VILLA DEI VESCOVI

 

 Lettera aperta di Giuliana D'Olcese
La Provincia non vuole il ristorante-alloggio a Villa dei Vescovi?
Siamo più che d'accordo, d'accordissimo, a meno che...
Con la scoperta della Gran Carta del Padovano cosa ne è delle verifiche sui permessi dati
dalla Sovraintendenza del Veneto Orientale al nefando progetto del FAI sul brolo di Andrea da Valle?

Non vorremmo che chiodo scaccia chiodo e il tutto risulti una Gran Torta tra FAI&Co
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<Le pietre del "parterre"...  e Giulio Romano>

----- Original Message -----
From: *Giuliana D'Olcese
To: "Avvocato Menorello Presidente commissione cultura Provincia Padova" ; Elisabetta Frigerio Provincia Padova ; "Titti Panajotti Presidente Italia Nostra Padova" ; "Giuliano Pisani Presidente commissione cultura Comune Padova" ; "Giuliano Pisani" ; "Professor Patrizio Giulini" ; Webdesigns.it
Sent: Friday, April 08, 2011 4:52 PM
Subject: Egregio Avvocato Menorello, La Provincia non vuole il ristorante-alloggio?

 

Egregio Presidente Menorello,
è a conoscenza dell'accordo FAI - Padova Film? In calce il link alle info
.
Come annunciatole allego i link agli articoli di Paolo Coltro, il Mattino di Padova sabato 28 aprile 2007 e di Renato Malaman dell' 8 gennaio 2009, da cui risulterebbe il contrario di quanto riferitole dal
«vice Sindaco di Torreglia, Duilio Bolognini, precisando che il Fai ha presentato un progetto di restauro di Villa dei Vescovi accolto con rilascio del permesso di costruire nº 12 in data 16 aprile 2008».
Articoli da cui tra altre chicche - come il vano ascensore scavato nelle pareti affrescate da Lambert Sustris e il parcheggio nel brolo, o (corte d'onore...) - risulta che sul progetto di ristorante
«Quando qualcuno, gridò allo scandalo, parlando di hotel a 5 stelle e di mega ristorante nella villa, nulla osta dato dall'ex Sovraintendente Guglielmo Monti, il Fai ha fatto marcia indietro. Dopo una riunione con il comitato scientifico il progetto di ristorante ripiega su una più modesta e necessaria caffetteria con qualche tavolo di ristoro». «Il FAI voleva farne un ristorante à la page e un parcheggio nel brolo» Intervista a Giuliana D'Olcese - Il FAI vende la pelle dell'orso?

