VILLA DEI VESCOVI

La strada della passione
Omaggio all’intellettuale con i suoi ritratti

RAVENNA. Miseria e splendore della carne. Caravaggio Courbet Giacometti Bacon… Testori e la grande pittura europea, è la grande mostra con cui il Museo d’arte della città di Ravenna rende omaggio alla complessa vicenda critica di Giovanni Testori, protagonista assoluto della critica militante del Novecento italiano.
«Parlare di Testori - afferma il presidente del Mar, Uber Dondini - significa ricostruire almeno cinque secoli di vicende artistiche dalla fine del Quattrocento ai giorni nostri. Uno dei meriti della mostra è quello di proporre proprio le opere che furono oggetto di particolare studio da parte del grande critico, opere che, tra l’altro, non sono mai uscite dai musei che le ospitano».
L’esposizione, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, è curata dall’ex direttore del Mar (ora consulente scientifico) Claudio Spadoni.
«Testori
- spiega Spadoni - è una figura talmente complessa e contraddittoria che è praticamente indescrivibile, un personaggio imprescindibile che si è caratterizzato in modo inequivocabile per la sua enorme passione, per la determinazione a non cedere mai a compromessi, per la profonda umanità».
Per l’occasione, oltre alla collaborazione della Compagnia del Disegno di Milano e dell’Associazione Testori, è stato costituito un prestigioso comitato scientifico composto da Andrea Emiliani, già direttore della Pinacoteca di Bologna, Mina Gregori, presidente della Fondazione Roberto Longhi, Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Ezio Raimondi, presidente onorario dell’Ibc, da Alain Toubas e dallo stesso Spadoni.
Il personaggio.
Pittore, drammaturgo (proprio l’anno scorso nella stagione di prosa del teatro Alighieri c’era il suo I promessi sposi alla prova), giornalista (successe a Pier Paolo Pasolini al Corriere della Sera, prima come commentatore poi come responsabile della pagina culturale) ma soprattutto storico e critico d’arte (fu allievo di Roberto Longhi), Giovanni Testori - nato nel 1923 in un paesino vicino a Milano e spentosi settant’anni più tardi nel capoluogo lombardo - si è distinto per la sua lontananza da facili compromessi, per il coraggio di scegliere strade anche impervie perché distanti da quelle “maestre” dell’ufficialità.
«Il titolo Miseria e splendore della carne - racconta ancora Spadoni - è “rubato” in parte a un’opera di Balzac: mi sembra molto adatto a sottolineare la passionalità di Testori».
Il percorso della mostra.
Si articola in diverse sezioni dedicate ai vari periodi della storia dell’arte studiati dal critico milanese e agli artisti da lui amati, a partire dai suoi primi scritti su Manzù, Matisse, Morlotti. Seguono i francesi Courbet e Géricault. Poi si affronta la pittura di realtà in Lombardia nel ’500 (con Gaudenzio Ferrari, Foppa, Savoldo, Romanino, Moretto) e nel ’600 (con Moroni, Ceresa, Fra Galgario, Ceruti).
Ed ecco quindi i manieristi lombardo-piemontesi (Cerano, Morazzone, Tanzio da Varallo, Daniele Crespi, Cairo) accompagnati da Caravaggio, grande passione dichiarata, passando attraverso l’attenzione a figure della Nuova oggettività (Dix, Grosz, Radzwill), ai Nuovi selvaggi (Fetting, Hodicke, Zimmer, Salomè) fino ai Nuovi ordinatori (Albert, Chevalier, Schindler, Merkens).
Non mancano artisti come Bacon, Giacometti, Sutherland, Sironi, Guttuso, Gruber, Marini, Vacchi, Varlin, Jardiel, Vallorz, Rainer, per giungere fino a Cucchi e Paladino. Di ognuno sono esposte diverse opere, in alcuni casi proprio quelle scelte e possedute da Testori. La rassegna presenta inoltre un omaggio a Testori stesso con una selezione di ritratti fra i tanti eseguiti da diversi pittori per lo studioso.
Accompagna la mostra un catalogo con la riproduzione delle opere esposte, numerosi contributi critici e una sezione di apparati documentari.

(alessandro fogli)
http://corriereromagna.it/cultura-spettacoli/2012-02-19/la-strada-della-passione

 

 

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