dei Vescovi, dopo aver deambulato attorno alla stupefacente geometria della fabbrica, dopo averne percorso le ampie terrazze e visitato i simmetrici interni con i paesaggi idealizzati dal Sustris, saranno invitati - beati loro - ad accomodarsi su accoglienti divani di midollino o su rustiche panche sotto le logge o sulle terrazze con il tiepido sole invernale o nella rovente ombra estiva per meditare, leggere o scrivere rimirando lo spettacolo del paesaggio inquadrato dagli archi del Falconetto. Potranno fermarsi in quella ventilata quiete un’oretta, tutto il pomeriggio o, meglio ancora, tutto il giorno; se mancherà loro la lettura il piccolo bookshop della Villa offrirà loro una scelta oculata; se il languore si farà sentire qualche semplice pietanza veneta o anche solo un the con i biscotti gustato al piano terreno della Villa ridaranno loro le forze per continuare nel riposo del corpo e nell’esercizio della mente.
Villa dei Vescovi continuerà ad essere un “pensatoio”; per tutti coloro che ancora hanno voglia di pensare». L’invito evidentemente è stato raccolto: solo che i primi pensieri sono stati fatti sul progetto, e non oziando davanti davanti ad un succulento piatto veneto. Sarà forse perchè qualche goccia non turbi le ozianti passeggiate degli ospiti che ai quattro angoli della Villa sono state previste delle visibilissime grondaie, che sostituiscono i doccioni cinquecenteschi...
Insomma, larcadia e lidillio alla portata di migliaia di persone fanno sì che lintervento piuttosto che di restauro sia di rifacimento.
I lavori stanno per cominciare. Cè poco tempo per raddrizzare le cose. - Paolo Coltro

 

Nel FAI un comitato di affari?

3)

Presidente Onorario Giulia Maria Mozzoni Crespi
Presidente Ilaria Borletti Buitoni
Vice-Presidenti Paolo Baratta (Attualmente è nel Consiglio d'amministrazione delle Ferrovie dello Stato e, dal 2004, di Telecom Italia.)
Guido Roberto Vitale  ( fondatore dell'omonima banca d'affari indipendente, autore del collocamento in Borsa di una ventina di società ) Banchiere d’affari - presidente della società di consulenza bancaria Vitale & Associati
Vice Presidente Esecutivo Marco Magnifico
Direttore Generale Angelo Maramai (direttore finanziario di Telethon)
Consiglio di amministrazione Pier Fausto Bagatti Valsecchi (presidente della Fondazione Bagatti Valsecchi)
Paolo Baratta *( già vice-presidente del Nuovo Banco Ambrosiano e dell'Associazione bancaria italiana. Presidente Fondazione La Biennale di Venezia)
Ilaria Borletti Buitoni *
Luigi Colombo
Fedele Confalonieri (Presidente del Consiglio di Amministrazione di Mediaset S.p.A..)
Antonio Emmanueli (Presidente di SMAU)
Bruno Ermolli (membro del comitato centrale Fondazione Cariplo)
Gabriele Galateri di Genola (presidente del Gruppo Telecom Italia)
Luca Garavoglia (presidente della Campari, membro del Consiglio Direttivo e della Giunta di Assonime*
Anna Gastel *
Paola Gazzola Premoli
Federico Guasti (notaio)
Andrea Kerbaker (Responsabile di Brand Enrichment del Gruppo Telecom Italia.)*
Marco Magnifico *
Mario Monti (presidente dell'Università Bocconi di Milano e professore emerito di economia, banca d'affari Goldman Sachs)
Luigi Moscheri (Presidente di Unicoal SpA )
Giulia Maria Mozzoni Crespi
Galeazzo Pecori Giraldi (Presidente di Morgan Stanley in Italia)*
Giulia Puri Negri Clavarino (moglie del nuovo re del mattone italiano
Salvatore Settis (Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali)
Guido Roberto Vitale * fondatore dell'omonima banca d'affari indipendente, autore del collocamento in Borsa di una ventina di società, già presidente di Lazard Italia, amministratore delegato di Euromobiliare, consigliere del Fondo Ambiente Italiano, presidente di Rcs MediaGroup
Marco Vitale (ex commissario della Missione Arcobaleno
, economista d'impresa)
Anna Zegna (image director di Ermenegildo Zegna, casa di moda maschile, Direttore della Fondazione Zegna è coinvolta in progetti filantropici, impegnata con Amref in Africa.

* Membri del Comitato Esecutivo

Comitato dei Garanti Giulia Maria Mozzoni Crespi
Ezio Antonini (avvocato cassazionista)
Giovanni Bazoli (Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo
Luca Paravicini Crespi (Amministratore indipendente CIR S.p.A, Amministratore indipendente del Gruppo Editoriale L'Espresso, Amministratore Indipendente del Gruppo Piaggio, Amministratore di Scala Group, Amministratore e Vice Presidente di Education.it, Amministratore del Fondo Private Equity Consilium sgr.
Guido Peregalli (notaio)
Gustavo Zagrebelsky Socio Costituzionalista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti
Collegio dei Revisori Franco Dalla Sega (ASSBB Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa)
Pietro Graziani (Dirigente Generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali)
Antonio Ortolani (Presidente Commissione Banche, Assicurazioni ed Intermediari Finanziari - Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Milano
Angelo Carbone (Supplente)
Francesco Logaldo (Supplente) (Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A)
Società di Revisione Deloitte & Touche S.p.A. Nel 2007 Deloitte aveva circa 150.000 impiegati in 142 nazioni. Deloitte Touche Tohmatsu è una Verein svizzera organizzazione sotto il codice civile svizzero in cui ogni società membra è un'entità legale separata ed indipendente. Quartier generale New York City Quartier generale europeo Londra

 

 

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