Caro Presidente, in merito al recente articolo del 4 aprile 2011 su cui lei dichiara "Vogliamo vederci chiaro" nel «progetto di restauro di Villa dei Vescovi accolto con rilascio del permesso di costruire nº 12 in data 16 aprile 2008», sono testimone dello schema del cosiddetto "piano terrazze" (piano terra) di cui conservo un'antica pianta del rimaneggiamento avvenuto nel XVIII Secolo così conservato nei restauri ordinati e seguiti da me e Vittorio Olcese.
Testimone, come sempre non smentibile, finora, perchè in possesso di documentazioni inoppugnabili. Infatti, tranne qualche vana inconsistente chiacchiera della Presidenza FAI e del suo vice Marco Magnifico, finora nessuno è stato in grado di smentire quanto da me affermato, e provato.
Prove e documentazioni rese pubblicamente ma troppe volte ignorate e disattese dalla stampa e dalle istituzioni preposte all'affatto trasparente telenovela dell'oscuro pasticciaccio "Affaire Villa dei Vescovi". Pianta che nessun altro ha, e se qualcuno sostenesse il contrario rivelerebbe l'ennesimo falso su
Villa dei Vescovi.
Il motivo? Un incendio devastante verificatosi in anni remoti distrusse gran parte dell'archivio della Curia di Padova e con esso le planimetrie della villa.
Riferendomi ai passaggi chiave dell'articolo del 4 aprile (qua in calce) le descrivo la planimetria degli anni Settecento in cui a Villa dei Vescovi fu coperto il cortile interno a 'pianta di Vitruvio' creando la nuova pianta che oggi, pare, sia stata stravolta nel corso dei restauri del FAI.
Quel ch'è più grave però, pare che alcuni elementi architettonici palladiani e del Falconetto, come le finestre interne a 'bocca di lupo', siano stati cancellati.
Voci dal Patavin sfuggite o realtà?
A lei e alla Commissione cultura la verifica. Siamo d'accordissimo con il
"Vogliamo vederci chiaro", le verifiche sono doverose, sacrosante, quindi ben vengano.
1) La realizzazione di un ristorante con 108 posti a sedere e cucina al "piano terrazza"?
La caffetteria-ristorante, come riportato a pagina 40 del catalogo del FAI dato a quanti come me hanno adottato una stanza di Villa dei Vescovi, conta le 4 stanze che si affacciano sul versante Sud-Sud Est. Stanze con 'volte a botte' palladiane (Palladio fu allievo e aiutante di bottega del Falconetto) e finestre a 'bocca di lupo' poste tra le 4 stanze da letto e le 4 stanze interne corrispondenti ai 4 bagni padronali che vengono arieggiati e illuminati proprio dalle finestre a 'bocca di lupo'. Finestre e bocche di lupo che, pare, siano state divelte e murate.
2) La cucina originaria trovasi sul versante Nord. Prova ne è che in corrispondenza dell'antico focolare - camino dal primo Novecento ad ora - esistono riscontrabili tracce non solo, ma vi è la canna fumaria che sfocia in un fumaiolo costruito alla maniera del Carpaccio, in mattoni e intonaco, così come sono gli altri due sovrastanti il tetto della villa.
3) Sempre secondo quanto illustrato dal catalogo FAI, ai servizi e all'appartamento per il custode sono destinate le due camere da letto che furono di Vittorio Olcese e mia. Camere affacciate a Sud, e ad Ovest - stesso versante dell'ingresso alla villa e al brolo o (corte d'onore...) - divise dall'unica stanza da bagno che prende luce dall'esterno (vedansi le 3 X a penna impresse sulla pagina 40 del catalogo).
4) Nella intera crociera costituita da 5 stanze e piccoli passaggi a forma quadrata che divide e da' accesso alle 8 stanze del piano terra (pagine 36 e 37 del catalogo) sono previsti "spazi museali e didattici".
5) Spazi museali al piano nobile? Sul catalogo del FAI non vengono previsti. I quattro alloggi per ospiti in mansarda?
La mansarda fu da noi divisa in tre stanze e dotata di un bagno, mentre il grande sottotetto detto "a nave" o "a galea" - opera architettonica in travi di quercia e mattoni di straordinaria bellezza - lo conservammo così com'era dagli anni Settecento.
Egregio Presidente Menorello, con la infinita telenovela in corso tra il FAI e Villa dei Vescovi, tra progetti presentati e rimangiati, restauri arbitrari permessi ma contestati, tra cosiddetti "restauri" che simulano ben altro, permessi dati, o non dati? o rimangiati? dalla Sovraintendenza per i Beni Culturali del Veneto Orientale, emerge dai fatti finora accaduti, purtroppo, la consapevolezza che, più che il restauro di un monumento storico sia in corso un gran casino.
Forse, Presidente, il FAI, i suoi vertici, i suoi i "grandi esperti" e alcuni funzionari ministeriali non dispongano di quel grado di cultura indispensabile a maneggiare un giocattolo di incomparabile bellezza architettonica e di grande valore storico-monumentale.
Cordialità Giuliana D'Olcese de Cesare
(Dunque è da Roma che partono le ultime notizie Patavine, non viceversa....). "Incredibile" ma vero.

 

La Provincia non vuole il ristorante-alloggio
di Simone Varroto mattino di padova

TORREGLIA, Si arricchisce di una nuova puntata la «telenovela infinita» su Villa dei Vescovi
(nella foto)
.
A far discutere nuovamente, chiarita l'estate scorsa la questione del brolo e della corte, è il progetto di restauro. A pretendere chiarezza sul futuro della splendida villa di Luvigliano è la Provincia. La seconda commissione, presieduta da Domenico Menorello (Pdl), ha formalizzato una richiesta di accesso agli atti negli uffici competenti del Comune di Torreglia per verificare cosa preveda esattamente il progetto di riqualificazione presentato dal Fai nel 2008.
Il progetto redatto dallo studio dell'architetto Christian Campanella già nel 2007 aveva sollevato polemiche perché prevedeva anche la realizzazione di un ristorante con 108 posti a sedere e cucina al piano terrazza, con servizi e un appartamento per il custode, spazi museali al piano nobile e quattro alloggi per ospiti in mansarda. Il vice sindaco di Torreglia, Duilio Bolognini, ha risposto alla lettera della commissione cultura precisando che il Fai ha presentato un progetto di restauro di Villa dei Vescovi accolto con rilascio del permesso di costruire nº 12 in data 16 aprile 2008.
«Spero non sia lo stesso progetto che prevedeva un ristorante con camere - ribadisce Menorello - Vogliamo vederci chiaro».
4  aprile 2011
mattino di padova http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/04/04/news/la-provincia-non-vuole-il-ristorante-alloggio-3860936

Volete girare un film a Villa dei Vescovi?
Rivolgetevi a Padova Film
http://www.padovafilmcommission.it/location_producto.php?id_producto=124

Il FAI ha aperto l'ennesimo sito internet e anche qui continua la vendita delle pietre del "parterre" ....  e insiste sull'intervento di
Giulio Romano a VdV. L'arbitraria attribuzione? Fu data al Professor Guido Beltramini
http://www.visitfai.it/
http://www.failatuaparte.org/adotta.php?sect=F

Villa dei Vescovi
Luvigliano di Torreglia, Padova - Donazione Vittorio Olcese, 2005
La prima villa veneta di ispirazione classica

Edificata tra il 1535 e il 1542 per il vescovo di Padova Francesco Pisani, la splendida Villa è una delle più importanti testimonianze della romanità nel Veneto. Progettato da Giovanni Maria Falconetto con la collaborazione dell’umanista Alvise Cornaro, ledificio è stato ulteriormente arricchito da un intervento di Giulio Romano e, all’interno, da uno straordinario ciclo di affreschi di Lamberto Sustris. Armoniosamente inserita nel panorama dei Colli Euganei, a distanza di quasi 500 anni dalla sua costruzione, la Villa offre ancora la medesima vista sul paesaggio circostante.
Visita questa dimora su Fondoambiente.it

Il Professor Guido Beltramini, contrariamente a quanto pubblicizzato dal FAI, non si è mai sognato di attribuire a Giulio Romano il basamento bugnato di Villa dei Vescovi. «Giulio Romano potrebbe esser passato da Villa Vescovi proveniente da Mantova nel mentre erano in corso i lavori progettati e realizzati da Giovan Maria Falconetto» - ha scritto Guido Beltramini. Invece cosa fa il FAI? Dichiara «l’edificio è stato ulteriormente arricchito da un intervento di Giulio Romano».

Villa dei Vescovi Progetto Adozione Stanze
Caffetteria - Ristorante al piano terreno
  Catalogo FAI 20010 - pagina 40

Turismo rurale, business ecologico
S'è aperta ieri a Monselice la prima borsa nazionale del settore Il Fai annuncia: Villa dei Vescovi sarà inaugurata il 1º giugno
di Francesca Segato

MONSELICE. Non ci poteva essere palcoscenico migliore della prima Borsa del Turismo Rurale Veneto per dare l'annuncio: sta per riaprire un luogo simbolo del turismo rurale d'eccellenza, come la Villa dei Vescovi di Luvigliano restaurata a cura del Fai. La notizia era nell'aria, ora c'è anche una data.
L'inaugurazione sarà l'1 giugno, come ha spiegato il consulente del Fai Antonino Precario, intervenuto ieri al convegno «La qualità rurale nella Borsa del Turismo Veneto» che ha segnato l'apertura della prima edizione della rassegna, patrocinata pure da Gist e Argav, stampa turistica e agroalimentare. Un po' di delusione per la diserzione dei big, a cominciare dal ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan, che era annunciato ma ha spedito invece il suo capo segreteria, Amedeo Gerolimetto.
Ma poi il dibattito è entrato nel vivo di quelle che sono le sfide e le grandi opportunità offerte da questa particolare declinazione del turismo, sostenibile e mai omologato.
Tra i promotori dell'iniziativa c'è anche Cralnetwork, che rappresenta il circuito di associazioni, dopolavori e altre espressioni di un turismo sociale che muove grandi numeri e spesso sfugge ai circuiti delle agenzie. «Il mondo dell'associazionismo è sempre più attento ai nuovi contenuti della vacanza - riassume il presidente Nicola Ucci - dal termale, al salutistico, al relax vissuto in un ambiente che ripropone tradizioni e vecchi sapori».
L'altra faccia della medaglia, è il turismo rurale come presidio per la difesa del territorio, dell'agricoltura e delle tradizioni, come hanno sottolineato i vari esponenti delle associazioni agrituristiche.
Mentre il direttore del Parco Colli Nicola Modica ha ricordato che il Parco ha aderito alla Carta europea per il turismo sostenibile. Soddisfatti il sindaco Francesco Lunghi e il vice Gianni Mamprin. «Per tre giorni - hanno sottolineato - Monselice diventa la vetrina del turismo veneto». Ora per i giornalisti della stampa specializzata e i tour operator arrivati da tutta Italia e dall'estero inizia il percorso alla scoperta dei luoghi del turismo rurale veneto, che si chiuderà domani con il workshop per l'incontro tra domanda e offerta. Ieri sera hanno visitato il castello Cini.
20 marzo 2011
mattino padova
http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca/2011/03/20/news/turismo-rurale-business-ecologico

 

 

 

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